Siamo sempre costretti a sacrificare qualcosa per avere una trama dal giusto respiro all’interno di un videogame? Questa domanda sarebbe da fare ai ragazzi di Telltale Games che con i loro titoli di qualità si sono posti all’interno del mercato videoludico con delle idee ben precise. Decollato grazie al meritato successo della prima stagione di The Walking Dead, lo studio californiano è ormai giunto al quarto episodio della sua ultima fatica legata, questa volta, alla serie Games of Thrones ideata da George R. R. Martin. Dopo un’ottima prima metà (potete già trovare online la recensione del primo, secondo e terzo episodio), sarà in grado la serie di stupire ancora una volta? Scopritelo nella nostre recensione di Game of Thrones Ep. 4 – Sons of Winter.
Versione testata: PlayStation 4
Ancora una volta tentiamo di trattare l’aspetto narrativo di questo episodio evitando di rivelare fatti salienti delle puntate precedenti. La trama di Sons of Winter riesce a conquistare il giocatore, soprattutto grazie al continuo passaggio tra un personaggio e l’altro all’interno della storia. Mai come in questo capitolo, però, le sezioni legate a Rodrik risultano le migliori di tutta la produzione, creando uno stacco netto rispetto agli altri personaggi e, in particolare, alla parte dedicata a Mira. Bisogna sottolineare inoltre come alcune scelte prese in questo e nello scorso capitolo non vadano minimamente ad influire sulla trama generale, portandoci in una determinata situazione addirittura al Game Over. Questa mancanza di poter decidere il futuro dei nostri personaggi rovina purtroppo l’atmosfera complessiva dell’episodio, abbassandone leggermente la qualità rispetto ai capitoli precedenti. Per quanto riguarda il finale, invece, possiamo notare una certa mancanza di phatos, dovuta molto probabilmente al climax raggiunto pochi minuti prima che, ne siamo certi, saprà coinvolgere ed appassionare anche il giocatore più esigente.
Il gameplay di Game of Thrones Ep. 4 – Sons of Winter non si distacca minimamente dagli altri episodi, spingendoci a percorrere ancora una volta corridoi all’interno dei quali saremo costretti ad interagire con determinate persone. Ancora una volta, infatti, l’interazione con l’ambiente sarà ridotta ai minimi termini, facendo delle scelte di dialogo il vero punto focale della serie. Scelte che, come anticipato nel paragrafo precedente, talvolta non portano a soluzioni narrative influenti o alternative, causando il Game Over e obbligandoci ad intraprendere percorsi differenti. Speriamo che le altre decisioni prese all’interno di questo episodio si riflettano in maniera decisiva nei prossimi due capitoli, rendendo il leggero calo di questa puntata un caso isolato.
Per quanto riguarda il comparto tecnico i ragazzi di Telltale Games non hanno mai brillato per la cura nei dettagli, soprattutto dal punto di vista prettamente grafico, ma mai come in questo titolo sono presenti tanti cali di frame rate e un eccessivo utilizzo dell’effetto blur. Per quanto riguarda i frame vi basti sapere che solamente durante la sigla dell’episodio il titolo scatta vistosamente dalle 3 alle 4 volte, rendendo la visione decisamente fastidiosa. Fortunatamente nella seconda metà del capitolo la situazione sembra tornare alla normalità, facendo dimenticare i primi difficili minuti di gioco. Un peccato anche per l’effetto blur usato sullo sfondo degli scorsi episodi che, questa volta, appare particolarmente marcato andando ad intaccare anche le figure umane in secondo piano. La modellazione poligonale dei personaggi, invece, non risulta immutata rispetto al passato, regalando momenti stilisticamente interessanti, ma non nascondendo una legnosità di fondo sempre presente. Nulla da dire sul comparto sonoro e sul doppiaggio che, come in passato, risultano di qualità grazie ad una recitazione degli attori/doppiatori sempre valida e ad una colonna sonora sempre appropriata ad ogni situazione.
#LiveTheRebellion