Recensione Dungeons & Dragons: Neverwinter

Viviamo in un’epoca in cui quasi in ogni casa esiste una connessione ad internet, lenta o veloce che sia. Ed è proprio in un contesto simile che è cresciuto il mercato degli MMO. Le software house hanno infatti riempito il mercato di titoli di questo genere, soprattutto negli ultimi anni. Il problema, però, è che spesso e volentieri molti MMO non si sono rivelati all’altezza delle aspettative. E non parliamo solo di grandi titoli alla World of Warcraft, ma anche di prodotti minori, con aspirazioni comunque superiori a quelle della massa. Il 20 Giugno scorso è stato ufficialmente rilasciato Neverwinter, il nuovo MMORPG dedicato al mondo di Dungeons & Dragons. Considerata la saga da cui proviene questo nuovo episodio, le aspettative erano legittimamente piuttosto alte. Tuttavia, siamo rimasti in gran parte delusi alla vista di un gioco solo discreto, che non ha troppo da offrire rispetto alla concorrenza.

Il fascino delle antiche leggende

Sin dalle origini degli MMO, ben pochi erano i titoli ad avere una profonda trama a fare da contorno al tutto. La maggioranza, infatti, dedicava ben poco spazio alla narrazione, concedendo soltanto poche linee guida per dare un senso e un contesto all’avventura di ogni giocatore. Negli ultimi anni, invece, per incrementare la longevità di questo specifico parco titoli, la trama è stata spesso soggetta a particolare cura da parte degli sviluppatori, che si sono impegnati sempre più nel creare storie che spingano i giocatori ad arrivare fin in fondo alla propria avventura. Nonostante tutti questi sforzi, però, il più delle volte la storia finisce con l’essere quasi del tutto ignorata dai giocatori che si avventurano in questi mondi, soprattutto per via di un gameplay immediato. È il caso specifico di Neverwinter, ambientato cento anni dopo un epidemia magica che ha sconvolto il mondo. Quello che ci ritroviamo ad avere è un background vastissimo che si fa forte dell’enorme mondo nato con il gioco cartaceo di Dungeons & Dragons. Con una lunga serie di quest che ci accompagneranno nel nostro progressivo salire di livello, avremo la possibilità vivere appieno questa storia. Ma per quanto possa rivelarsi tutto molto interessante, non è affatto difficile che un giocatore decida di prestare poca attenzione alla trama, “sprecando” minuti preziosi necessari al raggiungimento del massimo livello. Ciò è dovuto anche ad un gameplay particolarmente immersivo di cui parleremo a breve. Per quanto Neverwinter abbia a disposizione un contesto ed una storia di fondo particolarmente interessanti, gli sviluppatori non sono stati in grado di trattarli accuratamente in modo da attirare anche chi non è già pratico del mondo di D&D.

Attacca senza stancarti mai

Gli MMORPG moderni si possono dividere in due categorie in base al gameplay utilizzato. Da un lato abbiamo titoli come il già citato World of Warcraft, con meccaniche di gioco più “lente”, dove l’abilità del giocatore sta nella sua capacità di gestione delle proprie risorse e di utilizzo delle proprie tecniche; dall’altro lato, invece, c’è Neverwinter, con una componente decisamente più action. La differenza sostanziale è che, per l’appunto, si avranno meccaniche più dinamiche legate a un continuo click con i tasti del mouse sul bersaglio da colpire. Ovviamente ci saranno anche abilità come avviene nella prima categoria, ma la quantità sarà notevolmente inferiore, il tutto per calibrare la quantità di danno. In pratica, avendo la possibilità di attaccare con un semplice click, si avranno a disposizione numerose serie di attacchi standard rispetto alla prima categoria che invece fa affidamento proprio sull’enorme numero di abilità. Sarà anche disponibile la possibilità di schivare, comando regolamentato dalla barra di Resistenza che si ricaricherà col tempo. Il modo in cui schiverete cambierà a seconda della vostra classe: un mago userà una sorta di teletrasporto, mentre un guerriero una schivata più tradizionale. Che siate supportati da un Healer o meno, gli HP non costituiranno quasi mai un problema grazie all’uso delle pozioni il cui tempo di ricarica è davvero minimo. Per quanto riguarda le abilità offensive, queste saranno di tre tipi. Infatti, avremo gli “Attacchi Giornalieri” che consumeranno Punti Azione (parleremo della discutibile traduzione nell’ultimo paragrafo), “Attacchi a volontà” legati ai tasti destro e sinistro del mouse utilizzabili all’infinito e gli “Attacchi ad incontro” il cui uso è limitato da un cooldown, anche se molto breve. Come di consueto, ci saranno attacchi per il singolo bersaglio mentre altri per colpire a zona.

Buono è anche il sistema di sviluppo del personaggio. Ad ogni livello ci saranno dati dei punti per acquistare o potenziare poteri fino al livello 3, dei punti talento per ottenere dei bonus passivi e soltanto ogni dieci livelli dei punti da spendere nelle statistiche. Su quest’ultimo punto, il gioco offre un notevole aiuto per i neofiti indicando qual è la statistica principale, quali quelle secondarie e quali quelle del tutto inutili. Ciò faciliterà notevolmente l’assegnazione di tali punti, la cui quantità non è particolarmente significativa. A ciò si aggiunge anche la possibilità, in fase di creazione del personaggio, di far girare in modo puramente casuale le statistiche, così da ottenere i valori più alti su quelle più importanti.  Proprio in fase di creazione si riscontrano i primi veri e propri difetti del gioco. Innanzitutto, abbiamo avuto a disposizione soltanto tre server, senza alcuna distinzione tra le varie nazionalità. In genere accade che al giocatore, in base al suo indirizzo IP, siano consigliati dei server popolati maggiormente da persone della stessa nazionalità. Questa finisce col diventare una grave pecca, facilmente risolvibile, soprattutto se si tiene in considerazione che il gioco è stato localizzato praticamente in tutta Europa. Non solo, il poter creare soltanto due personaggi gratuitamente è un limite non solo irritante, ma che impedisce di godersi appieno l’avventura in questo mondo. Infatti, abbiamo a disposizione ben otto razze –e a breve ne sarà disponibile una nona–, con cinque classi –cui se ne aggiungerà un’altra–. Il dover pagare dei soldi veri per poter sbloccare altri slot è una scelta che poteva essere benissimo risparmiata. Infine, troviamo anche poco sensata la possibilità secondo cui ogni razza può utilizzare ogni classe. Anche se è vero che ci sono personaggi più adatti rispetto ad altri, è una libertà che finisce col far perdere senso alla distinzione tra le varie razze. Il gioco offre anche la possibilità di ottenere dei “compagni”, degli NPC con le stesse classi disponibili per voi e che vi accompagneranno nel corso dell’avventura. Almeno per quanto ci riguarda, l’IA di questi companion non è delle migliori. La loro presenza aiuta sicuramente, ma non sono indispensabili.

Come in ogni MMORPG che si rispetti, saranno disponibili varie cavalcature per velocizzare gli spostamenti tra una regione e l’altra. Nota dolente è che soltanto i cavalli saranno gratuiti, mentre le creature cavalcabili esteticamente migliori e spettacolari saranno riservate soltanto a chi decide di acquistarle con soldi reali. Restando sulla questione degli spostamenti, essi saranno di due tipologie. Il mondo di Neverwinter è costellato da numerose città in cui è possibile recarsi semplicemente raggiungendo le porte del luogo in cui ci troviamo, per poi selezionare la zona desiderata. Tuttavia, all’interno di ogni zona saranno presenti numerosi “mini-dungeon”, esplorabili soltanto attraverso delle quest. Queste tipologie di missioni hanno la particolarità di essere “personali”. In pratica, come personaggi reali ci sarete soltanto voi e non dovrete preoccuparvi dell’interferenza di altri giocatori. Nonostante lo spostamento in sé non sia particolarmente avvincente, il titolo riesce a farsi perdonare con mappe di gioco particolarmente vaste che si lasciano esplorare senza troppi problemi anche grazie ad un gameplay che non stanca mai.

Pay-to-win… O no?

Uno degli elementi che caratterizzano gli MMO free-to-play è generalmente la presenza di un item-shop da cui è possibile acquistare oggetti con soldi veri. Generalmente, quest’opzione si traduce con il classico pay-to-win, vista la possibilità di impadronirsi di vantaggi notevoli soprattutto nel PVP (si vedano titoli come Metin 2 ad esempio). Neverwinter, almeno per adesso, non sembra essere dello stesso avviso. Ciò che sarà possibile acquistare con gli Zen si riduce a semplici cavalcature, compagni esclusivi (di poco più forti degli standard del gioco) e/o possibilità di modificare il proprio personaggio. Per adesso, l’unica cosa che meriterebbe di essere comprata è proprio lo slot aggiuntivo per i personaggi anche se confidiamo che il numero verrà incrementato gratuitamente.  Nel gioco, oltre ai classici “gold, silver e bronze”, saranno presenti come monete anche gli Astral Diamonds. Questa particolare moneta di gioco offrirà benefici ben più concreti rispetto agli Zen. Il modo in cui è possibile ottenerli è molteplice: potranno essere acquistati da altri giocatori in cambio di Zen, oppure gratuitamente con delle missioni di gioco (con un limite giornaliero). Seppur con finalità differenti, si tratta di una feature già presente in World of Warcraft, dove presso varie fazioni è possibile compiere una serie di missioni giornaliere per massimizzare le reputazioni ed accedere ad item esclusivi. Un’altra caratteristica, ormai presente in ogni MMORPG, è la presenza di token da scambiare con particolari mercanti per ottenere equipaggiamenti decisamente migliori.

Attualmente, il gioco sembra focalizzarsi esclusivamente sulla componente PVE, lasciando il PVP soltanto ai margini. Per quest’ultima, infatti, sarà disponibile un’unica modalità non particolarmente curata, che mostra ottime potenzialità realizzate in modo assai superficiale. Più completo è invece il combattimento contro gli NPC, attraverso una serie di Schermaglie e Dungeon. Presentando una struttura del tutto identica al Dungeon Finder di WoW, sarà possibile mettersi in coda per partecipare a schermaglie/dungeon da 5 giocatori. Com’è giusto che sia, le prime saranno semplicissime e prive di strategie da seguire, mentre quelle che si sbloccheranno ai livelli più alti potrebbero richiedere maggiore impegno da parte dei giocatori. Molto interessante è invece il Foundry, una modalità che consente a chiunque di mettersi d’impegno per creare un’avventura completamente originale e personalizzata.

Assai frustrante finisce col diventare invece l’esperienza di crafting. Questa è strutturata quasi completamente sul tempo. In pratica, da un apposito menù dedicato ai “mestieri”, potremo gestire una serie di “incarichi”, disponibili in slot sbloccabili completando vari requisiti, in cui dovremo semplicemente scegliere cosa fare per poi aspettare. Fortunatamente, il tempo trascorrerà anche mentre non saremo connessi e non saremo obbligati a restare immobili in attesa che il timer raggiunga lo zero. Ciò sembra limitare uno degli elementi fondamenti di un MMO, costringendo il giocatore a lunghe attese prima di poter ottenere ciò che desidera.

Perché il peso della concorrenza è troppo alto

Con un titolo del genere ci siamo sentiti in obbligo di dedicare un paragrafo a parte per stabilire un confronto con la massa ormai infinita di MMO disponibile sul mercato.
Come spesso capita, l’influenza dei grandi maestri del genere si fa sempre sentire nelle nuove produzioni. In questo caso, però, il risultati finisce con l’essere una semplice trasposizione in un mondo di gioco differente. Ciò che Neverwinter ha da offrire è già visto in grandi titoli come World of Warcraft o Guild Wars 2, tanto per citarne un paio. Ci ritroviamo ad avere elementi che esistono già da anni e che sono stati implementati in modo piuttosto scialbo; e non solo, ci troviamo di fronte a delle meccaniche di gioco già note che non portano alcuna innovazione. Ad esempio, oltre all’identico Dungeon Finder di WoW, esistono anche una serie di sfide a seconda della locazione, feature già vista ampiamente con GW2 che nei primi tempi era uno degli elementi principali del gioco. Neanche le meccaniche action risultano innovative, presentando un gameplay che per quanto interessante è il solito che si vede in titoli simili. Insomma, l’impressione che abbiamo avuto mentre giocavamo era quella di una “copia non troppo riuscita”, ma è anche probabile sia dovuto semplicemente alla giovanissima età del titolo in questione (nonostante il brand di D&D vanti già un altro titolo online, N.d.R.).

Sicuramente c’è anche da complimentarsi con lo staff poiché durante la nostra esperienza non abbiamo mai visto la chat intasata dai soliti bot che cercano di far soldi con pratiche illegali e che tanto attanagliano le community dei F2P. L’item-shop ben studiato lo pone in una posizione di rilievo rispetto ad altri free-to-play, ma Neverwinter non è assolutamente in grado di reggere la sfida, non solo con gli MMO che richiedono un abbonamento mensile, ma neanche con i free-to-play meglio realizzati.

Le apparenze ingannano

Un’altra caratteristica che accomuna gran parte degli MMORPG è una grafica non comparabile neanche lontanamente con i titoli coetanei. Questo avviene perché gli MMO sono indirizzati ad una fascia di utenza che non necessariamente ha dei PC particolarmente potenti e devono quindi essere accessibili a tutti. Il risultato complessivo, in linea di massima, consiste di video in computer grafica ottimamente realizzati, ma con una grafica di gioco che resta comunque godibile. Caso alquanto controverso è invece Neverwinter. Dopo una spettacolare introduzione, visibile addirittura prima della creazione del personaggio, ci saremmo aspettati una grafica impressionante e maestosa. Abbiamo provato il gioco con una GTX 580 e con i dettagli al massimo e questo è quanto abbiamo riscontrato. Il livello di dettaglio è eccellente e non lascia per nulla a desiderare. Tuttavia, i modelli poligonali sono di inferiore qualità, portando ad avere spesso e volentieri anche delle espressioni facciali veramente ridicole. Di grande effetto sono le animazioni dei vari attacchi, ma non si può dire lo stesso del movimento dei singoli personaggi, sia a piedi, sia su cavalcature, portando a scene sempre più spesso bizzarre. A ciò va ad aggiungersi la mancata tridimensionalità di determinati oggetti. Ad esempio, volevamo crearci un elfo dai capelli lunghi, ma vedendo che questi attraversavano senza problemi i capi di abbigliamento, abbiamo optato per un elfo dai capelli corti. Si aggiungono, poi, anche i pattern delle mappe dei “mini-dungeon” che sono ripetuti più e più volte mostrando scarsa varietà. Ultima nota dolente è l’impossibilità di poter gestire la risoluzione su modalità finestra. E non è mai piacevole sentirsi costretti a giocare in determinate condizioni, lo schermo intero in questo caso.

Se ottimo è il comparto audio mentre si gioca in lingua inglese, lo stesso non si può dire della versione italiana. Ci troviamo di fronte a doppiaggi non sempre in sincrono e soltanto pochi dialoghi sono stati doppiati, lasciando la stragrande maggioranza in lingua inglese. Neanche le traduzioni scritte sono complete, con diversi elementi presenti ancora in lingua originale. Per non parlare poi delle scelte poco discutibili di cui vi abbiamo fatto un accenno già prima. Perché utilizzare “Attacco giornaliero” per una tecnica che può essere utilizzata più e più volte in un giorno? Ciò che abbiamo, quindi, è un lavoro di localizzazione ancora incompleto e che speriamo sia ultimato in tempi non troppo lunghi.

Verdetto
7 / 10
L'inverno non sta arrivando
Commento
Ed eccoci giunti al commento finale. Neverwinter si presenta come un MMORPG ancora giovane e che ha tanto da far vedere per dimostrare il suo valore. Dalla nostra esperienza di gioco quello che più salta all'occhio è l'enorme quantità di elementi ripresi da grandi MMORPG e non personalizzati. Non solo: ci troviamo davanti ad una realizzazione tecnica non scadente, ma comunque mediocre. Ciò che ci viene da dire, e che ci trova anche in accordo con qualche commento letto su Internet, è che sarebbe stato di gran lunga meglio lasciare Neverwinter in beta per altro tempo. I difetti che si riscontrano sono dovuti per lo più a un lavoro affrettato e facilmente risolvibili. Tra l'altro, Perfect World stessa ci ha mostrato in passato grandi F2P. Proprio per questa ragione, siamo abbastanza fiduciosi e ci aspettiamo una serie di migliorie. Se, e quando, ciò dovesse avvenire, si potrebbe avere di fronte anche un titolo da 8 e non più da 7.
Pro e Contro
Background sorprendente...
Gameplay dinamico ed avvincente
Community priva di bot
Item-shop ben studiato

x ... ma che finisce facilmente in secondo piano
x Sistema di crafting stancante
x Pecca di scarsa originalità
x PVP mal realizzato
x Realizzazione tecnica generale mediocre

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