Recensione DuckTales Remastered

Qua la vita a Paperopoli è un gran sballo. Corri voli in aereoplano ma che sballo,storie di paperi,  ma che bei paperi. Duck Tales, uh uh Ogni giorno c’è una nuova storia misteriosa paperosa, Duck Tales!
Fai attenzione c’è qualcuno, alle spalle che ti spia, non aver paura sono Duck Tales, uh uh!
Personaggi strabilianti, Duck Tales!
Grandi storie divertenti, Duck Tales!
Le favole più belle sono Duck Tales, uh uh!

Se non conoscete queste parole a memoria le possibilità del perché possono essere tre. La prima è che voi siate molto, molto giovani. Nel secondo caso potreste aver avuto un’infanzia difficile oppure, come terza ipotesi, potreste essere cresciuti e la vita potrebbe avervi sommerso di impegni e problemi che vi hanno fatto dimenticare la spensieratezza della gioventù ormai passata, ma che in misura adeguata fareste bene a ritrovare. Sono sicuro però, che se fate parte della terza categoria, queste parole appartenenti alla sigla di Ducktales: Avventure di Paperi  cantata da Mirko Pontrelli, vi siano riaffiorate alla mente scavalcando i vari impicci della vita da “adulti” e ritornando a galla con prepotenza facendosi largo tra un mare di impegni. Con loro ecco che riemergono in superficie anche quei ricordi nostalgici di un’infanzia spensierata, di quando non sapevamo che cosa fossero impegni, problemi e preoccupazioni, di quando si giocava, si faceva merenda e ci si piazzava dinanzi alla tv per guardare Ducktales. In Italia correva l’anno millenovecentottantanove quando la Rai trasmise la prima puntata della terza serie ad episodi firmata Walt Disney e creata da Carl Barks. Grazie a simpatici personaggi come Paperon de’ Paperoni, Qui, Quo, Qua, Gaia, Jet Mc Quack, Archimede, la banda Bassotti, la perfida Amelia, Gambadilegno, Cuoredipietra e tanti altri, la serie fu un grandissimo successo.  Grazie all’ottimo esito positivo ottenuto dalla serie tv, nello stesso millenovecentoottantanove  Capcom produsse anche un videogioco per NES e Game Boy basato sulla serie in questone, videogioco che arrivò in Europa un anno dopo, nel lontano millenovecentonovanta.

Versione testata PlayStation3

“La numero 1” di CAPCOM

Anche il videogioco DuckTales sviluppato da Keiji Inafune, Tokuro Fujiwara e Yoshihiro Sakaguchi, creatori dell’epica serie Mega Man, fu un grande successo commerciale, divenendo all’epoca come oggi uno tra i titoli maggiormente apprezzati su NES. Controllando Paperon de’ Paperoni il nostro scopo era quello di esplorare cinque macroaree sparse  in giro per il mondo alla ricerca di tesori.  Si partiva quindi all’avventura per le terre della fitta giungla dell’Amazzonia, nella fredda e spaventosa Transilvania, ci arrampicammo in cima all’Himalaya, esplorammo le buie miniere africane ed infine atterrammo nelle magiche atmosfere lunari. La nostra unica arma era il fidato bastone di zio Paperone, con il quale potevamo saltare in testa ai nemici, un po’ come fosse un bastone a molla, od usarlo come fosse una mazza da baseball per lanciare degli oggetti. Durante l’esplorazione dei livelli, che potevamo intraprendere in qualsiasi ordine avessimo voluto, ci si imbatteva anche in compiti secondari  che venivano dati da altri noti personaggi della serie tv. Il gameplay, a differenza dei canonici platform 2D, era tutt’altro che lineare. Alcune zone dei cinque livelli presenti, difatti, si rendevano accessibili solo dopo aver trovato particolari oggetti o incontrato determinati personaggi, ed alla fine di ogni mondo ci attendeva uno scontro con il boss di turno, a guardia del tesoro principale del livello. Il gioco non finiva qui però. Una volta collezionati i cinque tesori principali il giocatore doveva far ritorno in Transilvania per affrontare il boss finale dell’intero gioco. Il tutto senza contare la presenza di due tesori segreti da scovare e di tre possibili finali. A rendere il gioco ancora più sensazionale ci pensava la tutt’ora incredibile colonna sonora  8 bit che spremeva a dovere il chip sonoro del NES, con melodie che rimasero impresse ad imperitura memoria nelle teste e nei cuori dei vari giocatori di tutto il mondo (tra le tante è impossibile non citare  l’incredibile accompagnamento musicale che potevamo ascoltare una volta atterrati sulla luna).

Lo Zio è ancora in forma smagliante

Ed ecco che CAPCOM, servendosi dei ragazzi di WayForward Technologies tenta l’attacco ai cuori dei videogiocatori un po’ più cresciutelli, quelli che ogni tanto si lasciano prendere dalla nostalgia del passato, di quando i videogiochi “erano migliori” di quelli attuali. Il quindici Agosto il titolo e’ diventato disponibile sui vari store digitali (Steam, PlayStation Store, Xbox Live Marketplace, Nintendo eShop) ed acquistabile per quindici euro. Attacco nostalgia riuscito? DuckTales Remastered inizia con l’attacco della banda Bassotti al deposito di denaro di Paperon de’ Paperoni. Una volta scattato l’allarme, Zio Paperone arriverà a tutta velocità a bordo della sua auto guidata da Battista il maggiordomo. Inizieremo così il primo livello di DuckTales Remastered, ambientato nel deposito di denaro. Superata questa prima difficoltà si scoprirà che la banda Bassotti non era interessata alle incredibili ricchezze di Paperon de’ Paperoni, il papero più ricco del mondo, bensì ad un dipinto che si scoprirà celare una mappa. Ecco quindi che dopo una porzione inedita di gioco verremo introdotti a quello che Ducktales era nel millenovecentonovanta, anno di uscita del gioco in Italia. La mappa ci rivelerà infatti le ubicazioni di cinque antichi e preziosi tesori e ci ritroveremo quindi dinanzi alla selezione del mondo di gioco da cui iniziare la nostra ricerca. Chi giocò il titolo originale anni fa sa benissimo di quali locazioni si tratta: Amazzonia, Transilvania, le Miniere Africane, l’Himalaya e la Luna, ognuna di esse contenente uno degli artefatti da recuperare. Come accadeva in passato, anche qui l’ordine con cui affrontare i vari livelli lo deciderà il giocatore. Tutto e’ rimasto intatto nella sua semplicità. Controllando Paperon de’ Paperoni dovremo esplorare le cinque aree del gioco cercando di scovare e raccogliere più diamanti possibili, facendo però attenzione ai vari nemici presenti su schermo. Per affrontarli avremo a disposizione il nostro fidato bastone, sempre utilizzabile come pogo o come  mazza da baseball. Salta subito all’occhio come WayForward non abbia voluto modificare le carte in tavola e risulta quindi evidente come questa rimasterizzazione vuole essere a tutti gli effetti un attacco nostalgico. I nemici che dovremo affrontare in ogni zona altro non sono che gli stessi presenti nella versione ad otto bit del titolo. Tale scelta sicuramente dividerà in due critica e giocatori: da una parte troveremo quelli che avrebbero voluto un qualcosa in più dal gioco e dall’altra invece saranno schierati coloro che volevano Ducktales così come era, solo tirato a lucido. Durante lo svolgimento dei vari mondi, oltre alla raccolta di diamanti dovremo andare alla ricerca dei nostri nipotini Qui, Quo, Qua o di oggetti essenziali per il proseguimento della storia e quindi per il completamento dell’area. I livelli culmineranno poi con la classica boss fight.  Anche qui è encomiabile la fedeltà con cui i ragazzi di WayForward ci hanno riproposto questi momenti. Tralasciando per il momento la rivisitazione grafica, gli scontri con i boss sono in apparenza esattamente come ce li ricordavamo su NES, solo con qualche pattern di attacco in più. Fino a qui risulta tutto estremamente fedele al DuckTales dell’ottantanove, ma nel lavoro di rimasterizzazione alcune piccole modifiche sono state fatte. La prima riguarda la trama. Ad ogni inizio livello verremo accompagnati da scene di dialogo tra i vari personaggi, che daranno il via ai vari eventi. Anche durante l’avanzare di Zio Paperone all’interno del mondo di gioco assisteremo a simpatici dialoghi tra lui, Jet Mc Quack, Qui, Quo, Qua, Gaia, Archimede ed altri simpatici personaggi del mondo animato di DuckTales. Questa modifica apportata al titolo, per quanto semplice, risulta piacevole ed aggiunge ancora più simpatia al videogioco senza andarne ad intaccare la natura ed il gameplay. Differenza più significativa invece risulta quella dell’introduzione della mappa. Premendo start all’interno di un livello ci verrà mostrata l’area di gioco e con essa anche l’ubicazione del nostro obbiettivo. Il primo Ducktales stupì non solo per la realizzazione tecnica, ma anche perché non era un titolo lineare. Il videogiocatore non sapeva dove andare e ciò contribuiva a rendere un poco più avventuroso il tutto. Non era certamente difficile arrivare allo scontro con il boss, ma così facendo WayForward ha reso il compito ancora più facile ed ha quasi annullato quel senso di avventura e non linearità che per quanto basilare, avevano il loro perché di esistere in Ducktales per NES. Per ciò che concerne il gameplay, a parte queste ultime due modifiche risulta quindi tutto identico al passato e sicuramente ciò farà piacere ai videogiocatori della vecchia scuola più conservatori o servirà magari ai videogiocatori più giovani e curiosi per scoprire uno dei titoli più famosi disponibile dal novanta sul suolo italiano, per la console otto bit Nintendo.

Una tecnica da manuale delle giovani marmotte

Laddove DuckTales risulta aver subito più modifiche, in questo caso migliorie, e’ proprio sul versante tecnico comprendente grafica e sonoro. L’abilità con cui WayForward ha lasciato intatto il mondo di gioco Walt Disney, tirandolo però a lucido grazie agli attuali mezzi, molto più potenti di quelli disponibili ben ventiquattro anni fa, è sicuramente da premiare. Oltre all’abilità propria di WayForward è giusto riconoscere anche quella di Mike Peraza e Rick Evans, disegnatori di Disney Television chiamati a collaborare al titolo. La cura con cui si sono dedicati DuckTales Remastered è ottima e la si nota subito sin dalla schermata iniziale del gioco raffigurante una Paperopoli disneyiana di ottima fattura, grazie ad un disegno preciso, pulito e particolareggiato ravvivato da colori nitidi e fedeli a quanto si potrebbe ammirare oggi su un qualsiasi Topolino. La bellezza del disegno è evidente anche nelle locazioni che andremo ad esplorare in compagnia di Paperon de’ Paperoni e tutto il resto della simpatica combriccola Disney. I mondi di gioco pur non brillando per quantità di particolari, risultano identici a quanto visto nella versione NES, ma grazie all’aggiunta di più tonalita di colori, a sfondi piu scenici e dettagliati, all’aggiunta di una mezza dimensione ed alla bellezza della grafica HD, tutto risulta più vivo, colorato, moderno e limpido, riuscendo quindi ad allietare l’occhio del videogiocatore. Con aggiunta della mezza dimensione mi riferisco al fatto che in DuckTales Remastered gli scenari di gioco non sono in 2D, ma in 2,5D. Non siamo quindi di fronte ad una grafica bidimensionale di eccellente fattura e come detto non ci stupiremo per la quantità di particolari presenti su schermo, ma nonostante ciò il lavoro svolto dai due disegnatori è sicuramente più che buono. Anche le animazioni di Paperone e dei vari nemici sono circa le stesse presenti nella versione per Nintendo 8 bit. Ovviamente in DuckTales Remastered le movenze risultano più fluide e sono state eccellentemente realizzate ed animate a sessanta fotogrammi per secondo, peccato solo siano davvero poche. Un’ altra miglioria la si nota nei comandi di gioco che risultano più precisi e morbidi rispetto ai già buoni comandi del passato, anche se, almeno nella versione per PlayStation3, nei salti più difficili a volte sembra quasi ci sia un ritardo nell’input di comando. Il successo di Ducktales non risiedeva solo in una buona grafica e nell’aver trasposto in maniera simpatica e fedele parte delle avventure Paperose firmate The Walt Disney Company. Un altro punto forte della produzione Capcom era sicuramente il sonoro. Il vecchio e basilare generatore sonoro a cinque canali integrato nel NES era stato sapientemente spremuto da Yoshihiro Sakaguchi, programmatore sonoro del famoso Mega Man. Le musiche udibili in Ducktales erano e sono tutt’ora brani  davvero piacevoli da ascoltare, caratterizzati da sonorità elettroniche e melodiche che difficilmente verranno dimenticate dai sostenitori del titolo e  che fanno parte di diritto della cultura musicale ad otto bit. All’avvio di DuckTales Remastered l’attacco nostalgia portato a segno da Capcom risulterà rafforzato anche dalla colonna sonora. Si parte con il brano introduttivo: la sigla originale di DuckTales. Già qui la mente di noi trentenni, anno più anno meno, torna negli anni passati. Si noterà quindi subito che anche i vari brani musicali, pur rimanendo gli stessi dell’ottantanove, hanno subito una notevole tirata a lucido. Le più sporche sonorità ad otto bit tipiche del NES, lasciano qui il posto a brani musicali strumentali, misti a campionamenti elettronici, che nell’insieme risultano anche questa volta di pregevole fattura ed eccezionale bellezza e pulizia. Accedendo alla schermata di selezione dei livelli, sarà impossibile non rimanere folgorati dall’accompagnamento musicale di sottofondo: piacevole, rilassante, capace di gettarci dietro nel tempo fin da subito. Ascoltare i riarrangiamenti di tutta la soundtrack eseguti dal talentuoso ed esperto Jake Kaufman ci farà provare gioiose sensazioni e sono sicuro che anche chi giocherà il titolo per la prima volta nella sua vita rimarrà positivamente colpito dalle affascinanti melodie udibili in DuckTales Remastered. Si tratta sicuramente della caratteristica e della rivisitazione più riuscita della produzione WayForward. Infine, a differenza della versione per NES dove i dialoghi tra i vari personaggi avvenivano grazie a stringhe di testo, qui troveremo un doppiaggio inglese ad opera dei doppiatori originali della serie, che seppur non eccezionale risulta ben eseguito e rappresenta quindi una piacevole aggiunta. Per chi non masticasse l’inglese, anche se il titolo risulta godibilissimo pure senza la comprensione della lingua anglosassone, sono presenti i sottotitoli in italiano.

DuckTales nel 2013

Fino ad ora, pur non stupendo per eccellenza,se non nel comparto audio, vi ho parlato bene di DuckTales Remastered. Allora questa rimasterizzazione prodotta da Capcom e sviluppata da WayForward e’ pienamente riuscita? Siamo di fronte ad un altro capolavoro tutto paperoso? No. Ogni videogioco vuole ahimè il suo tempo. Nell’ottantasette la serie animata DuckTales rappresento’ per la Disney uno dei più grandi successi commerciali e duraturi nel tempo. Il pubblico di giovani che seguiva questo meritevole show era indubbiamente vastissimo, quindi l’accoglienza di un videogioco basato su Paperon de’ Paperoni e tutti i suoi amici e nemici non poteva essere altro che grandiosa e bollente! L’attenzione di Capcom nella produzione del DuckTales videoludico fu quindi anche in questo caso maniacale, grazie anche alla supervisione di Darlene Lacy. Nel millenovecentottantanove Ducktales rappresentò per il nord America il primo titolo su licenza ufficiale Disney, nonostante Capcom avesse già lavorato con la compagnia. All’epoca il titolo, oltre che caratterizzato da un ottimo gameplay, risultò straordinario anche per la colonna sonora, la stessa che possiamo ascoltare oggi abilmente rieditata in DuckTales Remastered e per il comparto grafico che risultava essere uno dei migliori dell’epoca. Nel novanta uscì anche la versione Game Boy che contribuì al successo della serie. Il titolo, tranne che per gli sfondi dei livelli riadattati sulla base delle potenzialità dell’otto bit portatile Nintendo, era identico alla sua controparte per NES. In totale le copie vendute su entrambe i sistemi furono circa tre milioni e Ducktales fu il titolo Capcom più venduto su entrambe le piattaforme. All’epoca il gioco rappresentò un grande momento di evoluzione nel game design e stregò milioni di giovani videogiocatori come pochi altri titoli fino ad ora. Per moltissime testate specialistiche del settore il titolo Capcom fu ed è anche oggi, uno dei migliori  approdati su NES. Oggi, nel duemilatredici, le cose sono un po’ cambiate. La rimasterizzazione ad opera di WayForward è sicuramente ottima, ma è proprio DuckTales a mostrare i segni del tempo, soprattutto agli occhi dei videogiocatori più giovani. Ciò a cui ci troviamo dinanzi è sicuramente una versione migliore rispetto a quella per NES. Grafica, animazioni, disegni, la pur semplice narrazione e l’audio sono stati notevolmente rifiniti e migliorati, ma per quanto svecchiati ed affascinanti agli occhi ed alle orecchie del videogiocatore c’è un qualcosa che purtroppo è rimasto troppo invariato, risultando troppo basilare e semplice per la nostra epoca: sto parlando del gameplay. Per quanto piacevole esso sia, oggi, con quindici euro, possiamo trovare platform molto più complessi e meglio rifiniti, che ci offrono sicuramente una caterva di compiti ed azioni in più da svolgere. In DuckTales, saltare a destra e sinistra su piattaforme varie o combattere con i boss risulta spesso semplice e quasi mai complesso. Il titolo, inoltre, alle difficoltà più basse dura una manciata di ore circa, e la cifra da sborsare per potersi godere questo agglomerato di emozioni nostalgiche (anche se per molti si tratta di un vero e proprio tuffo al cuore ) sono un po’ troppi. Il livello di sfida in DuckTales non è per nulla basso, anzi, ma è proprio il level design che per quanto buono, eccellente all’epoca NES, risulta oggi basilare e quasi obsoleto. In fin dei conti, non c’è nulla che non va in Ducktales Remastered, perché tutto risulta realizzato come da manuale delle giovani marmotte, toccando l’eccellenza nel comparto audio grazie ad una rivisitazione dei vari brani musicali azzeccata e da brividi. Ciò che quindi rema contro all’operato di WayForward sono il prezzo, la breve longevità ed il tempo. Se di ciò non vi importa, fatelo vostro, soprattutto se siete dei bambinoni cresciutelli come il sottoscritto. In quest’ultimo caso sarà un breve viaggio nei ricordi, caloroso, emozionante, piacevole (a volte frustrante n.d.r.) e divertente. Per un attimo torneremo bambini, seduti prima davanti alla TV per guardare Ducktales e poi con il pad del NES od il Game Boy tra le mani per giocarlo. DuckTales Uh uh!!!

Verdetto
7.5 / 10
Zio Paperone zompetta in giro in HD
Commento
Un'operazione nostalgica sapientemente orchestrata da Capcom e dai ragazzi di WayForward Technologies. Una rimasterizzazione riuscita e migliorata sotto tutti i punti di vista, sapientemente lasciata intatta nella sua preziosa essenza, soprattutto per chi si è già lautamente divertito con la simpatica banda di paperi, durante la fine degli anni ottanta o negli anni novanta.Se come me siete degli inguaribili nostalgici e romanticoni aumentate il voto a vostro piacere e compratelo adesso! Subito! Immediatamente!
Pro e Contro
Soundtrack magnifica
Buon livello di sfida
Magnifico agli occhi dei nostalgici

x Potrebbe non essere così magnifico agli occhi dei giovani videogiocatori
x Level design sorpassato
x Per quello che costa offre poco

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