Recensione Fairy Fencer F

Spesso capita di sentire lamentele sul fatto che non escano abbastanza JRPG. E noi, da amanti del genere, ogni volta che sentiamo certe affermazioni sorridiamo pensando al buon numero di prodotti che ogni anni ci troviamo fra le mani. Tra le più prolifere software house, ormai specializzate nella realizzazione di giochi di ruolo prettamente giapponesi troviamo Compile Heart, famosa ai più per la serie di Hyperdimenson Neptunia. Oggi ci troviamo a parlare di Fairy Fencer F, nuova saga che vede la collaborazione di numerose personalità storiche attive nel panorama ruolistico, che arriva in occidente grazie al sempre ottimo lavoro di Nis America.

Vuoi stringere un contratto?
Narra la leggenda di un antico conflitto fra la Dea della luce e il Dio dell’oscurità. Una lotta ciclica ed infinita che vede le due divinità scontrarsi senza però che nessuno ne esca vincitore, finendo a causa della loro brama di supremazia imprigionati in un sonno eterno. Qua entra in gioco Fang, il protagonista di Fairy Fencer F che si scoprirà, suo malgrado, essere un Fencer, colui che può stringere un patto con una fata ed impugnare le potenti Fury, armi in grado di rompere i sigilli responsabili del sonno delle due divinità. Un po’ svogliatamente Fang accetterà il destino che lo aspetta, unendosi alla fatina Eryn che lo guiderà alla ricerca di nuove Fury per donare la libertà alla Dea della luce e portare la pace nel mondo.

Il viaggio di Fang sarà costellato da personaggi bizzarri e situazioni sui generis
Il viaggio di Fang sarà costellato da personaggi bizzarri e situazioni sui generis, come ormai ci ha abituato da anni Compile Heart. La narrativa come sempre è costituito da situazioni abbastanza stereotipate, così come la caratterizzazione dei personaggi viaggia su clichè ben definiti. Tuttavia Fairy Fencer F si discosta dalle precedenti produzioni Compile Heart per la scelta di tematiche più mature, o comunque più cupe dosando in maniera più regolata situazioni nonsense e fanservice, che restano però parte integrante delle vicende. Gli stessi personaggi, nel loro essere stereotipati, vantano caratteristiche caratteriali che li fanno risaltare dalla mischia. Per fare un esempio, Fang si rivelerà essere un protagonista abbastanza atipico. Svogliato, pigro, con il solo interesse per il cibo. Anche nelle situazioni più drammatiche non perderà occasione per mettersi in ridicolo, strappandoci però sonore risate. Si potrebbe definire un personaggio stupido, in senso buono, ma al tempo stesso capace di crescere e migliorarsi come darà dimostrazione nel corso dell’avventura. Interessante anche lo sviluppo della storia, di per sé abbastanza classica, ma con un plot twist verso la metà del racconto che contribuisce a riaccendere le vicende, dando il la a nuovi ed imprevisti risvolti.

 

F come Fata
Come accennato nel paragrafo precedente il nostro scopo sarà quello di recuperare nuove Fury da utilizzare per spezzare i sigilli che tengono imprigionata la Dea della luce. Inizierà quindi una ricerca per il mondo di gioco all’interno dei numerosi dungeon, che si attiveranno grazie alle armi raccolte. Basterà conficcarle nel terreno adiacente al luogo da visitare e questo si renderà disponibile, infondendo alla nuova zona i bonus e i malus presenti nel Fury permettendoci di modificare la nostra partita ed ottenere vantaggi ai fini della battaglia. Maggior esperienza, denaro o incremento delle statistiche, così come blocchi sull’uso delle magie e l’impossibilità di curarsi sono alcune delle possibilità offerte dalle varie Fury.

Gli scontri avvengono con un sistema a metà strada fra il turno e il tempo reale.
L’esplorazione dentro i dungeon si svolge in maniera analoga a quanto visto in Hyperdimension Neptunia. Semplici aree da visitare, spesso piene di nemici che appaiono a schermo e poco altro se non qualche cassa da aprire nascosta qua e la.
Anche il combat system viene strappato di peso da Hyperdimension Neptunia, che però grazie ad un sistema di sviluppo dei personaggi che si focalizza sulla personalizzazione gli permette di trovare la sua identità, nonché il suo punto di forza. Gli scontri avvengono con un sistema a metà strada fra il turno e il tempo reale. Lo spostamento sul campo di battaglia varierà da personaggio a personaggio, ognuno con il proprio raggio d’azione sia per decidere la posizione sull’area di gioco che per le mosse da utilizzare.

Durante le battaglie ogni personaggio guadagnerà, oltre ai classici punti esperienza che ne regolano la crescita del livello, dei Weapon Points che potranno essere impiegati per potenziare il nostro guerriero. Andando nell’apposita sezione troveremo varie categorie e una volta scelta quale migliorare basterà spendere i punti raccolti per aumentare caratteristiche fisiche, sbloccare nuove abilità od ottenere combo da utilizzare in battaglia. Questo permette di decidere liberamente su quali valori andare ad agire, intervenendo direttamente sulle statistiche di combattimento migliorandone la resa in battaglia.
Altro aspetto da tenere a mente è il Resonance Effect. Per come è stato studiato l’impianto di gioco ogni personaggio potrà utilizzare solamente la Fury a cui è destinato. Nonostante ciò quelle raccolte potranno essere assegnate, e una volta attribuite ad un determinato personaggio entreranno in risonanza infondendogli abilità extra o incrementi nelle statistiche. Durante le battaglie invece potremo mettere in atto l’efficacia del Combo Edit, la modalità che permette di editare a piacimento le mosse da utilizzare in campo. Ogni combinazione inizierà con una mossa predefinita premendo X. Sbloccati nuovi livelli del Combo Edit grazie ai Weapon Points sarà possibile aggiungere negli slot che si renderanno disponibili nuove mosse. A seconda del tipo di attacco, questo influirà sulla nostra Fury alterandone l’aspetto, così da eseguire ad esempio attacchi a distanza o colpi letali ma dalla scarsa percentuale di riuscita.  A tutto ciò si aggiungono gli attacchi magici sbloccati sempre durante il potenziamento, o le abilità innate di ogni personaggio, che consentono di ottenere benefici in battaglia a costo di spendere ad ogni utilizzo dei punti magia.

Potere del cristallo di luna vieni a me
Cigliegina sulla torta troviamo l’opzione Fairize, che in maniera del tutto simile alla trasformazione HDD di Hyperdimension Neptunia, permette di fondere il nostro personaggio con la propria fata, liberandone tutto il potenziale bellico e sfoggiare una potenza d’attacco decisamente utile ai fini della battaglia. L’opzione si attiverà non appena avremo riempito l’apposita barra, la Tension Gauge, che ne regolerà anche la durata in base ai colpi ricevuti e a quanto avremo potenziato la trasformazione con i WP.

Fairy Fencer F risulta abbastanza veloce da portare a termine
Tutto quello che non riguarda l’esplorazione dei dungeon o le battaglie, quindi storia, quest secondarie, accesso allo shop e relativa opzione per creare oggetti, viene gestito tramite schermate testuali. La storia, in particolar modo si sviluppa come una visual novel, dove al giocatore sarà chiesto di assistere alle numerose “scenette” che il gioco ha da offrire.
Rispetto ad altri titoli di Compile Heart, Fairy Fencer F risulta abbastanza veloce da portare a termine. Basteranno 30/35 ore per sbloccare il finale completando gran parte delle sub quest e degli eventi secondari. Chi vorrà, potrà invece continuare approfittando dell’ormai immancabile New Game+ che permette di ricominciare l’avventura mantenendo livelli ed abilità guadagnati, affrontando nuovamente il gioco per sbloccare altri due finali alternativi o dedicarsi alla raccolta di tutte le Fury, indispensabili per affrontare tutti i Piani della Shukescoo’s Tower, un dungeon dove ogni piano riserverà una sfida da portare a termine.

 La mia banda suona il rock
Fra gli aspetti meno riusciti di Fairy Fencer F troviamo sicuramente la componente grafica, anche se bisogna fare una netta distinzione valutando separatamente le parti 2D da quelle 3D. Al character design ritroviamo Tsunako, che già aveva avuto modo di lavorare sempre su Hyperdimension Neptunia o a titoli precedenti come Trinity Universe e Cross Edge, e della quale è impossibile non riconoscere il tratto fin da un primo sguardo. Collaborazione speciale anche con Yoshitaka Amano (la seconda questo mese ad arrivare da noi dopo Fantasy Life) che si è occupato di realizzare il concept design delle due divinità. Direzione artistica quindi di alto livello, che si contrappone ad una realizzazione grafica che soffre di un problema congenito delle produzioni Compile Heart. Cali di frame rate continui, modelli poligonali essenziali e ambientazioni spoglie e per lo più anonime segnano negativamente questa nuova produzione che fortunatamente, grazie alla solidità della storia e del combat system riesce a passare in secondo piano.
Anche il comparto sonoro ci mette del suo vantando una collaborazione con Noubu Uematsu e i suoi Earthbound Papas offrendo numerose tracce sia strumentali che cantate, che infondono al gioco la giusta atmosfera, specialmente i temi legati alle trasformazioni, che rendono il tutto ancora più epico. Come sempre troviamo l’opzione del dual audio Inglese/Giapponese, anche se è inutile dirvi ormai quale vi consigliamo di utilizzare, così come l’adattamento dei testi è presente nella sola lingua Inglese.

Verdetto
7.5 / 10
Si ok, ma quando è che iniziano a spogliarsi?
Commento
Compile Heart e Nis America colpiscono nuovamente nel segno con un buon JRPG che farà sicuramente felici gli amanti del genere, che possono tranquillamente aggiungere mezzo voto al totale. Maturo, con un sistema di combattimento collaudato e divertente da giocare, e una direzione artistica azzeccata sono gli elementi chiave di questa produzione, che purtroppo soffre delle solite problematiche legate allo sviluppo, sintomo di una produzione low budget. A parte questo ci sentiamo di promuovere il gioco e di consigliarlo in particolar modo a chi ha amato, e continua ad amare, Hyperdimension Neptunia. Sistema di personalizzazione del personaggio ben studiato Ottima colonna sonora Trama non così banale come può sembrare
Pro e Contro
Sistema di personalizzazione del personaggio ben studiato
Ottima colonna sonora
Trama non così banale come può sembrare

x Graficamente datato
x Generalmente non troppo impegnativo

#LiveTheRebellion