Nella scorsa generazione venne sdoganato su console portatili il genere delle Avventure Grafiche, fino ad allora limitato al solo territorio giapponese o alle uscite su PC in occidente.
Con l’esordio del Professor Layton di Level 5 su Nintendo DS, sempre più titoli del genere cominciarono ad approdare sulle nostre console, facendo del gentiluomo inglese un vero e proprio “Apri fila” per una serie di titoli (o di remake) che attraevano sempre più persone in giochi dove la trama era ed è tutt’ora il punto di forza principale.
La maggior parte di Visual Novel di stampo giapponese però, rimaneva comunque relegata nella propria terra, e limitata alle PSP Nipponiche con poche eccezioni, tra cui l’ottimo 999 Nine Hours,Nine Persons, Nine Doors su DS, che ha visto il proprio “seguito” su PS Vita e 3DS, con l’altrettanto eccellente Virtue’s Last Reward.
Naegi Makoto è uno studente nella media, non eccelle in nessun campo, non ha hobby, i suoi gusti si rispecchiano in quelli della maggior parte dei ragazzi della sua età. Potete immaginarvi il suo stupore, quando viene accettato nella scuola più prestigiosa della sua città, dove per essere ammessi bisogna essere i migliori nel proprio campo.
Tra i suoi compagni di classe troverà appunto solo i migliori, come ad esempio Junko Enoshima, l’Ultimate Fashionista, ovvero la migliore modella del paese, oppure Chihiro Fujisaki, l’Ultimate Programmer, la migliore programmatrice di computer, o ancora Sakura Ogami, l’Ultimate Martial Artist, colosso alto più di due metri che si dice sia l’essere umano più forte del pianeta.
Makoto si trova accerchiato da quattordici fenomeni, ed essendo stato sorteggiato per puro caso dal direttore dell’accademia, gli viene affibiato il titolo di Ultimate Lucky Student, titolo che per gli eventi che accadranno da lì a poco in Danganronpa non si potrà definire più errato.
La mattina della cerimonia di inizio anno infatti, Makoto sverrà nell’atrio della scuola, per risvegliarsi in una classe buia completamente isolata dal mondo esterno.
Raggiunto l’ingresso dell’accademia, farà la conoscenza degli altri quattordici elementi che lo accompagneranno in questa tragica avventura, e della mente malvagia dietro il loro isolamento: Monokuma, un orso di peluche animato che, a differenza dell’aspetto carino e coccoloso, si rivelerà una vera e propria infida carogna.
Se i nostri eroi vorranno uscire dall’accademia-prigione, dovranno uccidere uno degli altri membri, e farla franca durante i Class Trial, veri e propri processi alla Ace Attorney, dove i giovani studenti si confronteranno per avere salva la propria vita e incastrare il colpevole; l’alternativa all’omicidio proposta dal diabolico orso e l’isolamento completo dal mondo esterno, passando il resto della propria vita nell’Accademia.
Ovviamente, Monokuma non resterà con le zampe in mano, e per spronare gli studenti a compiere il folle gesto, porrà loro degli incentivi, sotto forma di filmati , lettere e quant’altro, come una vera e propria mente criminale.
Riuscirà Makoto a salvarsi e a scoprire chi si nasconde dietro il peluche bianco e nero? La disperazione e la speranza del nostro improbabile eroe sono ovviamente riposte nelle mani del giocatore.
Questo non è che l’incipit dietro l’articolata trama del titolo di Spike Chunsoft, che riesce ad intrattenere il giocatore per una quindicina di ore circa grazie ai colpi di scena, alle molteplici citazioni da scovare, ai dialoghi comici e drammatici ed agli incredibili personaggi caratterizzati all’estremo.
Il punto di forza di Danganronpa risiede proprio nei suoi personaggi stereotipati al massimo, tanto da guadagnarsi il titolo di Ultimate nel proprio campo; tra sportivi, idol e nerd, il giocatore non potrà fare a meno di apprezzare la bravura dei ragazzi di Spike Chunsoft nell’estremizzare i tratti di ogni studente e del perfido Monokuma, trascinandolo nelle aule della Hope’s Peak Academy e facendolo affezionare a più di uno dei membri del cast.
Purtroppo Danganronpa non possiede finali multipli ( o meglio non veri e propri n.d.Guido) e quindi, una volta terminata l’avventura resteranno da sbloccare solo gli extra ( o i trofei nel caso siate dei completisti), minando altamente la rigiocabilità del titolo, che si limita al puro piacere personale, o a partite a livelli di difficoltà superiore.
Essendo una Visual Novel, passerete la maggior parte del tempo leggendo i dialoghi tra i quindici protagonisti o gli infiniti pensieri di Makoto; tra un dialogo e l’altro, però, il titolo di Spike Chunsoft offre due categorie di gameplay ben differenti.
Nelle fasi di vita quotidiana, vi troverete a muovere Makoto, con una visuale in prima persona, tra le aule e gli ambienti dell’accademia e selezionando qualsiasi cosa colga la vostra attenzione con il pulsante X, potrete trovare delle utili Monocoins, monete necessarie a comprare gadget dall’apposita macchinetta.
Durante il Free Time, infatti, potremo decidere di rafforzare il nostro rapporto d’amicizia con uno degli altri studenti, passando un po’ di tempo insieme e regalandogli uno dei succitati gadget. Se sarà di suo gusto potremo sbloccare delle abilità speciali che torneranno utili durante i Class Trial.
Chiudono la carrellata dedicata al gameplay esplorativo le fasi di indagine: anche in Danganronpa, ogni volta che avverrà un omicidio, Naegi dovrà raccogliere eventuali prove e indizi da poter utilizzare durante i processi (proprio come in Ace Attorney). Il sistema resta lo stesso dell’esplorazione normale, ovvero basterà spostare il cursore su un punto d’interesse per analizzarlo. Inoltre bisognerà parlare con tutti gli altri ragazzi, per essere sicuri che non ci sia sfuggito nulla e procedere nell’avventura.
Le fasi d’indagine termineranno solo quando il giocatore avrà raccolto tutte le prove sparse per l’accademia, e coincideranno con l’inizio dei temuti Class Trial.
I Class Trial sono il fulcro vero e proprio del gameplay di Danganronpa. Durante ogni processo, affronterete quattro “mini-giochi”, se così vogliamo chiamarli, che metteranno alla prova le vostre capacità intuitive e di reazione.
I Non-Stop Debate sono le sezioni di gioco più presenti all’interno del processo, avrete a disposizione uno o più Truth Bullets (proiettili della verità) tra cui scegliere tramite L, per confutare le false affermazioni degli altri studenti. Ovviamente esiste solo una frase falsa e solo un proiettile adatto, e proseguendo nel gioco verrete ostacolati da “pensieri volanti” di cui potrete sbarazzarvi con un semplice tocco (feature implementata in questa nuova versione per PSVita).
Nel malaugurato caso dovreste sbagliare vi verrà sottratta un po’ di energia fino all’immancabile Game Over, anche se quasi sempre le affermazioni corrette sono facilmente intuibili.
Durante gli Hangman’s Gambit dovrete indovinare la parola misteriosa, in un vero e proprio gioco dell’impiccato, selezionando le lettere che appariranno sullo schermo per un determinato lasso di tempo ed ai livelli di difficoltà più alti appariranno più lettere per meno tempo a disposizione.
Il Bullet Time Battle è forse il mini-gioco più difficile, perché non richiede capacità intuitive, ma un buon senso del ritmo per coordinare la pressione dei tasti con l’indicatore a schermo. Durante il BTB dovrete infatti far tacere colui con cui state parlando (Non per forza il colpevole del caso n.d.Guido), che cercherà in ogni modo di sovrastare la vostra voce con urla e altre affermazioni.
In tutti e tre i mini-giochi potrete rallentare il tempo consumando la barra della concentrazione (premendo il tasto R) e facilitando ulteriormente il già basso livello di sfida proposto dai ragazzi di Spike Chunsoft.
Il quarto e ultimo mini-gioco è il Closing Argument, dove dovrete riempire un fumetto ricostruendo il delitto, grazie ad una sequenza di immagini tra cui, proseguendo nel gioco, ci saranno anche eventi errati. Una volta completato il fumetto, assisterete all’immancabile scena animata del crimine, che si concluderà con l’accusa al colpevole.
Tra un mini-gioco e l’altro Makoto si troverà di fronte a domande a scelta multipla, che in caso di errore, gli costeranno una penalizzazione, mentre se indovinerete la risposta verrete premiati con un po’ di energia extra.
La difficoltà dei Class Trial non è troppo elevata, il tutto per garantire una fluidità nella trama e non bloccare il giocatore in un punto, mantenendo il ritmo serrato di un dibattito vero e proprio. Pur essendo semplici, i Class Trial rappresentano il vero fulcro del gioco, imprigionando il giocatore al fianco dei 15 ragazzi e incalzandolo a dare il meglio di se.
L’upgrade grafico di Danganronpa si nota soprattutto nelle schermate statiche, dove gli Sprite 2D dei personaggi risaltano completamente grazie allo schermo OLED di PS Vita. Purtroppo i filmati animati delle esecuzioni e gli ambienti a comparsa, non mostrano lo stesso beneficio e risultano semplicemente più puliti rispetto alla versione PSP.
NIS America ha completamente localizzato il gioco in inglese, doppiaggio incluso, dando voce anglosassone a tutti i protagonisti, purtroppo il livello qualitativo risulta inferiore rispetto a quello originale, dove ogni voce caratterizzava alla perfezione il personaggio rendendolo vivo.
Le musiche di Masafumi Takada, conosciuto ai più per le musiche di Killer 7 e No more Heroes, chiudono il cerchio e donano un’intrattenimento ulteriore, che va oltre il gioco, ancorandosi al cervello del giocatore.
Danganronpa è un’avventura grafica riuscita che saprà intrattenere gli amanti del genere nonostante la facilità, e attirerà sicuramente l’attenzione degli amanti dell’animazione giapponese.
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