Recensione Katana ZERO – Il Cyberpunk come Cristo comanda

Se non avete visto Blade Runner o letto Cyberpunk nella vostra vita, smettete pure di leggere qui. Katana ZERO non fa per voi.

Ci sono capolavori e capolavori. Ci sono giochi come The Hex, un virtuoso esperimento autoriale sul medium videoludico, e ci sono giochi come Red Dead Redemption 2, che ama immergerti in un mondo vivo fin dai primi cinque minuti di gioco. Ma molti capolavori hanno una cosa fondamentale in comune: arrivi alla fine che ne vorresti ancora.

Katana ZERO prende così tanto che quasi quasi lo si definirebbe un capolavoro, una piccola perla di sviluppo indipendente, una meraviglia senza se e senza ma. E a un certo punto si pensa anche, “perché no?” Tuffiamoci pure di testa.

Katana ZERO è una meraviglia, senza se e senza ma.

Come ti reinvento il Cyberpunk
Sviluppato dai ragazzi di Askiisoft, Katana ZERO trae ispirazione direttamente dai capolavori del Cyberpunk puro, ai livelli di Blade Runner e anche un pizzico del Neuromante di Gibson per l’ambientazione squisitamente underground. Noi giocatori vestiremo i panni del “Drago,” un temibile assassino a contratto che si ritrova invischiato in segreti e complotti decisamente più grandi di lui.

Il gioco si sviluppa tramite un sistema a scelte multiple per le scene narrate, e frenetici livelli di azione à la Hotline Miami (ne parleremo a breve) per le scene “giocate.” E già dal primo livello ci ritroviamo col cuore a battere per l’adrenalina.

È difficile trovare un punto forte per Katana ZERO perché, semplicemente, ce ne sono troppi.

Si potrebbe citare la bellissima ambientazione al neon in 2D, la splendida colonna sonora, lo stile artistico sporco e punk, o anche farsi meno pippe mentali e pensare direttamente che stiamo impersonando un ninja in un contesto urbano tipicamente occidentale.

Ma, in ogni singolo caso, si avrebbe comunque ragione. Katana ZERO è la somma di tutte queste cose, e il risultato è un gioco che fa brillare gli occhi per la sua bellezza. Dalle videocassette tipicamente Anni Novanta nel menù principale, alle bellissime colonne sonore al synthwave che fanno da sottofondo ai livelli. E il tutto si intreccia in un mix di cyberpunk e dark urban da togliere il fiato.

(Assassin’s) Life is Strange
Immaginate un Hotline Miami con visuale frontale a scorrimento 2D, con le stesse meccaniche trial and error e la possibilità di saltare, schivare, deflettere proiettili con una katana e lanciare oggetti in giro. Questo è Katana ZERO: un frenetico gioco di azione 2D, in cui il fallimento non viene punito ma, anzi, quasi incoraggiato. In altre parole: preparatevi a morire parecchie volte.

Ma la meccanica più spettacolare a nostra disposizione riguarda la possibilità di rallentare il tempo durante i livelli, per assicurarci la vittoria nel modo più scenico possibile. E riguardare i replay al termine di ogni scenario è quasi d’obbligo, quasi una parte fondamentale dell’esperienza, in una forma di auto-glorificazione del nostro operato che ci permetterà di ammirare i nostri movimenti a posteriori. Il risultato, il più delle volte, è a dir poco spettacolare.

Ad ogni missione, il Drago vedrà assegnarsi un bersaglio, che dovremo raggiungere facendo strage di qualunque nemico sul nostro percorso. Occasionalmente, avremo anche la possibilità di fare delle vere e proprie scelte di trama durante i livelli, che porteranno a un diverso risultato per la missione in corso e – potenzialmente – per il finale del gioco in sé.

Ma la parte più succosa del gioco, paradossalmente, non è durante i livelli. Katana ZERO è un mondo narrativo pieno e affascinante, che si apre negli incredibili intermezzi tra un livello e l’altro.

La lingua ferisce più della spada
Così come Hotline Miami faceva ai suoi tempi, Katana ZERO presenta una storia assolutamente curata e ben scritta che esplode già dopo le primissime missioni. Le scene “di trama” permettono al giocatore di fare scelte di dialogo concrete, ognuna con il proprio peso all’interno della trama: se saremo impazienti e vorremo dare la prima risposta disponibile per tagliar corto, il gioco ci punirà deteriorando i nostri rapporti coi personaggi. A volte, però, può essere utile dare la risposta più affrettata.

Il bello di Katana ZERO è che cala il giocatore direttamente all’interno dell’esperienza di gioco, quasi costringendolo a “ruolare” il personaggio del Drago come desidera. Ogni singola linea di dialogo del Drago verrà scelta dal giocatore, e questo aiuta indirettamente con l’immedesimazione, garantendo un’esperienza senza precedenti.

E, quando la storia inizia a prendere una piega più onirica e quasi soprannaturale, Katana ZERO mostra denti e artigli, rendendo ben chiaro il fatto che Askiisoft non scherza affatto. E noi siamo contenti così.

Da grande voglio fare il Drago
Perché Katana ZERO è una piccola meraviglia, il cui unico, vero difetto è forse durare troppo poco. Un’esperienza intima, umana, meravigliosa e irripetibile, condensata in poche e intense ore di gioco che restano con il giocatore ben più di un paio d’ore dopo aver spento la console o il PC.

Katana ZERO è un titolo da giocare. Una perla di gameplay e narrazione, e l’ennesima dimostrazione che il mercato Indie non ha mai smesso di aver roba da dire. E se non lo avete comprato, per il ridicolo prezzo a cui viene venduto (meno di €15 su Steam), quasi ci viene da dire che siete un po’ stron*i voi.

Verdetto
9.5 / 10
Miracle Blade IV
Commento
Chiudete gli occhi e immaginate una colonna sonora in synthwave, insegne al neon, un contesto dark urban e temibili corporazioni che tirano le fila del mondo. Se vi è venuto in mente l'esistenzialismo di Blade Runner, siete nella direzione giusta: Katana ZERO è un'ode al genere cyberpunk, e una delle migliori mai viste nel panorama videoludico – indipendente e non. Eppure, che siate amanti del genere o meno, non c'è assolutamente motivo per non dargli un'occasione: il titolo di Askiisoft è divertente, profondo e indimenticabile, un'esperienza che ogni giocatore dovrebbe almeno provare.
Pro e Contro
Atmosfera incredibile
Gameplay da dipendenza
Storia da togliere il fiato

x Ne vogliamo ancora!

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