Sulla scia dei porting su PC
via Steam dei vari capitoli della saga di
Hyperdimension Neptunia,
Idea Factory International ha di recente pubblicato
Fairy Fencer F con i suoi DLC. Originariamente rilasciato su
PlayStation 3, il titolo sviluppato da
Compile Heart mantiene per buona parte gli standard a cui la società ci ha abituati, con una versione PC che sembra mantenerne completamente pregi e difetti.
Non si porrà un’eccessiva attenzione all’analisi del gioco in sé, in quanto la recensione della versione PlayStation 3 di
Fairy Fencer F ne sviscera a fondo i contenuti. Come di consueto, ci si concentrerà principalmente sulle differenze con il porting su Steam.
A caccia di Fury
Le vicende di Fairy Fencer F hanno inizio con una panoramica sul “background storico” del mondo di gioco. Due divinità, la Dea della Luce e il Dio dell’Oscurità, si scontrano duramente tra di loro, in un conflitto che termina con entrambe le entità sigillate. Da qui si passa “ai giorni nostri”, in cui faremo la conoscenza del protagonista: Fang. Quest’ultimo scoprirà di essere un Fencer, un combattente capace di stringere un’alleanza con una fata e di impugnare le Fury, armi potentissime e utili alla rimozione dei sigilli delle divinità. Proprio in questa occasione farà la conoscenza di Eryn, coprotagonista del gioco, dando così inizio all’avventura. Il tutto si svolgerà in un mix di personaggi bizzarri (
con una caratterizzazione basata come al solito su cliché), di una trama che riesce ad essere avvincente anche grazie ad alcuni interessanti colpi di scena (
e che si mostra un pelo più matura rispetto alle altre produzioni di Compile Heart) e di quel classico fanservice a cui ormai siamo abituati.
Neptunia che vai, Fencer che trovi
Le meccaniche di gioco di Fairy Fencer F mutuano quasi per intero la struttura di Hyperdimension Neptunia. Partendo dall’esplorazione nei dungeon alla ricerca dei Fury, questa avverrà in modo del tutto analogo. Dalla minimappa si accederà ai vari dungeon, a volte suddivisi in più piani, per arrivare dal boss di turno.
Le meccaniche di gioco mutuano la struttura di Hyperdimension Neptunia
Una volta ottenuta una nuova fata, sarà possibile utilizzarla per rimuovere uno dei sigilli da una delle due divinità, ottenendo di conseguenza un Fury. Quest’ultimo sarà utile nel mondo di gioco sia per rendere accessibile un dungeon per la prima volta, sia per garantire dei bonus (
e di conseguenza dei malus) in fase di esplorazione (
con un comportamento analogo ai Plan di HN).
Il combat system è anch’esso molto simile a quanto si può vedere nei vari capitoli di Neptunia. Durante il nostro turno, sarà possibile muovere il nostro personaggio in un’area delimitata per poi sferrare potenti combo, magie incredibili o tecniche devastanti. Esiste persino una variante della modalità HDD, qui chiamata
Fairize, che consiste in una sorta di fusione tra il Fencer e la fata e attivabile solo nel caso in cui la
Tension Gauge sia sufficientemente piena.
Fairy Fencer F, però,
riesce a trovare la sua identità con un sistema di personalizzazione piuttosto interessante. Ad esempio, sarà possibile equipaggiare una delle fate raccolte, creando così il
Resonance Effect, che garantirà nuove abilità passive utili negli scontri, oltre ad un notevole aumento delle statistiche. Inoltre, al termine di ogni scontro si otterranno i
Weapon Points, utili a migliorare i propri personaggi. Infatti, questi punti potranno essere utilizzati per incrementare il numero massimo di combo, le proprie statistiche, ma anche per acquistare nuove abilità, magie, tecniche e attacchi utilizzabili.
Mancanza di volontà?
Fairy Fencer F vanta una realizzazione tecnica piuttosto altalenante. Rispetto alla versione PlayStation 3, i modelli poligonali e le texture sono leggermente più definite, ma restano i problemi legati ai continui e costanti cali di frame.
Restano i problemi legati al framerate
Gli ambienti sono piuttosto scarni e anonimi, con una resa grafica che non richiede hardware estremamente potenti. Tutto ciò contribuisce a rendere ancora di più inaccettabile la situazione, oltre a far sorgere dei dubbi riguardo
l’utilizzo delle ormai obsolete DirectX 9 (
mentre per i porting di Hyperdimension Neptunia Re;Birth1 e Re;Birth2 sono state utilizzate le DirectX 10).
A risollevare di un minimo
la situazione contribuisce l’incredibile soundtrack ad opera di Nobuo Uematsu. Grazie al suo genio compositivo, la colonna sonora riesce ad essere adatta ad ogni momento, rendendo epici i combattimenti e migliorando in parte l’esperienza ricavata dall’esplorazione (
sempre anonima e ripetitiva) dei dungeon.
Verdetto
7 / 10
DirectX 9? Rly?
Commento
Pro e Contro
✓ Narrazione coinvolgente
✓ Personalizzazione dei personaggi
✓ Colonna sonora di rilievo
x Ancora problemi di framerate
x Esplorazione anonima
x Un po' troppo facile
#LiveTheRebellion