Recensione Moss

PS VR è passato dalla pubertà all’età adulta. Ma nonostante la maturità, ancora va matto per le fiabe.

 

PlayStation VR ha da poco spento la sua prima candelina, e in questo primo anno di vita sono stati diversi i titoli che hanno espresso le potenzialità di questa periferica. Adesso è arrivato il momento di mostrare i muscoli e far vedere a tutti che questa tecnologia non è un semplice fuoco di paglia. A farlo ci pensa Moss, curioso puzzle game 3D infarcito di elementi action di Polyarc, disponibile da qualche giorno sullo store Sony al prezzo di 29.99€.

 

Mettetevi comodi e preparatevi a rimanere affascinati dal mondo di Moss.

 

Versione testata: PlayStation 4 Pro

One upon a time…
Moss è un viaggio magico attraverso le pagine di un racconto dal sapore antico
C’era una volta un regno lontano abitato da animali, che dopo anni di pace venne messo in crisi dall’avvento della Notte delle Ceneri. Questo nefasto accadimento segnò l’avanzata di Sarfogg, un oscuro signore dall’aspetto serpentesco, che motivato dalla ricerca della Reliquia di Vetro uccise il Re nel tentativo di impossessarsi di questo potente artefatto che gli avrebbe garantito un potere immenso.
Sfortunatamente per Sarfogg, la reliquia andò persa, mandando su tutte le furie il perfido conquistatore che mise a soqquadro il regno pur di ritrovarla.

Ed ecco qua entrare in scena Quill, una giovane e intraprendente topolina che in un giorno come tanti si imbattè in una misteriosa pietra luminosa, che scoprirà poi essere la tanto bramata reliquia. Iniziò così per Quill un epico viaggio che la portò a salvare il regno di Moss e tutti i suoi abitanti.

Moss è a tutti gli effetti una fiaba 2.0 che grazie alle potenzialità della realtà virtuale, si manifesta prepotente nelle nostre retine.

Proprio come una delle fiabe che ci hanno accompagnato da piccoli, Moss è un viaggio magico attraverso le pagine di un racconto dal sapore antico. Se nei classici racconti le parole prendevano vita grazie alla nostra fantasia, qua sarà il visore ad occuparsi di dare forma e colore alla storia, e a trasformarci in spettatori attivi. Si perché in Moss il giocatore ricoprirà il ruolo del “Lettore” una mistica figura in grado di interagire con Quill proprio grazie ai poteri della Reliquia di Vetro. E mentre la topolina sarà intenta a superare mille ostacoli, con il nostro aiuto invisibile potremo interagire direttamente con l’ambiente di gioco, creando nuovi percorsi o “possedendo” i nemici.

Lettori, ma anche un po’ protagonisti
Moss è un puzzle game dalla vena action
Fin dal suo annuncio Moss è stato presentato come un puzzle game dalla vena action. E una volta avviato il gioco non potremmo mai essere più d’accordo in questa definizione. Moss è strutturato a livelli, diorami 3D che prendono vita dalle pagine di un libro. All’interno delle varie schermate, Quill dovrà cercare di raggiungere l’uscita per passare alla successiva, superando tutta una serie di ostacoli. Si va dai primi semplici livelli, all’interno del quale dovremo inanellare una serie di salti, fino alla risoluzione di enigmi più complessi.

Ma come avviene l’interazione fra Quill e il “Lettore”? Il ruolo del giocatore si concretizza su due piani. Il primo, più classico, ci vedrà controllare i movimenti e le azioni di Quill con il pad, con il quale saltare o attaccare. L’altro invece più metafisico e sensoriale, vedrà protagonista il sensore di movimento del DualShock 4. Evidenziati a video da un’eterea sfera bluastra, potremo modificare o muovere all’interno dello stage alcuni elementi, così da creare nuove strade e passaggi.

 

Nonostante questa doppia natura del sistema di controllo l’azione risulta abbastanza pacata anche durante gli scontri. Il tutto poi è possibile grazie alla buona capacità della telecamera di catturare i nostri movimenti con precisione, rendendo ogni azione naturale ed immediata. Gli enigmi ambientali son quasi sempre di rapida soluzione, e per quanto ci sia una certa semplicità di fondo è apprezzabile l’impegno profuso per rendere sempre interessante l’avventura.

Una fiaba lunga un sogno
La durata è uno dei difettipiù grossi di Moss.
C’è da dire che Moss mantiene un punto fermo in quello che è uno dei difetti più grossi dei titoli VR: la durata. Il titolo Polyarc, come altri prima di lui, è completabile in 3/4 ore, qualcosa di più nel caso si decida di raccogliere i vari collezionabili (della polvere fatata e dei frammenti), e proprio la longevità è l’unico vero aspetto negativo di questa produzione fiabesca. E a risentirne di più è forse la sua storia, che viene troncata sul più bello proprio quando invece dovrebbe ingranare, facendo sembrare tutto un solo grande antipasto di qualcosa di più grosso che deve arrivare.

Bisogna però ammettere che quello proposto in queste ore è talmente buono che difficilmente vi troverete a dare più peso del dovuto all’elemento tempo. La bravura di Polyarc si manifesta quindi nel tenere un ritmo sostenuto per tutta la durata della nostra “breve” partita. Vuoi una storia avvincente, vuoi l’efficacia degli enigmi sempre stimolanti e perché no, anche i combattimenti. Proprio questi, pur non essendo un action puro, riescono a dare corpo al gioco e a mettere in luce le abilità di lotta di Quill.

 

Abbiamo visto quanto una buona storia e un gameplay semplice ma be strutturato possono reggere da soli il peso del gioco. 

Ma il tutto sarebbe così affascinante senza l’aiuto di una realizzazione tecnica capace di dar vita a questa fiaba moderna?

Diorami Virtuali
La cura grafica è sinonimo di una direzione artistica di alto livello.
Grazie all’Unreal Engine 4 il mondo di Moss sboccia di fronte ai nostri occhi. E se si pensa che nelle produzioni VR solitamente l’azione viene vissuta in prima persona, qua il giocatore viene posto al di fuori della scena. La scelta della visuale in terza persona risulta azzeccata proprio nel voler valorizzare l’effetto diorama delle ambientazioni, con il giocatore nel ruolo di deus ex machina che interverrà nel momento del bisogno. Le ambientazioni sono finemente dettagliate, ricche di particolari ed elementi animati con cura maniacale, tutti sinonimo di una direzione artistica di altissimo livello. Spesso capiterà di sporgersi in avanti o muovere la testa fra le strutture pur di ammirare le ambientazioni. 

Lo stesso si può dire per Quill. La microscopica protagonista di questa avventura è così viva da sembrare a tratti reale, quasi da spingerci a volerla “toccare” con mano. Vederla muoversi su schermo ha un “non so che” di tenero, e le sue movenze riflettono l’animo ardente di un eroe ancora in “erba” che non si arrende di fronte a mille difficoltà. 
In generale Moss è uno dei titoli visivamente più riusciti ed appaganti di tutto il catalogo PS VR.

E non sarebbe una fiaba se non ci fosse un ammaliante narratore a raccontarci per filo e per segno ogni dettaglio della storia.

Proprio la voce fuori campo contribuirà oltremodo ad immergerci nella storia e a staccare completamente con la realtà, quasi alla stregua di un training autogeno. La qualità del livello attoriale si sposa poi con una serie di brani decisamente d’atmosfera, nati dalle corde del liuto di qualche menestrello di corte. Unico appunto doveroso da fare è l’assenza dell’italiano. È vero che è possibile attivare i sottotitoli e arginare in parte gli ostacoli linguistici (sebbene la lettura dei testi in VR non sia mai una buona cosa) ma per chi ha problemi con la lingua questo diventa una barriera non solo per la comprensione ma anche per l’immersione totale.

Verdetto
8.5 / 10
Piccoli topi. Grandi avventure.
Commento
Grazie a PlayStation VR le fiabe diventano 2.0. L'avventura della piccola Quill è un viaggio che si divora in qualche ora, ma che al contempo riesce ad intrattenere e sfruttare al meglio il visore di casa Sony. Con Moss siamo stati letteralmente catturati dal suo fascino, dalla tenerezza della sua protagonista e dalla bellezza delle ambientazioni, e tutte queste caratteristiche, prese insieme creano un titolo magico, e probabilmente una delle esperienzie VR più complete e godibili di questi ultimi mesi. Gli unici aspetti negativi li troviamo nella durata della storia, che finisce proprio sul più bello (e di riflessofa pesare i 30 euro richiesti), e nell'assenza di un adattamento in italiano, che intacca il livello di immersione altrimenti totale. Sullo store è presente anche una demo che permette di provare con mano i primi livelli di gioco, ma siamo sicuri che se entrerete nel mondo di Moss difficilmente ne vorrete uscire.
Pro e Contro
Direzione artistica di alto livello
Graficamente uno dei titoli più solidi per PS VR
Ottimo bilanciamento fra storia e gameplay

x Purtroppo dura troppo poco
x Assenza della lingua italiana
x Prezzo di lancio sopra la media

#LiveTheRebellion