Nonostante l’idea potenzialmente vincente, il tentativo di Square Enix di creare un gigantesco affresco con la serie denominata Fabula Nova Crystallis non può certo dirsi concluso nel migliore dei modi. A far parte di questa saga, inizialmente, erano presenti tre titoli: Final Fantasy XIII, Final Fantasy Versus XIII e Final Fantasy Agito XIII. Del tredicesimo capitolo di questa immortale serie videoludica, ormai, non c’è più nulla da dire se non ricordare come sia riuscito a farsi odiare dai fan della serie a causa di meccaniche semplicistiche e di numerose limitazioni che Square ha tentato di limare nei due seguiti (Final Fantasy XIII-2 e Lightning Returns: Final Fantasy XIII). Il Versus, invece, dopo uno sviluppo problematico si è trasformato in Final Fantasy XV e, al momento, siamo in attesa di una data d’uscita, sperando di non dover aspettare ancora degli anni per mettere le mani su questo promettente episodio. Final Fantasy Agito XIII, invece, ha subito un cambio di nome ed è stato pubblicato su PSP con il titolo di Final Fantasy Type-0, ricevendo un ottimo riscontro di critica e pubblico, ma non riuscendo a superare l’uscita dal Giappone. Sino ad ora. Con un’astuta manovra commerciale infatti la software house orientale è riuscita a distribuire una conversione HD del titolo per le console di nuova generazione (PlayStation 4 e Xbox One), permettendoci in questo modo di mettere le mani su quello che viene considerato da molti come “il salvatore della Fabula Nova Crystallis”. Sarà riuscita Square a sorprenderci con Type-0 oppure il titolo si rivelerà essere l’ennesima delusione legata a Final Fantasy XIII? Scopritelo nella nostra recensione.
Versione testata: PlayStation 4
La prima cosa che salta agli occhi una volta selezionato “Nuova Partita” è come il comparto narrativo di Final Fantasy Type-0 tratti tematiche molto più adulte rispetto agli altri capitoli della saga. La storia vede il mondo gioco (Oriens) attanagliato dalla guerra, una guerra nella quale l’impero di Milites (guidato dal comandante Cid Aulstyne) tenta di soggiogare le regioni confinanti portando terrore e distruzione ovunque. Gli unici che sembrano poter fermare l’avanzata delle forse nemiche pare siano dei ragazzi dotati di misteriosi poteri provenienti dalla regione di Rubrum. Questo è solo l’inizio di una trama articolata e di grande respiro, dove temi come l’amicizia, il sacrificio e, soprattutto, la morte sono trattati con estrema maestria grazie ad un gruppo di personaggi capaci (chi più, chi meno) di rimanere nei nostri cuori per lungo tempo. La morte non è mai stata tanto brutale in un Final Fantasy e ci si rende subito conto di star giocando a qualcosa di differente dai canoni della saga sin dal primo filmato di gioco. Bisogna ammettere, però, che la narrazione risulta talvolta troppo complessa e articolata, andando a svilupparsi anche nelle numerose missioni secondarie e tramite dialoghi che, nel caso non si esplorasse a fondo il mondo di gioco, possono anche essere mancati. Fortunatamente il titolo, nonostante disponga di una longevità abbastanza elevata (si parla di circa 40 ore per la trama principale), si presta ad essere rigiocato grazie all’aggiunta di nuove missioni e di un nuovo epilogo per la seconda partita. Tra una missione e l’altra, inoltre, sarà possibile vagare all’interno dell’Akademia (il luogo dove vengono allenati i ragazzi della Classe Zero) per attivare numerosi dialoghi aggiuntivi con lo scopo di approfondire la conoscenza dei quattordici protagonisti del gioco. Questi personaggi, tutti molto diversi tra loro, riusciranno a conquistarvi grazie ad un’ottima caratterizzazione psicologica e ad un character design tanto semplice quanto efficace. Siamo rimasti sinceramente colpiti dalla narrazione di Final Fantasy Type-0, che, senza dubbio, riteniamo essere paragonabile ai migliori esponenti della serie, dimostrandosi effettivamente molto più interessante di qualsiasi episodio legato alla saga di Final Fantasy XIII.
Un’altra differenza che caratterizza Type-0 rispetto ai precedenti Final Fantasy è lo stile di combattimento. A metà tra quello di Kingdom Hearts e Final Fantasy VII: Crisis Core, il combat system di questo episodio concentra maggiormente l’attenzione sulla componente action, con tanto di Lock On sui nemici. Ecco che quindi ci troveremo ad affrontare scontri utilizzando tre personaggi intercambiabili, scelti tra i 14 cadetti disponibili e caratterizzati ognuno da uno stile completamente diverso e altamente spettacolare. Avremo l’esperto di armi da fuoco (King), la maestra di spada (Queen), la maga capace di modificare la musica per utilizzare il suono come arma (Deuce), l’asso delle carte (Ace) e molti altri personaggi affascinanti dalle caratteristiche uniche. Durante gli scontri, inoltre, dovremo fare attenzione ai nemici sconfitti dato che sarà possibile assorbirne l’essenza per creare delle micro esplosioni capaci di danneggiare gli avversari vicini, per recuperare qualche PV e per accumulare i phantoma, energia necessaria al potenziamento delle magie. Questa meccanica inizialmente straniante diventa sin da subito uno dei punti chiave degli scontri, capace di ribaltare la situazione anche nei momenti peggiori. Nell’eventualità il nostro personaggio venisse messo K.O. sarà possibile sostituirlo con uno degli altri due eroi in gioco, oppure con uno dei rimanenti personaggi in “panchina”, rendendo l’azione estremamente dinamica e, grazie alle appariscenti mosse dei cadetti, decisamente spettacolare. E’ possibile inoltre attivare un’opzione che permette ad alcune unità di supporto di intervenire durante gli scontri; unità che, una volta completata la missione, ci ricompenseranno con una serie di punti spendibili all’interno dell’Akademia per sbloccare nuove armi, accessori ed oggetti. Come non sottolineare poi la presenza delle Summon, mai così utili come in questo capitolo. Una volta evocato un Eidolon il leader del nostro gruppo (ovvero il personaggio che abbiamo deciso di utilizzare) morirà per permettere a questa potente creatura di nascere e di fare piazza pulita nella breve durata della sua apparizione. L’elemento affascinante delle Summon, che non vi nominiamo per non rovinarvi la sorpresa, è il fatto che una volta evocate saremo noi a doverle utilizzare, proprio come fossero un qualsiasi personaggio. A questo già di per sé complesso sistema di combattimento vanno ad aggiungersi alcune missioni che, svolgendosi direttamente sulla mappa del mondo esterno di gioco, assumono dei connotati da titolo strategico con tanto di conquista della basi e di gestione delle truppe. A conti fatti il combat system di Final Fantasy Type-0 risulta uno dei più divertenti e spettacolari degli ultimi anni; questo grazie ai numerosi (e differenziati) personaggi giocabili e ad una varietà di situazioni che difficilmente riusciranno a stancare il giocatore, diventando una vera e propria droga digitale.
Il mondo di gioco di Type-0 viene scandito dal passaggio inesorabile delle ore. Tra una missione principale e l’altra, infatti, sarà possibile effettuare un determinato numero di azioni che faranno spendere del tempo ai nostri cadetti. Parlare con alcuni personaggi, ad esempio, farà consumare due ore, mentre uscire dall’Akademia per esplorare il mondo esterno e completare le richieste commissionateci dai molteplici NPC ne impiegherà sei. Alcune missioni più avanzate arriveranno anche a “costare” dalle 12 ore in su, obbligandoci a fare delle scelte tra i capitoli della trama principale. Sarà impossibile, infatti, eseguire tutte le richieste, trovare tutti i dialoghi secondari e affrontare tutte le missioni all’interno della prima partita, ma la possibilità di effettuare molteplici run (dove alcune missioni cambiano del tutto) contribuisce all’ottima rigiocabilità del titolo. Tra le numerose azioni da svolgere ricordiamo la presenza di una zona per allevare i chocobo, all’interno della quale dovremo scegliere le varie razze da far accoppiare per creare nuove (e rare) specie capaci di darci le migliori statistiche possibile. Durante l’esplorazione del mondo e il vagare all’interno delle varie microcittà (si tratta comunque di un titolo nato su PSP) abbiamo notato come la telecamera possa essere fastidiosa durante le prime ore di gioco. Guardarci attorno, infatti, sfuma gli oggetti distanti con un effetto blur che risulta estremamente straniante e, inizialmente, quasi nauseante. Ad ogni modo basteranno un paio di ore per abituarci a questo difetto, ma non siamo comunque riusciti a capire la scelta di Square di non modificare questa caratteristica.
Nonostante sia evidentemente un titolo nato su PSP, Final Fantasy Type-0 HD riesce a stupire in alcuni aspetti grafici. La modellazione poligonale dei protagonisti risulta estremamente curata e valida, andando talvolta a rivaleggiare con il tredicesimo capitolo creato per PlayStation 3 e Xbox 360. Bisogna ammettere, però, che non tutto è stato sistemato e aggiornato, dando vita ad alcuni personaggi esteticamente poco gradevoli e ad alcune texture in bassa risoluzione particolarmente fastidiose. Ottimo lavoro, invece, sulla colonna sonora che risulta tra le migliori dell’intera saga e che, sin da subito, non potrete che amare e ascoltare in continuazione. Il main theme (“What Becomes of Us”), inoltre, è qualcosa di davvero sublime e ci sentiamo di promuovere a pieni voti (con tanto di lode) tutto il comparto musicale del titolo. Di buona qualità anche il doppiaggio che, seppur non spicchi per interpretazione magistrali, si mantiene sugli alti livelli ai quali ci ha da sempre abituato la serie di Final Fantasy.
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