Recensione Hearthlands

Anna Carlin ha 27 anni, e il suo primo videogioco è stato l’originale Prince of Persia su Macintosh LC. Ha una passione per giochi con elementi sandbox e creativi, ed è tanto appassionata quanto incapace con gli RTS. Laureata in Scienze Naturali, ha deciso di lasciare l’ambiente universitario e tentare di seguire la sua seconda passione, il mondo dei videogame. Nel tempo libero legge fantascienza (sugli scaffali, ha i libri parcheggiati in doppia fila). Studentessa del corso di Game Design della Scuola Internazionale di Comics, Anna è qui alla sua prima prova come recensore.
 

Da poco uscito dall’Early Access, Hearthlands è un gioco RTS/city building a tema medievale sviluppato da Sergio & Simon che, sia nelle meccaniche che nella grafica bidimensionale isometrica, si ispira fortemente alla serie Caesar e a Il Signore Dell’Olimpo: Zeus, pubblicati da Sierra Entertainment. Hearthlands è disponibile in esclusiva per il mercato PC e combina elementi classici di pianificazione e gestione delle risorse con generazione procedurale di mappe e nemici.

Salve, Sire!
La fondazione di un regno comincia da una fila di capanne e da una migrazione di speranzosi vagabondi
La fondazione di un regno comincia da una fila di capanne e da una migrazione di speranzosi vagabondi. Come regnante, dovrete provvedere a raccogliere materie prime e creare industrie, collegando il tutto con un funzionale sistema di distribuzione che provveda agli abitanti le necessarie risorse e amenità per migliorare il proprio stile di vita, alzare il livello delle abitazioni e far crescere la popolazione. Il giocatore non ha il comando diretto dei cittadini, trae invece dalla serie di Caesar il sistema dei “walker”, noto, non sempre positivamente, agli amanti del genere. Fortunatamente Hearthlands riesce a catturare l’essenza del sistema ma rimuovendo le peggiori frustrazioni: i “camminatori” inviati dalle industrie e dai mercanti non procedono alla cieca ma sono in grado di orientarsi per le strade in maniera intelligente per raggiungere tutti gli obiettivi coperti nel raggio di effetto dell’edificio di origine. Heartlands offre una ridotta selezione di missioni per familiarizzarsi con i sistemi di gioco, che comprendono la possibilità di stabilire rotte commerciali con i propri vicini, la creazione di una propria milizia con più tipi di unità, e un sistema di magia, i cui incantesimi permettono un intervento immediato e potente in caso di calamità.

Andiamo a comandare!
Iniziando da zero, il giocatore può prefissarsi i propri scopi o dedicarsi a quelli suggeriti dallo sviluppatore con i trofei
La modalità sandbox di Hearthlands è l’elemento di gameplay più approfondito. Essa, infatti, permette una vasta gamma di personalizzazioni, dall’aspetto del proprio ritratto e bandiera, alla presenza di risorse e pericoli sulla mappa, generata casualmente. Iniziando da zero, il giocatore può prefissarsi i propri scopi o dedicarsi a quelli suggeriti dallo sviluppatore con i trofei. Soltanto con un vasto impiego di tempo e risorse i regnanti più abili saranno in grado di raggiungere i più difficili, ad esempio raccogliere una potenza militare in grado di assaltare e distruggere la fortezza del drago. Ma è possibile anche disattivare nemici e disastri e dedicarsi al commercio e al city building, ci sono sufficienti elementi estetici per creare una città gradevole e prosperosa. Se la parte più avanzata del gioco presenta diversi obiettivi e un gameplay dinamico e talvolta frenetico nel cercare di mantenere l’equilibrio nelle proprie risorse, purtroppo lo stesso non si può dire dell’inizio partita, il quale si svolge in modo simile ogni volta. Sebbene esista una scelta tra quattro culture in grado di sostenersi con risorse diverse (taluni preferiscono allevare maiali e affumicare salsiccie, altri -inesplicabilmente- preferiscono frutta e pagnotte) a ogni nuova partita la prima ora di gioco è ripetitiva, dedicata all’avvio di industrie di base, con lunghi tempi morti passati ad aspettare che questo o quel materiale si accumuli. Esistono alcuni aspetti non ben rifiniti. Non esiste un pulsante di annullamento se si sbaglia a posizionare un edificio. I carrettieri misteriosamente preferiscono scaricare nel deposito più lontano della città anziché quello adiacente. Le prime risorse che si incontrano sono più approfondite (esistono 8 tipi di cibo e 4 diversi alcolici) mentre per i livelli più alti ci si ritrova a procurare stivali… e cuscini.

Un mondo vivo, ma non troppo
Se si ha la pazienza di spingersi oltre le prime fasi c’è una soddisfazione viscerale nel gestire una città complessa
In generale è il lato tematico del gioco che lascia a desiderare: le città vicine sono casualmente generate, e così gli avvenimenti di gioco, mentre il mondo è popolato da generici mostri fantasy come goblin e ragni giganti, gli abitanti principalmente bofonchiano un “uh?” se cliccati. Riesce difficile non continuare a confrontare con la serie della Sierra, con le sue splendide ambientazioni storiche, campagne ricche di narrativa e leggende, e abitanti chiacchieroni e impudenti. Ciononostante dal punto di vista meccanico se si ha la pazienza di spingersi oltre le prime fasi c’è una soddisfazione viscerale nel gestire una città complessa, bilanciando dinamicamente le risorse come un gioco di piatti cinesi. Aiutano i miglioramenti all’intelligenza artificiale dei camminatori che abbiamo menzionato prima, ma anche un UI ben ideato che, per esempio, non solo mette in evidenza la quantità di ogni risorsa disponibile nella città, ma aggiunge di quanto stanno variando, così che non si viene presi alla sprovvista quando qualcosa sta per venire a mancare. Altra dimensione assolutamente migliorata è quella militare, con diversi tipi di unità aventi le proprie debolezze e resistenze. Si possono dirigere di persona le battaglie nel proprio territorio, aiutati dalle proprie fortificazioni e senza dimenticare la possibilità di scagliare incantesimi dall’alto.

Tra colori e musiche medievali
La grafica semplice e colorata risulta essere perfetta per un titolo come Hearthlands
La grafica è colorata e brillante, dal lato artistico un po’ retro e cartonesca. Ai massimi livelli di ingrandimento perde definizione, ma ciò non è rilevante durante il normale gameplay. Le musiche di sottofondo hanno un’intensa atmosfera medievale che bene si adatta al gioco, e sono, se non memorabili, piacevoli da ascoltare anche nelle lunghe tempistiche di gioco. Non esiste ancora una traduzione italiana, ma si tratta comunque di un lessico basilare e che non va ad incidere troppo sulla valutazione finale.

Verdetto
8 / 10
Recensione di Anna Carlin in occasione del corso di Game Design 2016/2017
Commento
Hearthlands, considerate le risorse limitate del team di sviluppo, si presenta come un gioco perfettamente solido con una profondità degna di esplorazione, ma l'investimento di tempo che necessita sarebbe più godibile se l'ambientazione avesse più personalità e unicità. Un plauso particolare per il comparto grafico e sonoro che, nella sua semplicità, riesce comunquea non dare fastidio e a farsi apprezzare senza annoiare mai. Ci sentiamo, quindi, di consigliare l'acquisto del titolo targato Sergio & Simon non solo agli appassionati dei titoli gestionali in pieno stile Sierra, ma anche a colore che vogliono avvicinarsi per la prima volta a questo particolare genere videoludico.
Pro e Contro
Adatto ai nostalgici di Caesar e Zeus
UI comodo e intelligente
Grande personalizzazione

x Ambientazione vaga
x Carente dal punto di vista narrativo
x Molti tempi morti

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