Dopo un ottimo primo episodio (qui potete trovare la nostra recensione) è stato chiaro a tutti che Life is Strange disponesse del potenziale narrativo per rivaleggiare con i migliori titoli targati Telltale Games, celebre software house che ha evidentemente ispirato i ragazzi di Dontnod Enterainment. Con qualche leggero ritardo è finalmente uscito anche il secondo episodio delle avventure di Maxine Caulfield, intitolato Out of Time. Sarà riuscito il team di Remember Me a stupirci ancora una volta oppure si saranno adagiati sugli allori consegnandoci un capitolo mediocre? Scopritelo nella nostra recensione.
Versione testata: PlayStation 4
Il comparto narrativo di Out of Time riesce a replicare la qualità del primo episodio, grazie all’introduzione di nuovi personaggi e al complicarsi della trama in base alle nostre decisioni. Ecco che quindi andremo ad affrontare nuove ed avvincenti situazioni, tra le quali tentare di convincere la nostra migliore amica Chloe del nostro potere di ravvolgere il tempo ed indagare sulla scomparsa di Rachel Amber, una giovane ragazza svanita nel nulla. I rapporti personali con i personaggi secondari, inoltre, non sono mai stati tanto complessi come in questo capitolo, portando le nostre decisioni e la nostra attenzione ai particolari a svolgere un ruolo di primo piano nello sviluppo della trama. Ottima ancora una volta la caratterizzazione psicologica di Max e dei suoi amici che, sin da subito, permette al videogiocatore di affezionarsi e di immedesimarsi nei panni della protagonista. La longevità del titolo si attesta, come per il precedente episodio, attorno alle 3 ore di gioco, rimanendo quindi nella media per questa tipologia di gioco.
Ancora una volta è interessante constatare come, a differenza dei titoli targati Telltale Games, Life is Strange riesca a fondere alla perfezione la narrazione con il gameplay. Forte di una protagonista carismatica, il titolo targato Dontnod permette al giocatore di interagire con una grande quantità di elementi su schermo, riflettendo i pensieri di Max ed aumentando in questo modo l’immedesimazione con la ragazza. Dimenticatevi quindi i corridoi dove poter interagire con un paio di oggetti e sappiate che in questo titolo troverete piuttosto delle aree di piccole/medie dimensioni, all’interno delle quali potrete trovare persone con cui parlare e un discreto numero di punti di interesse. Ottima la gestione delle scelte che, finalmente, si riflettono sulla storia anche in modo significativo, oltre a dare il via, ovviamente, ad una serie di dialoghi aggiuntivi con numerosi personaggi. Da evidenziare anche come i puzzle legati alle meccaniche di riavvolgimento del tempo siano migliorati rispetto al primo capitolo, rendendo l’avventura leggermente più dinamica ed interessante. Con la patch per il primo episodio, inoltre, è stata aggiunta la possibilità di ripetere determinate scene per permettere al giocatore di recuperare tutte le fotografie senza modificare le scelte effettuate durante l’avventura. Fotografie che possono essere considerate come i collezionabili all’interno dell’avventura e che sapranno tenervi concentrati su ogni scena, aumentando in questo modo la longevità generale del titolo.
Come per il primo episodio, Life is Strange si conferma essere un prodotto, dal punto di vista tecnico, curato, ma non perfetto. Le animazioni dei personaggi sono ancora leggermente legnose, ma confermiamo l’ottimo lavoro di character design e la cura maniacale per la ricostruzione di un’atmosfera capace di coinvolgere ed ammaliare sin da subito. Nonostante non sia incisiva come nel primo episodio, anche in Out of Time la musica è una componente fondamentale della produzione, capace di proiettarci all’interno della cittadina di Arcadia Bay e, più in dettaglio, nella visione della città da parte di Max. Nulla da dire sul doppiaggio inglese che, ancora una volta, convince appieno anche grazie a dialoghi più interessanti e meglio scritti rispetto al primo capitolo. Nulla da fare per quanto riguarda una localizzazione in italiano (arrivata per vie traverse su PC), ma ricordiamo che i ragazzi di Dontnod hanno promesso di cercare in futuro di adattare il titolo per tutte le lingue. Ad ogni modo Life is Strange utilizza per lo più un linguaggio semplice e non di difficile comprensione, rendendo il titolo adatto anche a chi l’inglese non lo conosce alla perfezione.
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