Recensione F1 2018 – Bandiera a scacchi per Codemasters

Quando la vita arriva ad un bivio si dice “sliding doors”, noi diciamo in Formula 1, “variante”

Si sta avvicinando il Gran Premio di Monza, uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati delle quattro ruote, e a grandi falcate stiamo per superare la metà della stagione targata FIA. Vettel e Hamilton continuano a duellare in un’annata in cui la Ferrari può arrivare a vincere dopo circa 11 anni di digiuno. Contemporaneamente a questo si sta avvicinando il debutto del nuovo titolo targato Codemasters dedicato alla Formula 1. Dopo un primo sguardo avuto un paio di settimane fa abbiamo messo le mani sul codice definitivo di F1 2018, che farà il suo debutto il prossimo 24 Agosto su Playstation 4, Xbox One e PC, e siamo pronti a dirvi se ci troviamo di fronte al miglior capitolo della serie oppure no.

Versione testata: Playstation 4

 

Ciao, mi chiamo Claire
F1 2018 rimane, sotto il profilo delle modalità di gioco, lo stesso dell’anno scorso. Sarà possibile effettuare Gran Premi selezionando l’ordine delle gare utilizzando macchine moderne – oppure d’epoca tra cui spiccano veicoli degli anni 70 e 80 e la Williams del 2003 -, partecipare a sfide proposte dal team di sviluppo o avventurarsi nel multiplayer. Purtroppo su quest’ultima modalità abbiamo poco da dire visto che al momento in cui scriviamo il gioco non è ancora sugli scaffali e non abbiamo trovato nessun collega con cui gareggiare. Sicuramente torneremo ad aggiornare questa recensione con le considerazioni sulla parte online non appena possibile.

 

Il nostro protagonista dovrà rispondere alle domande della bella Claire
A farla da padrone è, come al solito, la modalità Carriera che come abbiamo precisato durante la nostra prova si è rinnovata. Infatti ora la costruzione del nostro personaggio è basata sulle risposte che daremo a una giornalista, la bella Claire, durante le interviste che avverranno post qualifiche o gara. Queste potranno alterare il giudizio che la nostra scuderia o i dipendenti dei vari settori hanno di noi. Essere troppo sconsiderati nelle interviste può indispettire i superiori o, al contrario, eccitarli. Mentre parlare – bene o male – di un particolare reparto di sviluppo può facilitarci, o renderci più difficile, lo sviluppo di uno o più pezzi. Il reparto R&S (Ricerca e Sviluppo) quest’anno è molto influenzato dalle nostre parole visto che può abbassare, o aumentare, il costo di un determinato potenziamento. Per poterli sviluppare, però, dovremo accumulare punti ricerca grazie alle nostre prestazioni in pista: completare i vari test durante le prove libere ci darà una grossa mano, ma ne potremo ottenere anche gareggiando e adempiendo a delle sfide che ci proporrà la scuderia.

Messa così, sembra facile migliorare la propria auto fino al raggiungimento del massimo potenziale

 

Come nella realtà le regole possono cambiare e scombinare i piani di una stagione
In realtà questo è stato fatto per un semplice motivo: come succede nella realtà da stagione a stagione le regole possono cambiare e questo potrà intaccare tutto il lavoro fatto. Verso il termine della stessa, infatti, verremo avvisati dal nostro capo ingegnere che dal successivo campionato nuove regole potrebbero rendere i nostri componenti obsoleti. Avremo 7 settimane per metterci in regola senza quindi dover buttare via il lavoro fatto fino a quel momento. Per farlo dovremo investire punti ricerca, anche se in minore quantità rispetto al costo iniziale, sui potenziamenti che subiranno cambiamenti in maniera da essere in regola per i successivi 12 mesi. Ovviamente se dovessimo cambiare scuderia perderemo tutti i progressi fatti, visto che la macchina che andremo a guidare potrebbe aver seguito altri percorsi di sviluppo, e tutti i nostri punti ricerca. In F1 2018 l’abbandono del team è strettamente correlato al contratto che decideremo di stipulare. Circa 4 volte a stagione ci troveremo sul tavolo delle trattative per discutere se rimanere o no con la squadra. In base all’opinione che ha di noi la scuderia – a seguito dei risultati – e dello stile mantenuto durante le interviste avremo più o meno potere contrattuale. Questo ci servirà per avere bonus – come più velocità durante il pit stop o l’ottenimento di maggiori punti ricerca – o per poter contrattare la posizione minima da archiviare in gara o in qualifica oppure poter scegliere di quali difficoltà vogliamo che siano gli obiettivi di scuderia: più alti sono e più punti ricerca guadagneremo, ma sarà molto facile fallire. Per la contrattazione avremo a disposizione circa quattro tentativi, durante i quali potremo decidere ciò che vogliamo e vedere quanto valore ha quel contratto e se possiamo permettercelo. Nel caso fallissimo tutte e quattro le volte sarà automaticamente accettato quello iniziale propostoci. Se volessimo unirci, invece, a una scuderia rivale dovremo tenere da conto la loro opinione su di noi e il potere contrattuale che potremo esercitare sarà molto ridotto.

 

Attenzione, fa fucsia al primo settore!
Il feeling meraviglioso di un anno fa è rimasto
Come riportavamo nella nostra anteprima ciò che ci siamo trovati davanti una volta entrati in pista è un gioco che riprende, per larghi tratti, il suo predecessore. Infatti il feeling, già meraviglioso 365 giorni fa, è rimasto praticamente lo stesso con piccole migliorie che sono state portate sulla fisica delle sospensioni, rendendo più difficile la gestione dei cordoli, e sulle gomme. Queste giocheranno – come nella realtà – un ruolo fondamentale in pista e dovremo porci particolare attenzione. Se l’anno scorso potevamo azzardare sorpassi o tenere andature veloci, rischiando anche qualcosa con curve al limite del possibile, in F1 2018 questo sarà permesso solo in parte. Con la nuova simulazione della temperatura delle gomme dovremo tenere conto della loro gradazione – sia interna che esterna – e valutare come muoverci, pena l’usura aumentata della stessa con conseguente calo delle prestazioni. Macinare tempi record sarà utile solo per il proprio ego, visto che è possibile andare a perdere una gara per un pit stop in più o per incidenti dovuti alla mancanza di aderenza. Ovviamente sarà nostro dovere capire quando spingere sull’acceleratore, e aumentare così il rischio di vedersi degradate le gomme, e quando prendere una curva più lenta per mantenere salva la monoposto. Legato a questo è uno dei punti di forza della serie targata Codemasters: la fisica della vettura legata ai suoi componenti. Questa infatti risentirà molto dello stile di guida del pilota e, sopratutto in questo F1 2018, ci ritroveremo spesso a fare i conti con scelte per salvaguardare le nostre posizioni. Il problema dell’usura, infatti, si ripresenterà ciclicamente per ogni componente della power unit in base al nostro stile di guida mettendoci di fronte alla decisione sui cambi di ogni singolo pezzo. Sicuramente questo è considerabile un grande punto di forza per chi se ne intende, un po’ meno per chi dello sport ne è meno avvezzo e vorrebbe solamente correre con la propria vettura preferita. Per fortuna in nostro aiuto viene il gioco che tenderà a spiegare praticamente il funzionamento di ogni singolo pezzo grazie a delle scritte a video, purtroppo, leggermente piccole.

Chi approccia F1 2018 per la prima volta si troverà davanti a una delle novità che più ha fatto scalpore in questa stagione automobilistica: l’Halo. Questo nuovo sistema di protezione per i piloti prende la forma di un’aureola (da qui il nome) in titanio in grado di proteggerli da incidenti gravi o da detriti più meno grossi.

Come si presenta questa novità in gioco?
Nella visuale dall’interno dell’abitacolo ci troveremo davanti a una colonna che all’inizio sembrerà ostacolare la vista. Questo, nella realtà, non accade perché i nostri occhi tendono ad eliminare gran parte di quanto avete di fronte, avendo una visuale più ampia. Scomodo da usare durante le gare? A volte si, ma se vi piace guidare con la visuale all’interno dell’abitacolo sappiate che dal menù impostazioni sarà possibile levare del tutto l’effetto Halo mentre, se volete tenerlo, questo non cambia per nulla l’esperienza di gioco e dovrete solo fare più attenzione a ciò che avete davanti. Il regolamento della FIA viene mantenuto in tutte le sue forme quindi, oltre all’Halo, avremo l’obbligo di montare le gomme della stessa mescola utilizzata per le qualifiche nel caso ci qualificassimo tra i primi 10, minori cambi della unità termica (passate da 4 a 3) e così via. F1 2018 si dimostra il gioco definitivo per coloro che amano le quattro ruote anche per realismo nei suoi regolamenti, oltre che per il feeling in pista.

 

Le monoposto più belle mai viste
 

In f1 2018 Codemasters è riuscita a superare SE stessa
La serie Codemasters si è sempre contraddistinta per il voler proporre il prodotto più realistico di sempre anche dal lato grafico e ci è riuscita alla perfezione. In F1 2018 la casa di sviluppo è riuscita a superare se stessa proponendo vetture veramente perfette (il colpo d’occhio è assolutamente fenomenale anche su una TV 32” senza HDR) rappresentate alla perfezione, sempre seguendo il regolamento. I veicoli, infatti, sono identici a quelli visti in televisione in tutto e per tutto ed è visibile il grande studio che c’è dietro, sopratutto se confrontate con le loro controparti reali. Da questo punto un immenso lavoro è stato fatto anche per rappresentare nei più piccoli dettagli le macchine che hanno fatto la storia di questo sport come la Ferrari del 2004 o la Lotus del 1972. Dalla visuale all’interno dell’abitacolo, ad esempio, è possibile osservare come la tecnologia dei volanti sia cambiata nel corso degli anni e stupirsi dell’accuratezza di ciò che ci troviamo davanti.

Un altro enorme inchino va fatto a Codemasters per aver messo mano anche agli effetti atmosferici. In fase di anteprima parlavamo di come le gare col bagnato risultino ancora più difficili vista la grande quantità d’acqua alzata dai nostri avversari e non possiamo che confermarlo. Le gare con la pioggia sono tra le peggiori esperienze che abbiamo passato al volante della nostra Sauber in F1 2018, ovviamente si parla del lato puramente ludico, a causa della quantità di pioggia alzata dai nostri avversari che ci impediva la visione e lo studio di sorpassi intelligenti. Se questo può divertire in piste come Monza o Spa lo stesso non possiamo dire nel caso gareggiassimo a Montecarlo o Singapore – ma più in generale i circuiti cittadini – visto che si alzeranno le percentuali di incidenti e si rischierà di buttare via una gara per nulla.

Se dal lato puramente grafico e prestazionale in pista non possiamo che fare i complimenti a Codemasters lo stesso non possiamo dire delle poche cutscene a cui ci troveremo di fronte. Durante la presentazione del circuito, sempre a opera di Carlo Vanzini e Luca Filippi, ci troveremo di fronte a piccoli cali di framerate che rendono le scene coi piloti scattose e abbastanza fastidiose. Lo stesso accadrà durante i colloqui con Claire, la giornalista che ci intervisterà nella modalità Carriera, che vedremo scattare per tutta la durata dell’intervento. Questi sono problemi che Codemasters ha promesso che sistemerà nel prossimo futuro, se non già prima del day one, e siamo sicuri che la casa di sviluppo manterrà la sua parola.

Verdetto
9.5 / 10
La mia Sauber Alfa Romeo spacca il deretano alla Ferrari e alla McLaren
Commento
F1 2018 dimostra come un titolo annuale può continuare a migliorarsi e valere sempre i soldi che vengono chiesti. Se lo scheletro del titolo rimane lo stesso, dal lato del gameplay, le migliorie apportate da Codemasters renderanno felici gli amanti della corsa a 4 ruote. In pista il feeling è perfetto e le ore passate a comandare la nostra Alfa Romeo Sauber sono volate tra i dialoghi con Alex, il nostro capo meccanico, e la voglia di migliorarsi sempre di più. Le novità dal punto di vista della vettura, come il lavoro sulle sospensioni e sulla fisica delle gomme, ha posto enorme importanza sul come questa venga condotta e sull'importanza di saper decidere quando è il momento per spingere e quando di prendersela con calma, pena un incidente in grado di pregiudicare l'intera sessione. Se in pista il grande lavoro di Codemasters spicca, lo stesso possiamo dire della modalità Carriera che prende una piega più ruolistica - potendo scegliere il carattere del nostro personaggio - facendoci mettere nei panni di un pilota in tutto per tutto. Tutto perfetto? Quasi. Le vetture - sia quelle moderne che quelle storiche - sono rappresentate alla perfezione, persino l'odiato Halo è presente, e gli effetti atmosferici rendono imprevedibile una gara grazie al grande lavoro fatto dalla casa di sviluppo. Purtroppo ci sono alcuni problemi nei circuiti cittadini - come Montecarlo o Singapore - che in particolari condizioni meteo sono pericolosissime e sarà facile buttare al vento il duro lavoro di una sessione.
Pro e Contro
Carriera rivisitata in maniera ottima
Feeling sulla pista sempre più realistico
Miglioramenti degli effetti atmosferici
Macchine rappresentate alla perfezione...

x ... compreso l'Halo che può essere fastidioso
x Cali di framerate durante le cutscene

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