Recensione Metro Exodus: Uno sparatutto “su binari”

Sono passati 6 anni dall’uscita di Last Light, e finalmente Metro Exodus, il nuovo capitolo della saga ideata da Dmitry Glukhovsky, è arrivato. L’ultima claustrofobica avventura di Artyom sarà riuscita a dissipare le perplessità nate subito dopo l’annuncio?

Biglietto alla mano, saliamo a bordo e scopriamolo. Allontanarsi dalla linea gialla.

Versione testata: PlayStation 4
La serie di Metro ha avuto uno sviluppo quasi unico e decisamente interessante, vista la sua transmedialità. Nel 2002 Dmitry Glukhovsky iniziò a scrivere sul suo blog personale una storia ambientata nella vasta metropolitana di Mosca, rifugio per i pochi superstiti di una Russia post-apocalittica.
I racconti erano accessibili gratuitamente a tutti e lo scrittore ha sempre accolto suggerimenti e consigli dai suoi lettori. Ciò ha portato alla pubblicazione di un libro vero e proprio chiamato Metro 2033.

Diventato best-seller in patria, Glukhovsky ricevette dai ragazzi della 4A Games la proposta di farne un videogioco. L’autore vide nel media videoludico una grande potenzialità per far conoscere la sua opera anche all’estero. Da allora ha sempre affiancato la software house nello sviluppo della fortunata serie, portando fama mondiale anche ai suoi libri.

Uno sviluppo simile ma decisamente più travagliato l’ha avuta la saga di The Witcher. L’autore, però, non ha mai creduto fino in fondo alla potenza del media digitale, ricevendo anche critiche pesanti da parte dello stesso Glukhovsky.

Metro Exodus è, quindi, il traguardo finale di due media differenti, una stretta collaborazione che si spera faccia scuola in futuro.

Tu ciuf-ciuf acciuffi me
La campagna, lunga circa 25 ore, segue il finale Redemption di Last Light, (qui la nostra sulla versione Redux) dove il nostro taciturno Artyom salva i compagni spartani con l’aiuto dei misteriosi Tetri. Circa due anni dopo Artyom, ora sposato con Anna, è ossessionato dal’idea che fuori da Mosca ci sia vita, in seguito ad un segnale captato via radio.

Questa sua ossessione gli sta rovinando gli affetti e il fisico. Le sue continue esplorazioni in superficie lo espongono a continue radiazioni, diminuendo le possibilità per lui ed Anna di mettere alla luce figli sani. Inoltre il suocero Miller, capo dell’Ordine, e i suoi compagni spartani iniziano ad essere a corto di pazienza e medicinali, usati per curarlo continuamente.

Artyom non trova nessun alleato, fino a quando lui ed Anna, durante un’esplorazione, si imbattono in un treno e in alcune persone provenienti da fuori Mosca.

Fuori dalla devastata capitale russa ci sono effettivamente altri sopravvissuti.
A seguito del furto di una locomotiva corazzata, successivamente chiamata Aurora, Artyom e i membri dell’Ordine si avventurano fuori dalla capitale.
La missione è cercare un posto non contaminato dove poter vivere all’aria aperta.

Il lungo viaggio degli spartani, nonostante mantenga i toni horror dei precedenti capitoli, concede al giocatore un po’ di respiro e di panorami mozzafiato. Le quattro macro aree che verranno esplorate sono una gioia per gli occhi, nonostante nemici mortali come mutanti e ambigue comunità umane.

Tra fanatici religiosi e letali creature, Metro Exodus non risparmia il gioctore da ansia e tachicardia, fino a raggiungere il climax massimo con un adrenalinico ed emozionante finale.

 

L’esodo che fa da titolo al gioco non tratta solamente il viaggio a bordo dell’Aurora, ma può essere visto come una metafora del passaggio all’età adulta.

La trama di Metro Exodus risulta semplice ma arricchita da temi profondi come la voglia di libertà e i desideri del singolo individuo a discapito della comunità.
Un grande peso viene dato al senso di “famiglia”.

La famiglia è un obiettivo stupendo da raggiungere, ma che comporta sacrifici e ostacoli.
Artyom viene spesso messo di fronte alla scelta tra una vita in “cattività” ma al sicuro nella metro, oppure rischiare tutto per dare una possibilità alle generazioni future di vivere in un ambiente pulito e libero, mettendo però in serio pericolo la possibilità di mettere su famiglia con Anna.

Accantonare le proprie ambizioni per un bene più grande e comune, un tema che forse colpisce maggiormente una ristretta cerchia di giocatori, ma a quei pochi che vivono pensieri simili Metro Exodus colpisce duro.

Le radiazioni meglio prenderle in compagnia
L’inverno nucleare è brutto, soprattutto quando si è da soli. Per fortuna Artyom potrà contare sui suoi compagni dell’Ordine, che lo aiuteranno in caso di bisogno.

Ogni personaggio secondario a bordo dell’Aurora è ben caratterizzato, e ci darà modo di conoscerlo meglio ogni volta che faremo tappa sul nostro treno, con dialoghi interessanti anche se talvolta eccessivamente lunghi.

Proprio nei dialoghi, tuttavia, si riscontrano le prime pecche del titolo

Una nota dolente è il doppiaggio italiano, di buona fattura nonostante il raro out of sync ma che troppo spesso cozza con la situazione circostante. Il comandante Miller, in particolar modo, risulta quasi caricaturale. Questi problemi si riscontrano di meno con l’audio inglese e il russo (per chi desidera una maggior immersione).

Il mutismo di Artyom è stato ereditato dai precedenti episodi, ma mai come stavolta fa sentire la sua inadeguatezza. La meccanica del protagonista “spettatore passivo” ormai è datata e non sempre funzionante. I dialoghi di Metro Exodus sono talvolta forzati proprio per sopperire al silenzio del nostro protagonista.

In ogni caso i modelli dei nostri compagni sono superlativi, ben animati soprattutto per quanto riguarda le espressioni facciali, che fanno intendere subito le emozioni che li muovono. Soprattutto Anna, che con i suoi sguardi realistici ed innamorati fa capire al giocatore quanto ci tenga al suo Artyom.

Metro Exodus Anna

Quando Mad Max incontra Fallout
Come accennato qualche riga più su, l’Aurora attraverserà 4 macro aree totalmente diverse tra loro, ognuna con le sue insidie e caratteristiche.
Nonostante non sia open world, Metro Exodus offre un buon free roaming. Le missioni sono per lo più viaggi dal punto A al punto B, ma nel tragitto ci si può imbattere in accampamenti di predoni, bunker e magazzini abbandonati e qualche sporadica missione secondaria.

L’esplorazione viene del tutto naturale.

Prima di lasciare il nostro treno e partire all’avventura, è bene preparare adeguatamente il nostro equipaggiamento e decidere che tattica utilizzare. L’approccio stealth viene consigliato caldamente dai nostri compagni di viaggio, usando ombre e coperture (non sempre efficaci) per evitare sguardi indiscreti. Possiamo tuttavia decidere di armarci fino ai denti e devastare tutto quello che respira davanti a noi.

E’ possibile anche decidere se iniziare una missione di giorno o di notte. L’ora del giorno, appunto, influisce sui nemici che andremo ad affrontare. Di giorno i banditi e predoni sono più attivi, mentre di notte preferiscono riposare o stare di vedetta. Di contro la notte brulica di creature mutanti, che vanno a caccia col favore delle tenebre.
Non esiste quindi un momento della giornata migliore per uscire allo scoperto, ma può dipendere dal tipo di missione che andiamo a svolgere.

Non tutti gli umani presenti in Metro Exodus sono assassini assetati di sangue, alcuni di essi vivono in tribù e diventeranno aggressivi solo se attaccati. Anche se inizialmente ci punteranno contro il fucile, possiamo dimostrarci pacifici abbassando le armi. Se abbiamo fortuna loro faranno altrettanto, instaurando pure un dialogo. In caso contrario, meglio correre dietro ad un riparo!

 

Metro Exodus Pozzo

A differenza dei capitoli precedenti, sulla superficie russa non incontreremo mercanti.

I nostri proiettili non saranno più usati come valuta, ma possiamo farne l’uso che preferiamo (sempre con parsimonia, sono comunque decisamente limitati). Per il resto dell’equipaggiamento dovremo arrangiarci.

Fortunatamente Metro Exodus introduce un sistema di crafting tanto basilare quanto ottimale, che sarà di vitale importanza per la nostra avventura. Qualora trovassimo un tavolo da lavoro (ce n’è uno presente sull’Aurora e nei rifugi di fortuna disseminati per le mappe) possiamo usare le nostre risorse per aggiornare la nostra divisa da spartano piuttosto che scegliere quale arma portarsi dietro. Sempre e solo ai tavoli, è possibile pulire le nostre armi, per evitare che si deteriorino e funzionino malamente, creare munizioni e quant’altro.

Quando invece siamo dispersi nelle terre ostili, possiamo aprire il nostro zaino per accedere ad un crafting più limitato ma ugualmente utile. Qua possiamo solamente modificare le armi e creare medikit, filtri per la maschera a gas e oggetti utili.

Ovviamente per tutte queste azioni saranno necessarie delle risorse, ma 4A Games ha ben scelto di limitarne la natura a due tipi, meccanici e chimici, recuperabili sia da detriti vari oppure smontando oggetti in nostro possesso.

In soviet Russia, Metro has you
I ragazzi di 4A games sono riusciti a non deludere le aspettative dal punto di vista tecnico, aggiustando alcune vecchie meccaniche e aggiungendone di nuove.
La cura per i dettagli si nota già nel menù principale, che cambia a seconda del progresso della campagna, e dagli incredibili paesaggi che la superficie russa ci offre, spaziando tra foreste, deserti e ovviamente cunicoli oscuri.

L’interfaccia di gioco di Metro Exodus è gestita in modo tale da essere nascosta sullo schermo. Mappa, bussola e contatore geiger sono parte dell’equipaggiamento di Artyom, e consultarli esporrà Artyom ad eventuali attacchi nemici, dato che la partita non verrà messa in pausa.
L’unico elemento di interfaccia è il mirino, rimovibile nelle opzioni.

Metro Exodus Orso

La regia è pregevole, e lo dimostra fin da subito con lo spettacolare video introduttivo.

I paesaggi visitati dall’Aurora, soggetti al ciclo giorno-notte e dagli agenti atmosferici variabili, funzionano benissimo sia per il gioco di luci, sia per il level design. Quest’ultimo, tuttavia, incappa raramente in qualche sporadico bug. E’ capitato un paio i volte di finire letteralmente dentro una parete in seguito ad un attacco furtivo, oppure di incontrare qualche collisione mal funzionante. Ciò nonostante il panorama, accompagnato da una degna colonna sonora, colpisce fortemente l’occhio dello spettatore.

Ogni personaggio, umano o bestiale che sia, presenta un modello ben definito e ben animato, soprattutto il nostro Artyom. Peccato che il tutto venga leggermente guastato dalla IA non proprio riuscita dei nemici, i quali cercheranno sì riparo durante gli scontri, ma non brillano certo per tattiche e strategie belliche. E’ anche vero che, durante un’acquazzone, sono stati visti alcuni animali cercare riparo dentro un container abbandonato, perciò l’IA non è del tutto da buttare, anche se forse si sarebbe potuto fare di più.

Verdetto
9 / 10
Questo viaggio in treno è sicuramente valso il prezzo del biglietto!
Commento
Al momento dell'annuncio, l'idea di un Metro ambientato all'esterno aveva suscitato non pochi dubbi, ma Metro Exodus non si è fatto intimidire! Nonostante il cielo ora sia sopra la nostra testa, l'aria che respiriamo è ancora tossica e la componente survival è ancora di casa, accompagnata da una saggia dose di claustrofobia e horror quanto basta, rendendo Metro Exodus un titolo altamente consigliato e una degna conclusione per questa saga.
Pro e Contro
Trama lineare ma dai temi profondi
Ottimo comparto grafico
Immersione molto appagante

x Dialoghi spesso forzati
x IA nemica da rivedere

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