Lost Dimension, il nuovo JRPG per
PlayStation 3 e
PS Vita sviluppato dalla software house giapponese
Lancarse, arriverà in Europa solamente a fine estate (Il 28 Agosto). Grazie ad
Atlus, che si occupa della distribuzione in America, abbiamo messo mano sul codice del gioco, che sarà ufficialmente disponibile a partire dal 28 Luglio (
vi ricordiamo che PlayStation 3 e PS Vita sono region free, quindi compatibili con le versioni americane del gioco).
Versione testata: PS Vita
Come ci avvisa Atlus questa recensione si basa sulla versione americana che potrebbe differire in alcuni aspetti rispetto all’uscita europea di Lost Dimension.
Happy Trigger Reward
Lost Dimension sembra ispirarsi a serie di successo come Danganronpa e Zero Escape
Il mondo sta per finire, e avremo solamente 13 giorni per salvarlo. Così inizia Lost Dimension, con uno stato di crisi che vede il nostro pianeta sul baratro della distruzione da parte di un misterioso individuo conosciuto come
The End. Per salvare la situazione i governi mondiali invieranno una squadra di soldati dotati di poteri speciali, che entrati nella roccaforte di The End, dovranno raggiungere la vetta della torre e affrontare il nemico. Purtroppo la missione dei membri del
S.E.A.L.E.D. non sarà così semplice e sulla loro strada troveranno numerosi ostacoli, compreso un traditore che si nasconde all’interno della squadra e che tenterà di sabotare la missione.
Dal punto di vista narrativo Lost Dimension sembra ispirarsi a serie di successo come
Danganronpa e
Zero Escape, proponendo tematiche e dinamiche già viste nei succitati titoli adattandole però al mondo dei JRPG. La ricerca del traditore e la progressione nella torre saranno legate ad esempio ad un sistema di giudizio che obbligherà il giocatore a compiere delle scelte su chi sacrificare per poter progredire e arrivare a The End, scatenando così forti riflessioni sul tema dell’amicizia, sul cameratismo e il sacrificio del singolo per il bene di molti.
La storia di Lost Dimension riserverà al giocatore numerose sorprese (
ad esempio il traditore, che verrà scelto casualmente ad ogni partita), anche se purtroppo per vivere a pieno tutte le vicende del gioco sarà necessario completare almeno 2 volte l’avventura (
cosa che vi porterà via all’incirca 50/60 ore), stringendo i legami fra i vari membri del party e massimizzandoli, così da arrivare al vero finale ed ottenere tutte le risposte alle domande che nella prima run vengono lasciate in sospeso.
Nel complesso, nell’ottica del completamento,
la storia funziona bene e risulta abbastanza interessante, specialmente se giocata una seconda volta
(si sbloccheranno infatti nuove missioni e linee di dialogo). L’unico punto oscuro all’interno del gioco è proprio la dinamica legata al traditore che appare abbastanza abbozzata rispetto al testo della trama, e senza un reale scopo ai fini del gameplay.
Wingman
Il posizionamento sul campo sarà fondamentale
Lost Dimension si propone come
un JRPG classico a turni che introduce nelle dinamiche di gioco alcuni semplici elementi strategici. Il party, formato da un massimo di 6 membri (
degli 11 disponibili) potrà muoversi liberamente nella mappa, entro i limiti dell’area di movimento di ogni personaggio. Una volta posizionati sarà possibile scegliere l’azione da eseguire, avvalendosi dell’attacco classico (
tramite armi da fuoco come pistole e mitragliatrici o armi bianche), utilizzando uno dei poteri speciali o ripristinare la salute o stati alterati tramite oggetti.
Il posizionamento sul campo sarà fondamentale.
Non solo la distanza dai nemici indicherà la probabilità con la quale questi potranno contrattaccare, ma grazie ai legami stretti con i compagni riceveremmo assistenza in battaglia, concatenando gli attacchi e creando combo in grado di spazzare via i nemici, che a loro volta, potranno sfruttare le stesse strategie, obbligandoci a scegliere bene le nostre mosse.
Ogni personaggio godrà poi, oltre degli abituali punti vita, anche di altri due indicatori: la barra dei
Gift Points (
GP, relativi ai poteri speciali, in poche parole i punti magia) e il
SAN (
la sanità dei personaggi) che diminuirà in base all’utilizzo dei GP, mandando il personaggio utilizzato in uno stato “berserk”, diventando incontrollabile e un pericolo per tutto il party.
Una volta terminata la battaglia le nostre azioni saranno valutate,
ricevendo un voto che va dal mediocre “D” all’ottimo “S”, e in base al risultato, oltre ai punti esperienza e al denaro (che ci servirà per ottenere nuovi equipaggiamenti) otterremo degli oggetti da poter utilizzare sul campo.
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Siamo una squadra fortissimi
la Deep Vision permetterà di avvicinarsi all’identità del traditore
Il giocatore vivrà l’avventura dalla prospettiva di uno dei membri del S.E.A.L.E.D.,
Shou Kasugai, che ha il potere della “visione” che gli permettedi prevedere il futuro. Grazie a questa abilità potrà interagire con gli altri compagni alla fine di ogni missione,
ascoltando i loro pensieri e cercando di individuare la figura del traditore attraverso un mini-gioco, la
Deep Vision, attivabile spendendo alcuni
Punti Visione ottenuti completando le missioni principali e che ci permetterà di avvicinarci al “ricercato”. La Deep Vision sarà un processo importante per classificare i propri compagni in vista della fase di giudizio che servirà per procedere la scalata della torre di The End. Qua, dovremo invece votare il possibile traditore, facendo fede dei risultati ottenuti e dopo aver influenzato gli altri membri del S.E.A.L.E.D. nella direzione del nostro voto. In caso di parità, dovremo effettuare un ballottaggio fra i due candidati votando nuovamente il nostro sospettato.
Completamente assente l’esplorazione, Lost Dimension
si divide equamente fra momenti story driven e fasi di gameplay, mentre ogni attività collaterale si concentrerà attraversò un menù testuale, dove potremo confrontarci con gli altri soldati del S.E.A.L.E.D., così da aumentare il legame con i compagni, realizzare nuovi equipaggiamenti o dedicarci allo sviluppo dei personaggi.
Questa fase sarà fondamentale per avere la meglio sul campo di battaglia,
sbloccando nuove mosse speciali o abilità passive che ci renderanno, ovviamente, più forti in battaglia. Qua troviamo
uno skill tree nel quale si diramano tutte le voci sbloccabili, alcune delle quali necessiteranno di raggiungere un certo livello di sviluppo per rendere accessibili le nuove.
Potremo anche equipaggiare le abilità dei compagni morti, così da non perdere alcune mosse che potrebbero rivelarsi utili, visto che ogni personaggio gode di poteri unici, offrendo abbastanza varietà nella scelta del proprio party.
La morte ti fa bella
il character design gioca sulla stereotipazione dei protagonisti
Sul piano tecnico, Lost Dimension
si attesta sul livello medio delle ultime produzioni nipponiche in ambito JRPG. La struttura da visual novel nella parte narrativa impone l’utilizzo delle illustrazioni dei protagonisti, qua ottimamente animati e capaci di sopperire alla quasi totale assenza di filmati (
se si escludono quello iniziale e finale). Merito anche del buon character design, che giocando sulla stereotipazione dei protagonisti, riesce a delineare figure forti e ben caratterizzate, obiettivo primario nella costruzione di un gioco che punta così massivamente sulla trama. Anche la loro controparte tridimensionale, riesce a convincere nonostante nel complesso la realizzazione della torre dove si svolgono i fatti del gioco,
The Pillar, risulti abbastanza anonima nella resa visiva con ambienti scarni, motivi ripetuti e poca varietà.
Ad una totale mancanza d’ispirazione troviamo invece un buon level design sulla conformazione delle mappe, alcune dislocate su più livelli o divise da barriere che impongono al party di dividersi ed agire in unità indipendenti ponendo l’attenzione da parte del giocatore su chi mandare in campo e, soprattutto dove, durante la fare pre-partita. Fastidiosi alcuni caricamenti durante gli scontri, che rallentano ulteriormente l’azione nelle fasi combattive (
un’opzione per velocizzare o saltare le animazioni delle battaglie sarebbe stata cosa buona e giusta) senza un reale motivo e coinvolgono indistintamente sia la versione PS Vita che PS3.
Anche il comparto audio alterna momenti alti, come ad esempio la opening del gioco, composta da
fripSide (
duo giapponese famoso per l’immortale Only my railgun) o qualche altra traccia della colonna sonora (
battle theme compresa) ad altri più piatti e privi di spessore che non riescono ad emergere o, cosa più fastidiosa, risultando fin troppo ripetitivi. Anche il doppiaggio,
qua presente solamente in Inglese, copre solamente i passaggi più importanti del gioco, lasciando “muti” i numerosi dialoghi presenti o limitandosi a pronunciare solamente alcune parole o “versi”.
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Verdetto
8 / 10
Chi fa la spia, non è figlio di Maria
Commento
Pro e Contro
✓ Storia ricca di sorprese...
✓ Gameplay profondo ed appagante
✓ Buon characters design e animazioni...
x ...a patto di effettuare una seconda run
x Musiche tendenzialmente ripetitive
x ...il resto è più anonimo
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