Un Re dimostra la sua saggezza non con la propria forza fisica, ma con quella delle sue azioni.
Disponibile da poco più di un mese su PlayStation 4 e PC,
Ni no Kuni II è l’ultimo lavoro mastodontico di Level 5. La casa di sviluppo guidata da Akihiro Hino torna su PlayStation con il sequel spirituale del GDR a turni uscito nel 2013, rivoluzionandolo completamente. Una rivoluzione che parte dalle fondamenta, con l’assenza dello Studio Ghibli che curò storia ed estetica della
Strega Cinerea.
Assenza colmata da Yoshiyuki Momose (
che ha lavorato a Porco Rosso e alla Città Incantata) ma che non fa parte dei Ghibli dal 2005. E da Joe Hisaishi, che torna a curare la colonna sonora di questo sequel.
Ni no Kuni II cambia ogni aspetto del gameplay del predecessore, ma ne mantiene intatto lo spirito favolistico.
La rivoluzione continua con un cambio netto alle meccaniche di gioco, abbandonano completamente la cattura dei famigli e il combattimento a turni, per scontri in tempo reale da action GDR.
Ni no Kuni II si spinge oltre, cercando di ampliare qualsiasi aspetto del gioco, con sotto-quest, battaglie facoltative e collezionabili.
Il problema, sta nell’effettiva varietà di questi contenuti.
Versione Testata: PlayStation 4
Ni no Kuni II è ambientato cento anni dopo gli eventi del primo capitolo, divenendo così tranquillamente giocabile anche dai neofiti della serie. Il giovane Evan si ritrova vittima di un colpo di stato, Roland, presidente di un altro mondo, finisce al suo fianco per motivi misteriosi, ringiovanito e spaesato. I due stringeranno subito amicizia, mentre fuggono da Gatmandù per non essere catturati dalle guardie reali.
Evan decide quindi di fondare un nuovo regno, in cui non vi sono conflitti, e parte così alla ricerca di risorse e alleati al fianco del suo nuovo amico.
Le prime dieci ore di gioco servono principalmente a mostrarci tutto il pacchetto confezionato da Level 5, tra tutorial di battaglia, scontri campali e l’inizio del sistema di fetch quest che contamina tutta l’avventura. Un’introduzione molto lunga, che lascia anche spazio alle poche citazioni al primo capitolo, prima di gettarci completamente nella trama dell’avventura di Evan.
Ogni regno ha un legame speciale con un Nume Tutelare, un enorme creatura che, legata al sovrano, protegge il popolo dai pericoli esterni. Hamnar, un uomo malvagio, sta viaggiando per il mondo e si sta infiltrando nelle diverse corti, per rubare questo vincolo, e portare a termine il proprio piano. Una volta scoperto, Evan decide di stipulare un trattato d’alleanza tra il suo nuovo paese Eoastaria, e gli altri quattro, un accordo di pace che li porterà a debellare la minaccia di Hamnar.
Una trama di fondo semplice, ma non per questo priva di messaggi morali e sociali.
Il razzismo, la povertà, l’amore, l’amicizia, vengono tutti messi sotto i riflettori durante i viaggi di Evan. La trama che lega gli eventi di Ni no Kuni II è piacevole e tranquilla, nonostante cerchi di sorprendere con qualche colpo di scena non abbastanza efficace.
Il problema principale risiede in quello che troviamo tra un evento e l’altro: a partire dalla gestione del regno e dalle
fetch quest.
Una volta fondata Eostaria, potremo in qualsiasi momento, aver accesso agli edifici del nuovo regno. Dal fabbro al tempio, impiegando in ricerche a tempo gli abitanti del nuovo paese ci garantiremo diversi bonus. Siano quelli passivi nei dungeon, fino a materiali rari, nuova merce al negozio o nuove armi e armature da forgiare. Il tutto è spiegato da una serie di tutorial, che andranno a riempirci la testa di informazioni su come utilizzare al meglio le strutture di Eostaria. Il problema di queste guide però, è che rimangono superficiale, e
molte delle qualità aggiuntive di edifici come la forgia, sono lasciate all’intuizione del giocatore.
Tuttavia, non è questo il problema dell’aspetto gestionale di Ni no Kuni II.
Le ricerche di materiali, funzioni e denaro, sfruttano il tempo di gioco e non quello reale, mettendo in difficoltà soprattutto all’inizio quando il fondo economico scarseggia. Inoltre in determinate sezioni della storia, sarà richiesto
obbligatoriamente l’aver raggiunto un determinato livello del regno, obbligando al farming compulsivo.
E non è tutto, per poter potenziare al massimo Eostaria, e aver accesso ai materiali più rari, bisognerà prima finire il gioco. Una volta gustati gli onirici titoli di coda, si potrà poi proseguire verso l’ultimo ampliamento. Una cosa piuttosto naturale se il post game fosse ambientato dopo la battaglia finale, ma che perde di significato essendo a tutti gli effetti antecedente ad essa.
A braccetto con la gestione del regno, c’è l’altra minaccia al divertimento: l’armata di quasi duecento quest secondarie.
Per poter proseguire nello sviluppo di Eostaria bisognerà trovare degli abitanti che si trasferiscano nel regno di Evan. I talenti possono essere reclutati in due modi principali: durante la storia e portando a termine le missioni secondarie. Ci sono i favori di Venturio, in cui potremo accettare fino a 12 quest contemporaneamente, che vanno da consegne di materiali ed armi all’eliminazione di un determinato numero di nemici. Una volta completate verremo ricompensati con dei gettoni che potremo scambiare per dei talenti. Qui Level 5 pecca particolarmente di pigrizia:
i favori di Venturio mancano di mordente. Servono principalmente a svuotarci le tasche di materiali altrimenti inutili, inoltre si ripetono
incessantemente e
senza distinguersi.
I talenti sono infine reclutabili tramite delle normali missioni che fanno capolino sulla mappa di gioco e nelle diverse città (
una volta stretto il trattato di pace). Sfortunatamente anche qui, su circa duecento missioni totali, poco più di una decina risultino veramente divertenti. Le altre ci chiederanno di recuperare un oggetto, o di recarci in un posto, parlare con un npg, tornare e ripetere l’azione.
Un ciclo infinito di tedio e noia, che però è necessario per migliorare Eostaria.
Certo, se non siete
completisti il problema non si pone. Vi godrete tranquillamente le vostre sessanta ore di gioco in uno dei mondi più fiabeschi mai ideati dal team giapponese. Ma se voleste andare più in profondità, esplorando i labirinti onirici più difficili e cercando tutti i
Cioffi, la ripetitività delle quest è
sfiancante.
Il titolo di Level 5 è più user friendly del proprio predecessore
Fortunatamente, il resto del contenuto bilancia questo problema e la virata verso un GDR d’azione ha giovato particolarmente alla serie. Non più turni e famigli, ma colpi leggeri e pesanti, magie e i piccoli Cioffi a fare da supporto. Le battaglie variano non solo per le strategie da attuare contro i Numi Tutelari, ma anche per la difficoltà dei mostri opzionali. Ni no Kuni II è sicuramente più user friendly del proprio predecessore, ma è in grado di mettervi in difficoltà se caricherete a testa bassa qualsiasi mostro esterno alla storia. E ancora una volta, come nel caso delle quest secondarie, il tutto viene alla luce solo scavando più a fondo, esplorando il vasto overworld e trovando santuari e foreste segrete. Non parliamo certamente di picchi insormontabili, anzi gli ostacoli sono facilmente distruttibili con un po’ di sano grinding. Completare le battaglie opzionali però non è semplice quanto affrontare l’avventura di Evan.
L’altra modalità di Ni no Kuni II che non ha abbastanza spazio durante la storia principale, è la battaglia campale. Alla guida di quattro talenti, il piccolo Evan dovrà muoversi nell’overworld sconfiggendo le forze militari avversarie, in un classico sistema carta-forbice-sasso.
Le Battaglie Campali prendono forma ed identità anche grazie alle side quest.
Nelle poche battaglie presenti nella storia, basterà posizionare delle unità del colore giusto per portarsi a casa la vittoria. Fuori dai binari però, regalano più di una sorpresa: dalla possibilità di evocare draghi a vere e proprie lotte a tempo. Per sbloccare le truppe apposite però, bisognerà per forza di cose completare le fetch quest di cui mi sono lamentato prima.
Un sacrificio da correre per assaporare a pieno uno degli aspetti più positivi del gioco.
Da un lato positivo all’altro,
la direzione artistica di Ni no Kuni II non delude e l’intero mondo di Evan incanta fin dai primi istanti. La ripetitività di alcune grotte e foreste, viene completamente messa in ombra dal comparto visivo di alcuni luoghi come Talasside, e dall’immensa colonna sonora composta da un’impeccabile
Joe Hisahishi.
In tutto il gioco non c’è un brano brutto o ridondante, e nonostante l’assenza dei Ghibli,
il paragone con un lavoro dello studio è automatico. Ad aiutare il tutto c’è ovviamente il character design di Momose, che con pochi semplici tratti delinea le cinque razze presenti nel titolo. A differenza del predecessore, i filmati di gioco sono in cgi (
o su acquerello) abbandonando completamente le scene animate dei Ghibli.
Ancora una volta l’adattamento italiano si prende qualche libertà sui nomi, e torna anche il dialetto romano per il piccolo Solario, il nume tutelare di Evan. Come successe per
Lucciconio, anche questa volta è dovuto all’uso del dialetto in giapponese, sostituito dai traduttori con quello della capitale italiana. L’enorme mole di testi è completamente tradotta in italiano, mentre il doppiaggio è presente sia in giappone che in inglese.
Verdetto
8.5 / 10
Belle 200 quest secondarie eh, peccato se ne salvino 10.
Commento
Pro e Contro
✓ OST eccezionale
✓ Buona evoluzione del gameplay
✓ Messaggi sociali ben contestualizzati
✓ Direzione artistica
x Decisamente troppe fetch quest
x Dungeon poco originali
x Parte gestionale da rivedere
#LiveTheRebellion