Chi l’ha detto che cani e gatti non possono andare d’accordo?
Quando cresci in campagna è difficile non arrivare ad amare, o almeno apprezzare, gli animali. Specie quando sei a tutti gli effetti attorniato da loro, per anni e anni. E pensare che ci sono casi come il mio, dove nonostante tutto non arrivi ad averne abbastanza. E così passi per titoli come Nintendogs e – per somma gioia dell’essere più gattaro che cinofilo – la variante più moderna per 3DS Nintendogs+Cats. Una passione per i felini che, pur risparmiandomi dal voler creare un Khajiti su Skyrim, non mi ha lasciato scampo dall’intraprendere la recensione per PC – su console arriverà il 24 ottobre – di Cat Quest 2.
E’ quando vige una guerra tra cani e gatti che il gioco si fa duro. O almeno così sembrerebbe. Il titolo raggomitolato da The Gentlebros offre infatti una sfida equilibrata, adatta a ogni tipo di utente. Compresi neofiti, giovanissimi e persino cinofili. Sì, perchè il felino protagonista sarà affiancato da un cane, giocabile e personalizzabile, in termini di equipaggiamento, allo stesso modo del partner felino. Zampa nella zampa, e via a salvare il mondo.
L’avventura prende zampa nel regno di Felingard, da sempre in lotta con quello di Lupus per la supremazia. Il delicato equilibrio diplomatico si regge sulla distruzione e divisione in frammenti della Spada del Re, un’arma di smisurata potenza capace di realizzare il dominio dei gatti sui cani, o viceversa, a seconda di chi la possiede. Il gioco si sviluppa attorno alle vicende di un gatto e di un cane, principi dei rispettivi regni detronizzati da altrettanti despoti, ora impegnati nella ricerca dei suddetti frammenti. Starà all’atipica coppia salvare croccantini e cavoli nella cornice di un action RPG open world.
Non credo che avrei avuto dubbi su quale parte schierarmi, ma Cat Quest 2 mi ha sollevato da tale impegno facendomi capire che il nemico avrebbe avuto tra le sue fila tanto dei cani quanto dei gatti.
Soldati, maghi e semplici paesani. Tutti rigorosamente bipedi e capaci di esprimersi in italiano, tra un bau/miao e l’altro. Il mondo di gioco comprende una sorta di arcipelago, con i due vasti regni-continenti di Felingard e Lupus e una serie di piccole isole. Un’area che ho verificato essere esplorabile fin dal principio, a patto di schivare – almeno inizialmente, dato lo scarso equipaggiamento – i mostri e le avversità di livello superiore. Una coppia cane-gatto di lv.4 vestita (quasi) della sola pelliccia ed equipaggiata con spade corte non può che finire in flambè dinanzi a un drago di lv.70.
Che tu sia cane o gatto, con buona pace dell'oroscopo cinese, non importa. Sarà un'avventura gattastica.
Anche quando si è ricoperti di peli, nerdare è un piacere.
La parte RPG. Level cap fissato a 99, 12 magie da apprendere e 101 pezzi di equipaggiamento diversi da trovare, divisi tra armi, armature ed elmi, tutti potenziabili a suon di monete d’oro.
21 quest principali e 67 secondarie, con 73 dungeon da esplorare e superare. Con tanto da fare in Cat Quest 2 diventa facile dare i numeri, anche in sede di recensione. Nel corso dell’avventura ho scelto di adottare un approccio equilibrato, con il cane a fungere da tank – grande potere offensivo e, in particolare, difensivo – e il gatto a ricoprire il ruolo di supporto, con attacchi magici a distanza, magie curative e via discorrendo. Ciò non toglie che rimane possibile fare il contrario e spedire il felino in prima linea, o far giocare entrambi con lo stesso stile. Nell’ottimo ventaglio di scelte offerte, la libertà di personalizzazione è assoluta.
Da tenere d’occhio è la barra del mana, fondamentale per l’utilizzo delle magie e che si ricarica esclusivamente combattendo. Meno inseguimento di puntini rossi, più botte da orbi.
Durante il gioco è possibile alternare il controllo sul cane o sul gatto, in qualsiasi momento. A meno di non avere un altro con cui giocare in cooperativa locale, l’altro personaggio sarà di volta in volta controllato dall’IA. Non particolarmente brillante, ma che almeno darà il suo peloso contributo alle azioni intraprese. Che si tratti di aiutare i due artigiani Kitty Cat e Hotto Doggo o di sventare in grande o in piccolo i progetti dei due despoti di Felingard e Lupus, la parte più divertente è sicuramente quella della ricerca degli equipaggiamenti, alcuni dei quali piuttosto stravaganti.
Un corroborante intermezzo, per grandi e piccini.
Essendo un titolo adatto anche ai cuccioli di umano, non vi è la minima traccia di spargimenti di sangue, e a partire dal design rotondo, quasi in stile chibi – i giappofag capiranno al volo – il gioco si sviluppa attraverso poche meccaniche, semplici ma estremamente efficaci. Attacco fisico, magico e schivata. Ciò non deve tuttavia indurre a prendere l’avventura sottogamba: equipaggiarsi a ca**o di cane – o figa di gatto, a scelta – o spammare semplicemente attacchi porterà inevitabilmente alla sconfitta. Gioco (anche) per neofiti e giovanissimi sì, sfida da completi mongoloidi no.
Cat Quest 2 è un gioco per tutti, e che non ha età. Un po' come i Lego.
C’è chi gioca spinto dalla volontà di superare i propri limiti ponendo davanti a sé sfide sempre più estreme. C’è chi accende e interagisce col device unicamente con lo scopo di rilassarsi, e che necessita del mood giusto per vivere esperienze videoludiche più ardite e complesse. Ma c’è anche chi è l’uno e l’altro, persone a cui piace alternare un titolo ad alto tasso di sfida con uno più semplice e spensierato. Come ho fatto presente nella recensione, Cat Quest 2 risulta essere un’ottima scelta in tal senso. Semplice, ma non banale. A suo modo circoscritto, ma non eccessivamente lineare, a dispetto della scarsa varietà estetica nei dungeon.
Verdetto
8.5 / 10
Gattavventurieri non si nasce, ma ci si diventa.
Commento
Chi dice che un titolo (probabilmente) PEGI 3 non possa divertire o intrattenere un adulto? Quanti hanno passato ore a nerdare su un Minecraft, su uno Stardew Valley o su un qualunque simulatore sportivo? The Gentlebros realizza con Cat Quest 2 un action rpg originale, capace di strappare diverse risate grazie ai personaggi caricaturali e all'umorismo generale, a volte sottile e altre no-sense. La sfida proposta è volutamente limitata, ma non per questo lascia spazio a un approccio superficiale. Anche i giocatori più navigati possono trovare qualche piccola soddisfazione nella personalizzazione dei personaggi e nella totale libertà di gioco. Un ottimo titolo da inserire in un momento della vita in cui si ricerca una staccata di spina dalle sfide mastodontiche con le quali tanti videogiocatori adorano cimentarsi, altrove.
Pro e Contro
✓ Avventura gattastica! ✓ Gran numero di contenuti. ✓ Combat system semplice e intuitivo...
x ... Ma probabilmente poco variegato. x Ambientazioni ripetitive.
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