Recensione Human Resource Machine (iOS)

Tomorrow Corporation fino a questo momento è riuscita sempre a confezionare titoli in grado di adattarsi quasi alla perfezione alle diverse piattaforme, dal Wiimote di Wii alla combo mouse e tastiera del PC, non disdegnando nemmeno qualche sortita su mobile. Era inevitabile quindi che anche l’ultima fatica dello studio indipendente, Human Resource Machine (di cui vi abbiamo già parlato in occasione dell’uscita su Wii U), arrivasse anche sull’App Store di iOS, cercando di ripercorrere con successo una strada già battuta da World of Goo e Little Inferno. Vediamo con che risultati.

Versione testata: iOS (iPad Air)

Ci sono 10 tipi di persone: quelle che capiscono il binario e quelle che non lo capiscono
Human Resource Machine “racconta” (motiveremo le virgolette tra un momento) la storia di un semplice dipendente che, anno dopo anno, lavora per un’azienda che si occupa di una mansione apparentemente semplice: prelevare delle scatole da un nastro in ingresso e posizionarle su un nastro in uscita. Ogni livello del titolo (e di conseguenza ognuno degli enigmi proposti da Tomorrow Corporation) rappresenterà un anno passato all’interno della compagnia, cui ogni tanto si intervallano delle pause caffè, brevi cutscene che fanno accenno a quanto sta succedendo al di fuori dell’azienda, dove il mondo è apparentemente minacciato da un’invasione di macchine immobili che mirano a soggiogarne la popolazione. Come detto però si tratta comunque di questioni che rimangono in massima parte sullo sfondo, lasciando in primo piano i compiti che, livello dopo livello, il giocatore è chiamato a svolgere (e risolvere) per proseguire con la sua carriera in azienda.

Una volta i computer avevano la memoria corta
Avete mai voluto imparare a programmare a basso livello?
Come già accennato, lo scopo del personaggio interpretato dal giocatore sarà quello di prelevare delle scatole da un nastro e depositarle sull’altro. A complicare il compito però interverrà fin da subito il “set di istruzioni” a disposizione: non si ha infatti un controllo diretto sulle azioni del dipendente, ma i comandi verranno impartiti tramite una lista di istruzioni semplici posizionata sulla destra dello schermo, attraverso la quale bisognerà riuscire a “scrivere” la routine adatta a portare al termine la consegna ricevuta. Se avete un po’ di familiarità con la programmazione lo scenario vi sembrerà decisamente familiare: Human Resource Machine di fatto non è altro che un adattamento ludico di un linguaggio di programmazione a basso livello, più vicino alla macchina che all’uomo e quindi privato del classico “zucchero sintattico” e di istruzioni più avanzate tipiche dei linguaggi più moderni. All’inizio il dipendente potrà utilizzare esclusivamente delle operazioni di “Inbox” (prelievo della scatola dal nastro di input) e “Outbox” (consegna della scatola sul nastro di output), ma fin da subito i compiti assegnati diventeranno più complicati e di pari passo andranno ad aggiungersi istruzioni come salti (sia incondizionati che provvisti, in seguito, della condizione “jump id zero”), addizioni, sottrazioni e anche operazioni per “leggere” e “scrivere” da e su piastrelle al centro della stanza (che, in pratica, vanno a simulare i classici registri di memoria). Si passerà così dal dover semplicemente riportare le scatole in input sul nastro di output a task più impegnativi, come per esempio consegnare il risultato della moltiplicazione del numero disegnato su due pacchi, evitare di consegnare duplicati, scartare eventuali zeri o, ai piani più avanzati dove le lettere vanno a sostituire i numeri, operazioni sulle stringhe come riscrivere in output l’input al contrario o scartare le vocali dal contenuto. Insomma, veri e propri esercizi di programmazione, da affrontare con degli strumenti tutto sommato limitati e proprio per questo capaci di regalare una sfida dannatamente impegnativa anche a chi di programmazione magari si intende di più; questi magari possono essere più avvantaggiati rispetto all’utente “medio” a digiuno sull’argomento perché ha già familiarità con alcuni termini e con l’approccio al problema, ma bisogna dire che alla fine dei conti Human Resource Machine rimane comunque un gioco basato essenzialmente sulla logica (come d’altra parte lo è la programmazione). Una logica forse sui generis e con cui un “non addetto ai lavori” non si è mai dovuto confrontare, ma che comunque una volta comprese regole e strumenti (e seguendo l’approccio trial and error tipico del debug) può essere compresa anche da chi non ha studiato programmazione.

Ottima sfida, ma se si punta al 100% ci vuole impegno
Tomorrow Corporation, se la sfida messa sul piatto non fosse comunque sufficiente a suscitare l’interesse del giocatore, ha poi aggiunto per ogni livello due sfide di ottimizzazione: queste richiedono (anche in due tentativi distinti e non per forza contemporaneamente) di scrivere il programma che poi il dipendente andrà ad “eseguire” utilizzando meno di un certo numero di istruzioni, e di riuscire a completare il compito entro un dato numero di “passi” di esecuzione (tenendo conto quindi anche dei cicli). Non mancano infine anche alcuni livelli (opzionali) avanzati, dove le richieste si complicano a prescindere dalle sfide di ottimizzazione: insomma, portare a termine Human Resource Machine alla fine dei conti è una sfida sicuramente impegnativa, che può essere resa più ostica a piacere qualora si punti al completamento al 100% di tutti i livelli, sfide incluse (magari ottimizzando entrambi gli aspetti allo stesso tempo).

I veri pro usano la linea di comando
Ottimo adattamento dei controlli
Dal punto di vista visivo Human Resource Machine, in questa incarnazione per iPad, è in linea con quanto espresso in occasione della recensione su Wii U: il titolo conserva lo stile dalle tinte burtoniane tipico di Tomorrow Corporation, senza particolari sbavature anche dietro al display retina dei dispositivi Apple. Buono anche l’adattamento dei controlli, che permette di selezionare con le mani le istruzioni da andare ad inserire nel programma per poi spostarle o rimuoverle trascinandole direttamente sullo schermo, oltre che di scrivere “a mano libera” etichette e commenti per il codice. Non possiamo che ripeterci anche per quanto riguarda la colonna sonora, scarna e un po’ sottotono rispetto a quanto lo sviluppatore ci aveva abituati nelle precedenti iterazioni.

Verdetto
8 / 10
Sempre meglio del Visual Basic
Commento
Human Resource Machine è un titolo a modo suo perfetto per la fruizione su mobile, sopratutto se si ha a disposizione un device dove le dimensioni dello schermo sono più generose come un iPad: nessun affanno e nessun limite di tempo, solo una serie di problemi da risolvere ed un set di istruzioni elementari da utilizzare per creare soluzioni più o meno complesse. La sfida, già di per se abbastanza impegnativa, poi si impenna quando ci si cimenta nei livelli opzionali o si cerca di portare a casa il risultato completando anche le due sfide di ottimizzazione di cui ogni livello del gioco è provvisto, con il risultato di creare un prodotto dove un "addetto ai lavori" può avere qualche vantaggio rispetto all'utente "babbano", ma in ogni caso bisogna usare la testa per arrivare in fondo.
Pro e Contro
Sfida stimolante
Prezzo indovinato
Ottimo adattamento dei controlli

x Richiede impegno, specie se si punta al 100%
x Colonna sonora ancora sottotono

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