Recensione Mario + Rabbids Kingdom Battle

Esistono titoli giudicati ben prima della loro presentazione, che sia per un leak casuale o per un insider che rivela informazioni, e poi demoliti da “videogiocatori” banderuola. Questo è il caso di Mario + Rabbids Kingdom Battle, leakato da Laura Kate Dale già lo scorso gennaio, rivelato ufficialmente allo scorso E3. Nei mesi precedenti al fatidico momento si sono susseguiti rumor che hanno alimentato la rabbia di parte della fanbase nintendara dichiarando la morte di  Nintendo Switch e del supporto delle terze parti. In quel di Los Angeles, appena iniziata la conferenza Ubisoft, tutti sono rimasti meravigliati e sono rimasti di stucco alla vista del primo trailer del titolo, sviluppato metà a Parigi e metà a Milano. L’immagine del Creative Director Davide Soliani in lacrime è stato il simbolo dell’amore e della passione che è stata infusa nel titolo e della realizzazione di un sogno. Dopo varie prove in cui abbiamo parlato di Kingdom Battle è arrivato il momento di analizzare il titolo Ubisoft, uscito su Nintendo Switch lo scorso 29 Agosto, e vedere se il sogno italiano si è realizzato oppure se la realtà si è rivelata più dura del previsto.

 

 

 

 

I guai della tecnologia
L’incipit narrativo non è dei più originali ma ben si fonde tra i due mondi
L’incipit narrativo di Kingdom Battle non è dei più originali ma ben si fonde tra la semplicità Nintendo e il mondo, un po’ pazzo, dei Rabbids. Il tutto parte da uno scantinato in cui un’inventrice, grande fan del mondo di Super Mario, mette a punto un congegno in grado di fondere due elementi. Il Combinatutto, questo il nome di tale meraviglia tecnologica, viene lasciato incustodito dalla ragazza e proprio in quel momento la lavatrice-macchina del tempo dei Rabbids (proveniente da Raving Rabbids Travel in Time) arriva nel laboratorio. Potevano i fastidiosi conigli non creare casini? Ovviamente no. Infatti il Combinatutto viene indossato da uno di essi che inizia a fondere tutti gli elementi della stanza e, con l’aiuto della “lavatrice del tempo”, finiscono nel regno dei Funghi, durante l’inaugurazione di una statua dedicata alla Principessa Peach creando un Megabug che mette a rischio la sicurezza dell’intero Regno. A salvare la situazione sarà necessario l’intervento di Mario e della versione Rabbid di due icone Nintendo: Luigi e Peach. Il ristretto gruppo, a cui poi si uniranno altri personaggi Rabbid e del Regno dei Funghi, partirà alla ricerca di Spawny, il coniglio fusosi con il Combinatutto, che crea pericolose combinazioni utilizzando il congegno.

La trama di Mario + Rabbids Kingdom Battle tende a non prendersi sul serio
La trama di Mario + Rabbids Kingdom Battle tende a non prendersi sul serio e punta sull’umorismo tipico della serie Paper Mario o dei vari capitoli Mario RPG. Le situazioni che appariranno a schermo, infatti, tenderanno a divertire il giocatore anche durante le fasi più critiche e piene di suspance, merito sia dei personaggi della grande N quanto dei disturbanti conigli che si amalgano alla perfezione nonostante le immense differenze. Il team di Davide Soliani è riuscito a conciliare perfettamente le due realtà mantenendo intatte le due identità: i personaggi Nintendo più seri e con qualche gag ricorrente – come la classica su Luigi poco conosciuto – mentre i Rabbids casinisti, ingenui e “stupidi”. Il risultato di tutto questo è un prodotto godibile per le circa 20 ore necessarie per concludere la campagna e mai ripetitivo. Alcuni potrebbero obiettare che il tempo di gioco è breve ma il team ha deciso, sapientemente, di spostare l’attenzione su attività secondarie come la possibilità di riaffrontare i vecchi combattimenti, il backtracking alla ricerca di nuovi oggetti grazie alle abilità ricevute man mano che si va avanti o la modalità co-op. Questa, disponibile purtroppo solamente offline, ci permette di affrontare alcune sezioni, create ad hoc, insieme ai nostri amici utilizzando due personaggi a testa.

 

 

Tra conigli e granate
Il team ha scelto un genere poco amato e l’ha rinfrescato rendendolo godibile
Durante il corso dell’estate vi abbiamo raccontato più volte del sistema di combattimento di Kingdom Battle, punto focale dell’intera produzione di Ubisoft Milano. Il team, infatti, ha scelto uno dei generi meno apprezzati dai videogiocatori comuni – quello degli strategici a turni – e per renderlo più appetibile ha deciso di alleggerirlo dai classici dogmi (come il permadeath) portando sulle nostre console un titolo fresco ma, allo stesso tempo, molto classico. I tre personaggi che potremo portare con noi in battaglia (il team deve avere per forza al suo interno Mario e un rabbid mentre il terzo è libero) potranno usufruire fino a cinque azioni, a turno, in battaglia per avere la meglio sui nemici, creando così combinazioni uniche e adattandosi molto allo stile di ogni giocatore. Potremo scegliere di usufruire di combattenti a distanza e sfruttare le mosse di squadra per allontanarci dai nemici per poi bersagliarli da lontano, tenendosi al sicuro, o rischiare il tutto per tutto portandosi di fronte alla minaccia e massacrandola a colpi di martellate, rischiando di perire in caso di fallimento. Uno dei dubbi avuti in fase di anteprima era riguardante la difficoltà: la paura era quella di trovarsi di fronte a un titolo che da un momento all’altro diventava impossibile da concludere se non si fosse stati esperti del genere. Questa paura è scomparsa non appena abbiamo affrontato il titolo nella sua completezza; ogni mondo possiede la sua complessità e il tutto si modifica gradualmente permettendo così al giocatore di adattarsi ai nemici e acquisire il proprio stile, anche se a volte si passa da sequenze troppo facili ad alcune troppo difficili e viceversa. Ovviamente alcune battaglie le possiamo ritenere molto ardue anche per i fan accaniti del genere ma nulla di insormontabile, a patto di tenere aggiornato il proprio arsenale (con le monete conquistate durante gli scontri precedenti) e di espandere le proprie capacità grazie all’Elenco Abilità. Qui grazie a particolari sfere che riceveremo alla fine dei vari capitoli, o troveremo nel mondo di gioco, potremo espandere le capacità di ogni personaggio ad esempio incrementandone i danni della scivolata o diminuendo il tempo di cooldown di una certa abilità. Le possibilità sono tantissime e non esiste un’unica via per completare Kingdom Battle, ogni giocatore necessiterà di trovare il proprio stile e i personaggi con cui si trova più a suo agio.

 

 

A Song of Ice and Fire
 

Una delle sicurezze riguarda il mondo di gioco
Una delle sicurezze di Kingdom Battle, oltre al sistema di combattimento, riguarda il mondo di gioco. Il titolo di casa Ubisoft è stato curato in maniera quasi maniacale dal team di sviluppo, partendo per prima cosa dai modelli che risultano magnifici alla vista e dotati ognuno di animazioni uniche e perfettamente in linea con il personaggio. Abbiamo ad esempio Rabbid Peach che in ogni momento morto tirerà fuori il suo smartphone e inizierà a fare selfie a destra e a manca o Luigi che in un cimitero si guarda attorno, impaurito dall’atmosfera. Questo è stato possibile anche grazie all’aiuto del motore grafico di Ubisoft, utilizzato anche in The Division o nel futuro South Park:Scontri Di Retti, che da il suo meglio sia in modalità portatile che fissa – anche se in quest’ultima abbiamo notato vari cali di frame durante le fasi più concitate della battaglia. Se da una parte abbiamo una parte grafica ottima e ben lavorata lo stesso si può dire della colonna sonora, realizzata da una delle figure di spicco del settore: Grant Kirkhope, realizzatore della soundtrack di titoli come Banjo-Kazooie, Donkey Kong 64 o Viva Piñata. I giocatori appassionati di musiche e affini potranno riascoltare tutti i brani nel Museo, presente dopo la prima parte di gioco. Qui potremo vedere anche tutti i modelli dei vari personaggi incontrati nel corso della nostra avventura o anche bozzetti illustrativi, a patto di trovarli all’interno degli scrigni presenti nei vari mondi.

 

 

Verdetto
8.5 / 10
"It's-a-me, let's-go the only word you know"
Commento
Mario + Rabbids Kingdom Battle è la dimostrazione di come i sogni possano realizzarsi e si possa creare un gioco che trasuda "Nintendosità" da ogni pixel anche facendo parte di un'altra grande software house come Ubisoft. Il team di Davide Soliani ha preso un genere poco amato dal grande pubblico e, pur senza snaturarlo, ha creato un titolo che è sicuramente tra i migliori usciti ad ora sulla nuova console Nintendo. Tutti i dubbi che avevamo dimostrato negli scorsi mesi sono stati quasi del tutto dissipati, una volta avviato il gioco e percorse le 20 ore circa necessarie per portarlo a termine. Purtroppo nonostante la grande cura il motore grafico ha dei sussulti quando a schermo sono presenti elementi pesanti o particolari effetti grafici, come aure per indicare l'attivazione di abilità e simili. Sicuramente possiamo ritenere Kingdom Battle un ottimo trampolino di lancio per Ubisoft Milano, con la speranza di poter vedere un secondo capitolo in futuro.
Pro e Contro
Mario e Rabbids insieme senza snaturare i brand
Strategico adatto a tutti
Artisticamente stupendo
Storia semplice ma ben trattata

x Qualche calo di frame in fasi concitate
x Curva di difficoltà non perfetta

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