Recensione EA Sports UFC 3

Le MMA – Mixed Martial Arts – sono uno sport, più unico che raro, dove competizione, sangue, sudore e lacrime si uniscono e danno vita a uno spettacolo seguitissimo nel mondo.

La più famosa organizzazione di MMA è quella creata da Art Davie e Rorion Grace e che vede Dana White come suo attuale presidente: l’UFC. La stessa che nei mesi scorsi è salita alla ribalta per essere la patria di Connor McGregor, l’uomo che ha sfidato l’imbattuto Floyd Mayweather Jr. in un incontro di pugilato che ha fatto drizzare le orecchie di tutti gli appassionati delle due discipline. Dopo due anni EA Sports è tornata sull’ottagono, pronta a dimostrare come si possa migliorare un prodotto già ottimo, anche se non perfetto, pur senza snaturarne la cultura sportiva.

Versione testata: Playstation 4

 

Notorious
UFC 3 mantiene lo scheletro dei precedenti andando a migliorare i punti deboli del passato
Dopo due anni passati lontani dall’ottagono gli appassionati degli eventi UFC (ma anche semplicemente delle Mixed Martial Arts) si trovano davanti a un titolo uguale ma, allo stesso tempo, diverso dai suoi predecessori. Questo perchè EA Sports ha deciso di mantenere intatto lo scheletro degli anni passati, andando però a migliorare sensibilmente alcuni dei punti deboli visti in passato creandone, però, di nuovi.

UFC 3 non è un titolo facile da padroneggiare ma, al contempo, è semplice capirne i suoi funzionamenti grazie all’immenso lavoro fatto dagli sviluppatori che hanno studiato in tutto e per tutto la disciplina.
Se nei precedenti lo striking si riduceva solamente a premere determinati tasti in particolari momenti – come ad esempio puntare alla testa subito dopo aver sferrato un calcio al costato per crearsi così un’apertura che mandava KO l’avversario il 90% delle volte – o allo “spam” di colpi in una parte del corpo qui le cose cambiano; lavorare su una determinata parte del corpo per l’intero match non rende la vittoria automatica ma, anzi, sarà necessario operare “all-around” per arrivare a fine match e le finte, altra grande miglioria di questo capitolo, saranno fondamentali per guadagnarci la vittoria.

Se per i novizi le cose sono state, apparentemente, semplificate grazie a uno schema di controlli rielaborato – che permette di giocare sulla semplice combinazione di tasto dorsale+frontale per il colpo forte o quello atto a indebolire una parte – coloro che verranno dagli scorsi capitoli si vedranno molto soddisfatti delle migliorie al sistema di combattimento come le già citate finte e i nuovi pattern d’attacco che permettono, una volta padroneggiate al meglio, di ricreare i match visti in televisione dove non sempre colpire all’impazzata e in maniera sragionata paga.


Per approfondire:
EA Sports UFC 2
Questi miglioramenti nello striking evidenziano i gravosi limiti che si porta dietro la produzione targata EA Sports nella lotta a terra, rimasta praticamente invariata rispetto al predecessore. Infatti, specialmente nella fase di grappling, il ritmo cala e ci si ritrova a fronteggiare la CPU in uno scontro dove quasi sempre sarà quest’ultima ad avere l’ultima parola. Il peggio, però, viene raggiunto durante le sottomissioni dove non importa l’andamento del match, e quindi i danni fatti e/o subiti, visto che il minigioco che le governa – lo stesso di UFC 2 – risulta palesemente sfalsato a favore della CPU costringendo il giocatore ad osservare, purtroppo inerme, la disfatta la maggior parte delle volte. La nostra speranza è che per il prossimo, eventuale, capitolo ci possa essere un’evoluzione in questo senso per cercare di mantenere una coerenza con il flow del match e degli sforzi attuati per avere la meglio sull’avversario senza dover incorrere in sconfitte che mettano a repentaglio la nostra carriera virtuale.

 

I am the GOAT
Come negli scorsi anni il lottatore virtuale dovrà arrivare al top partendo da zero
Sin dai primi trailer abbiamo visto come EA Sports abbia puntato molto sulla modalità carriera in UFC 3, infatti la volontà della compagnia è quella di concentrarsi molto sulla spettacolarità delle situazioni pre-match – come le varie interviste e i confronti alla cerimonia della misurazione del peso – riuscendoci solo parzialmente. Come negli scorsi anni il nostro lottatore virtuale dovrà cercare di conquistare la vetta del mondo UFC partendo da una federazione semi-sconosciuta. Una volta entrati nella federazione ci ritroveremo ad affrontare una serie di match “squash” (cioè dove il nostro avversario dovrebbe servire solo come carne da macello) per poi arrivare al “boss finale”, cioè il nostro rivale.

Durante le settimane che precedono i vari incontri il nostro obiettivo sarà quello di allenarci per scovare i punti deboli degli sfidanti, imparare nuove mosse ed alzare le nostre statistiche stando, però, attenti ad eventuali eventi obbligatori che dovremo affrontare nel corso delle settimane come le già citate interviste o eventi per pubblicizzare il nostro prossimo scontro. Questi purtroppo non saranno interattivi e, anzi, saranno liquidati con tweet – ovviamente finti– bambineschi di utenti e lottatori atti a farsi beffe di noi. L’intera modalità si baserà, come in passato, sul ripetere sempre le stesse azioni – anche se in maniera molto meno pesante – quindi allenandosi, facendo sparring con un avversario dalle caratteristiche simili del lottatore che dovremo affrontare nelle settimane successive e con i maestri della nostra palestra in grado di fornirci nuove mosse proprio come vi abbiamo spiegato in precedenza. Una volta vinto lo scontro con il nostro rivale ci verrà fornito un nuovo contratto da Dana White e la nostra scalata nel diventare il G.O.A.T. (Greatest Of All Time) della compagnia continuerà fino ad arrivare al titolo mondiale. Durante la scalata, però, dovremo stare attenti ai danni che subiremo perché se la percentuale di salute arriverà a una certa soglia saremo costretti al ritiro molto prima del raggiungimento dello status massimo che sancirà quindi il nostro fallimento.

Se la modalità Carriera è, nel complesso, ben realizzata, non possiamo dire lo stesso dell’Ultimate Team

Nella modalità che ha fatto la fortuna di EA nella serie Fifa , il nostro obiettivo sarà di schierare un team di quattro lottatori (una squadra in uno sport individuale?) ed affrontare quelli di altri giocatori in giro per il mondo. Con i punti accumulati in questo modo potremo acquistare pacchetti contenenti abilità, mosse, bonus di squadra o altri lottatori che potranno entrare a far parte della nostra scuderia. Dopo quanto accaduto per Battlefront 2 molti giocatori si sono preoccupati della svolta verso le microtransazioni che stava prendendo UFC 3, a causa di alcune lamentele dei giocatori durante le beta dedicate alle community.

Non è questo il caso: infatti l’Ultimate Team di UFC 3 è godibile anche senza versare valuta reale e questo è utile solamente se si vorrà avere una progressione più rapida.

 

Blood, sweat and tears
I lottatori sono sempre più realistici e fanno davvero impressione
Messo a confronto con il suo predecessore non abbiamo notato cambiamenti sostanziali dal punto di vista puramente grafico, ma è stato effettuato un grandissimo lavoro da parte della divisione canadese di EA Sports per quanto riguarda il sistema di illuminazione e, sopratutto, sulla resa visiva dei danni subiti dai lottatori. Grandissima parte della spettacolarità degli incontri UFC è infatti dovuta agli enormi danni subiti da entrambi i contendenti sul ring con ematomi enormi, occhi gonfi o sudore misto a sangue che gronda dal viso ferito. Tutto questo è stato riportato in maniera pressoché perfetta dal team, rappresentando magnificamente la pesantezza sia del singolo colpo che dello scambio tra due lottatori allo stremo delle forze.

Gran parte di questo lavoro, e dell’immenso miglioramento per quanto riguarda il sistema di combattimento, è dovuto alla tecnologia Real Player Motion con la quale sono stati registrati i movimenti di tutti i lottatori presenti e, in seguito, riportati in maniera perfetta in-game così da riprodurre tutti i gesti caratteristici dei gladiatori UFC.

 

Verdetto
8.5 / 10
Ronda è passata alla WWE, che fine farà Connor?
Commento
EA Sports UFC 3 è la giusta evoluzione del brand, dopo quanto visto due anni fa. I miglioramenti nel combattimento in piedi rendono gli incontri simili a quelli visti in TV anche se questo, purtroppo, non vale per gli scontri a terra, comprese le sottomissioni, che rimangono tediose e squilibrate. Il punto forte dell'intera produzione è la modalità carriera che, seppur partendo da un presupposto banale, è godibile e garantirà ore e ore di divertimento (e di adrenalina) in tutti gli appassionati della disciplina. UFC 3 è, infatti, per colore che questo sport lo amano e lo seguono, per coloro che stanno in piedi tutta la notte per seguire il proprio beniamino. Queste persone saranno incredibilmente soddisfatte per il lavoro effettuato dalla divisione canadese di EA anche per quanto riguarda la corretta interpretazione della cornice che circonda un singolo evento e non si staccheranno così presto dalla loro console.
Pro e Contro
Modalità carriera divertente
Lottatori e ambientazioni riportate meravigliosamente
Striking migliorato...

x ... ma ancora qualche dubbio sulla lotta a terra
x Carriera divertente ma a un certo punto ripetitiva

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