Recensione Far Cry 3: Blood Dragon

Far Cry 3, uscito a fine Novembre 2012 si prevedeva, come da tradizione Ubisoft, un titolo ricco di DLC. Quando venne annunciata “l’espansione” Blood Dragon non ci si sarebbe mai aspettati un gioco Stand-alone. Gli anni ’80 vengono alla ribalta in questo turbinio di citazioni /riferimenti ai film e videogiochi dell’epoca, tra il nome di alcune missioni ispirate a citazioni di film o intermezzi (rigorosamente a 16 bit) che ne ricalcano una scena. Tutto ciò mantenendo intatta la libertà d’esplorazione e le meccaniche collaudate del titolo “madre”.

METTI LA CERA, TOGLI LA CERA.
In Far Cry 3: Blood Dragon ci troveremo ad impersonare il Sergente Rex “Power” Colt (un nome decisamente sobrio) un cybercommando Mark IV. In un alternativo anno 2007, in cui la Terra è menomata da una guerra nucleare, su un’isola distante un gruppo di terroristi vuole impadronirsi di una nuova e pericolosa arma. Quello che Rex non sa è che l’isola è popolata dai Blood Dragon, draghi che sparano raggi laser dagli occhi e che dilaniano facilmente Cyborg. Rex dovrà liberare l’isola dai terroristi e dai draghi, salvare il mondo e per un lieto fine in pieno stile anni ’80 portarsi a casa la “bella” di turno. Nel proseguire della trama i riferimenti a film saranno molteplici: da scene di saluto in pieno stile Schwarzenegger passando per citazioni dei film di Stallone fino a scene di allenamento à la Karate Kid (e, perché no, anche una “supercazzola prematurata Antani”[cit.]). In un contesto dai toni fucsia, ci si ritrova catapultati nel “futuro” immaginato negli anni ’80, solo reso più esagerato, psichedelico e volutamente delirante.

HASTA LA VISTA, BABY.
Il gameplay ricalca quello di Far Cry 3 (come è ovvio che sia) ma fa un passo indietro (o meglio, 33 anni indietro). Ciò che per prima cosa salta all’occhio è l’eliminazione quasi totale della componente ruolistica. Se in Far Cry 3 si ottenevano punti abilità da distribuire a piacimento del videogiocatore, in Blood Dragon ciò non è più possibile. Ad ogni level up il nostro corpo da Cybercommando verrà automaticamente potenziato con abilità e/o estensioni della barra Salute obbligandovi a raggiungere un determinato livello per ottenere il potenziamento desiderato. Anche la componente esplorativa viene completamente (o quasi) a cadere, la caccia agli animali diventa utile solo a sbloccare alcune armi tramite le missioni, fuori dalle quali invece si otterrà solo denaro e niente più materiali per potenziare il proprio inventario. Rimangono le missioni secondarie “obiettivo”, in questo caso rimpiazzate da quelle “ostaggio” in cui deve essere salvato uno scienziato dalle mani dei terroristi. Anche le liberazioni degli avamposti rimangono invariate nelle dinamiche, con delle piccole variazioni per contestualizzarle al titolo. Sarà possibile infatti farli attaccare da parte dei Blood Dragon, disattivando gli scudi protettivi ed attirandoli all’interno con dei Cybercuori (da strappare dal petto dei soldati rivali) per fargli fare il lavoro “sporco”, quando hanno finito non bisognerà fare altro che attirarli all’esterno usando sempre i Cybercuori e riattivare gli scudi. L’altro approccio di conquista è quello “classico”, disattivare gli allarmi (opzionale, se siete abili nella furtività) ed eliminare i soldati nemici. Per il resto le modalità di eliminazione furtiva rimangono invariate, coadiuvati dall’uso di Shuriken al posto di coltelli da lancio. Così come le fasi di shooting hanno le stesse dinamiche di Far Cry 3. Purtroppo la longevità della storia principale non è certo il suo forte, solo 7 missioni andranno infatti a comporre il filone narrativo principale. Così come la rigiocabilità, come in Far Cry 3 infatti i collezionabili sono pochi e facilmente identificabili, l’unico motivo che vi spingerà a rigiocare il titolo è la sua intrinseca follia, sia narrativa che dal lato del gameplay.

NO TAMARRO, NO PARTY.
Oltre all’atmosfera “viola” (minata però dall’eccessiva oscurità) ben realizzata, il design dell’isola e delle ambientazioni è piuttosto piatto e ripetitivo. La qualità grafica ed i modelli d’altronde sono ben curati, i soldati in pieno stile Tron aggiungono un ulteriore tocco all’atmosfera futuristica, ma i palazzi e le strutture sono poco dettagliate e l’aliasing è un netto passo indietro. Dal lato audio, come in Far Cry 3 gli effetti sonori risultano banali e ripetitivi, d’altro canto però la colonna sonora realizzata dai Power Glove (nome casuale?) gruppo rock australiano ci delizia con tracce rock-pop e rivisitazioni strumentali che concludono con la traccia di Blade Runner.

 

Verdetto
7 / 10
È come Skyrim, con i Laser.
Commento
Far Cry 3: Blood Dragon è un espansione/titolo stand-alone che permette agli "aficionados" di Far Cry di vivere un'ulteriore avventura in un contesto folle e ricco di citazioni agli anni '80, con momenti esilaranti ed altri deliranti. Inframezzate da filmati a 16 bit le poche missioni della storia porteranno il giocatore a sgominare il cattivo di turno a suon di Shuriken, proiettili e coltellate. Il titolo semplifica molto il gameplay di Far Cry 3 rendendolo uno sparatutto come tanti altri, vivetelo (giocatelo) come un immenso contenitore di riferimenti e non pretendete nulla di più.
Pro e Contro
Anni 80 ovunque.
Arriva subito al dunque...
Meccaniche Rivisitate...
Colonna sonora adeguata al contesto.

x Tecnicamente non eccellente.
x anche troppo velocemente.
x ma rese troppo semplicistiche.
x Meno gli effetti sonori.

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