Recensione Dragon Quest Builders (Nintendo Switch)

Investire nel mattone non è mai stato così divertente

A pochi giorni dalla prima candelina che chiude un’annata d’oro per la console ibrida di Nintendo, la softeca di Switch è pronta ad aprire le porte a Dragon Quest Builders, già apparso in occidente su dispositivi  Sony (Playstation 4 e PlayStation Vita) e destinato ad aprire la strada ad un seguito già annunciato nei mesi scorsi, ma del quale ancora ignoriamo una finestra di lancio.

 

Ma bando alle ciance e armati di martello scopriamo insieme il cubettoso mondo di Dragon Quest Builders per Nintendo Switch, disponibile nei negozi e nell’eShop a partire dal prossimo 9 Febbraio.

 

Versione Testata: Nintendo Switch

The Rebuild of Dragon Quest
Le prime ore nel mondo di Alefgard saranno cruciali per ambientarci nel nostro nuovo ruolo di costruttori
La trama, trattandosi di un porting diretto, ripercorre in copia carbone quella vissuta nella pubblicazione originale, e ci vedrà “vestire” i panni di un “prescelto”. Diversamente dagli eroi che siamo abituati a conoscere attraverso i vari capitoli di Dragon Quest, il protagonista di Builders sarà “speciale” in quanto nelle sue mani si cela l’ormai estinta arte della creazione. In un mondo portato sull’orlo della distruzione dal temutissimo Dragonlord, su di noi graverà il compito di riportare la luce nel regno di Alefgard, ormai ridotto in rovina, e grazie al nostro potere saremo in possesso delle qualità ideali per riuscirci e dare così una lezione al perfido sovrano.

Le prime ore nel mondo di Alefgard saranno cruciali per ambientarci nel nostro nuovo ruolo di costruttori, e guidati da una voce misteriosa ma estremamente rassicurante, che successivamente scopriremo essere della dea Rubiss (personaggio ricorrente all’interno dell’universo fantastico di Dragon Quest), impareremo l’arte della costruzione partendo letteralmente dalle sue fondamenta. Subito dopo il nostro risveglio, avvolto nel più totale mistero, arriveremo nei pressi di alcuni resti, più precisamente quelli di Cantlin, un tempo imponente città fortificata della zona meridionale di Alefgart, e da li dovremo muovere i primi passi per ricostruirne i fasti di un tempo, partendo con il piazzare lo Stendardo della Speranza, una luce in grado di guidare gli erranti e far ripopolare il mondo ormai distrutto.

Non appena i primi abitanti inizieranno ad arrivare presso le rovine della città, dovremo impegnarci a rispondere ad alcune richieste che soddisfino le condizioni minime per sopravvivere: costruire alloggi, edifici dedicati al crafting o alla cucina (attività non da sottovalutare) o protezioni che ci difendano dall’attacco dei mostri che pullulano nei paraggi e che tenderanno a farci visita provocando non pochi danni. Più stringeremo alleanze ed amicizie, più il nostro nuovo avamposto potrà crescere in splendore (misurabile attraverso un livello ad esso dedicato), in quanto ogni nuovo abitante contribuirà alla causa fornendoci progetti o dandoci suggerimenti su quello che potremo creare.

 

Il tutto sfruttando un sistema costruttivo decisamente intuitivo e di facile apprendimento, che ci permetterà di dar sfogo alla nostra vena creativa, semplicemente piazzando i blocchi l’uno sull’altro come se stessimo giocando con i famosi mattoncini danesi, per realizzare edifici (o altro) con la pressione di un tasto (X), o distruggendoli a suon di martellate e riponendo i resti nel nostro inventario per usarli successivamente. Il tutto a patto di avere nella propria borsa i materiali necessari. Questa semplicità di fondo aiuta tantissimo ad entrare fin da subito nelle meccaniche del gioco che, pur seguendo una stessa logica basata sull’immediatezza, offre altresì un’ inaspettata profondità, peccando solamente in qualche imprecisione nei controlli nel piazzare i pezzi nelle 3 dimensioni.

Il titolo Square Enix prende chiaramente spunto da Minecraft, che nel corso degli anni ha creato un genere tutto suo

 

I permessi di costruire sono tutti in regola?
Builders mantiene una sua identità e un carattere ben marcato
Il pregio di Dragon Quest Builders è quello di prendere si ispirazione dal gioco di Mojang, riuscendo al tempo stesso a mantenere una sua identità e un carattere ben marcato. Ed ecco quindi che Builders si concentrerà sullo sviluppo di un aspetto narrativo che farà da traino nel corso dell’avventura, sia con una trama principale, ovvero la ricostruzione del mondo e la sconfitta di Dragonlord, sia con delle mini storie che vedranno protagonisti gli abitanti dei vari villaggi che dovremo riportare in “vita”.

 

Da questo punto di vista Builder si pone anche diversamente agli occhi del giocatore rispetto allo stesso Minecraft, lasciandosi giocare su più piani: potremo decidere se affrontare l’avventura limitandoci a completare le varie richieste, costruendo il minimo sindacale necessario per procedere nell’avventura, o abbandonandoci completamente all’attività costruttiva, esplorando le varie zone alla ricerca di nuovi materiali, oggetti utili e nuove “ricette” che ci permettano di ampliare il catalogo di elementi realizzabili.

Pur trattandosi di uno spin-off, in Dragon Quest Builders l’aspetto ruolistico è presente seppur in maniera decisamente acqua e sapone.

Il nostro eroe, oltre agli strumenti dedicati alla costruzione, sarà dotato di un equipaggiamento, sia offensivo che difensivo, e la scelta dell’armamentario sarà vincolata sempre alle regole del cafting, e starà a noi dedicarci anche all’ottimizzazione delle nostre spade, martelli o armature, dedicando il giusto tempo alla ricerca di materiali sempre migliori e più resistenti. L’eroe non avrà un livello, e a sua volta manca tutto l’aspetto legato alla crescita o allo sviiluppo delle abilità che potrà imparare, ma rispondendo alle varie subquest o avanzando nella storia otterremo i semi della vita, item che potremo usare per estendere la barra della salute, così da affrontare mostri via vià più agguerriti e a nostra volta spingerci nelle profondità di Alefgart senza l’incombenza di morire da un momento all’altro. In caso di sconfitta, verremo teletrasportati di nuovo alla nostra base perdendo solamente una parte degli oggetti presenti nelle nostre tasche, che potranno essere recuperati recandoci nuovamente dove abbiamo perso la vita in precedenza. 

 

Sul Nintendo eShop è disponibile una demo gratuita di Dragon Quest Builders. Sebbene non sia possibile importare i progressi nel gioco completo, questa versione dimostrativa permette di assaporare le fasi iniziali del gioco fino alla creazione del primo portale, così da avere un’infarinatura generale delle meccaniche e quello che il titolo Square Enix ha da offrire.
Durante qualche missione o negli assalti che subiremo, saremo affiancati dai cittadini, che gestiti dalla AI del gioco, si daranno da fare per proteggere la loro “casa”, spesso con risultati poco convincenti, diventando più un ostacolo che un prezioso aiuto, finendo il più delle volte storiditi fino a che il peggio non sarà passato. Anche il sistema di combattimento mostra diversi limiti, rendendo in alcuni casi difficile prendere bene le misure per sferrare i colpi, andando a vuoto o sbattendo contro il nemico stesso subendo danni. Di certo le fasi combattive non sono il punto di forza del gioco, ne tentano di esserlo, e specie durante gli scontri più impegnativi questo limite emerge. Fortunatamente i check point e il ripristino del personaggio in caso di sconfitta tamponano tutti questi problemi.


Per approfondire:
Dragon Quest Builders
Un colpo al cerchio, l’altro alla botte
Lo stile cubettoso e colorato è un piacere da vedere e ammirare, specie in modalità tablet
Dragon Quest Builders è strutturato a capitoli, e ognuno dei 4 atti sarà incentrato sulla ricostruzione di un determinato obiettivo, terminato il quale potremo decidere se avanzare al successivo o tornare sui nostri passi andando anche a  completare alcune sfide che allungheranno non di poco la già generosa longevità. Curiosa la scelta di effettuare un reset del personaggio alla fine di ogni episodio, obbligando il giocatore a ripartire da zero non appena messo piede nella nuova area, decisione probabilmente vincolata dal voler bilanciare in qualche modo il gameplay, ed evitando che, alla fine del primo capitolo il giocatore si trovasse nella posizione di “rompere” il gioco avendo a disposizione un inventario pressoché infinito di materiali che avrebbe inciso negativamente sull’aspetto esplorativo di Builders e sul crafting.

 

Questa versione Switch di Dragon Quest Builders ripropone tutti i contenuti presenti nell’originale, compresa la modalità libera Terra Incognita, opzione che si sbloccherà alla fine del primo capitolo e ci consentirà di costruire liberamente e senza vincoli di trama qualsiasi cosa ci passi per la testa, con la possibilità sia di condividere online le nostre creazioni che di visitare quelle degli altri giocatori. In più, esclusiva di questa versione, potremo sfruttare all’interno di terra incognita l’aiuto di un companion, un tenerissimo Baby Grandizanne, “tigrotto” dai denti a sciabola che potremo usare sia come cavalcatura (con la possibilità di effettuare salti doppi) sia per attaccare i nemici, magari saltandogli in testa così da ottenere materiali da costruzione speciali come i blocchi pixel. Una piacevole aggiunta non presente nell’originale che aiuta non poco l’esplorazione in questa modalità pensata ai costruttori più appassionati.

Sempre dedicandoci a questa versione Nintendo di Dragon Quest Builders è doveroso anche esprimerci in maniera più che positiva sul comparto tecnico, che unisce una resa visiva che si avvicina alla controparte di Playstation 4 alla portabilità della versione PS Vita, con un risultato tecnico che a discapito di alcuni compromessi legati alla risoluzione (con un render dell’immagine a 720p sia docked che portatile) non si discosta troppo da quanto visto nella sua prima uscita.
Lo stile cubettoso e colorato è un piacere da vedere e ammirare, specie in modalità tablet e la fluidità del frame rate riesce a mantenersi costante e godibile in qualsiasi momento. L’interfaccia usata per l’hud, pur essendo ridotta al minimo indispensabile, è funzionale e permette di avere sottocchio ogni aspetto legato sia all’attività costruttiva chef alla gestione del nostro personaggio, lasciandosi giocare più che piacevolmente soprattutto in mobilità.

Traendo ispirazione dal mondo di Dragon Quest il gioco gode del design di Akira Toriyama, il padre di Dragon Ball, ed è possibile ritrovare in ogni angolo del gioco elementi che richiamano la serie principale, dal desing del mondo e dei personaggi, a quello dei nemici, fra Slime Blu e giganteschi Golem di pietra. Lo stesso per le musiche, dal tema classico di Dragon Quest alle varie sinfonie che ci accompagneranno durante le nostre avventure e creazioni.
Il gioco è completamente tradotto in un buon italiano, e segue lo stesso tipo di adattamento utilizzato nei vari capitoli di Dragon Quest, con alcune scelte azzardate e discutibili nell’utilizzo di alcuni dei termini usati, mentre il testo a video in modalità TV, a causa della risoluzione più bassa appare leggermente sfocato affaticando la lettura durante i dialoghi.

Verdetto
8 / 10
Ecco cosa succede quando Minecraft si da al fantasy
Commento
Dragon Quest Builders è un buon spin-off che ci offre una visione alternativa di un grande classico immortale. Pur ovviamente ispirandosi a Minecraft, il titolo Square Enix ha (come ha già dimostrato in precedenza) tutte le carte in regola per reggersi sulle sue gambe, con un gameplay solido ed immediato, una grafica colorata e accattivante, e tutto il fascino del mondo fantasy di Dragon Quest. Questa versione per Nintendo Switch non offre novità rispetto al passato, ma si pone come versione perfetta che coniuga il gioco da salotto con la liberà offerta dalla portabilità, il tutto senza senza rinunciare alle prestazioni come avveniva nel caso della portatile Sony. Se vi siete persi Dragon Quest Builders con la sua prima uscita, grazie a Nintendo Switch, questo è il momento migliore per improvvisarvi costruttori e salvare il mondo.
Pro e Contro
Gameplay semplice ma ben radicato
Il mondo di Dragon Quest in una nuova veste
Longevo e con tante cose da fare
Ottima resa visiva...

x ...anche se in modalità TV si poteva fare di più.
x Sottotitoli non sempre leggibili
x Controlli e AI a volte imprecisi

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