Recensione Murdered: Soul Suspect

“La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro”. A questa citazione di José Saramago devono essersi ispirati i membri di Airtight Games. Dopo aver assistito alla propria fredda esecuzione da parte del Killer della Campana, il detective (e criminale ripulito) Ronan ‘O Connor non rinuncerà alla sua ricerca della verità. Indipendentemente dai vantaggi e dagli svantaggi della sua nuova “condizione”. Lo studio di sviluppo americano, dopo la Demo presentata all’E3 2013, aveva attirato la curiosità degli addetti del settore vista la particolare scelta narrativa. Il peculiare action-adventure prometteva esplorazione, puzzle, un approccio fortemente cinematografico e scelte multiple che portassero a bivi nella trama in grande quantità: con il suo arrivo sul mercato sarà riuscito a mantenere le promesse?

Versione testata: PS4

RONAN L’INVESTICASPER

Nella cittadina di Salem (il cui nome dovrebbe suggerire qualcosa) sta avvenendo una serie di omicidi perpetrati dal Killer della Campana, così chiamato per il marchio che lo contraddistingue. Il Detective Ronan ‘O Connor è sulle tracce dell’assassino e proprio quando crede di averlo incastrato il criminale riesce a sopraffarlo fisicamente e a gettarlo dalla finestra del terzo piano. Il colpo è talmente forte da ridurre Ronan in punto di morte: qui sperimenta per la prima volta sua forma da fantasma, ma cerca di rientrare nel suo corpo. Non riuscendoci, verrà ucciso dal killer, che usa la sua stessa pistola per sparargli sette colpi al torace. Dalla sua morte in poi Ronan per trovare la pace dovrà incastare il fantomatico killer cercando la verità tra la Salem di oggi e quella del passato, un passato oscuro e torbido. Come fantasma avrà diversi vantaggi come l’invisibilità, cui si affiancano alcuni svantaggi come l’impossibilità di raccogliere oggetti o simili. Una giovane medium, Joy, l’aiuterà nel suo compito. Interessante inoltre la possibilità di possedere i “vivi”. Ciò consentirà di leggere la mente dei personaggi non giocanti (anche se spesso i pensieri che intercetteremo saranno piuttosto banali), condizionare le loro azioni e pensieri ed osservare tramite gli occhi di chi è posseduto. Un vero peccato però che queste due ultime azioni saranno disponibili solamente in piccole parti di gioco e solo per alcuni png. Anche la possibilità di interagire con gli oggetti, che avrebbe potuto garantire una maggiore immersione nel mondo di gioco, viene sprecata: quando non ci troveremo in sequenze di gioco in cui essa risulterà necessaria eventuali azioni (come l’accensione o lo spegnimento di un televisore) non provocheranno reazioni. L’atmosfera NOIR del titolo ed il protagonista duro ma buono (un ex-criminale cambiato per la donna che amava) riescono ad innalzare la qualità del ritmo della narrazione, che mai convince pienamente. Non aiutato infatti da un plot piuttosto piatto e dal ritmo compassato, il susseguirsi degli eventi sembra trascinarsi verso una inesorabile fine, senza neanche approfondire a dovere nessuno dei personaggi secondari, il tutto a causa anche della ridotta longevità. Tutto sommato però grazie a dei piccoli plot twist il gioco invoglia al raggiungimento della fine e ha un finale tutto sommato inaspettato.

OH, MY KILLER…

Come detto in precedenza, la “condizione” di fantasma di Ronan gli conferisce diversi vantaggi. È infatti libero di investigare sulle (circoscritte) scene del crimine in diversi modi: può analizzare gli indizi presenti sulla scena del crimine, ricostruire i movimenti e le azioni avvenute, leggere informazioni su schermi o dossier (obbligatoriamente tramite gli occhi di un essere vivente), esplorare spazi ristretti possedendo animali (in realtà solo gatti, dai movimenti goffi e che non attraggono l’attenzione neanche saltando in testa a dei png). Purtroppo ascoltare i pensieri dei presenti sulla scena del crimine non sarà mai di grande utilità alla risoluzione di un caso. Giunto ad un numero sufficiente di indizi potrà trarre le sue conclusioni. Per giungere alla corretta soluzione del caso avremo un numero infinito di tentativi, senza alcuna conseguenza nel caso in cui la scelta dovesse ricadere sull’indizio sbagliato (dove sono i bivi promessi?). Negli spostamenti tra una zona d’investigazione e l’altra può capitare d’imbattersi in pozze demoniache e/o demoni, con le prime che vanno aggirate prendendo possesso di corpi umani o girandovi intorno e i demoni calati invece nel ruolo di guardie: entrando nel loro campo visivo attaccheranno ed inseguiranno il giocatore costringendolo a nascondersi nei numerosi “involucri di spiriti” disseminati in giro per tutto il gioco (anche quando non necessari). Oltretutto potremo distrarre i nostri nemici facendo gracchiare dei corvi che troveremo anch’essi presenti in quantità fin troppo generose. Arrivando inoltre alle spalle dei nostri nemici li potremo eliminare con dei banali Quick Time Event. Complice l’IA dei demoni non proprio brillante anche in queste situazioni la sfida di Murdered al giocatore è pressoché nulla. Strano poi l’inserimento dei demoni stessi solo in pochissime situazioni, quasi a voler dare il cosiddetto “contentino” al giocatore. Da segnalare purtroppo la scarsissima longevità del titolo e l’inesistente post-game: una volta finito il gioco non sarà possibile continuare a visitare la città e raccogliere i numerosi collezionabili sparsi in giro che consentono di approfondire la storia di Salem ed il rapporto tra alcuni personaggi.

WHO YOU GONNA CALL?

Sul fronte tecnico Murdered: Soul Sospect non brilla rispetto alle altre produzioni next-gen, soffrendo molto la scelta di essere cross-gen ma uscendo sconfitto anche dal paragone con alcuni dei prodotti di settima generazione più “spinti” da questo punto di vista. Le texture sono poco curate e ripetitive, gli shader inesistenti, scenari e fondali sono appena accennati. La colonna sonora tuttavia si fonde bene con l’atmosfera ed il doppiaggio italiano è ben curato (anche se viene rovinato da alcune animazioni facciali). Dulcis in fundo il gioco soffre di alcuni cali di frame rate.

Verdetto
6.5 / 10
Indagare non è mai stato così Stealth.
Commento
Murdered: Soul Suspect è un esperimento riuscito a metà. Un thriller che prometteva di essere qualcosa di diverso da ciò che ci siamo ritrovati a giocare. Si salvano l'atmosfera e alcune parti dell'aspetto narrativo del gioco (come Ronan, il lore di Salem e piccoli picchi nel corso del gioco). Il gameplay sacrificato non riesce a far godere appieno delle potenzialità del titolo, rendendolo a chi cerca entrambi gli aspetti poco stimolante e risultare pesante.
Pro e Contro
L'atmosfera generale
Alcuni plot twist
La storia di Salem

x Demoni inseriti inutilmente
x Indagini ripetitive e tediose
x Alcune abilità da fantasma inutili
x Reattività nulla dei PNG

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