Recensione Drakengard 3

Siamo ormai volti con la testa al futuro, a questa next gen che ancora non riesce ad ingranare. E mentre l’attenzione è diretta a quello che ci riserverà l’E3, le console di vecchia generazione continuano a sfornare titoli senza temere della concorrenza. Oggi è il turno di Drakengard 3 (conosciuto in Giappone come Drag-On Dragoon 3), nuovo capitolo della serie action-rpg Square Enix apparsa su PlayStation 2 ad opera del defunto team Cavia ormai 10 anni fa e che timidamente torna sui nostri schermi per mano di Access Games, disponibile solamente nel formato digitale su PlayStation Network.

Five

La storia narra di un mondo martoriato da guerre e conflitti. Un mondo allo sbando e senza un futuro. Come sempre nelle leggende però succede l’incredibile e l’umanità viene salvata da cinque sorelle chiamate Intoner, che usando il potere della magia nato dal loro canto, portarono pace e serenità. Drakengard 3, che si pone narrativamente come prequel dei primi due capitoli, segue le vicende di Zero, sorella maggiore delle cinque salvatrici, pronta senza esitare ad ucciderle una ad una. Il perché di tutto questo non è dato saperlo e spetterà a noi intraprendere un viaggio per scoprire le reali intenzioni di Zero che si celano dietro la sua missione. La scelta di proporre il gioco come prequel si rivela sensata e mirata per avvicinare alla serie anche chi non ha mai giocato uno dei titoli precedenti, sebbene siano innumerevoli all’interno del titolo Access Games riferimenti e collegamenti all’universo di Drakengard e dei rispettivi giochi, che per ogni amante della serie si rivelano quasi essenziali. Paragonando Drakengard 3 ad un film, il primo accostamento che ci viene in mente è sicuramente un Kill Bill in versione fantasy. Zero, proprio come la fredda protagonista del film di Tarantino, inizierà un viaggio incentrato sulla vendetta, dopo essere sopravvissuta al micidiale scontro raccontato nel prologo. Privata di un braccio e dell’occhio destro nella cui cavità trova adesso posto un misterioso fiore, Zero affronterà una ad una le sorelle fino ad arrivare ad affrontare One, la più temuta e potente del gruppo.

Four

Per chi ha avuto modo di giocare uno dei precedenti giochi della serie o il mai troppo lodato Nier, che si pone all’interno della saga come spin-off del primo titolo, completare Drakengard 3 sarà solamente l’inizio della nostra avventura. Arrivare a vedere per la prima volta i titoli di coda lascia il giocatore in uno stato di confusione ed incredulità. Non solo quasi nessuna delle nostre domande troverà risposta, ma la trama si infittirà ancora di più, rendendo quasi naturale il voler saperne di più e ributtarsi a capofitto nei nuovi capitoli che si sbloccheranno. La storia diventerà mano a mano più complessa, tratterà argomenti scomodi spesso lontani dal mondo dei videogiochi come la religione e la sessualità, affrontando temi morali come l’amore per la famiglia e gli amici, il tutto usando un linguaggio diretto e crudo, facendo uso di una violenza a tratti necessaria che sfociano in situazioni tragicomiche e dal gusto grottesco. A rendere più complicate le cose, ma al tempo stesse interessanti per il giocatore, son proprio i finali e i nuovi percorsi che si aprono terminando i precedenti, tirando in ballo teorie legate alla presenza di multiversi che in pieno spirito “what if” affrontano i risvolti narrativi da varie prospettive cambiandone spesso tratti e significati. Il tutto per culminare nell’ultimo e quasi inarrivabile quarto finale (del quale vi parleremo dopo) che cerca di chiudere la storia dando finalmente un senso al nostro operato. Sotto il profilo narrativo Drakengard 3 è un opera interessante che riesce a catturare ed emozionare fino all’ultimo minuto. Merito delle ottime abilità di director di Yoko Taro, che dopo aver firmato il primo capitolo e lo stesso Nier, torna a mettere mano alla serie regalandoci sicuramente il capitolo più interessante fra i tre Drakengard. E sempre soffermandoci sulla trama, che come avrete capito è la colonna portante di tutto il gioco, una nota di merito va data anche alle Novelle di Drakengard, brevi storie disponibili sul sito ufficiale del gioco che espandono l’universo narrativo di Drakengard, che venendoci in aiuto raccontano antefatti del gioco e delineano maggiormente il già variopinto cast di protagonisti, facendo luce su certi rapporti che purtroppo nel titolo non vengono affrontati.

Three

Come nei precedenti capitoli della serie ci troviamo di fronte ad un action-rpg, dove la componente action la fa da padrona. In questa ultima iterazione è stato completamente rivisto il sistema di combattimento che, ora più che mai, strizza l’occhio a certi hack’n slash di matrice musou. Zero avrà a disposizione 4 tipologie di armi. Potrà passare dall’uso delle spade, l’arma più versatile del gioco, alle lance, perfette per perforare le difese della più impenetrabile armatura, oppure i Bracciali da combattimento, utili per gli scontri ravvicinati mentre i Chakrams, potenti dischi da lancio si rivelano perfetti per gli attacchi a distanza. L’unione di queste 4 armi, oltre a diversificare il gameplay in base a quella usata e lo stile di lotta, permette di imbastire strategie ed eseguire combo capaci di decimare anche il più numeroso degli eserciti.
Man a mano che Zero salirà di livello, oltre a beneficiare dell’aumento di esperienza visibile da subito nelle caratteristiche fisiche e nella salute, si sbloccheranno nuove combinazioni d’attacco che ci permetteranno di padroneggiare con maestria ogni arma. Zero può anche far affidamento su una schivata per aggirare i nemici o per destreggiarsi durante le combo aeree o di una parata che andrà a consumare la barra della stamina ma che ci permetterà di salvaguardare la nostra energia, mentre se effettuata con il giusto tempismo si rivelerà indispensabile per eseguire potenti contrattacchi. Quando Zero sarà messa alle corde, potrà sfruttare il potere delle Intoner, che le consentirà di liberare la sua forza ed eseguire potenti attacchi dai risvolti devastanti consumando l’apposita barra che si riempirà di nuovo uccidendo altre vittime.

Two

Ma non sarebbe un Drakengard degno di questo nome se non ci fosse anche qua un possente drago ad accompagnare le nostre avventure. In questo nuovo capitolo saremo affiancati da Mikhail: un giovane ed inesperto lucertolone alato che metterà la sua vita a servizio di Zero e che sarà protagonista di numerosi e spassosi scambi di battute con la nostra eroina.
Drakengard 3 rispetto al passato, limita l’uso del drago a determinate occasioni scriptate. Potremo richiamarlo solamente in determinati punti sfruttando la sua potenza di fuoco per eliminare le minacce sul nostro cammino. Oltre a questo potremo anche cavalcare Mikhail durante alcune sessioni di volo libero (solitamente limitate ai boss di fine livello) o ad alcune fasi su binari che ricalcano lo stile dei vecchi Panzer Dragoon o il più recente Crimson Dragon. Comandando Mikhail avremo a disposizione due tipi di attacco, rapido e a ricerca, potremo sfruttare il suo fuoco per danneggiare vaste aree o utilizzare un possente colpo corpo a corpo. Rispetto a Nier, le divagazioni sul genere sono abbastanza più limitate mancando di alcuni picchi di genialità toccati che vedevano il gameplay plasmarsi assumendo le più svariate forme pur di appassionare il giocatore. In Drakengard 3 è tutto più canonico e e ben delineato, basti pensare all’esplorazione dei livelli che segue itinerari lineari che lasciano poca fantasia ai giocatori più esplorativi, che non faticheranno a raccogliere le casse contenenti nuove armi o materiali per la modifica delle stesse, indispensabili per forgiare e potenziare il nostro arsenale. Anche per quello che riguarda le sub quest, a dire il vero forse fin troppo simili fra loro, per accedere a nuove missioni non dovremo impegnarci troppo se non durante la raccolta degli oggetti richiesti, in quanto saranno attivabili attraverso un apposito menù. Inutile comunque sottolineare l’importanza di quest’ultime che serviranno per farmare materiali e denaro da usare per la forgia, e gli indispensabili punti esperienza per la crescita di Zero. Anche per accedere ai vari finali sarà necessario completare i livelli proposti che sbloccheranno man a mano i nuovi bivi narrativi, che si apriranno fino al distruttivo finale D che richiederà la collezione di tutte le armi presenti nel gioco per poter essere affrontato. Non vogliamo rischiare di spoilerare nulla su quest’ultimo finale, ma ci teniamo a puntualizzare sull’ultima sequenza di gioco che affronta il giocatore a muso duro, quasi a volergli impedire di assistere all’agognato finale, con risultati tutt’altro che piacevoli. Ci siamo trovati quasi incapacitati nell’assistere all’epilogo a causa di un’inspiegabile difficoltà punitiva che non ammette il minimo errore e che non è riscontrabile durante tutta la durata del gioco. Tra l’altro Drakengard non si avvale di livelli di difficoltà proponendone uno standard, che in caso di sconfitta calerà di volta in volta rendendo i colpi nemici sempre meno potenti, riflettendosi negativamente sull’ottenimento di bonus e punti esperienza, unica ricompensa al termine di ogni livello, e che non vede nessun tipo di valutazione in base ai nostri risultati.

One

Il vero nemico di Drakengard 3 è il suo comparto tecnico. È vero, la grafica non è tutto e come da tradizione per la serie, anche questo capitolo non fa vanto del suo estetismo più frivolo se non per le sequenze animate in computer grafica, che con la loro bellezza incantano per poi riportarci alla dura realtà durante le fasi di gioco. Possiamo sorvolare sulle ambientazioni pressoché spoglie dal level design quasi inesistente. Possiamo dare priorità all’atmosfera e al design dei personaggi, ottimi sulla carta, un po’ meno nella resa tridimensionale dei modelli. Possiamo sorvolare su gli ormai noti problemi dell’Unreal Engine, fra caricamenti interminabili e texture tardive o sulla telecamera di gioco in più di un frangente confusionaria e ballerina. Dove però Drakengard 3 crolla miseramente è nel frame rate, già dai primi minuti di gioco affossa qualsiasi pregio del gioco sfiduciando dal proseguire anche il giocatore più paziente. È vero che Drakengard, così come la serie, sebbene nata sotto l’ala Square Enix, è un progetto low budget e molti degli elementi elencati sopra sono sintomo di questa produzione. È anche vero però che questa non deve essere una giustificante per lo scarso lavoro di ottimizzazione fatto e dei problemi che non dovrebbero esserci ormai a fine ciclo vitale di una console, problemi che figuravano anche nella versione giapponese uscita qualche mese fa e risolti in parte con una patch correttiva. Paradossalmente i più grossi problemi di frame rate si verificano nelle prime ore di gioco quando dovrebbe dare il meglio di se ed impressionare, mentre nelle fasi avanzate, con molti più nemici a schermo il gioco, pur scattando frequentemente si lascia giocare risollevandosi da una situazione alquanto disastrosa.
Memorabile invece la colonna sonora ad opera di Keiichi Okabe che ha supervisionato il progetto e al debutto nella serie dopo la sua prova con Nier. Le sonorità di Drakengard 3 abbracciano diversi stili musicali, con le dolci e melanconiche sinfonie che scandiscono i momenti più rilassati ai cambi di rotta con veri e proprie esplosioni che affondano le radici nell’elettronica e nel metal durante i boss fight. Molte delle tracce sono interamente cantate ed impreziosiscono, grazie alla presenza di numerosi brani, un comparto sonoro privo di ogni qualsiasi sbavatura. Drakengard 3 presenta un doppiaggio inglese di buona fattura sia nella qualità del recitato, decisamente sopra la media delle produzioni odierne sia per la scelta delle voci usate nell’adattamento occidentale, che anche nei testi vede solamente l’utilizzo della lingua inglese. Una pecca piuttosto grossa invece è l’assenza del doppiaggio originale giapponese, presente però sul PSN e scaricabile a pagamento. È vero che si tratta di un prezzo irrisorio, intorno ai cinque euro, ma se si pensa che già il costo del gioco decisamente alto per un titolo disponibile unicamente nel formato digitale, risulta una spesa che si può facilmente evitare. Inoltre il dlc relativo al doppiaggio pare soffrire di alcuni problemi di riconoscimento da parte del gioco che lo rendono inutilizzabile e sul quale si spera che Square Enix e Access Games indaghino e risolvano al più presto.

Verdetto
7 / 10
Mi guardi se ho qualcosa nell'occhio?
Commento
Che dire di Drakengard 3? Se la nostra analisi si fosse fermata per lo sconforto dopo le prime ore ci troveremmo a bocciare senza esitazione un titolo che soffre sì di evidenti problemi legati alla sua realizzazione tecnica, ma che è capace di ammaliare con la sua storia e il suo sistema di gioco semplice ma efficace, chiunque armato di coraggio riesca a scavare sotto la sua corazza. Come Nier la storia è il traino principale di tutta la produzione Access Games, e da questo punto di vista fa il suo dovere e anche di più. Dopo queste considerazioni ci sentiamo di consigliare a chi ha adorato i capitoli precedenti, che qua troverà il miglior capitolo della serie a patto di scendere a compromessi con il frame rate, tallone d'achille del titolo Square Enix. Difficile dire allo stato attuale delle cose se rivedremo un nuovo capitolo della serie o un seguito di Nier, fatto sta che sarebbe un peccato veder morire una serie così valida seppur apprezzata da pochi. La nostra speranza è che per eventuali titoli futuri il team venga supportato in maniera più efficace in modo da evitare tutti questi problemi tecnici.
Pro e Contro
Colonna sonora memorabile
Storia emozionante e ricca di sorprese
Caratterizzazione dei personaggi sublime
Impianto hack'n slash di buona fattura

x Frame rate ai minimi storici
x Esplorazione lineare
x Boss finale fuori da ogni logica
x Graficamente nulla di impressionante

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