Recensione D4 – Dark Dream Don’t Die

D4, o Dark Dream Don’t Die, è la nuova esclusiva Microsoft disponibile su Xbox One dal 19 Settembre. Annunciato all’E3 2013, D4 aveva fatto perdere ogni sua traccia fino al Tokyo Game Show 2014, dove Swery65 e i suoi Access Game ne hanno confermato l’uscita imminente. Vediamo se questa lunga attesa ne è valsa la pena.

Un tuffo nel passato
D4 è un viaggio nella follia creativa di Swery
David Young, così si chiama il nostro amato protagonista. Ex detective della polizia di Boston, la moglie morta qualche anno prima e un assassino a piede libero che continua a spargere terrore. Non semplice la sua vita, che logorata dai rimorsi e dai dubbi, rivive costantemente l’angoscia di quel giorno, con la presenza sempre vivida della sua Piccola Peggy. Ma la perdita della sua amata moglie ha portato a David anche un dono prezioso. Dopo l’incontro con D, l’enigmatico killer, e del proiettile finito nel suo cranio, David potrà rivivere eventi passati utilizzando alcuni oggetti chiamati Memento. Grazie a questa abilità, e con l’aiuto del suo più caro amico ed ex collega Forrest Kaysen detto Teddy (personaggio ricorrente nei giochi di Swery), il nostro David cercherà di dare risposta ad una domanda che lo assilla da quella notte: chi è D?

D4 è un viaggio nella follia creativa di Swery. Per chi non conoscesse questo game designer giapponese, va a lui il merito di aver realizzato il bizzarro Deadly Premonition, che in maniera molto esplicita ci regalava un survival horror che traeva più di un’ispirazione da Twin Peaks. Anche qua il suo tocco è palpabile. Ogni istante all’interno di D4 è una scoperta continua, e noi, nel ruolo di giocatori/spettatori saremo risucchiati da un vortice di eventi surreali che ci trascineranno in un mondo fatto di personaggi ambigui ed inquietanti, umorismo nero e tante situazioni sopra le righe. A catturarci anche il forte taglio cinematografico di questa avventura, che scegliendo la forma episodica del serial tv, sfrutta una regia fondata sull’uso dello split screen, frammentando quello che avviene a video, proponendoci l’azione da più punti di vista. Non mancheranno elementi come sigle d’apertura con la carrellata di tutti i protagonisti dell’episodio in corso o gli immancabili cliffhanger che ci lasceranno con il fiato sospeso, in attesa di saperne di più e cominciare un nuovo capitolo di questa fantastica storia.
D4, sul piano della narrazione non ha sbavature. Tutto è confezionato perfettamente con un continuo crescendo di eventi e situazioni a tratti esagerate, con un cast di personaggi splendidamente caratterizzati e un protagonista, David, profondo e sfaccettato che con i suoi monologhi, le riflessioni interiori e la sua gestualità ci ha ricordato molto da vicino l’altro pargolo di Swery65, Francis York Morgan di Deadly Premonition.

Memento Mori
il redivivo Kinect in D4 trova un prezioso alleato
Nonostante l’approccio come avventura grafica, avvicinandosi come risultato agli ultimi prodotti Telltale Games, D4 vanta un ritmo decisamente serrato, nel quale narrativa e azione si fondono, creando un ibrido ludico dai risvolti interessanti, andando a riesumare anche il redivivo Kinect, che dopo essere stato messo da parte trova in D4 un prezioso alleato.

Proprio tramite Kinect, potremo usare le nostre mani come puntatori durante le fasi investigative, basterà indicare lo schermo e muoversi sul punto d’interesse, chiudendo il palmo della mano per attivare l’evento. Anche gli spostamenti di David saranno gestiti tramite delle apposite icone, mentre per gestire la visuale e trovare tutti gli elementi interattivi basterà fare degli slide da destra a sinistra (o vice versa) di fronte all’occhio vigile di Kinect per far ruotare la telecamera di 90°, invece inclinandoci con il busto di lato potremo allargare il campo visivo per portare alla luce eventuali oggetti nascosti alla nostra vista. David potrà fare anche affidamento ad un altro potere che gli consente di mettere in evidenza tutti i punti su schermo con i quali potremo interagire. Basterà portarsi le mani alla testa per far risaltare gli oggetti di interesse che ci serviranno per proseguire nell’avventura. Ogni azione che compiremo, ogni oggetto analizzato o interazione con l’ambiente consumerà il Vigore, regolato tramite una barra che come per quella dell’energia, una volta consumata ci porterà immediatamente al game over. L’esplorazione sarà un ingrediente fondamentale di D4, in quanto ci fornirà dettagli preziosi sulla nostra indagine. Ad invogliarci ad analizzare qualsiasi cosa a schermo troviamo un sistema di ricompense tramite crediti, che se accumulati potranno essere spesi per acquistare cibo per ricaricare il Vigore, contenuti extra o nuovi abiti per David e gli altri protagonisti, che non avranno un solo valore estetico ma influiranno anche su alcune caratteristiche.

Gioca jouer
 entrambi saranno ben utilizzabili senza però riuscire ad essere uno migliore dell’altro
Ma D4 sarà anche azione e ci sarà più di un’occasione nel quale ci dovremo tirare su le maniche e affrontare situazioni movimentate, siano queste uno scontro con il nemico di turno o semplicemente una delle tante sequenze fuori di testa. In pieno stile QTE dovremo replicare le geasture a schermo cercando di ottenere il massimo di sincronia, e quindi una valutazione migliore.

Mentre il Kinect risulta essere un sistema di controllo perfetto per questo tipo di produzioni, il rovescio della medaglia è una certa stanchezza che ne deriva dall’uso prolungato in gioco. Va detto che la relativa durata di questi primi due episodi (tre se aggiungiamo il prologo che servirà da tutorial ai comandi) mitiga questo fenomeno, ma anche solo dopo aver giocato il primo capitolo non sarà così strano pensare di passare al sistema di controllo più classico tramite pad. Qua troviamo una mappatura dei comandi atta a replicare i movimenti del Kinect, facendo largo uso prevalentemente dei due stick analogici, specialmente durante i quick time event. Anche qua è giusto fare una precisazione, in quanto rivolgendosi al pad dopo essere passati da Kinect, la sensazione sarà di una certa legnosità nel sistema di controllo, perdendo un po’ di immedesimazione, con il risultato che entrambi saranno ben utilizzabili senza però riuscire ad essere uno migliore dell’altro.

Kitsch is the new black
un titolo chiaramente low-budget che resta ancorato graficamente alla scorsa generazione
Se il lato ludico di D4 si mostra su alti livelli quello tecnico merita più di una precisazione. Lo stile prevale senza ombra di dubbio sulla tecnica, dove un cell-shading abbastanza marcato tenta di mascherare una pochezza grafica di un titolo chiaramente low-budget che resta ancorato graficamente alla scorsa generazione e non privo di problemi, come glitch grafici o un vistoso tearing durante le scene più caotiche o i filmati. Ma vista la qualità generale del titolo, il doppiaggio quasi parodistico o le musiche che accompagnano David nel corso della sua avventura, possiamo tranquillamente archiviare qualsiasi preoccupazione, godendoci una delle migliori esperienze di questo genere degli ultimi tempi.

 

 

Questa recensione di D4 si basa su i primi 2 episodi rilasciati. Per completare questa prima parte servirà qualche ora, 4/5 in base a quanto tempo dedicherete all’esplorazione. Ogni episodio propone anche missioni secondarie da completare che andranno ad arricchire la già complessa storia che muove il gioco, collezionabili da raccogliere o mini-giochi proposti da un’inquietante gigante, tutte trovate che allungheranno sensibilmente la durata di D4 nel caso si decida di completarlo in ogni sua parte, magari ottenendo il massimo di sincronia nei vari capitoli o scegliendo risposte alternative durante le fasi a scelta multipla per vedere cosa succede.
Verdetto
8.5 / 10
Aaaaavaaaaant-Gaaaaaardeeeee
Commento
Swery65 ci regala nuovamente un'esperienza unica, atipica, strana, ma al tempo stesso la sua unicità è il suo cavallo di battaglia. La genialità del game designer giapponese si respira in ogni istante all'interno del mondo di D4, che in questa nuova avventura riconferma la sua abilità nel raccontare una storia, allontanandosi dai classici schemi narrativi e rischiando sperimenta, riuscendo nel compito di creare una storia memorabile. Visto il prezzo di questi primi due episodi, 14.99€ ci sentiamo di consigliare D4 a tutti i possessori di Xbox One, che possono così godere di una delle più interessanti avventure grafiche degli ultimi anni. Ora solo un dubbio ci attanaglia: quando arriveranno i nuovi episodi? Perché noi, siamo rimasti letteralmente folgorati dal finale di D4 che non stiamo più nella pelle di sapere come andrà a finire.
Pro e Contro
La genialità di Swery65 in tutto il suo splendore
Utilizzo ottimo del Kinect
Esperienza audiovisiva ricca di stile

x Graficamente vecchio
x Purtroppo finisce presto

#LiveTheRebellion