Recensione God Eater 2: Rage Burst

Bandai Namco Entertainment pubblicava in Giappone, nell’ormai lontano 2013, God Eater 2, un hunting game da contrapporre alla famosa saga di Capcom, Monster Hunter. È stato poi realizzata una versione migliorata del gioco, intitolata God Eater 2: Rage Burst, rilasciata sul suolo occidentale il 30 Agosto su PlayStation 4, PlayStation Vita e PC, con incluso nel prezzo anche il remake del primo, God Eater: Resurrection.

 

Versione testata: PC Windows (via Steam)

Non saranno fatte menzioni alla modalità online offerta da God Eater 2: Rage Burst in quanto, almeno su PC, non siamo mai stati in grado di trovare un party disponibile. Sembra però che sulle piattaforme di casa Sony la situazione sia leggermente migliore.
Morte agli Aragami
Le vicende di God Eater 2: Rage Burst hanno inizio in un mondo devastato dalla minaccia degli Aragami, creature demoniache che seminano il panico tra la popolazione. A questi si aggiunge anche la pericolosità della “pioggia rossa” che, al contatto, provoca la “peste nera”, malattia mortale ed estremamente contagiosa. A difesa delle città/villaggi, si sono formate delle divisioni di soldati speciali, i God Eater, in grado di affrontare ed eliminare i nemici. Tuttavia, alcuni esemplari, chiamati Psion, risultano essere più forti degli altri, al punto da richiedere lo sviluppo e la nascita di un’unità particolare, la Blood Unit. Tutta la trama si sviluppa secondo cliché più o meno ovvi, con personaggi decisamente stereotipati ma che sapranno comunque fare breccia nell’animo del giocatore. Mancano quindi colpi di scena di forte impatto a causa della loro elevata prevedibilità, riuscendo comunque a garantire un seguito delle vicende più che godibile per le circa 30-35 ore di gioco necessarie al completamento dello Story Mode, il tutto è realizzato con una suddivisione in missioni, ciascuna appartenente ad uno specifico livello di difficoltà.

 

Ammazzali tutti
Il giocatore avrà a disposizione un hub di gioco con cui potrà modificare/migliorare il proprio equipaggiamento, far apprendere nuove abilità ai propri alleati, acquistare oggetti e materiali dal mercante oppure accedere al database per ottenere informazioni varie sui nemici o sulle meccaniche di God Eater. Qui sarà possibile, inoltre, accettare incarichi suddivisi, in linea di massima, in tre categorie ovvero “Normale”, da cui si accede prevalentemente alla story mode, “Difficile”, che mette a disposizione una serie di missioni libere più impegnative ma senza esagerare e “Sfide”, il cui nome fa ben presagire la difficoltà proposta. Saltuariamente saranno inoltre messe a disposizioni le “Special Quest”, utili ad ottenere oggetti rari.

 

Ogni personaggio avrà a disposizione un God Arc, arma che sarà utilizzabile per parare e per gli attacchi sia a corto sia a lungo raggio. Di ognuno ci saranno varie categorie, rappresentanti un preciso stile di gioco. Il giocatore si ritroverà quindi a decidere cosa si adatta maggiormente alle proprie capacità, con spiegazioni a riguardo non troppo esaustive. Assai interessante è invece la gestione dei proiettili, grazie alla presenza di un editor che vi permetterà di realizzare ciò che fa per voi. Purtroppo però c’è una complessità nello sviluppo eccessivamente elevata e sono assenti tutorial utili. Tutto ciò, almeno nel nostro caso, si è tradotto con la necessità di utilizzare esclusivamente i proiettili fornitici col progredire del gioco. Assai deludente è invece il sistema delle parate, che spesso finisce con l’essere superfluo e veramente poco preferibile rispetto alla schivata o al salto, che meglio si adattano alle potenziali situazioni in combattimento.

Nel momento in cui si accetta una missione, è possibile scegliere i propri compagni di squadra (fatta eccezione per alcune story quest dove invece il party sarà fisso), più un support e alcuni strumenti che daranno vari bonus nel corso del combattimento. Sul campo di battaglia vero e proprio, ciascuno dei nostri eroi avrà una propria barra degli HP, una per il Vigore, una per i Punti Oracle e una per la Durata. Quando gli HP scendono a 0, il personaggio sarà momentaneamente al tappeto e dovrà “riprendersi”, avendo a disposizione due opzioni. Partendo dal presupposto che entrambe scaleranno punti dalla propria Durata, in un caso verremo curati da un nostro alleato tramite un Aiuto di collegamento, nell’altro invece occorrerà aspettare la fine di un timer che ci farà ripartire dall’inizio della mappa. L’Oracle invece è la risorsa utilizzata per sparare in battaglia e potrà essere recuperata attaccando e/o “divorando”, operazione che spiegheremo meglio nelle prossime righe. Il Vigore sarà invece utilizzato per correre, parare, schivare e saltare e il suo recupero è automatico nel tempo. Per quanto riguarda la divorazione prima citata, invece, si tratta di attacco effettuabile contro i nemici in modo “stand-alone” oppure durante una combo. Così facendo, si recupereranno alcuni Punti Oracle, si riceverà un proiettile speciale e si attiverà il Rage Burst, che attiverà automaticamente una lunga serie di abilità passive installate sul proprio equipaggiamento.

 

Libera il Blood Power
I membri della Blood Unit, e solamente loro, avranno a disposizione un ulteriore boost: il Blood Power. Si tratta di un potere speciale che garantisce vari effetti, come l’attirare l’attenzione dei nemici o aumentare l’attacco per qualche minuto. Mentre per i nostri alleati questo sarà predefinito e non modificabile (così come il resto dell’equipaggiamento), quello del nostro protagonista dipenderà dall’arma utilizzata, più una lunga serie di specializzazioni che garantiscono effetti differenti.

 

Ogni personaggio giocabile, che sia un combattente o un membro di supporto, avrà a disposizione una lista di abilità passive. In generale, queste sono più o meno identiche per tutti, esclusione fatta per alcune peculiari. Nel caso dei nostri alleati, basterà spendere PA, ed eventualmente PAG, ottenuti completando le quest, per apprenderle e poi semplicemente equipaggiarle. Nel caso del protagonista, invece, le cose cambiano in quanto dipenderanno dall’equipaggiamento indossato. Lama, fucile e scudo avranno ciascuno quattro slot a disposizione, che potranno essere riempiti sacrificando God Arc abbandonati, che a loro volta erano dotati di abilità. Ciascuna di queste, inoltre, avrà un livello che va da 1 a 10 che, in alcuni casi, migliorerà semplicemente l’effetto mentre, in altri, sarà necessario che sia al massimo per poter funzionare. Con lo stesso principio è anche possibile effettuare un upgrade, in quanto la fusione con God Arc abbandonati che nel nome hanno la dicitura “+1” ne potenzia leggermente le statistiche.

 

 

Un’altra caratteristica estremamente importante è la presenza degli Episodi dei personaggi. Si tratta di una sorta di missioni secondarie che garantiranno la possibilità di approfondire la caratterizzazione e la storia dei propri alleati. Portarle a termine, però, garantisce anche dei miglioramenti alle meccaniche di gioco. Infatti, Blood Bullet, o la possibilità di trasformare le proprie armi e così via, sono tutte opzioni che sono state rese disponibili in seguito al completamento di suddette missioni.

 

Anni 2000, is you?
God Eater 2: Rage Burst è tecnicamente datato, nonostante il capitolo originale non sia eccessivamente vecchio, tradendo la natura portatile del titolo originale. I modelli poligonali sono piuttosto semplici, con animazioni banali e scadenti. Anche le mappe, particolarmente anonime e ripetitive, contribuiscono a penalizzare God Eater 2 sul fronte della realizzazione tecnica. Nonostante tutto, il gioco cerca di farsi coraggio con i suoi 60fps che si mantengono costanti anche nelle fasi più concitate delle missioni di caccia. Complice di questo risultato è sicuramente la scheda dei requisiti, abbordabili praticamente per qualsiasi computer non troppo vecchio.

 
MINIMI:

  • Sistema operativo: Windows 7
  • Processore: Intel Core 2 Duo E7500 2.93 GHz / AMD Athlon 64 X2 Dual Core 5600+ 2.9GHz
  • Memoria: 3 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce 9800 GT 1GB / AMD Radeon HD 6670
  • DirectX: Versione 9.0
  • Rete: Connessione Internet a banda larga
  • Memoria: 15 GB di spazio disponibile
  • Scheda audio: DirectX compatibile
CONSIGLIATI:

  • Sistema operativo: Windows 7, 8, 10
  • Processore: Intel Core i3 4130 3.4 GHZ / AMD FX-4100 Quad-Core 3.6GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: GEFORCE GTX560 1GB / AMD Radeon HD 6850 1 GB
  • DirectX: Versione 9.0
  • Rete: Connessione Internet a banda larga
  • Memoria: 15 GB di spazio disponibile
  • Scheda audio: DirectX compatibile
La componente audio è sicuramente realizzata meglio, con soundtrack godibili e adatte a ogni momento.

Verdetto
7.5 / 10
E io con chi gioco?
Commento
God Eater 2: Rage Burst è un buon "clone" dalla verve arcade del più famoso Monster Hunter. Le meccaniche di gioco proposte sono originali ed interessanti, ma peccano di un mancato supporto tramite tutorial e spiegazioni. Così facendo, diventa difficile approfittarne, finendo con l'impoverire tutta la struttura offerta da God Eater 2. Nonostante ciò, però, per gli amanti del genere è assolutamente consigliato dargli una possibilità (la presenza del primo capitolo rimasterizzato aiuta), magari non su PC dove, nonostante i 60fps costanti, difficilmente sarà in grado di darvi la possibilità di giocare online, a meno che non riusciate ad organizzare con i vostri amici.
Pro e Contro
Trama godibile
Comparto audio
Alcune meccaniche interessanti...
60fps costanti...

x ...ma poco fruibili
x ...ma datato tecnicamente
x A tratti ripetitivo
x Online "vuoto" su PC

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