Il collettivo artistico MERJ Media ci fa tornare tutti negli anni ’90 della break dance, con un rhythm game unico dall’estetica eccezionale, in esclusiva (ad oggi) per Nintendo Switch.
Ho conosciuto il progetto Floor Kids solo dopo averne preso in carico la recensione, tentato dal video che mi ha girato Guido per convincermi e subito ammaliato dalla sua pura bellezza visiva, oltre che dall’anima rhythm che da sempre ha un particolare ascendente su di me (
non a caso sono responsabile della rubrica #Sounday ). Oltre all’impatto sulle retine c’è però molto di più e
la sua è la storia di un vero progetto culturale che coinvolge quattro personaggi dai differenti background, le cui iniziali formano l’acronico
MERJ.
Mike Wozniewski di Hololabs, veterano dello sviluppo software, Eric San, meglio noto come
Kid Koala, DJ e produttore di fama mondiale che vanta collaborazioni con Gorillaz e Deltron 3030, oltre che tour con Radiohead, Beastie Boys e Mike Patton dei Faith No More, curriculum incredibile per colui che ha curato in prima persona il lato musicale del titolo. Chiudono il cerchio
Rhyna Thompson, una sorta di manager-mecenate che lavora a tutto tondo nel panorama artistico e culturale, produttrice e ideatrice di innumereveoli progetti, nonché presidente di MERJ, mentre tutta l’estetica del titolo è stata curata dalla “J”, ovvero l’artista
JonJon, mago dell’animazione e padre dell’idea alla base di Floor Kids, nata come serie animata e oggi approdata sui nostri Nintendo eShop. Una vera crew di b-boy e b-girl, un collettivo esplosivo, preparatissimo e nato per pura passione, fucina di idee che viene voglia di sbirciare nei loro uffici, per scoprire cosa bolle in pentola dopo il lancio dello scorso 18 dicembre.
Se la natura del progetto vi ha incuriosito,
aspettate di vederlo ballare. Si va in scena.
Break the beat
La break dance ha ormai archiviato il suo periodo più pop, resistendo però nei meandri della cultura underground e innalzandosi a mito per la scena musicale, leggenda della street dance nata negli anni ’70 nel Bronx e diffusa a macchia d’olio in tutto il mondo fino a fine anni ’90. Break dance significa
fluidità legata al ritmo dove tutto il corpo viene sollecitato dal DJ, tra scratch e sample mixati alla velocità della luce, cui il b-boy/girl di turno deve dare forma fisica attraverso quattro tipi di mosse declinate in decine di variabili.
Proprio la fluidità di Floor Kids è il suo aspetto più miracoloso, esaltato dalla meraviglia delle animazioni disegnate a matita da JonJon, simulando in modo strabiliante il moto perpetuo dei professionisti in carne e ossa, dimandando a precisissimi comandi e combinazioni il nostro freestyle.
Libertà totale che viene limitata solo dalla nostra creatività e dal senso del ritmo, Toprock, Footwork, Powermove e Freeze diventeranno presto una vera lingua per far parlare uno dei nostri alter ego, concatenando le 16 mosse (
diverse nelle animazioni per ogni breaker) nel modo che riteniamo più esaltante e divertente, lasciandosi trasportare dalla musica senza distrazioni, danzando sugli incalzanti e ricercati beat di Kid Koala. Pochissimi obiettivi, la città divisa il location che vanno dai quartieri di periferia alle sale giochi, passando per supermarket e stazioni della metropolitana, ognuna presentata in modo suggestivo, un tour nella cultura di strada dal sapore quasi epico, anfratti di vita metropolitana che prenderanno vita su tre differenti tracce ciascuna in cui ottenere
da una a cinque corone in base alle dinamiche valutazioni finali, che vanno dall’originalità al senso del ritmo (
effettuare mosse seguendo i bpm è la vera sfida), passando per il flow e l’abilità nel scegliere il passo giusto al momento giusto.
Animazione e breakbeat si fondono in un fluidissimo musical freestyle dove il giocatore diventa ballerino del Joy-Con. Irresistibile.
Corona simbolo di nobiltà che ci permetterà di ottenere “carte personaggio”, utili a sbloccare altri elementi per la nostra crew, ognuno dotato di quattro combo peculiari e attributi che vanno a variare i punteggi dei quattro stili di ballo.
Nessuna variazione sul tema per tutta la durata della campagna, pura caccia al punteggio per conquistare ogni corona fino a diventare un tutt’uno con il beat, interrotto da
semplici intermezzi da puro rhythm game dove battere i tasti col giusto ritmo ignorando il ballo, a dire il vero le fasi più scontate e dimenticabili, vero fastidio alle volte, impegnati magari in un flusso di mosse particolarmente brillante e liscio da abbandonare forzatamente all’improvviso, inspiegabile eppur sopportabile interruzione del mood. Semplice eppur profondissimo,
un Tony Hawk’s Pro Skater a schermata fissa, una vera danza da Joy-Con (
no, niente sensori di movimento, esclusivamente old school), estrosa, originalissima, limitatissimo nei contenuti come un classico arcade e come esso ipnotico. Una personalità travolgente che delizia gli occhi e appaga i timpani, qualità cristallina che si fa gameplay totale, con variabili tutte da scoprire e un
multiplayer per due giocatori che sboccia in una competizione di ballo all’ultima Powermove.
(
Pensando alla break dance e a tutta la sotto-cultura italiana dei primi anni ’90 mi vengono sempre in mente i Casino Royale)
Danza animata
Guardare il gioco dal vivo, anzi, provarlo con mano, è l’unico metro di paragone per capire l’incredibile lavoro di animazione che è stato svolto.
Vedere davvero ogni nostra combinazione di tasti trasformarsi un un’animazione (
di cui quasi ogni frame può oltretutto diventare una mossa a se, trasformandolo in un “flyness” tramite i dorsali), dare vita ad un personaggio caratterizzato da pochi tratti di matita e una piccola descrizione
è impagabile, fa venir voglia di ballare, muoversi. Fa ribollire il sangue nelle vene a tempo, ci porta a sperimentare. Iniziare una Powermove
(spettacolare e iconica mossa rotatoria su un’asse del corpo) facendo vorticare l’analogico sinistro per poi rallenatare (
rallentando il moto dello stesso stick) e fermarsi in un equilibristico Freeze, aspettare fino al limite di sopportazione, saltare su e continuare a ballare in piedi, completando il tutto con una capriola all’indietro. Le possibilità sono tantissime e vedere la naturalezza con cui ogni ragazzino risponderà alle nostre sollecitazioni è stato il vero colpo di fulmine. Ognuno poi troverà il suo b-boy o b-girl preferito, innamorandosi del suo stile, del suo modo di intendere la break dance,
un feeling che passa per forza di cose atraverso un certosino lavoro puramente ludico sui controlli, metematici, precisi, versatili e provvidenzialmente chiari, evitando la confusione di combinazioni troppo complesse, dando a ognuno modo di trovare il proprio stile di ballo.
La colonna sonora è poi un vero e proprio album, come ci si aspetterebbe da un artista di questo calibro,
24 tracce tra riminiscenze funk, sampling, hip-hop ed elettronica,
estremamente pulite, perfettamente integrate col gameplay e le rispettive location, senza superflui esercizi di stile. Pura classe alla console, dove ogni scratch è una sospensione del tempo capace di esaltare ogni punto focale della traccia.
Verdetto
8.5 / 10
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Commento
Pro e Contro
✓ Stile audiovisivo da capogiro
✓ Controlli impeccabili
✓ Puro freestyle
x Sezioni "rhythm" fastidiose
x Pochi contenuti
#LiveTheRebellion