C’è stato un momento, nei
primi anni ’90, in cui i cosiddetti
FMV (Full Motion Video) Games erano il prodotto più “hot” del momento. L’avvento di tecnologie quali il
CD-ROM, che permetteva l’immagazzinamento di un quantitativo di dati incredibilmente superiore ai vecchi floppy ed alle cartucce, così come le prime console che adottavano tale supporto ottico (non solo
Saturn e
PlayStation, ma anche
CD-I,
3DO e simili) permise la rapida espansione di questo segmento di mercato, al punto che i titoli che utilizzavano grafica basata su filmati ripresi dal vivo per un certo periodo di tempo furono davvero considerati l’avanguardia tecnologica nel mondo dei videogiochi. Poi, più rapidamente di quanto non abbia fatto quella odierna dei
Motion Controls, anche
quella bolla scoppiò. Una combinazione letale di pessime recitazioni, pessime riprese, pessimi effetti speciali, pessimi allestimenti di scena, ma anche pessime tecnologie impiegate piagava molti di questi titoli, ed in breve tempo il consumatore medio mangiò la foglia, relegando i giochi FMV in
un vicolo cieco evolutivo nella storia dei videogiochi. Negli ultimi 20 anni molte cose sono però cambiate, la tecnologia si evoluta incredibilmente, e la nascita del settore indie ha portato una nuova vena di creatività nell’industria. Non è un caso, quindi, che in questo 2015 alcuni sviluppatori indipendenti abbiano deciso di riesumare questa particolare tipologia di gioco, reinterpretandola con una sensibilità nuova e con l’ausilio di risorse non disponibili negli anni ’90. Negli scorsi mesi abbiamo appunto visto l’ottimo
Her Story di
Sam Barlow, mentre ci accingiamo ora a testare un titolo della casa canadese
Zandel Media,
MISSING: An Interactive Thriller.
Versione testata: PC
Voglio fare un gioco con te…
Un uomo si sveglia in uno scantinato a lui sconosciuto. È legato con catene ad entrambi i polsi, davanti a lui una bottiglietta d’acqua mezza vuota, ed in lontananza una scritta su di una porta metallica: “Play with me” – “Gioca con me”. Il non troppo velato rimando ai film di
Saw – L’Enigmista ci fa subito intuire la situazione. Siamo
prigionieri di un folle, che ha preparato per noi un percorso fatto di enigmi e trappole. Non sappiamo chi sia il nostro sventurato protagonista, ne per quale motivo il
mastermind ce l’abbia con lui. Sappiamo solo che si tratta di un padre di famiglia, grazie agli scarsi indizi che il gioco ci elargisce, anche col secondo fine di creare una connessione emotiva ed empatica con l’uomo. Non appena il controllo passa nelle mani del giocatore ci ritroviamo immersi in un classico gameplay da avventura grafica punta e clicca, con tanto di basilare inventario ed enigmi dal sapore veramente vecchia scuola. Nella seconda scena del gioco viene introdotto un protagonista secondario, un
detective dall’aria consumata, che
ricorda vagamente il Velcoro della seconda stagione di True Detective. Nei suoi panni scopriamo di essere appunto alla ricerca dell’uomo scomparso ed intuiamo che più volte nel corso dell’avventura saremo chiamati a scambiare il nostro punto di vista. Viene quindi introdotta anche una seconda meccanica di gameplay: dei
Quick Time Events alla TellTale, unico sprazzo di modernità in quella che altrimenti sarebbe una struttura di gioco ancorata allo stile delle avventure grafiche anni ’90.
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Era solo l’introduzione, vero?
Ancora poche scene, e dopo una manciata di enigmi ed una sequenza QTE davvero adrenalinica, l’episodio giunge al suo termine. MISSING è infatti studiato per essere un titolo a
rilascio episodico, e questa prima puntata è completabile in
appena 45 minuti dai giocatori più navigati. Non è solo l’esigua durata a lasciare l’amaro in bocca al giocatore, quanto la qualità degli enigmi. Banali e poco brillanti, molto spesso consisteranno solo in delle password da inserire, con soluzioni magari scritte a lettere cubitali nella stanza accanto, od in variazioni dell’abusato
Gioco del quindici: in meno di un’ora di gameplay quest’ultimo è ripetuto ben due volte! Nonostante una certa pigrizia a livello di design, MISSING riesce a colpire per alcuni elementi strettamente tecnici. I filmati sono presentati a 1080p ed a 60 FPS, con totale assenza di caricamenti e reattività istantanea. Questo è particolarmente evidente durante i QTE, creando un’esperienza di gioco fluida e mai disconnessa. A differenza dei giochi FMV degli anni ’90 il livello recitativo è più che discreto, e potremmo quasi ingannarci credendo di star vedendo una moderna serie TV. Allo stesso modo la regia e la fotografia sono di ottimo livello, lontane anni luce da quell’alone di amatorialità che circonda(va) molti titoli del genere.
Verdetto
6 / 10
Come l'episodio pilota di un telefilm
Commento
Pro e Contro
✓ Recitazione buona e grande cinematografia
✓ Buona implementazione dei QTE
✓ Passaggio da filmati a gameplay praticamente indistinguibile
✓ L'ambientazione ed il mistero sono intriganti
x Durata veramente imbarazzante
x Enigmi banali e scontatissimi
#LiveTheRebellion