I crossover si sa, nel mondo videoludico sono sempre un argomento scottante. Il problema non è tanto il creare qualcosa qualcosa che vada incontro al volere dei fan quanto nel far collimare due stili solitamente opposti e creare qualcosa di paradossalmente convincente. Negli anni sono stati molti gli esperimenti che hanno accomunato due o più saghe nello stesso titolo con risultati più o meno convincenti. Capcom, in questo è una delle software house pioniere, specialmente in ambito picchiaduro e guarda caso oggi di nuovo sotto i riflettori di un singolare mashup che vede protagonista il suo avvocato di punta Phoenix Wright, proveniente dalla serie Ace Attorney, con il pacato gentiluomo Hershel Layton, il professore di casa Level5, due delle icone ludiche dell’epoca d’oro del Nintendo DS Ma vediamo se Il Professor Layton Vs. Phoenix Wright: Ace Attorney, in uscita in esclusiva su Nintendo 3DS è riuscito a mantenere le attese.
L’iter è il solito. Si comincia con una lettera, l’ennesima richiesta di aiuto per il Professor Layton e il suo spigliato apprendista Luke Triton. Siamo a Londra, in una notte come tante, quando la tranquilla serata dei due risolutori di enigmi più famosa di sempre viene bruscamente interrotta dall’arrivo di Luna Minstrel, una ragazza in fuga e bisognosa d’aiuto. Con lei una lettera di Sebastian Fate, ex studente del professore al quale chiederà di proteggere Luna. Layton, da gentiluomo qual’è non si tira indietro e si troverà dopo pochi attimi invischiato fino al collo in un nuovo caso fatto di magia, misteri e streghe. Ma Layton e Luke non saranno i soli che avranno a che fare con questa fantomatica strega che perseguita la ragazza. Anche il famoso avvocato Phoenix Wright, accompagnato dalla sua inseparabile assistente e sensitiva Maya Fey, in viaggio a Londra come rappresentanti ad un convegno della Federazione Internazionale degli Avvocati, si troverà suo malgrado a dover difendere Luna da un’accusa di furto ed aggressione.
L’inizio della storia getta il giocatore in uno stato di confusione narrativa creando due prologhi separati che a parte la presenza di Luna Minstrel, hanno ben poco in comune. Entrambi i cappelli introduttivi però termineranno con l’arrivo delle due coppie nella surreale cittadina di Labirintia, una città dall’aspetto medioevale, sospesa nel tempo e nelle tradizioni, dove la magia è reato e il suo sovrano, il Narratore, è artefice della storia e della vita dei suoi abitanti. Nemmeno il tempo di ambientarsi che subito dovremo preoccuparci di un problema ancora più grande, salvare Luna dall’accusa di stregoneria e fare luce su i molti misteri che avvolgono la città di Labirintia, come ad esempio chi si nasconde dietro la figura della Grande Strega Arcana che da anni terrorizza gli abitanti della città o il segreto dietro alla figura del Narratore.
Come accennato qualche riga sopra, il giocatore inizierà dai due prologhi che serviranno da introduzione per le due coppie di protagonisti e da tutoria per prendere confidenza con i comandi. Si partirà con Layton e Luke dove la formula di gioco sarà la stessa identica della serie Professor Layton. Tramite la mappa a nostra disposizione sarà possibile spostarsi fra le varie location, ognuna delle quali popolata da bizzarri soggetti che, immancabilmente, ci proporranno i loro problemi sotto forma di enigmi da risolvere per poter proseguire. Ogni enigma avrà una difficoltà variabile in base al numero di Picarati (la ricompensa usata all’interno della serie di Layton) assegnati che ne stabilisce il grado d’impegno. I vari misteri da risolvere impegneranno il giocatore su più fronti, con quesiti che si baseranno sul colpo d’occhio o sulla logica spingendolo a riflettere per arrivare alla risoluzione. In caso di difficoltà, si potrà utilizzare una o più monete aiuto per sbloccare uno dei suggerimenti disponibili per un massimo di 4, che apriranno la strada verso la risposta. Le monete aiuto sono facilmente reperibili all’interno delle schermate di gioco, ben nascosti nel fondale. Basterà un colpo di stylo su un elemento sbrilluccicante del background per collezionare una delle preziose monete. Le sezioni di Layton, nell’economia del gioco, serviranno per preparare ad affrontare le classiche Trial Court di Ace Attorney, interrogando i possibili testimoni e analizzando la scena del crimine per cercare prove da usare nei processi.
Qua lo stile di gioco si ripresenta in maniera non troppo dissimile a quanto abbiamo imparato a conoscere in Ace Attorney. Nei panni si del caro “Nik” e assistito da Maya dovremo tener testa all’accusa per difendere e scagionare il nostro difeso di turno. Si inizierà con la deposizione dei testimoni al quale seguirà il nostro contro interrogatorio, nel quale potremo incalzare con domande e prove per trovare incoerenze nella testimonianza da usare a nostro vantaggio per la risoluzione del caso.
Essendo il gioco ambientato in un mondo equiparabile a quello del medioevo mancheranno alcune caratteristiche tipiche della serie come analisi delle impronte digitali o del DNA, prove fotografiche e il supporto della scientifica. A colmare questa lacuna ci sarà però l’utilizzo in aula di alcune ricostruzioni grafiche fatte da un illustratore del tribunale sulla base dei fatti accaduti e la possibilità di utilizzare il Grande Grimorio, un libro ne quale sono racchiusi tutti i più grandi segreti sulla magia e che si rivelerà un’arma eccezionale. Non manca neppure una piccola novità che viene introdotta per l’occasione, come quella delle testimonianze multiple. Infatti Phoenix si troverà ad ascoltare più testimoni contemporaneamente. Tutto funzionerà come sempre con il resoconto di ogni persona che racconteranno il loro punto di vista. Durante il contro interrogatorio dovremo però assistere alle reazioni dei vari partecipanti della deposizione e tramite un apposito selettore, scegliere la persona che ci sembra in quel momento turbata o contrariata, così da smentire la dichiarazione appena fatta ed avvicinarci sempre di più alla verità.
Altra novità è legata alle Monete Aiuto di Layton, utilizzabili nel caso non riuscissimo a venire a capo dell’interrogatorio, offrendoci lo spunto su quale prova mostrare alla corte e in quale momento intervenire evitando di commettere errori e di venire penalizzati dal giudice, cosa che, superata la soglia dei 5 richiami, il processo si interromperà, costringendoci a ricominciare da capo o da un salvataggio precedente.
Lo sviluppo di Professor Layton Vs. Phoenix Wright procede fin dall’inizio per comparti stagni. Ogni capitolo del gioco, su i dieci necessari per portare a termine l’avventura, alterna in maniera distinta e ben delineata le due fasi di gioco “alla Layton” e alla “Ace Attorney”. Se da un lato, vista la natura delle due serie, appartenenti entrambe al genere delle visual novel sebbene con due approcci diversi, fa sembrare quasi naturale la scelta di affiancare i due gameplay, pur mantenendo un certo distacco, dall’altro forse si sentiva la necessità di fare un po’ di più. Intendiamoci, la formula di gioco è ben collaudata e sarà facilmente apprezzabile, sia dai fan storici delle due serie che da chi decida di avvicinarsi al genere per la prima volta, ma forse uno sforzo stilistico sul lato del gameplay sarebbe stato non solo accettabile ma anche preferibile. Tra l’altro rispetto ai capitoli classici di entrambe le saghe, Professor Layton Vs. Phoenix Wright propone un livello di sfida leggermente più basso, specialmente per quanto riguarda gli enigmi di Layton, e per i quali vale lo stesso discorso fatto anche con l’ultimo capitolo, nel quale si sente una certa stanchezza cronica e un senso di già visto per i puzzle proposti, rendendo abbastanza sbrigativa la risoluzione per chi mastica abitualmente la serie.
In ultima analisi abbiamo una durata del gioco che va ben oltre le aspettative, e che necessita di un arco di ore che oscilla fra le 30 e le 40 per essere completato in ogni sua parte, cifra indicativa che può variare in base all’abilità del giocatore. Unico appunto da fare alla storia, che si rivela interessante e ricca di diversi colpi di scena, più o meno prevedibili, e un cast di personaggi ottimamente caratterizzati è nella durata stessa, che potrebbe in qualche caso dare la sensazione di tirare i fatti troppo per le lunghe e rischiare di far perdere interesse nel giocatore, specialmente durante le interminabili fasi in tribunale. Una volta arrivati all’inevitabile epilogo si renderanno disponibili alcuni contenuti extra, che consentiranno di accedere alle gallerie del gioco, alla collezione dei video e alle musiche che accompagneranno il corso della nostra avventura e saranno sbloccabili utilizzando i Picarati ottenuti nel gioco. Sempre nel post game diventerà accessibile la voce Contenuti Speciali, che permetterà di scaricare degli episodi speciali sotto forma di DLC (al momento in cui scriviamo non sono ancora stati resi disponibili) che andranno ad aggiungere nuovi contenuti al gioco. Anche sul piano grafico Professor Layton Vs. Phoenix Wright si mantiene abbastanza fedele a quanto visto negli episodi precedenti delle rispettive serie d’appartenenza.
Uno altro dei dubbi esistenziali nato dopo l’annuncio di questo cross over riguardava appunto il lato tecnico del gioco, o meglio quello artistico delle due produzioni. Pensare al mondo di Layton, da sempre ispirato alla Belle Epoque contrapposto a quello più attuale di Ace Attorney, che affida il suo estetismo ad un tratto marcatamente giapponese in pieno stile anime, era forse uno dei bocconi più difficili da digerire. Va detto, che pur mantenendo ben una netta distinzione fra le due serie a livello di characters design, non solo per i protagonisti ma anche per i personaggi di contorno, la scelta di ambientare in gioco in un mondo “antico” come quello di Labirintia ha reso meno duro lo stacco fra i due giochi, concedendosi libertà stilistiche altrimenti difficili da far coesistere insieme.
Quindi troviamo dei buoni modelli 3D per quanto riguarda i personaggi su fondali anch’essi tridimensionali ma realizzati in maniera da sembrare dei quadri animati. Nonostante l’uscita Europea prevista per il 28 Marzo, l’uscita originale in terra giapponese risale al 2012, ponendosi quindi cronologicamente rispetto a Professor Layton e l’Eredità degli Aslant e Ace Attorney 5: Dual Destinies. Questo, se sul lato della narrativa, non influisce minimamente essendo un prodotto assolutamente stand alone sul versante grafico si nota la mancanza di certe trovate presenti negli ultimi capitoli. Per esempio le varie schermate che dipingono la città di Labirintia, seppur realizzate in maniera ottimale risultano leggermente sottotono rispetto al lavoro svolto nell’ultimo Layton, specialmente nel caso del 3D stereoscopico, che trasformava ogni ambientazione in splendidi diorami tridimensionali. Lo stesso lo si può vedere anche nei modelli 3D di Phoenix e soci, fedeli alla controparte 2D ma meno definiti e con molte meno animazioni rispetto all’ultima iterazione. Resta il fatto che comunque ci troviamo di fronte ad un prodotto di qualità che rispetta pienamente ogni qualsiasi aspettativa. Professor Layton Vs. Phoenix Wright è infarcito anche di numerose sequenze animate che faranno da collante fra le varie sezioni esplorative, rendendo lo sviluppo della storia ancora più piacevole ed immersivo.
Intoccabile invece il comparto sonoro che fonde insieme il meglio delle due produzioni offrendo arrangiamenti di alcuni dei temi più famosi adattandoli allo spirito quasi fiabesco che si respira nel gioco. Troviamo inoltre un adattamento sia per quanto riguarda i testi sia per il doppiaggio in italiano. Se da un lato la serie di Professor Layton ci ha abituati ad un ottimo voice acting, Ace Attorney ha sempre lesinato sotto questo aspetto, se non nell’ultimo capitolo, concedendocene però solamente uno in lingua inglese. La qualità delle voci scelte di per se è buona, ma soffre di un fastidioso problema relativo alla pochezza di doppiatori, fattore che porta ad avere in più occasioni lo stesso doppiatore a prestare la voce, senza troppe alterazioni del caso, a più personaggi e negli stessi momenti, cosa che disturba e non poco.
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