Un’epoca oscura. Non selvaggia, bensì sconosciuta ai più.
Medioevo. Il periodo storico che più di tutti soffre della sedimentazione, nell’immaginario collettivo, di svariati stereotipi come la piramide feudale o lo ius primae noctis. Convenzioni e credenze smentite a più riprese anche dalla recente storiografia, ma che si suole associare in prima istanza all’idea stessa di medioevo. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla fioritura di diversi titoli con tale ambientazione: Kingdom Come: Deliverance, For Honor e più recentemente A Plague Tale: Innocence. Pur non proponendo un’autentica dimensione narrativa, Mordhau si affaccia sul panorama videoludico con una pregevole ricostruzione del fragore metallico e dell’adrenalina che solo uno scontro campale poteva (e potrebbe) regalare.
La nascita stessa del videogioco è da epopea medievale. Prodotto da Triternion, uno studio indie con sede in Slovenia ma con i dieci membri del team disseminati in varie parti d’Europa. Amanti dei titoli ad ambientazione storica e in generale dei melee games (es. War of the Roses e Mount & Blade: Warband), nel marzo del 2017 lanciano una campagna su Kickstarter con l’obiettivo fissato a 80.000 dollari. Dopo aver raggiunto e superato tale soglia in neanche 24 ore, la campagna di finanziamento si è conclusa un mese dopo con quasi 300.000 dollari totali donati dalla collettività.
Un successo annunciato, che ha mantenuto fede alle premesse riuscendo a vendere quasi 500.000 copie a una sola settimana dal lancio, avvenuto sulla piattaforma Steam. Sviluppato col motore Unreal Engine 4 ed erede designato di Chivalry: Medieval Warfare, il quale venne pubblicato per la prima volta nell’ormai lontano 2012, Mordhau si appresta dunque a (ri)portarci sul campo di battaglia. Forza e onore all’arma bianca (ma non solo).
Un omaggio alla Storia e all’arte bellica. A partire dal nome.
Un videogioco privo di un’effettiva dimensione narrativa deve giocoforza puntare sul gameplay. L’assenza di una modalità storia/campagna non esclude a priori, tuttavia, la possibilità di immersione in un dato contesto. La quale può avvenire, in maniera amplificata, con una cura per i dettagli. E Mordhau, in questo caso, non fa eccezione.
La cura per il combat system, il vero e proprio fiore all’occhiello della produzione, traspare anche a partire dal nome del titolo stesso. Definita anche Mordschlag (letteralmente “colpo assassino”, dal tedesco), la manovra Mordhau è infatti una tecnica storica della scuola tradizionale di scherma tedesca. Tecnica che ci è pervenuta tramite il Codex Wallerstein, un manoscritto (datato 1549) conservato presso la biblioteca dell’università di Augusta, che costituisce uno dei pilastri per lo studio della sopracitata scuola.
La tecnica, adoperata prevalentemente nei confronti di spadaccini corazzati, prevede una presa inversa con gli spadoni. Tenendoli per la lama, lo scopo è quello di vibrare colpi come se fossero mazze o martelli a due mani, facendo in modo di colpire l’avversario con il pomolo della spada. L’obiettivo è quello di colpire l’elmo, ma pare che tale tecnica venisse utilizzata anche con avversari privi di armatura al fine di spiazzarli.
Easy to learn, hard to master.
Non solo la manovra omonima, ma anche affondi, spazzate, parate, deviazioni, contrattacchi, senza dimenticare finte e calci. Padroneggiare l’arte del combattimento su Mordhau richiede applicazione e fatica, a meno di non voler menare fendenti a caso. Nel fragore della battaglia, nell’inferno di fiamme e cadaveri, la morte è dietro l’angolo. Oltre alla tempistica, anche la nostra fantasia nel concatenare (e prevedere) tecniche si rivela fondamentale, all’interno del più profondo combat system all’arma bianca finora concepito in un videogioco.
Cos'è il combattimento? E' fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione.
Mmmh… Spade, elmi. Un po’ di tutto per soddisfare le tue esigenze.
Parafrasando una delle frasi più popolari udibili da un fabbro all’interno di The Elder Scrolls V: Skyrim, è evidente come la possibilità di scelta e in generale la personalizzazione faccia da padrone all’interno di Mordhau. Asce, spade, mazze, lance, scudi, archi, balestre, bombe incendiarie e fumogene, trappole per orsi, borse mediche e perfino un liuto (non manca infatti una vena comica), con oltre 40 oggetti equipaggiabili. Ricca e curata è anche la creazione dei nostri avatar, specie per quanto concerne la selezione tra vari pezzi di armature leggere, medie e pesanti. Leggermente più superficiale la scelta in termini di fattezze, relative alla corporatura e alle caratteristiche del volto (tra cui barba e capelli). Da segnalare la scelta tra svariate voci, di cui sarà possibile regolare anche l’intonazione, per comandi vocali o semplici grida nell’atto di lanciarsi in battaglia.
Voce da Conan il barbaro o da Enzo Miccio? Una corazza impenetrabile (o quasi) vale l’agilità di una cassapanca? Anche nel caso in cui si decida di buttarsi nella mischia senza troppi convenevoli, non si può mai prescindere da un minimo di pianificazione a tavolino.
Armatura di Fantozzi: banderuola 4 venti in funzione di pennacchio, pauroso elmo vichingo con visibilità azzerata, sospensorio in bronzo sottratto alla statua di Pipino il Breve e, ai piedi, ferroni da stiro a carbonella di piombo fuso. Peso complessivo armatura Fantozzi: quattro quintali, trentadue chili e sette etti e mezzo. Voce narrante in “Superfantozzi” (1986)
Una vena RPG.
Oltre alla cosmetica degli oggetti, dei quali possiamo spesso selezionare tratti e colori, si può scendere nel dettaglio dei dati e delle statistiche dietro al loro utilizzo, consultabili nelle opzioni avanzate dell’editor. La strategia passa anche (se non soprattutto) dalla pianificazione delle caratteristiche del proprio combattente, oltre che del suo equipaggiamento. Oltre a 9 classi predefinite, potremo infatti creare da zero infiniti personaggi, rinominabili e modificabili in qualsiasi momento. Nell’editor ci troviamo di fronte a 16 “punti” da poter investire, che si possono ripartire tra pezzi di armatura, equipaggiamento e alcune abilità (ben 19).
L'arte del compromesso.
Tutto non si può avere, questo è chiaro. Di conseguenza sarà il proprio stile di gioco a orientare alcune scelte a discapito di altre. Ci sono poi un insieme di fattori da non trascurare, legati a un’impronta fortemente realistica (più che arcade) che i ragazzi di Triternion hanno voluto conferire al gameplay. Tanto più pesante e protettiva sarà la nostra armatura, tanto più lentamente ci sposteremo sul campo di battaglia. Senza contare che le armi a due mani saranno inevitabilmente più lente nell’atto di portare i colpi rispetto a quelle a una mano. Su Mordhau c’è pane per i denti di tutti i giocatori, più e meno pretenziosi.
Uno sguardo al passato. E uno al presente.
Tradizione e innovazione possono sembrare due concetti antitetici, eppure la storia ci ha abituato a imprevedibili e formidabili sodalizi, i quali hanno condotto alla creazione di ottimi prodotti, fisici e culturali. Due facce della stessa medaglia, che in questo caso ha a che vedere con l’introduzione (e l’adattamento) di elementi oggi popolari partendo, tuttavia, da una base fatta di modalità consolidate, nella fama e nelle meccaniche. Oltre a un breve tutorial atto a insegnarci i rudimenti del combattimento (e a guadagnare i primi crediti destinati a comprare equipaggiamento e cosmetici), Mordhau comprende ben 3 modalità principali.
Do you speak english? La traduzione in ITA del gioco lascia davvero a desiderare. Pare infatti che sia stata fatta con Google Translate, tra “armature di luce” (light armor) e “punto di uova” (spawn). Il consiglio perciò è quello di ripiegare sull’originale inglese.
Frontline è quella più popolare, oltre che consolidata. Traendo ispirazione direttamente dal lontano “cugino” Chivalry, si hanno due team da 32 giocatori ciascuno intenti a sfidarsi in un tiro alla fune con lo scopo di conquistare e mantenere il controllo di alcune zone di campo. Botte da orbi, ma anche con l’ausilio di diversi elementi strategici, tra cui palizzate, baliste e cavalli. Senza dimenticare gli edifici. L’ambientazione non svolge un ruolo meramente estetico.
Battle Royale è senza dubbio un’aggiunta dovuta a un trend ormai imperante nell’ambito videoludico. E’ certamente la modalità meno “curata” all’interno di Mordhau, tuttavia non manca di offrire una buona dose di divertimento. 64 giocatori, inizi con addosso le sole braghe e corri verso le casse più vicine, che generano casualmente equipaggiamenti e pezzi di armatura. Il tizio spawnato vicino a te ha trovato una cotta di maglia e una zweihänder, mentre tu sei lì con un martello di legno e un paio di stivali? Amen.
Horde è invece la modalità presente anche in single-player, e riguarda la resistenza a oltranza contro nemici controllati dalla CPU. I quali, pur non essendo imbattibili presi singolarmente, non si faranno scrupolo ad attaccare in massa non dando così modo di difendersi. Classico sistema a ondate, con i crediti accumulati combattendo pronti da spendere alla ricerca dell’equipaggiamento adatto durante la partita.
Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono di una chitarra. O forse no.
Accendo il gioco, seleziono una modalità e inizio a cercare una partita. La trovo, e nell’attesa del raggiungimento del numero minimo di partecipanti seleziono il team (rosso o blu) e la classe di combattente da utilizzare. Parte il conto alla rovescia, assaporo il momento precedente l’inizio delle ostilità, e allo scoccare dello start mi lancio in direzione dello spawn degli avversari gridando con l’arma in pugno. Nel giro di qualche minuto l’epicentro del campo di battaglia si trasforma in una bolgia infernale. Teste rotolanti, arti mozzati e cadaveri a profusione in una lotta per la sopravvivenza. A ridosso dell’azione, subito dietro la linea nemica, noto dei nemici con in mano un liuto. Suonano, suonano e si aggirano come per supportare l’azione dei compagni, ma quel che appare è solo uno scorcio, seppur pittoresco, di quella che è o può essere l’esperienza bellica in Mordhau. Coinvolgente, adrenalinica e perchè no, anche un po’ spensierata.
Ma la realtà è ben diversa. Perchè nonostante la presenza di, come direbbe Johan Huizinga, regole pre-impostate fisse (uno dei tratti definitori del concetto di gioco), la guerra è guerra. Fatta di prevaricazioni, sotterfugi e ricerca della supremazia. Difatti, tali strimpellatori sono i primi ad essere inseguiti, qualora vengano notati dagli avversari armati fino ai denti. Una preda è pur sempre una preda, e una visibilmente poco difesa non può non far gola a un guerriero assettato di gloria, seppur virtuale.
Uno degli svariati aspetti che colpisce (in positivo) iniziando a giocare e a esplorare l’editor è l’assenza di microtransazioni. Un elemento prerogativa dei F2P divenuto nel corso del tempo sempre più comune anche tra i videogiochi “normali”, sempre pronti a offrire scorciatoie per livellare, farmare o semplicemente ottenere degli oggetti per i quali altrimenti si dovrebbe sgobbare. Probabilmente una feature del genere non avrebbe destato poi così tanto scalpore in Mordhau, tuttavia gli sviluppatori hanno scelto di ometterla.
All’inizio si hanno disponibili, completato il tutorial, ben 2500 crediti da investire nell’atto di acquistare equipaggiamento e pezzi di armatura, i quali (in media) hanno un “costo” piuttosto contenuto. Basti pensare che la maggior parte degli oggetti si aggira tra i 100 e i 1000 crediti a pezzo: non molto, visto e considerato che con una partita si arrivano a guadagnare tra i 200 e i 400 crediti. Certo vi sono cosmetici, come else di spade o indumenti particolari, che arrivano a necessitare di decine di migliaia di crediti per essere acquistate: ma si tratta di casi isolati all’interno di un titolo dove la strumentazione fondamentale diventa accessibile in relativamente poco tempo.
Mordhau non è tuttavia esente da piccole sbavature e imperfezioni. Rispetto alla ricchezza dell’editor in termini di personalizzazione ed equipaggiamento, risulta infatti paradossale l’assenza di varietà a livello di mappe (che nelle modalità principali sono solo 4). Qualche problema di ottimizzazione e di bilanciamento negli scontri completa il quadro, che resta comunque “risolvibile” mediante l’apporto di patch e aggiornamenti futuri. Il prezzo particolarmente concorrenziale (circa 25 euro) costituisce infine la ciliegina sulla torta. Che nonostante sia intrisa di sangue, sudore e polvere, rimane un’autentica delizia.
Verdetto
8.5 / 10
Chi di liuto ferisce di spada perisce. O anche di freccia.
Commento
Di FPS "moderni", fatti di armi da fuoco e in generale tecnologie avanzate, l'offerta videoludica abbonda. Più difficile diventa invece trovarne di "tradizionali", legati a un modo di combattere che ha progressivamente cessato di esistere con l'introduzione della polvere da sparo, nata in Cina tra il X e il XII secolo. Seppur non a scopo bellico. Mordhau svecchia e migliora notevolmente un combat system (e una grafica) che già con Chivalry aveva totalizzato un notevole numero di estimatori. Le origini del videogioco sono paradigmatiche, e portano avanti l'idea che al grande pubblico fa e farebbe piacere vedere altri titoli con un'ambientazione medievale. Se si guarda al puro gameplay, a una lotta "all'antica" curata nei dettagli, si è nel posto giusto. Oggi, e molto probabilmente per diversi altri anni.
Pro e Contro
✓ Ottima fedeltà storica ✓ Combat system profondo e competitivo ✓ Editor personaggi molto ricco...
x ... Ma scarsa varietà di mappe x Qualche problema di ottimizzazione.
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