Recensione Doom: Unto the Evil

Un paio di mesi fa, in occasione del ritorno di Doom sugli scaffali, avevamo messo sotto la nostra lente di ingrandimento l’ultima fatica di id Software, promuovendone quasi in toto l’esperienza in single player ma evidenziando qualche lacuna nel comparto multigiocatore, pur comunque riconoscendogli il merito di riuscire a divertire riproponendo alcuni aspetti tipici del sottogenere Arena. Dopo due update gratuiti, l’ultimo dei quali ha aggiunto due nuove modalità online e diverso materiale allo SnapMap, è il momento del primo DLC a pagamento: Unto the Evil. Il risultato?

Versione testata: Playstation 4

Dove si gioca?
Le tre nuove mappe ci sono parse più ispirate di quelle base, e regalano qualche scorcio più ampio
Novità principale introdotta da questo primo pacchetto sono le tre mappe inedite che, quasi a rispondere all’eccessiva claustrofobia di quelle presenti nell’offerta base che lamentavamo in recensione, cercano di alternare agli spazi chiusi ed angusti cui il titolo ci ha abituato in questi mesi qualche soluzione più vicina alla filosofia dell’open space, che ben si sposa con le novità introdotte per tutti dal secondo aggiornamento. Cataclisma gioca, a livello di ambientazione, con le due anime che la produzione aveva fatto emergere durante la campagna, proponendo una mappa dove la location infernale si alterna tramite dei portali ad una base UAC. Offerta invece opta per una soluzione scenograficamente più classica, portando il giocatore nella dimensione infernale ma distinguendosi dalle mappe già presenti al lancio grazie ai suoi spazi più ampi, che danno il cambio a cunicoli più stretti e soffocanti quando si entra in qualche stanza o ai piani più “alti” della location, che cerca di dire anche la sua anche dal punto di vista della verticalità. Chiude Rituale, ambientata in una base UAC avvolta da neve e nebbia, che anche in questo caso regala qualche scorcio di più largo respiro per gli scontri (e si differenzia dall’offerta del set base di mappe anche per via della paletta cromatica più “polare”), pur non offrendo la verticalità di Offerta. Il risultato finale, a conti fatti, è sicuramente ispirato, tanto che probabilmente le tre nuove location non avrebbero sfigurato nemmeno durante la campagna principale (con le opportune espansioni ed adattamenti), e come detto è funzionale alle due nuove modalità introdotte dagli sviluppatori. Esodo e Settore infatti basano entrambe le loro caratteristiche sul concetto di zona, con la prima a ricoprire il ruolo del classico “Cattura la Bandiera” (con basi e bandiere che però di volta in volta cambiano posto) e la seconda a fungere da “Re della Collina”. In questo senso l’avere a disposizione degli spazi meno soffocanti e più aperti sicuramente è un valore aggiunto capace di iniettare sangue fresco in un contesto, come quello degli sparatutto online, che necessita di novità continue per rimanere a galla. E a questo proposito non si può che plaudere alla scelta di rendere le nuove mappe accessibili anche ai giocatori che, pur non avendo acquistato Unto the Evil, giocano in gruppo con un giocatore che ha riscattato il DLC dallo store.

Come si gioca
Le novità di Unto the Evil vengono incontro alle nuove mappe e alle modalità aggiunte dal secondo update
Detto delle novità dal punto di vista “ambientale”, Unto the Evil propone anche qualche contenuto cucito sullo Space Marine impersonato dal giocatore. Oltre ad una nuova armatura di base e ad una serie di personalizzazioni (tra cui non mancano alcune nuove, sfacciate esultanze come il swing golfistico mostrato nel trailer) i piatti forte sono, di nuovo, tre: una nuova arma, un nuovo equipaggiamento e una nuova forma demoniaca da utilizzare con la Runa. Per l’arma si è andati ad attingere dall’esperienza in singolo, proponendo una versione riveduta e corretta della pistola con cui il Doomguy inizia a seminare morte e distruzione su Marte: come nella campagna la bocca da fuoco è capace di colpire con una buona cadenza e, attivato il fuoco secondario, di sparare un colpo caricato capace di infliggere diversi danni qualora si esegua un headshot. In pratica, un’arma che viene sicuramente incontro ai gusti di un certo tipo di giocatori e regala soddisfazioni nel suo richiedere quel minimo di attenzione in più nell’utilizzo, ma che comunque non rimescola troppo le carte (una volta arrivati a corta distanza doppietta e shotgun riescono comunque a far male con più immediatezza). La Mina Cinetica, da equipaggiare in sostituzione di granate e teletrasportatori, è un’altra delle novità di Unto the Evil che sembra voler venire incontro alle modalità Esodo e Settore. Si tratta, come immaginabile, di una mina che una volta sganciata aderisce alla superficie su cui impatta, finché nel suo raggio d’azione non entra un’armatura nemica: a quel punto entra in azione un magnete che le permette di avvicinarsi al bersaglio e poi esplodere facendo danno (vale pur sempre la regola che niente uccide sul colpo, ma sicuramente un’esplosione in faccia non lascia indenne l’avversario). Sempre che comunque lo Space Marine di turno non la disinneschi prima vuotando qualche proiettile al suo indirizzo.

Chiude la lista delle aggiunte di peso il nuovo demone, il Mietitore. Pur dotato di meno salute delle varie alternative demoniache presenti il mostro, dopo aver fatto fuori un certo numero di nemici e riempita un’apposita barra, è in grado di far detonare un devastante attacco esplosivo, con cui è facile eseguire (se si sopravvive abbastanza) kill doppie o triple, soprattutto se si amministra la risorsa con un minimo di pazienza e la si libera in uno degli spazi più ampi di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente. id non si è comunque dimenticata dei Moduli Hack, e se per il momento una modalità in cui questi sono disattivati ancora non c’è Unto the Evil ha aggiunto, in parallelo alle novità più di sostanza descritte, un paio di nuove trovate anche da questo punto di vista, con per esempio Velocità Primordiale capace di regalare un boost alla velocità di movimento quando si viene colpiti dal fuoco nemico.

Allora, si gioca?
Almeno su PS4, matchmaking abbastanza liscio
Premesso che abbiamo giocato Unto the Evil a partire dallo scorso venerdì (data di lancio del DLC) e in un weekend che peraltro elargiva il doppio dei punti esperienza in multiplayer, non abbiamo incontrato particolari problemi a livello di matchmaking (il grosso della nostra esperienza online si è concentrata sull’opzione che permetteva di giocare a rotazione le nuove tre mappe). In un paio di occasioni il titolo non è stato in grado di trovare l’ultimo giocatore e ha mandato in campo squadre “dispari”, con una delle due dotata di un giocatore in più, ma in ogni caso partita dopo partita i rimescolamenti del caso hanno fatto il possibile per bilanciare l’esperienza con il risultato di lasciarci una buona impressione, quasi del tutto immune da frustrazioni legate agli accoppiamenti.

Verdetto
Si
Adesso vogliamo il Deathmatch classico
Commento
Chiariamoci subito: se non avete apprezzato il multiplayer di Doom al lancio, Unto the Evil probabilmente non vi farà cambiare idea: la sostanza alla fin fine è sempre quella e id Software ha "solo" portato delle novità mirate ad accrescere il carattere di questa porzione dell'esperienza, che rimane comunque una sorta di mix tra vecchio e nuovo, tra arcade ed arena, dove lo spazio per le abilità del singolo c'è ma non emerge con la stessa veemenza in cui potrebbe venir fuori in un capitolo di Quake. Se però a Maggio vi siete divertiti questa è sicuramente l'occasione adatta per rimettere le mani sul titolo, spararsi qualche partita ed apprezzare novità e miglioramenti (a pagamento, ma anche gratuiti per tutti) introdotti dalla casa madre in questi due mesi.
Pro e Contro
Tre nuove mappe ispirate, giocabili anche come "ospiti"
Novità funzionali alle modalità aggiunte

x L'EMG Mark V diverte ma non conquista
x Se Doom non vi piaceva prima non cambierete idea

#LiveTheRebellion