Recensione Chime Sharp

Uscito nel 2010 su PlayStation 3, Xbox 360 e PC, Chime era un puzzle game in cui la musica svolgeva un ruolo fondamentale. Infatti l’idea alla base del titolo era comporre dei quadrati utilizzando varie forme (come i tetramini di Tetris); facendo ciò, la melodia presente nello stage si arricchiva con nuovi suoni (esattamente come succede in Sound Shapes). Adesso dopo 7 anni, Twistplay e Ste Curran tornano con un seguito, Chime Sharp, attualmente disponibile su PlayStation 4, PC e Xbox One al prezzo di 9.99€. Riuscirà a sorprenderci come il primo capitolo?

Versione testata: PlayStation 4

 

Tetris sei tu?

Come detto in precendenza, Chime Sharp è un puzzle game che strizza l’occhio a mostri sacri come Tetris: su di una griglia dobbiamo posizionare delle forme, cercando di creare quadrati. Così facendo, oltre ad ottenere punti necessari per alzare il moltiplicatore, la griglia inizierà a colorarsi: il nostro obiettivo primario infatti è colorare questa griglia prima dello scadere del tempo. Detto così, il gioco potrebbe sembrare semplicissimo. In realtà il titolo mostra un tasso di sfida veramente alto. Nella modalità principale dobbiamo non solo tenere conto del tempo che diminuisce costantemente, ma soprattutto dei “residui” che rimangono dopo che un quadrato è stato cancellato: ad intervalli regolari, una linea attraverserà la griglia. Ad ogni suo passaggio, i quadrati formati scompariranno e rimarranno sulla griglia solo alcune forme (le quali erano ancorate al quadrato formato in precedenza): se queste forme non verranno riutilizzate per formare altri quadrati, la linea le cancellerà e il moltiplicatore di punti si azzererà. Nessun moltiplicatore significa pochi punti, e con pochi punti il tempo a disposizione inizierà a diminuire più velocemente. Purtroppo la difficoltà del gioco si alza ulteriormente (questa volta in senso negativo) per via del controlli, piuttosto imprecisi, soprattutto quando si cerca di muovere le forme con la levetta analogica sinistra.

 

Tutto qui?

L’impronta arcade di Chime Sharp si nota soprattutto per quanto riguarda la diversificazione delle modalità e degli stage presenti: sono presenti solo sedici stage (i quali variano tra loro per pochi aspetti) e quattro modalità: oltre alla modalità standard descritta precedentemente, c’è Sharp in cui il cronometro verrà sostituito con dieci vite, che diminuiranno ogni volta che le forme residue scompariranno dalla griglia. Poi c’è Challenge, in cui si avrà solo un set prestabilito di forme da usare, e infine Strike, in cui dovremo colorare la griglia in soli 90 secondi. Inoltre la mancanza di un vero e proprio tutorial (sostituito da una modalità Pratica, non proprio così utile) si fa sentire, soprattutto all’inizio: per molti giocatori sarà difficile capire cosa bisognerà fare per finire uno stage nel migliore dei modi.

 

Graficamente orecchiabile

Il vero punto forte di Chime Sharp è decisamente il sonoro: ogni stage ha il suo brano, il quale si crea man mano che aumenta il punteggio: da un semplice beat arriveremo a scoprire l’intera canzone, ognuna con il suo stile unico. Si va dall’elettronica più “pura” a  quella più calma, passando per la minimal. Molto bello anche lo stile grafico, semplice e minimale, ma con una palette di colori molto accesa (alle volte fin troppo), che si sposa perfettamente con i toni delle varie canzoni. Funzionale e azzeccato anche l’effetto tridimensionale delle forme che posizioniamo.Ricordo infine che il gioco è disponibile solo in lingua inglese.