Nonostante il termine “souls-like” venga spesso utilizzato in modo improprio, esistono alcuni titoli pensati evidentemente per sfruttare il successo del lavoro del team di Miyazaki.
Chi vi scrive ha sempre trovato fastidiosa l’
associazione tra “souls-like” e “gioco difficile”, scatenando numerose discussioni sui social (e non) per l’utilizzo corretto di questa terminologia. Lasciando l’approfondimento di questo discorso a uno speciale dedicato, ci tengo però a evidenziare
come alcuni prodotti non provino nemmeno a nascondere una forzata ispirazione alle opere di From Software, divenendo a tutti gli effetti dei “cloni” di brand ideato da Miyazaki.
Nulla di tragico, sia chiaro.
Dall’alba dell’era videoludica, le molteplici software house, si copiano elementi a vicenda e questo talvolta porta alla realizzazione di titoli di tutto rispetto, come è accaduto “recentemente” con
L’Ombra di Mordor (
proveniente da un mix tra Assassin’s Creed e il Batman di Rocksteady) e
The Evil Within (
chiaramente derivativo da Resident Evil). I ragazzi di
Toadman Interactive hanno quindi ben pensato di prendere lo scheletro dei Souls, per poi agghindarlo con
un’estetica sci-fi, aggiungendoci le armi da fuoco e dando così alla luce il loro
Immortal: Unchained. Ma sarà bastato questo per portare a casa un risultato soddisfacente? Come al solito vi basterà proseguire con la lettura per scoprirlo. Prima, però, vi ricordiamo che
Immortal: Unchained sia
disponibile per PlayStation 4, Xbox One e Pc al prezzo lancio di
circa 50 euro. Buona lettura!
Basterà imitare un brand famoso per portare a casa un titolo più che dignitoso?!
Versione testata: PlayStation 4
L’ultimo immortale?
La storia di Immortal: Unchained parte da una base più che interessante
Il comparto narrativo di Immortal: Unchained parte da un presupposto tanto semplice, quanto interessante. Nei panni di un guerriero immortale, riusciremo a fuggire da una futuristica prigione per venire poi reclutati da un misterioso individuo per una missione ancora più oscura: scongiurare una pericolosa catastrofe prima che ponga fine alla vita per come la conosciamo. Peccato, però, che la trama non sia sviluppata nel migliore dei modi, relegando a qualche breve dialogo e alle poche cut-scene l’evolversi degli eventi. Se i dialoghi possono essere funzionali, nella loro assoluta semplicità, purtroppo non si può dire lo stesso degli intermezzi animati, realizzati tramite un particolare stile visivo (simile ad alcuni cortrometraggi targati Blizzard) che non valorizza a dovere le buone illustrazioni realizzate dai concept artist.
E per quanto riguarda la lore?!
Il nostro protagonista risulta a dir poco amorfo
Vista l’impronta simile alla serie Souls, ci si poteva aspettare un appagante approfondimento sull’universo di gioco tramite l’analisi degli oggetti o attraverso qualche altra soluzione narrativa.
Immortal: Unchained, invece, decide di non introdurre niente di tutto questo. Le varie informazioni di lore, infatti, vengono date tramite
speciali manufatti con i quali potremo interagire nei vari livelli. Un metodo a nostro parere più semplice, ma che, allo stesso tempo, non permette di mascherare a dovere la
scarsa cura riposta nella scrittura della trama. Del tutto inesistente, infine, la caratterizzazione del protagonista, che risulta a tutti gli effetti
amorfo e incapace di creare un qualche tipo di empatia col giocatore (per quanto non richiesta da questa tipologia videoludica).
Kiss Kiss, Bang Bang
Il gunplay è sicuramente la cosa meno riuscita di tutta la produzione
Come dicevamo nel paragrafo di apertura, esistono titoli che prendono gran parte delle meccaniche da altre serie, per poi introdurle in un ambiente del tutto nuovo, riuscendo a portare a casa un risultato più che decoroso.
Ecco, questo non è il caso di Immortal: Unchained. Il titolo firmato Toadman Interactive, infatti,
non riesce a sfruttare a dovere l’inserimento della meccanica delle armi da fuoco, ondeggiando il più delle volte tra il “mediocre” e il “fastidioso”. Nonostante i nostri avversari riescano facilmente a colpirci con i loro colpi, il nostro eroe sarà spesso dotato di
armi che, misteriosamente,
non riusciranno a raggiungere gli avversari presenti nel nostro campo di visione. Questo purtroppo ci costringe ad avvicinarci e a
ingaggiare combattimenti molto più ravvicinati del previsto, risultando facili bersagli per tutti quegli avversari che, provenienti da tutti i lati, non vedono l’oro di crivellarci con i loro proiettili. A questo va aggiunta una
scarsissima varietà di nemici, con spesso gli stessi punti deboli
(un blocco luminoso dietro la schiena) e forti di un
calcolo delle hitbox talvolta impreciso. Ci è capitato spesso, infatti, di mirare alla testa dei nostri avversari, ma di vedere il nostro danno impattare con il petto del malcapitato di turno, rendendo alcuni scontri estremamente tediosi.
Fortunatamente, Immortal: Unchained non è tutto da buttar via!
Il Level Design, invece, ci ha convinti al 100%
Se i
checkpoint talvolta sembrano messi a caso, non si può dire lo stesso del
level design, che ci è sembrato quasi sempre
curato e interessante, permettendoci, proprio come nei Souls, di aprire scorciatoie per evitare il nemico più insidioso di questo genere videoludico: il backtracking. Invariato dalle opere di Miyazaki è il
sistema dei “falò” (qui sotto forma di un monolite) e
la gestione delle “anime” (chiamate “bit”), ma ci è sembrato sposarsi egregiamente con l’atmosfera generale del titolo.
Molto interessante, invece, la possibilità di potenziare le armi, permettendoci così di ampliare e modificare il nostro arsenale in base all’esigenza e in base alla tipologia di nemici da affrontare. In definitiva, quantomeno a livello ludico,
Immortal: Unchained non può dirsi tra i migliori titoli di questa categoria videoludica, ma, allo stesso tempo, non possiamo non evidenziare alcuni elementi di notevole qualità all’interno della produzione.
Suo figlio è intelligente, ma non si applica.
Da un punto di vista estetico, Immortal: Unchained è molto complesso da analizzare
Da un punto di vista estetico, Immortal: Unchained è molto complesso da analizzare. Le possibilità offerte dal team di sviluppo sono anche interessanti, permettendo al giocatore di
creare un proprio avatar attraverso un discreto editor del personaggio. Il problema, però, è che difficilmente riuscirete a trovare un design che sappia soddisfarvi del tutto, a causa di alcune scelte stilistiche/cromatiche davvero sgradevoli. Sia chiaro, non sto parlando di una critica a livello soggettivo (è lecito che possa piacere a qualcuno), ma di una
mancanza oggettiva di coerenza tra ambiente di gioco, avversari e character design del protagonista. Proprio i suddetti nemici, inoltre, non riescono a stupire minimamente e, dopo qualche ora di gioco, vi renderete conto di star affrontando
creature troppo simili tra di loro. A questo vanno aggiunte delle
animazioni estremamente sottotono e un fastidioso effetto “pattinaggio” da parte del nostro protagonista. Discorso molto simile per le cut-scene realizzate tramite disegni che, vuoi per il poco budget o vuoi per scelta stilistica, risultano
interessanti come illustrazioni, ma
animate talmente poco (e male) da risultare sgradevoli.
Nella media il comparto sonoro, con una colonna sonora riuscita, ma non memorabile, e con una serie di effetti audio che non fanno certo gridare al miracolo. Insomma: anche dal punto di vista tecnico,
Immortal: Unchained non riesce a elevarsi dalla mediocrità.
Verdetto
6.5 / 10
Di che titolo stavamo parlando?!
Commento
Pro e Contro
✓ Incipit e atmosfera più che validi
✓ Level Design curato
✓ Riesce a intrattenere, nonostante tutto
x Narrativamente povero
x Gunplay a dir poco fastidioso
x Incapace di stupire
x Tecnicamente poco sotto la media
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