Recensione Lara Croft and the Temple of Osiris

A quattro anni di distanza dal primo capitolo, e dopo aver proposto al pubblico un rilancio in grande stile per Lara Croft, Crystal Dynamics torna alla visuale isometrica, con il secondo titolo dello spin-off dedicato all’Archeologa più famosa del mondo.
Lara Croft and the Temple of Osiris abbandona le uniche sponde del Digital Download e si offre ad un prezzo budget ( 39,99 € compreso di Season Pass) in edizione fisica, approdando sui lidi di PS4, Xbox One e PC.
Sarà riuscita questa nuova avventura Egiziana a dimostrarsi all’altezza del capitolo Inca del 2010?

Versione Testata: PC

Set, il dio sciacallo
Lara Croft si trova col suo amico-rivale Carter Bell in Egittonel Tempio di Osiride quando, come i mercenari del primo capitolo, il cacciatore di tesori risveglia un’antica maledizione e con essa il terribile Set, dio dell’inganno e del caos dalle sembianze di sciacallo.
Dopo essere sfuggiti per il rotto della cuffia alla prima trappola del dio, i due archeologi incontrano Horus e Isis, rispettivamente figlio e moglie del dio Osiride, al momento l’unica speranza per fermare Set.

enigmi ben congegnati e mai snervanti
Per risvegliare Osiride, Lara dovrà esplorare tutte le tombe della Valle del Re, raccogliendo i pezzi del dio, e sconfiggendo le terribili minacce che Set le parerà dinnanzi.
Come per Guardian of Light, anche in questo capitolo la trama non è altro che il pretesto per mettere Lara di fronte ad enigmi ben congegnati e mai snervanti, e per proporre ai giocatori un’esperienza cooperativa fino a quattro, sia online che in locale.

La principale differenza col capitolo precedente è sicuramente l’abbandono della struttura a livelli: in Temple of Osiris avrete a disposizione un enorme Hub principale, situato nella Valle dei Re, al centro sorgono tanti pilastri quanti sono i pezzi di Osiride, ognuno dei quali è nascosto in una tomba.
Ogni tomba rappresenta un livello e ripropone sfide simili a quelle presenti in Guardian of Light: dalle classiche a tempo, fino alla raccolta dei Teschi Rossi (ridotti a 5), passando per gli obiettivi a punteggio; purtroppo questa volta non potrete rigiocare il livelllo quando vorrete , ma dovrete aspettare la sconfitta di Set per cimentarvi nelle sfide che non avete superato.
Se da una parte potrebbe risultare scomodo ( soprattutto se magari vi è sfuggito un solo teschio) dall’altra questa scelta di Crystal Dynamics aumenta la longevità post-game di questo secondo capitolo.

Osiride, il dio spezzato
Nei livelli di Guardian of Light vi erano delle speciali Tombe sfida che permettevano di ottenere reperti e manufatti rari se completate, purtroppo in Temple of Osiris queste accattivanti strutture sono state ridotte drasticamente a cinque, e sono sparse per la Valle del Re, non intaccando il ritmo delle Tombe Livello.
Ma l’assenza delle Tombe Sfida non è l’unica differenza con il titolo del 2010: Temple of Osiris offre a Lara una torcia, attivabile col dorsale sinistro ( al destro ritroviamo il fedele rampino) con cui potrà accedere altari o dar fuoco a gas esplosivi, la Lancia di Totec viene sostituita dallo Scettro di Osiride, in grado di emettere un raggio distruttivo con cui completare i nuovi enigmi basati sugli specchi.

Le gemme raccolte nei livelli non serviranno più solo ad incrementare il punteggio, ma anche ad aprire determinati scrigni, in grado di regalarvi casualmente pezzi di inventario più o meno utili.

In quattro le cose da fare sono suddivise equamente tra i giocatori
Scelta abbastanza discutibile in verità, e che potrebbe donarvi anche spendendo gemme faticosamente raccolte pezzi d’equipaggiamento inutili,lasciando una sensazione di delusione e di spreco di tempo.
Tornano invece le enormi Sfere da spingere: questa volta l’archeologa ne troverà anche di esplosive, da spostare tramite interruttori verso muri poco resistenti; come nel primo capitolo Crystal Dynamics riesce a fornire tanti enigmi divertenti e appassionanti, sia in singolo che in compagnia.
Se altri tre amici decideranno di unirsi a voi nell’avventura egizia, potranno prendere il controllo di Carter Bell ( dotato praticamente di tutto l’arsenale di Lara) Isis e Horus, che invece prenderanno in mano lo Scettro di Osiride, in modo tale da smaltire il lavoro e non far fare tutto ad un solo giocatore.

Horus, il dio uccello
Temple of Osiris ripropone anche la stessa inquadratura a visuale isometrica dall’alto di Guardian of Light, oltre all’immancabile voce di Elda Olivieri, che dopo la pausa nel reboot dello scorso anno, torna a dare vita a Lara.

un upgrade grafico notevole
Il titolo è, come il predecessore, tradotto completamente in un ottimo italiano sia nei testi che nei dialoghi, e offre nuovamente una colonna sonora d’accompagnamento che incalza il giocatore anche nelle battaglie più frenetiche.
Visivamente il gioco viaggia a 30 fps fissi, e ha ricevuto un upgrade grafico notevole sia per le luci sia per le texture, un miglioramento necessario dovuto anche all’esordio su PlayStation 4 e Xbox One.
Il modello poligonale di Lara Croft risulta ben definito nonostante la distanza dalla telecamera, sebbene sullo sfondo vi sia un costante effetto blur che in alcune stanze distacca nettamente l’archeologa dal tempio.

 

Verdetto
8 / 10
Lara ci sa ancora fare con le palle
Commento
Temple of Osiris risulta una giusta evoluzione di Guardian of Light, sebbene presenti alcune mancanze rispetto al predecessore, come le Tombe Sfida (ridotte a cinque) e la possibilità di rigiocare i livelli in qualsiasi momento, inoltre il sistema delle ricompense casuali per le gemme è sicuramente da rivedere. Speriamo solo che questa serie non si fermi e ci porti prima o poi un terzo capitolo.
Pro e Contro
Ancora buon mix di Gameplay
Multiplayer a quattro ben studiato

x Più facile del predecessore
x Troppe poche Tombe extra
x Sistema di ricompensa casuale delle Gemme da rivedere

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