Recensione Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls

Nel corso del 2014, NIS America portò in occidente due delle avventure grafiche più amate degli ultimi anni in Giappone, approfittando della rimasterizzazione per PlayStation Vita dei titoli originariamente usciti su PlayStation Portable. Danganronpa: Trigger Happy Havoc e il suo seguito, Danganronpa 2: Goodbye Despair vennero accolti tra gioie e dolori, divisi tra coloro che lo adorarono, e quelli che lo etichettarono come l’ennesima giapponesata di moda senza senso. A distanza di un anno dal rilascio del secondo capitolo e in attesa di nuove informazioni sul terzo, SpikeChunsoft torna su PlayStation Vita con Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls, in uscita il prossimo 4 Settembre e ambientato un anno dopo il finale del primo episodio. Un cambio drastico, o almeno così sembra, di gameplay riusciranno a farci amare questo nuovo episodio come i precedenti?

Welcome to Towa City!
Another Episode: Ultra Despair Girls è ambientato a Towa City città pseudo futuristica sede della Towa Corporation, una delle aziende tecnologiche più all’avanguardia e che più si sono date da fare per mettere fine agli orrori dell’ evento più orribile e più tragico della storia dell’Umanità (most awful, most tragic event in human history). Komaru Naegi, la sorella di Makoto (il protagonista del primo capitolo), è tenuta prigioniera da più di un anno all’interno di un complesso edile, inconsapevole di quanto sia successo fuori e soprattutto delle vicende narrate nel primo Danganronpa. Quello che sembra un altro giorno di prigionia viene interrotto da un orso assetato di sangue che irrompe nella camera di Komaru costringendola alla fuga. La ragazza si trova davanti uno scenario apocalittico: cadaveri e fiamme imperversano per tutto il palazzo, oltre ad una grande quantità di orsi bicolore pronti a farla a fette.
Mentre scappa verso l’uscita, Komaru si imbatte in Togami Byakuya, e nella Future Fondation, arrivati sul posto proprio per salvarla dalle grinfie degli orsi: Togami decide di lasciarle la sua arma, l’Hacking Gun, un megafono in grado di danneggiare e inibire i macchinari e la invita a scappare più velocemente possibile, Komaru in preda al terrore non sa che la situazione non farà che peggiorare da lì a poco.

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Questi sono solo i primi dieci minuti di Another Episode: un titolo che fin dall’inizio vi rigetterà nella trama e nell’universo di Danganronpa, e che proprio per questo motivo non è assolutamente adatto ai neofiti della serie che si troveranno completamente spiazzati ed inconsci di tutte le comparse che riempiranno le circa venti ore di gioco. Da questo momento daremo per scontato che se state leggendo questa recensione, abbiate almeno completato il primo episodio e che quindi siate al corrente dei piani del Mastermind del mondo di Disperazione creato da Spike Chunsoft.
Dopo essersi separata da Togami, Komaru viene catturata dai Warriors of Hope, cinque ragazzini che si riveleranno essere la causa dei disordini e dell’armata di Monokuma che infesta Towa City; il piano dei bambini è chiaro fin da subito: uccidere tutti gli adulti (visti come demoni), e creare un paradiso per i bambini grazie all’esercito di orsi, nel mentre i cinque si sfidano ad una caccia al demone, le cui vittime sono gli adulti designati di una speciale lista, a cui sono stati messi dei bracciali esplosivi, lista in cui ovviamente è presente anche Komaru. Con l’aiuto di una vecchia conoscenza dei fan, la ragazza riesce a fuggire dalla base dei Warriors of Hope, atterrando sul tetto dell’ospedale, dove incontrerà la co-protagonista di Another Episode: Toko Fukawa, compagna di classe di Makoto nel primo Danganronpa e afflitta da problemi di doppia personalità. Le due ragazze dovranno farsi strada tra eserciti di Monokuma e sconfiggere uno a uno i cinque ragazzini, cercando in tutti i modi di salvare gli ostaggi e la città dalle grinfie dei bambini.

Due Ragazze ed un paio di forbici
Uno dei punti di forza dei due Danganronpa è sicuramente nella caratterizzazione maniacale e stereotipata del cast: Fukawa nel primo episodio, non faceva di certo eccezione, grazie anche all’exploit della doppia personalità e alla trasformazione in Genocider Jack, ma in mezzo agli altri quattordici protagonisti veniva messa in disparte. In Another Episode,

il rapporto tra Fukawa e  Komaru si evolverà nel corso della trama
Spike Chunsoft la sposta sotto i riflettori, rivelandone i segreti, i sogni e il passato (anche se quest’ultimo solo tramite dialoghi opzionali legati ai collezionabili) facendola maturare sia come ragazza che come personaggio. Fukawa diventa un tassello fondamentale non solo ai fini del gameplay, ma anche per aiutare a rendere credibile e d’impatto la stessa Komaru, tramutandola da normale liceale nella protagonista femminile leader della resistenza ai Monokuma. Ovviamente non sarà un viaggio semplice e le due litigheranno per gran parte del tempo, ma ogni evento, tragico o felice che sia, finirà per legarle sempre di più fino all’immancabile battaglia finale.

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Komaru non è ovviamente l’unica faccia nuova di Another Episode ma è sicuramente la più caratterizzata tra comprimari ed avversari: i cinque Warriors of Hope guadagnano spessore man mano si prosegue nel gioco, raccogliendo anche per loro collezionabili (in questo caso diari) e vengono svelati i misteri attorno a Towa City. Sfortunatamente il resto delle new entry non risulta d’impatto come i già citati, limitandosi a fare da contorno ma non restando a lungo impressi nella memoria del giocatore fan della serie (eccezion fatta per un personaggio femminile a cui andrà consegnata la lista dei Demoni col bracciale).

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Per quanto riguarda la trama, Another Episode risponde a praticamente tutte le domande rimaste in sospeso dopo il finale del primo capitolo (tra tutte “Da dove viene Monokuma?”) e offre qualche indizio anche su molti dei quesiti sollevati in Goodbye Despair, mostrando alcuni membri del cast del secondo episodio. Purtroppo, Another Episode non osa in perfidia, non riesce a demoralizzare il giocatore o a distruggergli il cuore con morti atroci del proprio personaggio preferito (come accade invece più volte nei due titoli precedenti) discostandosi dalla regola che Spike Chunsoft ci aveva insegnato in cui non esiste il “lieto fine” e i buoni non vincono sempre. Fortunatamente il distacco non è troppo evidente e riesce comunque a lasciare il giocatore nel limbo di cosa è meglio fare per salvare altre vite, grazie ad un’introspezione finale di Komaru che tirerà tutti i fili della trama di Another Episode. Anche i colpi di scena sono meno d’impatto rispetto ai titoli numerati, sebbene non manchino e in alcuni casi lascino comunque a bocca aperta gli amanti dell’universo di Danganronpa.

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