L’offerta ludica di Wii U è diventata notevolmente più interessante nel corso del 2014, grazie all’uscita di titoli come
Bayonetta 2, e promette di arricchirsi ulteriormente nel corso del 2015 grazie ad esclusive come
Splatoon. Va però posta l’attenzione anche a quei giochi indie che numerosi approdano sulla casalinga di Nintendo e che tanto hanno da raccontare. Questa volta è il turno di
Lone Survivor, titolo uscito nel corso del 2012 su PC e che già nel 2013 era stato rilasciato su PlayStation 3 e PlayStation Vita nell’edizione
The Director’s Cut. Giunto da pochi giorni su Wii U e PS4 per merito di
Curve Studios, ecco le nostre impressioni.
Versione testata: Wii U
Un solo sopravvissuto?
Lone Survivor è ambientato in un mondo post-apocalittico nel quale un qualcosa di simile ad un’infezione ha devastato le città e trasformato gli abitanti in una sorta di zombie mangia carne. Nei panni del protagonista, di cui non si conosce quasi nulla e che si identifica col semplice nome di “
You”, il vostro obiettivo sarà quello di trovare altri sopravvissuti per non restare soli.
il vostro obiettivo sarà quello di trovare altri sopravvissuti per non restare soli
In un clima di tensione, ansia e paura, giocherà un ruolo fondamentale anche il livello di sanità mentale di You, sempre più compromesso, e che creerà una serie di difficoltà per il giocatore nel riuscire ad interpretare le vicende. E non solo, in quanto è sempre più complicato riuscire a distinguere le illusioni e le immagini della mente del protagonista dagli eventi reali, dando un generale senso di confusione che vi accompagnerà dall’inizio sino alla fine. La trama di Lone Survivor è così complessa e misteriosa da essere riuscita a creare negli anni una lunga serie di discussioni e teorie al punto che ancora oggi si continua a parlarne, nel bene e raramente nel male, a dimostrazione dell’enorme successo che ha avuto tra il pubblico. Trattandosi della versione “The Director’s Cut”, è utile soffermarsi anche sulle modifiche apportate alla trama rispetto alla versione originale. In questo senso, non è cambiato alcunché, presentando le stesse vicende in modo da garantire a chiunque di poter vivere l’esperienza così come era stata pensata in origine. Tuttavia, sono presenti due nuovi finali che altro non fanno che approfondire in un certo qual modo il finale “buono” già presente.
Corri! Scappa! C’è il Nemesis! Ci sono i fantasmi!
Lone Survivor si presenta come un survival horror in due dimensioni (sebbene alcune sequenze siano in 2.5D, ndr). Visitando le varie ambientazioni proposte alla ricerca di altri sopravvissuti,
l’esplo-razione costituisce uno degli elementi cardine di Lone Survivor
You dovrà anche procacciarsi il proprio cibo, spesso avariato, e dovrà stare attento a tornare nella propria stanza per riposarsi per non peggiorare le condizioni del suo stato mentale. Saranno possibili diverse azioni per migliorare (o peggiorare) tale stato: si potrà giocare con la ESP, coccolare un gatto, cucinare e nutrirsi con del cibo di qualità, riposarsi (o mangiare cibo disgustoso, uccidere zombie, non dormire per poi fare overdose di caffè). Ognuna di queste azioni, avrà il suo contributo nel determinare il finale della storia. Inoltre, sono possibili diverse opzioni anche per affrontare i nemici, lasciando al giocatore scegliere se ucciderli con la pistola in dotazione oppure se evitarli (sfruttando l’oscurità, della carne avariata e/o i flares). È inoltre presente una serie di specchi lungo i vari livelli di gioco che permetteranno l’immediato ritorno a casa di You. In sostanza, in questa lotta per la sopravvivenza e contro la solitudine, l’esplorazione costituisce uno degli elementi cardine di Lone Survivor e che grazie all’atmosfera cupa e ricchi di richiami (soprattutto a Silent Hill, ndr) garantisce un’esperienza di altissimo livello e che senz’altro lascerà il segno.
Non troppe novità
La versione “The Director’s Cut” di Lone Survivor non offre molte novità rispetto all’originale. Analizzando il primo “New Game”, le differenze riguardano semplicemente il migliorato sistema di mira e di luci, ove quest’ultimo permette di osservare meglio le ambientazioni, arricchite e migliorate proprio per questa ragione. Sarà inoltre possibile attivare la Expert Mode che altro non fa che disabilitare l’uso della mappa (già di per sé poco utile viste le difficoltà nel riuscire ad orientarsi, ndr). A partire dal primo “New Game+”, invece, sarà possibile accedere ad una serie di nuovi oggetti e ai due finali sopracitati. Inoltre, sono presenti alcune nuove aree. Esattamente come accaduto con la versione PS Vita del gioco,
i comandi touch integrati su Wii U risultano poco utili, lasciando che i controlli classici siano preferibili per ogni situazione. Sebbene le poche novità non sono in grado di giustificare un nuovo acquisto per i vecchi giocatori, Lone Survivor – The Director’s Cut è un’ottima occasione per chi non ha ancora avuto modo di giocare la fatica di Jasper Byrne.
Un nuovo modo di fare horror
Nonostante la grafica “pixelosa” e in due dimensioni, Lone Survivor è perfettamente in grado di provocare ansia e paura nel giocatore. Lo schermo ridotto del GamePad di Wii U, in modo particolare, permette una migliore immedesimazione in ambienti bui grazie all’ausilio degli auricolari che permettono anche di gustare al meglio le rinnovate colonne sonore del gioco. Le musiche ivi presenti sono state sapientemente realizzate e sono adatte a ciascuna situazione, finendo col risultare un elemento chiave delle meccaniche di gioco stesse. Con la sua formula, Lone Survivor è quindi stato capace di creare un survival horror che poco ha da invidiare ai titoli tripla A dello stesso genere, sperimentando una nuova formula con un esito sicuramente positivo.
Verdetto
8.5 / 10
È Silent Hill in 2D
Commento
Pro e Contro
✓ Incredibile spessore narrativo
✓ Gameplay sapientemente realizzato
✓ Sa far paura
✓ Eccezionale comparto tecnico
x Comandi touch poco interessanti
x Poche migliorie/aggiunte
#LiveTheRebellion