Fin dagli esordi sotto il nome di Graffiti (l’anno era il 1994) Milestone si è contraddistinta come una delle più prolifiche realtà italiane dell’industria dell’intrattenimento videoludico, legando la sua immagine in modo quasi viscerale al mondo dei motori, tanto sulle due ruote che sulle quattro. Qualche settimana fa, per la precisione il 20 Giugno scorso, MotoGP 14 ha inaugurato la next-gen dell’azienda milanese, portandosi dietro (per ora solo su PS4, oltre che su PC e piattaforme di vecchia generazione) tutto il fascino di una “macchina da spettacolo” come il Motomondiale. Ma il setting della produzione sarà stato messo a punto a dovere oppure si tratta di una falsa partenza?
Versione testata: Playstation 4
Dal punto di vista ludico MotoGP 14 prova ad essere un prodotto decisamente simulativo ma “scalabile” a seconda dei desideri (e delle abilità) del giocatore. Prova lampante di questo sta nella moltitudine di impostazioni selezionabili per ogni gara, da quelle legate al tempo da dedicare in pista (numero di giri e, nel caso della modalità carriera, se disputare l’intero week end dell’evento, solo la gara partendo dal fondo o prendere parte anche alle qualifiche) a quelle invece più vicine alla vocazione al realismo del titolo, con la possibilità di attivare e disattivare consumo gomme, danni alle moto, problemi tecnici, penalità, bandiere disciplinari e aiuti di varia natura (spaziando dalle impostazioni legate alla fisica, distribuite sui livelli “standard”, “semi –pro” e “pro” fino alla possibilità di “riavvolgere” il tempo per avere una seconda possibilità di affrontare una curva o annullare eventuali cadute ed incidenti). Pur attivando tutte queste semplificazioni e abusando degli aiuti però il titolo di Milestone continua comunque a richiedere un certo impegno da parte del pilota, risultando, un po’ come si dice delle Desmo16, un bolide da addomesticare con la pratica nonostante le premure dei “tecnici” (gli sviluppatori) nei confronti dell’aspirante pilota.
Attorno al motore del gioco, questo gameplay in grado di esaltare l’appassionato (e, come si diceva, con un po’ di impegno da parte di chi gioca anche i principianti), Milestone ha costruito un ricco telaio di modalità: Gara Istantanea (dove vengono selezionati casualmente pilota e circuito), Gran Premio e Campionato (suddivisi per classi e contenenti anche la chicca MotoGP Champions con i piloti storici della manifestazione, oltre a gran parte dei piloti ufficiali Moto3, Moto2 e MotoGP) lasciano il posto al piatto principale dell’offerta, una ricca modalità carriera che vede l’alter ego del giocatore partire dalla Moto 3 per poi arrivare, risultati permettendo, alle vette della classe regina di questo sport (con annessa possibilità di “voltare gabbana” e passare ad altri team nel corso dell’esperienza). Non manca la possibilità durante questa scalata di contribuire allo sviluppo del proprio mezzo, raccogliendo dati sul circuito per potenziare i componenti della moto e mettendo mano, direttamente o ponendo richieste ai tecnici, al setting della due ruote per meglio adattarla al proprio stile di guida, lasciando nei panni di unico limite della proposta una scarsa personalizzazione del proprio pilota (limitata di fatto all’avatar, al numero e a qualche accessorio, oltre ai classici dati anagrafici quali nome ed età). La Carriera cede poi il posto a due extra ad uso e consumo dei fan: Eventi Reali 2013 che permette di rivivere i momenti topici della scorsa stagione impersonando i piloti protagonisti e Sfida ai Campioni, che riprende questo concetto e lo espande ai momenti che hanno fatto la storia del Motomondiale. Meno riuscita invece la modalità Safety Car, che consiste nel correre a bordo della vettura sui tracciati presenti in gioco, rimanendo un’aggiunta un po’ fine a sé stessa e funestata da un sistema di guida non all’altezza di quanto provato su due ruote. Chiude il cerchio poi la modalità multigiocatore, che permette di gareggiare sia contro altri piloti online che contro un amico in split-screen locale.
Il tallone di Achille delle ultime produzioni della software house milanese è, ormai quasi storicamente, la realizzazione tecnica. Purtroppo, nonostante l’esordio su next-gen grazie alla versione per Playstation 4 (su cui è basata la nostra recensione) MotoGP 2014 non si sottrae a questa tradizione, portando nelle case degli appassionati un titolo che pur attestandosi su ottimi livelli di fluidità appare graficamente arretrato ed è “funestato” da animazioni decisamente acerbe, che conferiscono alle cadute (ed in generale agli incidenti) un non-realismo che mal si sposa con l’ottimo lavoro fatto dal punto di vista della simulazione. Anche la gestione delle collisioni fa registrare incertezze non all’altezza di quanto visto sotto altri aspetti, specie se si imposta la fisica su “standard”, con il risultato di poter talvolta sfruttare gli altri piloti come “sponda” nelle curve più strette e altre volte invece finire distesi per terra in caso di contatto. Decisamente più apprezzabile invece il lavoro fatto “sotto la pioggia”, con l’asfalto bagnato capace di dare risposte convincenti per quanto riguarda aderenza e governabilità della moto.
#LiveTheRebellion