C’è una sola possibile verità, ma le possibilità per le bugie sono infinite, sai?
Nonostante gli immancabili detrattori, da quel
Trigger Happy Havoc uscito solo in Giappone per
PlayStation Portable ben sette anni fa, arrivato poi nel nostro paese in formato
PlayStation Vita solo quattro anni dopo, seguito da
Goodbye Despair nel Settembre dello stesso anno, stupendo con un finale inaspettato e coraggioso, la serie si è ritagliata una fetta nel cuore degli appassionati di visual novel e di produzioni giapponesi. Vuoi per i killing game che mettevano i compagni di classe uno contro l’altro, vuoi per l’eterna battaglia tra
Speranza e
Disperazione, vuoi per i personaggi caratterizzati all’estremo, è indubbio che i videogiocatori succitati vogliono ancora di più dal
Team Danganronpa e da
Spike Chunsoft. Nuovi Spin-off, tie-in e serie animate, per rispondere al grido di “datecene di più”, i tre titoli principali hanno esordito anche su PlayStation 4 nel corso di questo 2017 ricco di giochi, per preparare anche i possessori della console casalinga di Sony all’arrivo di
Danganronpa V3: Killing Harmony, in uscita venerdì 29 Settembre sia per PlayStation Vita che per l’appunto per PS4.
Abbiamo completato questa terza avventura e passato un altro paio d’ore sulle modalità aggiuntive per potervi dare la nostra opinione onesta senza alcun tipo di spoiler: c’è ancora spazio per
Danganronpa?
Versione Testata: PlayStation Vita
Una bugia è solamente una falsa verità
Se nei precedenti capitoli era possibile parlare degli eventi in linea generale senza andare a rischiare anticipazioni di sorta, con Danganronpa V3 il problema è amplificato, perchè non solo ci troviamo davanti ad una delle trame più contorte della serie, ma anche di fronte a dei passaggi completamente metanarrativi non limitati solamente a Monokuma (
come accadeva negli altri episodi). Dando per scontato che la maggior parte delle persone che leggeranno questa recensione hanno già conoscenza con i clichè e le caratteristiche principali di Danganronpa, per evitare qualsiasi rischio di rovinare qualsivoglia aspetto della storia di V3 ci concentreremo solo su quello che si sa dai trailer e dalle news correlate.
Kaede Akamatsu si risveglia in una classe vuota senza alcun ricordo, le finestre sono sbarrate e la ragazza non capisce che cosa stia succedendo. L’enorme schermo sopra di lei si accende e viene invitata da cinque orsetti colorati (
mix tra Monokuma e i Super Sentai) a raggiungere la palestra della scuola. Una volta raggiunta, scoprirà di essere in compagnia di altri 15 ragazzi, e di essere stati intrappolati per partecipare al Killing Game che li porterà a disperazione sicura. I ragazzi dovranno eliminarsi tra di loro per poi affrontare un processo di classe (
Class Trial) in cui individuare l’assassino così da punirlo, se falliranno verranno invece uccisi loro e il killer potrà abbandonare la scuola.
L’inizio di V3 è quello classico della serie, sembra quindi un nuovo inizio adatto anche a coloro che non hanno giocato i precedenti, fortunatamente, non è del tutto così.
Perchè è si vero che la formula è la stessa, con sedici nuovi protagonisti pronti a conquistarsi uno spazio nel vostro cuore, con la solita caratterizzazione portata all’eccesso, ma è altrettanto vero che mai come in questo capitolo nulla è come sembra. Il Team Danganronpa ha osato andare oltre anche al plot twist finale di Goodbye Despair, spiazzando con un colpo di scena dopo l’altro il giocatore e gettandolo nel solito turbinio tra Speranza e Disperazione. Danganronpa V3 pone le sue basi sul tema della bugie facendovi girare attorno tutte le trame del capitolo, passando dal tema pirandelliano della maschera, al mentire a se stessi, a mentire agli altri, o mentire per il bene comune e via dicendo, la menzogna è la chiave del titolo (
e come vedremo tra poco sarà anche parte integrante dei nuovi processi).
Qual è il tuo talento?
Dobbiamo ovviamente spendere qualche parola sugli Ultimate di V3, che ancora una volta, sapranno rapirvi il cuore, soprattutto se avete amato i cast dei precedenti. In completa linea con lo stile della serie la classe di V3 cerca di mostrare quanti più nuovi talenti possibili, tutti veicolati a raccontare al meglio la trama di questo nuovo capitolo. È proprio questo forse uno dei primi difetti di V3, metà del cast è lì solo per pretesto del Killing Game, non avendo abbastanza tempo (
durante la storia principale) di spiccare se non gli si dedica il momento di Free Time (
la sezione in cui saremo liberi di fare amicizia coi nostri compagni tra un processo e l’altro, tipica della serie). Il passato e la caratterizzazione di questi Ultimate viene quindi relegata al post game, a gioco concluso, quando in maniera analoga agli altri capitoli, sbloccheremo una modalità in cui fare amicizia sarà l’obiettivo primario. Quelli più riusciti invece, si intravedono già dal trailer, e riusciranno a ritagliarsi un posto (
nel bene e nel male) tra i migliori personaggi della serie. Ma i sedici protagonisti restano ancora una volta il piatto forte dell’offerta, e proporranno opzioni quasi mai viste all’interno della serie. Quelle cicliche invece, come accaduto nel secondo episodio, sono lì per un motivo, e quando questo verrà svelato, la sensazione dejavù svanirà di conseguenza. Danganronpa V3 è una visual novel con enigmi come i precedenti due capitoli, e vi permetterà come già detto di esplorare l’ambiente o di indagare ad ogni nuovo omicidio. Purtroppo a differenza dei predecessori, V3 cercherà di spingervi sempre nella direzione giusta, bloccando determinate stanze durante gli eventi della storia, e lasciando libera esplorazione solo durante il già citato Free Time. Sembra un passo indietro ma in realtà mantiene alto il ritmo del racconto, evitando inutili distrazioni.

A seconda del vostro metodo di gioco Danganronpa V3 vi terrà impegnati (
solo per la storia principale) dalle 35 alle 60 ore, per poi aggiungere tre modalità, la prima è quella sull’amicizia di cui abbiamo già parlato, le altre due invece sono complimentari: Ultimate Talent Development Plan, un gioco dell’oca che vi metterà nei panni di uno dei personaggi di Danganronpa (
all’inizio sarà possibile scegliere solo tra quelli di V3) che nasconde la creazione dei personaggi da utilizzare poi in Monokuma’s Test, un GDR oldstyle come Earthbound e Dragon Quest, in cui utilizzeremo quattro Ultimate per raggiungere il cinquantesimo piano sotterraneo, ottenere denaro con cui pescare nuove carte (
e ottenere i personaggi dei primi due Danganronpa) in un circolo vizioso che vi occuperà altro tempo. Un’extra pensato per chi non può fare a meno del mondo di Danganronpa, e che è un’aggiunta simpatica che non stona dopo i titoli di coda.
Class Trial All Rises
Messa da parte la meccanica Free Time e Visual Novel, bisogna ovviamente concentrarsi sul vero scheletro della serie: i Processi di Classe (
da ora Class Trial). La seconda parte di ogni capitolo di V3 infatti, ci vedrà impegnati a decidere chi è il colpevole, tramite una sequela di mini-giochi più o meno riusciti. Prima di analizzare le new entry singole, bisogna dare il giusto spazio ai dibattiti con i Truth Bullet, da sempre la parte primaria di ogni Class Trial. V3 non solo calca la dose proponendone in alta quantità, ma riesce anche a renderli meno noiosi aggiungendo due nuove varianti: il
Mass Panic Debate in cui dovremo assistere a ben tre discorsi contemporaneamente, cercando di trovare la giusta contraddizione e procedere, e i
Debate Scrum, in cui la classe si dividerà in due fazioni e bisognerà rispondere con la giusta obiezione all’interlocutore. L’altra aggiunta ai debate sono i
V Point, determinati punti in ogni Non-stop debate in cui i Truth Bullet saranno più efficaci e vi faranno ottenere più monocoins durante la valutazione finale.
Non solo, abbiamo già detto di quanto il tema della bugia sia ciò attorno al quale gira tutta la trama, questo si ripercuote anche come novità nel gameplay dei dibattiti, in cui potrete mentire cambiando (
qualora lo voleste) i
Truth Bullets in
Lie Bullets. Oltre ai momenti in cui è richiesto di mentire per questioni di trama, potreste scovare dei dialoghi extra (
chiamati Back Route) che si attiveranno solamente mentendo di fronte ad una determinata affermazione.
Questo rende più vivi i processi, regalando alcuni dei momenti più alti non solo in questo V3 ma in tutta la serie.

Il processo non è solo dibattiti:
Danganronpa V3 ripropone l’immancabile Closing Argument, dove tramite le vignette di un fumetto ripercorreremo gli eventi dell’omicidio, e lo accosta una nuova versione dell’
Hangman’s Gambit, questa volta non bisognerà più aspettare i caratteri giusti dell’anagramma , ma lo schermo verrà invaso da sfere contenenti per l’appunto, le lettere, che andranno illuminate. Ad aggiungersi a questi due mini-giochi ce ne sono altrettanti nuovi:
Psyche Taxy, una versione mentale del celebre
Outrun in cui raccogliere le lettere sulla strada e rispondere correttamente alle domande e
Mind Mine, puzzle game in cui bisognerà distruggere il muro che vi ritroverete davanti per rivelare l’oggetto o l’affermazione esatta. A chiudere il tutto la nuova versione dell’
Argument Armament, che questa volta non solo metterà alla prova la vostra capacità di tenere il ritmo ma graficamente farà il verso a Persona. I processi di V3 benché perlopiù pieni di Debate, sono più dinamici rispetto al passato regalando anche qualche colpo di scena imprevisto e qualche esito poco scontato.
Based Takada Strikes Again
È inutile girarci attorno, il doppiaggio inglese di Danganronpa V3 è orrido, le voci occidentali non riescono ad esprimere le stesse emozioni di quello originale. Laddove questo problema sia riscontrabile solo sulla versione PlayStation Vita e solo pre-lancio (
verrà rilasciato come per Another Episode un DLC gratuito con il doppiaggio giapponese sulla portatile di Sony), e questo potrebbe sembrare solo una lamentela di un fissato con le voci giapponesi, ci troviamo davvero di fronte ad un lavoro inutile e poco ispirato. Graficamente invece, V3 si discosta per gli ambienti 3D dai suoi predecessori, concedendo al giocatore di interagire(
per cercare monocoins) con gran parte dell’ambiente. L’unica pecca (
sempre della versione PlayStation Vita) si ha nella compressione dei filmati, che risultano meno definiti della controparte casalinga. Le musiche sono ancora una volta affidate a Masafumi Takada, che non solo ripropone alcun idei brani migliori della serie, ma ne introduce di nuovi veramente impeccabili. Data l’alta mole di testi in inglese il titolo è consigliato solamente a chi mastica bene la lingua e, soprattutto, ha dimestichezza con le Killing Class organizzate da Monokuma.
Verdetto
8.5 / 10
Chi dice di averlo finito, potrebbe mentire
Commento
Pro e Contro
✓ Ottimo crescendo verso il finale
✓ Ritmo serrato
✓ Colonna sonora ottima
✓ Buoni extra
x Doppiaggio inglese pessimo
x Esplorazione più circoscritta rispetto ai predecessori
x Compressione filmati di PSVita
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