Recensione Ni no Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea

Immaginate un mondo dove il vostro gatto può diventare il Re di un intero paese, un mondo dove ogni persona che conoscete ha un’anima affine, dove il padrone diventa l’animale domestico e viceversa, immaginate un mondo dove la magia esiste ed è la chiave per salvare tutto il creato.
Level 5, che ci ha abituato a capolavori come la saga de Il Professor Layton, Inazuma Eleven e Rogue Galaxy, si unisce allo Studio Ghibli, conosciuto ai fan del cinema d’animazione per opere come Porco Rosso, Il Castello Errante di Howl e Laputa, e crea questo secondo mondo, donandoci Ni no Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea.

Un altro Mondo

Ni no Kuni letteralmente vuol dire “Il Mondo del Due“; all’interno del gioco però, il tutto è stato tradotto da Namco Bandai con un accomodante “Altro Mondo” questo perché, stando a quello che ci viene spiegato nella prima ora di gioco, esistono molti altri mondi oltre al nostro e al Ni no Kuni.
Oliver, il nostro protagonista, è un ragazzino come tanti: vive con la madre e passa il tempo a creare guai con l’amico Phil.
Studio Ghibli ci ha abituato con le sue opere che la felicità non è duratura, e ben presto la vita di Oliver verrà sconvolta da un evento tragico: nel giro di pochi minuti, dopo averci devastato moralmente (complice anche un ottimo doppiaggio in giapponese che da pathos alla situazione, a differenza di quello inglese, n.d.r.) apparirà un altro dei protagonisti del gioco, Lucciconio, il Re delle fate che, usando il dialetto romano (dialetto di Osaka in lingua originale) gli proporrà un modo per riottenere ciò che ha perduto.
Oliver dovrà recarsi nel mondo di Lucciconio (il Ni no Kuni, per l’appunto) e salvarlo da Shadar, il Genio nero, potente mago che minaccia l’altro mondo.
È veramente difficile cercare di scrivere questa recensione senza rischiare di dare alcuna indicazione rischiosa di spoiler sulla trama, uno dei veri punti cardine del gioco, basti pensare alla frase con cui viene pubblicizzato il trailer: “Fino a dove ti spingeresti per salvare una persona che ami?“.
Ed ecco che quindi Oliver scopre di aver poteri magici, e ricavata una bacchetta da un ramoscello che si trovava lì vicino (che in realtà… lo scoprirete da soli) lancia il primo dei tanti incantesimi di gioco, “Transmundi” ed arriva nel fantomatico Ni no Kuni.
Come accennato nell’introduzione, ogni persona del mondo di Oliver possiede un’anima affine nell’altro mondo e se malauguratamente dovesse succedere qualcosa ad una delle due anime, anche l’altra ne risentirebbe.
Durante le 50 ore della storia principale (che arriveranno sul centinaio con le oltre 150 sottoquest, di cui la maggior parte si sbloccheranno una volta finito il gioco) faremo innumerevoli viaggi tra il Ni no Kuni e la città di Oliver, perché guarda caso, tutte le persone importanti del mondo di Lucciconio, vivono a Motorville, il paesino del nostro protagonista.

In viaggio con il cuore infranto

Purtroppo molti dei personaggi di spicco di Ni no Kuni sono stati attaccati da Shadar – a voi scoprire se nel loro mondo o in quello di Oliver – e dopo lo scontro sono diventati dei Cuorinfranti.
Che cos’è un Cuorinfranto? È una persona a cui manca un pezzo di cuore, non letteralmente ma figurativamente, ecco che quindi una persona paurosa si dimostra essere in realtà un Cuorinfranto a cui è stato rubato il Coraggio, una donna che spende troppo lo fa solo perché le manca la Disciplina, una fidanzata che da un giorno all’altro non ti vuole più vedere, lo fa solo perché le è stato rubato l’Amore.
Ed ecco che Oliver ha la soluzione. Grazie ad una boccetta, il Portacuore, che ci verrà data pressoché subito dopo la spiegazione dei Cuorinfranti, e a due incantesimi,  potrà raccogliere da persone che hanno fin troppo di una qualità e donarla a chi invece manca; quindi una bambina che presta tutti i suoi libri ci potrà dare un po’ di Gentilezza, una guardia in piena forma e pronta al dovere potrà donarci un po’ di Entusiasmo e così via. Il Portacuore e i Cuorinfranti sono grandi protagonisti della prima parte di gioco e di molte delle sottoquest di Ni no Kuni.
Oltre alle sue magie, e ai compagni che si uniranno al party, Oliver può contare sull’aiuto dei Famigli: mostriciattoli antropomorfi che condividono i punti vita e i punti magia col proprio padrone. Proprio questa condivisione di statistiche li distingue da dei rivali ben più famosi e ben più numerosi (sebbene i famigli totali siano più di 400). Ogni Famiglio ha i classici valori da GDR (eccezzion fatta, come detto, di PV e PM) e come i padroni possono essere equipaggiati con armi, scudi e armature di vario genere; se nutriti nel modo giusto (un famiglio potrebbe essere ghiotto di cioccolato e crescere specificatamente nell’attacco) l’affinità con Oliver – o con un altro membro del gruppo – aumenterà, permettendo ulteriori miglioramenti di statistiche. Accumulando esperienza e salendo di livello il Famiglio potrà compiere una metamorfosi, e diventare più potente, anche se il livello ritornerà ad 1. A voi la scelta se trasformarlo donandogli una delle (inizialmente) rare Gocce, o cercare di raggiungere un livello utile per imparare nuove tecniche.
Ci sarebbero molti altri aspetti pratici dei Famigli da analizzare, ma è alquanto complicato spiegarli in poche righe, e soprattutto non vogliamo togliervi tutto il divertimento; vi diciamo solamente che ad un certo punto potrete cominciare a catturare anche i mostriciattoli selvatici, grazie ad un membro del party, anche se di nuovo, a differenza degli stessi rivali più famosi, la cattura si baserà perlo più sulla fortuna e non sulle vostre doti di battaglia.

Questo pazzo Battle System

Veniamo ora al fulcro del gameplay di Ni no Kuni, il sistema di battaglia. Durante il gioco saranno innumerevoli le volte in cui dovremo affrontare Famigli selvatici, boss giganteschi, o robot imbizzarriti; ogni membro del nostro party sarà usabile, sia umano che non, e potrà avere a disposizione fino ad un massimo di tre Famigli. Ogni Famiglio potrà stare in campo solo per un determinato periodo, dopo di che avrà bisogno di un po’ di riposo, entra dunque in gioco la componente strategica che permette al giocatore di attuare una tattica meglio conforme al suo stile. Gli attacchi saranno a turni, anche se non nel senso classico del termine, dopo aver eseguito una tecnica speciale dovremo aspettare un tot di tempo per poterla rifare, ma nel frattempo possiamo cambiare attacco o perchè no, personaggio.
Mentre il giocatore utilizzerà uno dei personaggi, gli altri verranno controllati dalla CPU, e qui si intravede la prima grande pecca del GDR di Level 5: l’IA praticamente inesistente. Non solo i compagni di squadra non fanno quello che gli viene detto tramite il menù tattiche (curami,coprimi le spalle,agisci liberamente, ecc…) ma utilizzano gli MP senza criterio, usando incantesimi distruttivi contro nemici quasi morti, e non contro i terrificanti Boss. Ad aiutarci arriva almeno la funzione “Tutti in Attacco/Difesa” ( posta sui tasti triangolo e quadrato durante le battaglie) che ci permette per lo meno di risparmiarci ressurrezioni inutili dovute ad un mancato rispetto dell’ordine. Ultima nota dolente: se stiamo eseguendo una mossa speciale, ed un nostro compagno ne sta eseguendo un’altra, la nostra verrà annullata e dovrà essere riselezionata al termine dell’animazione del compagno, evento abbastanza antipatico quando si cerca di catturare un famiglio in un determinato lasso di tempo.
Tra un Boss e l’altro non mancheranno sicuramente le cose da fare, e potremo esplorare il vasto mondo di gioco open world, disseminato di famigli selvatici e materiali da raccogliere. Oppure potremmo divertirci con Cacce alla Taglia, battaglie contro dei mostri facoltativi, che ci doneranno preziosi strumenti e altrettanto utili timbri per poter potenziare il nostro eroe. Sempre da “Soluzioni al volo”, oltre alle suddette cacce  potremo compiere quasi altre 100 sottoquest, che purtroppo sono abbastanza ripetitive, ad eccezion fatta per le poche sbloccabili dopo la fine della storia principale. Tutte quelle che si andranno ad aggiungere in lista durante l’avventura di Oliver , saranno invece divise in quattro tipi diversi, da un recuperare un determinato oggetto, al salvare un cuorinfranto, creare con l’alchimia uno strumento e infine catturare determinati famigli.
Nel menù principale presto si aggiungerà anche un calderone dove potremo creare i nostri oggetti, o le prelibatezze da dare ai Famigli, raccogliendo le ricette in giro per il mondo o improvvisando (o sbirciando nella sezione apposita dell’Abbeccedabra, n.d.r.), peccato che, se mischiando a caso gli ingredienti ottenessimo fortunatamente un oggetto, la ricetta non verrà salvata, e dovremo ricordarcela a memoria per il futuro.

Le fondamenta del Ni no Kuni

Dopo aver analizzato trama e gameplay, è ormai d’obbligo parlare del comparto tecnico e quindi dedicare qualche parola di elogio alle straordinarie musiche di Joe Hisaishi, noto collaboratore dello Studio Ghibli che, grazie ai diversi brani del gioco riesce a trasportarci con la massima immedesimazione insieme ad Oliver nel Ni no Kuni. Queste stupende musiche si fondono completamente sia con le sequenze cel-shading di gioco, sia con quelle animate dalla stesso Studio Ghibli, regalando emozioni agli amanti del genere e non.
Inoltre degno di lode anche il lavoro compiuto dai traduttori per non lasciare niente di incompleto: Ni no Kuni è completamente in italiano, fino all’ultima pagina dell’Abbeccedabra digitale, racconti e leggende comprese.
Parlando appunto di quest’ultimo, spendere due parole per gli amanti del genere è il minimo che si possa fare. Se avrete la pazienza di completare il vostro Abbeccedabra al 100% potrete notare come i due team siano riusciti a creare un mondo reale e a se stante, con leggende, storia e geografia coerenti con se stesso e niente, nemmeno il più piccolo particolare, lasciato in sospeso.
In questa generazione abbastanza mediocre per i JRPG (ci sono stati titoli degni è vero ma si contano sulle dita di due mani), Ni no Kuni è la luce che serviva, la speranza per gli amanti del genere e per chi volesse avvicinarsi per la prima volta ad un gioco di ruolo. Un titolo che difficilmente dimenticheremo.

Verdetto
8 / 10
Aò!
Commento
Titoli come Ni no Kuni non vanno sottovalutati. Benché lontani dall'essere perfetti, possono essere utilizzati come linee guida per gli altri sviluppatori, in modo tale che ritornino in carreggiata e ricomincino a fare titoli meritevoli. La collaborazione tra Level 5 e Studio Ghibli è un completo successo, tanto che chiunque si innamori di Ni no Kuni vorrà presto un altro titolo dei due team.
Pro e Contro
Un RPG classico alla portata di tutti
Estetica e musiche sensazionali
Tutta la magia dello Studio Ghibli

x IA dei compagni praticamente inesistente
x Tattiche di battaglia poco utili
x Sottoquest ripetitive

#LiveTheRebellion