Questo non vuole essere una recensione di Kena: Bridge of Spirits, ma un viaggio, collegato da ponti che si intersecano tra di loro e creano un mondo, fatto di spiriti e natura

Recensire Kena: Bridges of the Spirit è strano, ma non nel senso negativo del termine, anzi. Perché di un prodotto del genere ne vorresti vedere di più, sia per la qualità tecnica che a livello di trama. L’opera prima di Ember Lab, studio di due fratelli che hanno curato gli effetti VFX per Coca-Cola e altri marchi, è una dimostrazione di tecnica sopraffina. Più volte durante le mie sessioni di gioco, mi sono trovato un familiare vicino a me. Per loro, che sul ponte del gaming non erano mai saliti, il percorrere quella strada è stato una cosa nuova. Ma non riuscivano a capacitarsi di vedere un film. Lo stile, che ricalca i film d’animazione, crea un ponte tra il gioco e il cinema. E non ho vergogna di dire che questo gioco dovrebbe essere un punto d’entrata per chi non ha mai preso il pad in mano.

Una porta verso un mondo fantastico

Perché si fa giocare come un qualsiasi videogioco e si fa vedere come un film, tesse nelle mani un’esperienza che abbatte una sorta di quarta parete. Anche se c’è da dire che molte volte la magia si rompe e si viene riportati alla realtà. Ma ovviamente, di questo titolo, le virtù superano di gran lunga i difetti.

Il ponte tra la vita e la morte

Difetti che possiamo riscontrare nelle vite di ogni giorno, e che ci portano a vivere rimpianti. Ma quando i rimpianti superano le gioie, una volta morti siamo pronti a compiere il grande passo? O resteremo ancorati ai nostri se e ma?
Se e ma che sono delle maschere che abbiamo paura di abbandonare e a non mostrare il nostro vero volto alla morte.
Perché Kena altri non è che una guida spirituale, il cui compito è quello di traghettare i defunti dal mondo terreno a quello ultraterreno facendo, svanire le maschere che portano i morti che non vogliono abbandonare il mondo.

Kena la protagonista del gioco
Ovviamente per la nostra guida deve essere intrapreso anche un viaggio di formazione. Ed è qui che si crea un ennesimo cortocircuito. Perché si crea un viaggio di formazione anche per noi. Il gioco vuole raccontare la storia di crescita di Kena come guida e dall’altra parte a come affrontare la morte. Perché tale ‘passaggio può essere doloroso e senza i giusti accorgimenti, potremmo restare nelle nostre maschere per non dimostrare troppo dolore. Su questo piano Kena ha una forza nel voler raccontare una storia che è impressionante. Gioca su più livelli e li fa intercorrere tra di loro come se fossero naturali. Naturale di come voglia esprimere anche un messaggio metafisico del gioco.

Ponte tra la morte e la natura

Metafisico è il termine giusto per poter descrivere una parte del gioco che ho amato tantissimo. Perché in un mondo dove la vita e la morte scorrono come due rette parallele. c’è spazio per la corruzione della natura. Il pellegrinaggio di Kena sarà irto di ostacoli, causati da un uomo che può corrodere la natura. I vari mostri che popolano la terra non sono altro che allegorie. Allegorie di come è l’essere umano a generare mostri e non la natura. Ed è un concetto talmente forte che crea un legame ancora più profondo col titolo.

Kena circondata dalla corruzione
Natura e corruzione corrono allo stesso modo
Kena oltre a liberare gli uomini dal rancore, deve liberare la natura dall’abuso che ne fa l’uomo. Solo facendo trascendere un uomo ad uno stadio post mortem, può far rivivere la natura. Perché è un ciclo a cui dobbiamo essere abituati. Un giorno la sfruttiamo e il giorno dopo facciamo parte di quella stessa natura sfrutta, un ciclo infinito a cui non possiamo fuggire.

Fine del ponte, inizia un’arena

Fuggire, è una delle cose che mi sono ritrovato a fare più spesso in Kena. Perché lottare è una cosa grezza, una parte superficiale da parte dei programmatori. Sembra che sia stata messa come una cosa in più e i risultati si vedono. Il prodotto alterna fasi di platform con fasi in cui si combatte contro la corruzione della foresta. Già nella prima parte, alcune volte è possibile notare alcune imperfezioni. Un esempio è quando Kena salta su una piattaforma e per alcuni secondi non riesce ad atterrare sulla piattaforma, causando il più delle volte uno sfarfallamento del personaggio. Nulla di così eclatante, ovvio, ma nelle fasi più concitate crea un problema non da poco.

Kena nuota in un lago con i Rot
Come potete vedere qualche difetto c’è come il Rot che vola sopra la testa di Kena
Nelle fasi di combattimento invece, la magia si spezza, facendoci capire che il gioco è sviluppato da un team di poche persone. Il combattimento è grezzo e non bilanciato a dovere. Nelle prime fasi, molti boss e nemici vi uccideranno in pochi colpi, mentre andando avanti e sbloccando nuovi poteri, si arriverà ad avere la meglio sui nemici. Una meccanica che ho trovato interessante però sono i Rot e le lacrime della foresta. Sia durante l’esplorazione che nel combattimento, i Rot, piccoli esseri delle foresta di cui vi innamorerete a prima vista, vi aiuteranno.

Kena comanda i Rot trasformati in Lacrima della Foresta
Grazie ad alcune bolle, essi si uniranno in una nuvola d’acqua, generando le Lacrime della Foresta, che vi serviranno nelle fase esplorative per poter eliminare dei bozzoli della corruzione e in quelle da combattimento per dare fastidio ai nemici. Ovviamente sarete voi a comandare questa forza della natura lasciandovi scoperti agli attacchi nemici. In tutte queste scelte possiamo notare l’inesperienza degli Ember Lab, ma sono piccoli difetti che non minano assolutamente l’avventura di Kena.

La musica sotto il ponte

Kena nel suo viaggio verrà accompagnata da una musica veramente fenomenale. Tutte le tracce audio mi sono rimaste nel cuore e molte volte mi sono ritrovato a cantarle durante le mie giornate. Sono il ponte che ho col videogioco. Perché fanno si che io non ho mai abbandonato la foresta anzi, un mio spirito è rimasto lì, al fianco dei protagonisti e delle loro storie. Perché un videogioco deve essere questo, deve trasmettere emozioni e deve lasciarti qualcosa a livello culturale e spirituale. Non è difficile finire il gioco e rimanere seduti sulla sedia, pensando a come un viaggio abbia cresciuto te e il protagonista.

Come dice un proverbio, alla fine non conta il viaggio ma la destinazione, e la destinazione di Kena, dopo aver attraversato questo ponte è ottima. Ciò che rimane alla fine è una bella sensazione con un viaggio che difficilmente riuscirete a dimenticarvi.

E a me non resta altro che levare la maschera da redattore e abbracciare il vero essere da videogiocatore.

Voto e Prezzo
8.5 / 10
40€ /40€
Commento
Kena: Bridges of the Spirit è un ponte tra il videogioco e un film di animazione. Al netto di una direzione artistica eccelsa, si contrappone un lato tecnico non proprio allo stato dell'arte. Ovviamente ciò che conta in un prodotto è la volontà di raccontare una storia e di voler trasmettere un messaggio che, sono sicuro, rimarrà nei vostri cuori.
Pro e Contro
Grafica
Direzione Artistica
Musica

x Combat System
x Bug Compenetrazione

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