Recensione Cookie Cutter, sangue e biscotti

Il metroidvania è uno dei generi più inflazionati del multiverso. Da quando è rifiorito, prolificano così tante produzioni di questo stampo che distinguersi nella massa è difficile. E onestamente io sono pure molto esigente in questo senso. Non mi faccio irretire semplicemente dalla formula e anche quando un gioco funziona, difficilmente ne resto rapito a meno che non funzioni perfettamente in tutte le sue parti.

Il metroidvania però è anche uno di quei generi che lascia ampia libertà di spaziare, una volta che il level design segue “la tecnica”, più o meno tutto il resto può essere declinato un po’ come ci gira. È vero per tutti i generi? Forse, ma per me in questo vale un po’ di più.

E Cookie Cutter sa lasciare il segno.

Che cos'è Cookie Cutter

Non me frega niente di stilare classifiche o fare paragoni, quindi neanche penso agli altri esponenti in questo momento. Cookie Cutter funziona perché becca quello che ogni gioco dovrebbe beccare: lo stile.

Il design di Cherry, la protagonista, con la sua strizzata d’occhio a Tank Girl di Jamie Hewlett attira subito lo sguardo e a ruota segue tutto il grottesco bestiario che il gioco lancia in pasto a chi sta giocando. A voler essere sinceri, character e environment design (banalmente, gli sfondi) non sono sempre all’altezza. Il colpo d’occhio è sempre ottimo ma purtroppo non tutto è a livello dei picchi qualitativi che riesce a raggiungere. Al contrario: le animazioni sono sempre ottime e anche qui Cherry vanta il repertorio migliore – ma cioè sì insomma, è altamente comprensibile.

Ogni movimento, ogni colpo inflitto e, soprattutto, ogni truculenta “fatality” personalizzata per ogni nemico, è curata al millimetro. Lo stile 2D disegnato a mano sfoggia qui tutti i suoi meriti e, soprattutto, la cura che Subcult Joint ha dedicato alla sua creatura.

Cookie è un vortice di turpiloquio, violenza gratuita diegetica e nessuna paura di andare “oltre” a livello visivo.

Nel resto dei suoi comparti si comporta più timidamente, al netto di un sistema pulito e un’ottima interazione ambientale dedicata agli scontri. Colpo leggero, colpo pesante. Classicismo. Ma i colpi pesanti consumano “barra” che si può spendere anche per Special e altre azioni, da ricaricare mediante l’utilizzo di colpi leggeri.

C’è una certa libertà nel costruire le proprie combo, anche grazie ai power up sbloccabili in corso d’opera. Questo mi ha colpito, perché mi sarei aspettato meno profondità su questo fronte.

Dietro la quarta parete

Allora, intanto calma. Che ci stavo arrivando… O forse no.

Perché “il resto” non è così esaltante. Parlando di level design, varietà delle situazioni o insomma di tutto ciò di cui non ho parlato, beh Cookie Cutter resta un po’ tiepido. Non riesce a bucare lo schermo come la sua protagonista e rimane forse un po’ vittima di quel mondo automatizzato e alienante che dipinge. Perché sappiamo che il capitalismo divora e appiattisce tutto. E la voglia di rappresentarlo sacrifica in parte l’esperienza perché, semplicemente, non è abbastanza.

Ma oh, amen. Stiamo parlando di un gioco che tiene botta (quasi) sempre e che sì, forse tradisce un po’ le ottime aspettative iniziali però ha comunque qualcosa da dire. E questo rimane un merito che non tutte le produzioni possono vantare.

Quindi dai. Fai meno l@ spocchios@ e dagli una chance. Che di sangue da versare ce n’è a litri.

Voto e Prezzo
7 / 10
20€ /20€
Commento
Cookie Cutter non è labbomba che poteva essere ma resta un gran bel pezzo di prodotto. E il prezzo del biglietto vale anche soltanto per il design di Cherry, il suo sguardo dello scazzo e la violenza verbale e fisica che vomita su tutto ciò che le sta attorno.
Pro e Contro
Chara design ottimo
Animazioni spettacolari
Bel combat System

x Artisticamente incoerente e altalenante
x Non spicca in nessun aspetto e resta un po' tiepido

#LiveTheRebellion