Recensione Disgaea 4: A Promise Revisited

Mentre sembra che Sony abbia completamente abbandonato a se stessa PS Vita destinandola come periferica di PlayStation 4 o caricandola di titoli indie, ci sono compagnie come NIS America o Koei Tecmo che continuano a credere nell’incompresa portatile di casa Sony. Ed ecco che in questa estate che ormai si avvia a concludersi che NIS America ci propone una versione rivisitata di Disgaea 4, strategico a turni di Nippon Ichi Software che aggiunge alla formula originale diverse novità.

Il potere delle sardine
La serie di Disgaea ormai è da definirsi uno dei punti di riferimento per tutti gli amanti dei JRPG strategici. Merito del suo stile sopra le righe, dei personaggi entrati di diritto nell’olimpo delle icone videoludiche come i servili e bistrattati Prinny e un sistema di gioco profondo ed appagante. Purtroppo nonostante le belle premesse, anche Disgaea non è stato esente da scivoloni e dopo un ottimo inizio con due capitoli interessanti, la serie ha subito un calo qualitativo con il terzo episodio. Le poche novità introdotte venivano poi letteralmente uccise da una storia priva di qualsiasi fascino, condita da personaggi insignificanti e da un ritmo poco sostenuto capace di far perdere interesse nel gioco nel giro di poche ore. Fortunatamente però, consci anche delle molte critiche ricevute, Disgaea 4 cerca di porre rimedio riportando la saga Nippon Ichi in carreggiata e lo fa in primis partendo dalla storia che già dalle prime battute si preannuncia essere una delle migliori mai scritte.

il canovaccio narrativo viene arricchito con tematiche attuali come il peso della politica nella vita delle persone, la manipolazione dei media o il genocidio
Disgaea 4: A Promise Revisited ci narra le strampalate vicende di Valvatores, un eccentrico vampiro dall’animo nobile ed assiduo mangiatore di sardine che ha promesso, per ragioni che si scopriranno più avanti, di non bere più sangue umano. Finito ad allenare Prinny nei bassifondi del Netherworld, il regno dei morti, Valvatores e il suo assistente Fenrich inizieranno una crociata contro l’attuale presidente del Netherworld che a causa dell’incontenibile sovraffollamento dei Prinny ne ha ordinato l’eliminazione in massa. Sebbene la trama sia raccontata con la stessa leggerezza di sempre,

il canovaccio narrativo viene arricchito con tematiche attuali come il peso della politica nella vita delle persone, la manipolazione dei media o il genocidio, senza risparmiarsi riflessioni che raramente capita di trovare in un videogioco. Menzione particolare al duo comico Fuka e DESCO, la prima un Prinny che non ha subito la completa metamofosi (i Prinny nascono dalle anime degli umani che arrivano nel Netherworld), la seconda un’aspirante Boss Finale, che insieme regaleranno alcuni dei siparietti comici più alti dell’intero gioco, tanto da vedersi dedicato un DLC incentrato su di loro.

 

L’arte della guerra
Questa versione, sottotitolata A Promise Revisited, arriva a distanza di oltre 2 anni dall’originale quarto capitolo con un porting da Playstation 3 non molto dissimile a quanto avvenuto per Disgaea 3: Absence of Detention, titolo che accompagnò PS Vita nei suoi primi mesi. Ad essere precisi stiamo parlando di un revamp che va ad aggiungere numerose novità a diversi aspetti del gioco, innalzando il numero di contenuti relativi alla storia, con l’inclusione di tutti i DLC usciti, personaggi extra e un capitolo inedito che racconta il passato di Valvatores. Ma non solo, l’opera di Nippon Ichi viene arricchita anche nel gameplay, che vede oltre ad un bilanciamento generare delle ormai fin troppo collaudate meccaniche di gioco anche alcuni accorgimenti provenienti da Disgaea 3 e Disgaea D2, l’ultimo capitolo della serie, che ne innalzano decisamente la qualità complessiva.
A livello strutturale ci troviamo di fronte ad uno strategico a turni di per sé abbastanza classico. Ogni stage che compone la storia principale mette il giocatore di fronte ad alcuni livelli dalla difficoltà crescente. A noi il compito di gestire le unità sul campo, fino ad un massimo di 10, avendo piena libertà di azione sulla griglia di gioco. Una volta presa posizione potremo decidere se attaccare singolarmente i nemici o attuare tattiche di gruppo, attivando attacchi che coinvolgono più unità in base al legame che le lega, usare attacchi speciali o le abilità innate esclusive per ogni classe, per poi rimanere in attesa dell’offensiva nemica e così via, fino alla conclusione della battaglia.

Dal punto di vista del battle system, questo capitolo di Disgaea è a conti fatti uno dei più completi della serie e dona al giocatore infinite possibilità
Dal punto di vista del battle system, questo capitolo di Disgaea è a conti fatti uno dei più completi della serie e dona al giocatore infinite possibilità permettendogli di mettere in atto le più svariate strategie. Per fare un esempio, uno degli elementi fondamentali di Disgaea è rappresentato dai GeoBlock, blocchi che possono modificare alcune aree della mappa, attivando bonus o malus a seconda del colore del blocco stesso e che si trasferiranno al personaggio che si trova in quel determinato punto. Innalzamento delle statistiche, resistenze a determinati elementi ma anche impossibilità di poter richiedere supporto, o nell’utilizzare attacchi a lunga distanza sono solo alcuni dei modificatori che troveremo lungo il nostro cammino e che influiranno in maniera decisiva sulle nostre scelte. Torna anche anche il Magichanges, opzione vista in Disgaea 3 che consente di usare un’unità “mostro” come arma aumentando così la potenza di fuoco. In Disgaea 4 le possibilità offerte dal Magichanges si ampliano con la Fusione di due unità uguali per crearne una versione più grossa e cattiva.

DOOD!
Da sempre lo sviluppo del personaggio è uno degli aspetti basilari del gioco. Da questo punto di vista uno dei difetti di cui viene accusato è l’eccessivo power livelling necessario per ottenere risultati nel gioco. Maggiori saranno gli sforzi infusi nell’allenamento del nostro personaggio migliori i risultati. Il grinding sarà uno dei chiodi fissi di Disgaea 4 e non appena si incontreranno le prime difficoltà, sarà necessario spendere qualche ora in questa non sempre piacevole attività. Ad aiutarci entrano in ballo l’Item World e il Chara World, dungeon generati in maniera casuale che permettono di potenziare oggetti, nel caso primo, o alcune statistiche del personaggio nell’altro. Più livelli affronteremo maggiori saranno le ricompense e i punti abilità che guadagneremo e che potranno essere speri per acquistare e potenziare le mosse speciali o acquistare le Evility, abilità passive che si riveleranno fondamentali per la crescita e lo sviluppo delle varie unità.

uno dei difetti di cui viene accusato è l’eccessivo power livelling necessario per ottenere risultati nel gioco
Di primaria importanza anche il Cam-Pain HQ che svolge funzioni simili a quelle della Dark Assembly o Homeroom dei capitoli precedenti (i veterani della serie sapranno subito a cosa ci stiamo riferendo) e che servirà a gestire numerosi aspetti all’interno del gioco. Innanzi tutto potremo espandere la nostra base, aggiungendo nuove strutture che attiveranno effetti alle unità assegnate a quella determinata zona. Potremo anche utilizzare il Senato, spendendo i punti raccolti in battaglia per attivare tramite votazione, nuove funzioni, sbloccare eventi ed ottenere benefici in-game, come la possibilità di attivare la Cheat Room, che consente di alterare alcuni valori relativi alla difficoltà o ai punti esperienza, o aumentare i prezzi dei negozi per ottenere equipaggiamenti più rari ed efficaci.
L’immensità contenutistica di Disgaea 4: A Promise Revisited è rappresentata anche dall’editor delle mappe, che espande ulteriormente le possibilità del titolo Nippon Ichi offrendo al giocatore un tool per creare e modificare mappe personalizzate, e perché no caricarle online e metterle a disposizione della community. Altro aspetto legato alle funzionalità online è il Pirate Editor, che si sbloccherà solo dopo aver attivato un evento nell’Item World e che permette di interagire con altri giocatori, seppur in maniera abbastanza limitata, invadendo i mondi degli atri giocatori e ingaggiare battaglie.

Questi sono solamente alcune delle possibilità offerte da Disgaea 4 e sarebbe impossibile in sede di recensione riuscire ad affrontarle tutte senza spendere fiumi di parole. Il consiglio che vi possiamo dare, in particolar modo a chi si affaccia alla serie per la prima volta, è quello di assaporare e sviscerare ogni singolo elemento.

[nggallery id=”60″]

Diventerò un Boss Finale
anche questo capitolo fa affidamento sulla qualità dei disegni di Takehito Harada, che centra in pieno l’obiettivo
Sul piano tecnico Disgaea 4 si presenta in maniera soddisfacente, anche in questa versione portatile. Non avendo mai fatto sfoggio di chissà quale comparto tecnico, anche questo capitolo fa affidamento sulla qualità dei disegni di Takehito Harada, che centra in pieno l’obiettivo caratterizzando a dovere il ricco cast di personaggi, che vengono animati durante le varie cut-scene, vivacizzando così le fasi testuali. Più essenziale invece la grafica in-game che vede sprite in alta risoluzione muoversi in ambientazioni tridimensionali limitate e piuttosto scarne. Ovviamente in un titolo del genere certi aspetti passano in secondo piano, anche se dopo tutti questi capitoli anche un maggior studio dietro le animazioni usate per gli attacchi e le mosse speciali non guasterebbe.
Qualche problema di troppo lo troviamo alla gestione della telecamera, che negli stage più caotici fatica a fornirci una visuale ottimale dell’area. Forse, in questa versione portatile, sarebbe stato opportuno optate per una soluzione che coinvolgesse l’uso del touch screen senza affidarsi solamente ai controlli manuali che non sempre risultano ottimali data una certa rigidità nel gestire la camera virtuale.
Corposo il comparto sonoro che raccoglie oltre alle tracce originali del gioco numerose tracce e temi musicali provenienti dai vari capitoli della serie, alcuni dei quali riproposti in nuovi arrangiamenti. Immancabile, e consigliato, il doppiaggio giapponese selezionabile dalle opzioni del gioco.

 

Verdetto
8 / 10
Storie di Vampiri ma senza sbrilluccichii
Commento
Disgaea 4: A Promise Revisited, in questa nuova edizione per PlayStation Vita, è uno dei capitoli migliori della serie. Non solo la storia regala ottimi spunti di riflessione e si maniente godibile per la sua interezza, ma la mole di contenuti presenti all'interno del gioco promette centinaia di ore di intrattenimento. Va detto che nonostante tutti gli accorgimenti apportati, la formula di gioco sente il peso di una base che necessita di essere svecchiata da tempo, sebbene il gioco nella sua interezza funzioni alla perfezione. Chi per un motivo o l'altro non ha giocato il titolo originale su PlayStation 3 oggi ha l'occasione di mettere mano all'edizione definitiva di un'ottimo strategico a turni.
Pro e Contro
Sistema di gioco collaudato
Livello di contenuti altissimo
Tematiche profonde

x Nessuna vera novità di rilievo
x Telecamera ostica
x Powerlevelling troppo marcato

#LiveTheRebellion