Recensione Castlevania: Lords of Shadow – Mirror of Fate

Nel 2010 Mercury Steam e Konami proposero il reboot di una delle serie più avvincenti a tema horror della storia dei videogiochi: portò su PlayStation 3 e Xbox 360 Castlevania: Lords of Shadow, un nuovo inizio per la famiglia Belmont e soci. Il gioco, profondamente action e hack ‘n’ slash, sebbene venne guardato male dai fan storici della serie, riuscì ad ottenere un discreto successo anche tra i neofiti del brand.
Nell’attesa del secondo capitolo, presentato l’estate scorsa da Konami, Mercury Steam porta il mondo di Lords of Shadow su Nintendo 3DS con Castlevania: Lords of Shadow – Mirror of Fate (da ora in recensione solo Mirror of Fate, n.d.r.).

Quattro personaggi in cerca d’un castello

Una delle critiche poste a Lords of Shadow dai fan di vecchia data fu la quasi totale assenza di un castello da esplorare: infatti, a differenza dei precedenti capitoli, nel lavoro di Mercury Steam il castello era solo una delle tante ambientazioni di gioco. In Mirror of Fate invece, ci troveremo ad esplorare con piacere il castello di Dracula con quattro personaggi diversi.
Mercury Steam riesce a catturare il giocatore nelle circa dieci ore di gioco con una trama semplice ma gestita perfettamente e che fa intrecciare le quattro storie in diversi punti. La storia si svolge nell’arco di sessant’anni, a partire dal prologo dove Gabriel Belmont (protagonista dell’originale capitolo) inizia il suo sventurato viaggio fino a 57 anni dopo, dove Simon Belmont decide di mettere fine una volta per tutte alla tirannia del Signore delle Tenebre. Al fianco di Simon avremo Alucard, finalmente introdotto con questo capitolo nel reboot di Castlevania, con una nuova identità e un nuovo passato (come al solito non vi vogliamo svelare troppo della trama, n.d.r.) e con un flashback rivivremo le esperienze di Trevor Belmont, padre di Simon e figlio di Gabriel, che affrontò Dracula trent’anni prima del figlio.

Ad ognuno il suo

Ogni protagonista di Mirror of Fate avrà la sua sezione di castello da esplorare, eccezion fatta per Alucard e Simon che ne condividono alcune sebbene da punti di vista differenti. Non solo, ogni personaggio avrà i suoi potenziamenti e le sue armi da lancio, quindi se l’arma principale di ogni personaggio è praticamente sempre la stessa Croce da Battaglia, Simon potrà disporre di due spiriti (uno per l’attacco e l’altro per la difesa), mentre potrà lanciare le classiche bottiglie incendiarie e delle comodissime asce tascabili; Alucard potrà contare sulla trasformazione in nebbia per schivare gli attacchi o attraversare determinati cancelli e potrà trasformarsi in Licantropo per infliggere attacchi più potenti e distruggere portoni inamovibili, inoltre come arma da lancio potrà evocare uno stormo di pipistrelli e fermare il tempo grazie a speciali clessidre; infine Trevor potrà contare sul medaglione magico della luce e su quello dell’ombra, che gli serviranno anche per proseguire l’esplorazione del castello.
Le uniche cose che accomuneranno i protagonisti, oltre alla Croce da Battaglia, saranno le barre della vita e della magia – potenziabili (come le munizioni) tramite i tanti scrigni sparsi nel castello – e il livello di esperienza. Uccidendo nemici e raccogliendo le speciali pergamene lasciate in giro dagli sventurati avventurieri che ci hanno preceduto guadagneremo esperienza e, salendo di livello, otterremo nuove mosse per i nostri eroi.
Mirror of Fate ci permette sì di spulciare il castello di Dracula ma, a differenza dei suoi predecessori in due dimensioni (ed in particolare di quelli usciti per Nintendo DS), lo fa con un a “finta esplorazione”, lineare e guidata da un puntino rosso che ci mostrerà sempre dove andare per proseguire la storia. Dimenticatevi quindi le mirabolanti peripezie per sfuggire a mostri troppo forti o le estenuanti ricerche alle armi migliori, dato che l’equipaggiamento ci verrà fornito automaticamente proseguendo nella trama; in aggiunta i mostri aumenteranno la loro potenza man mano che il nostro eroe otterrà nuove armi, tutto ciò ad “aggravare” il senso di sviluppo rettilineo che pervade per tutte l’esperienza di gioco. Inoltre sono quasi assenti gli enigmi, da sempre sale del brand, e i pochi presenti difficilmente metteranno a dura prova i giocatori più esperti; persino durante le sequenze di Alucard, dove sono più presenti, ci ritroveremo a sbadigliare mentre spostiamo blocchi e specchi, dato la scarsità di sfida intellettiva.
Per concludere la parte dedicata all’esplorazione, il touch-screen verrà utilizzato come mappa (oltre a mostrarci gli equipaggiamenti e le combo), ed ingrandendola potremo lasciare delle note scritte,per ricordarci qualsiasi cosa, dalla presenza di nemici pericolosi a collezionabili da raccogliere in seguito, anche se  in quest’ultimo caso apparirà un punto interrogativo direttamente sulla mappa.

Attacca quel mostro!

Mirror of Fate è un action 2D, quindi il suo punto forte è ovviamente il sistema di combattimento. Basato principalmente sui tasti X e Y di 3DS, a cui si aggiungerà A per gli oggetti da lancio, B per il salto e la croce direzionale per le abilità, starà al giocatore imparare la combinazione migliore per sconfiggere più velocemente ogni creatura dell’ombra. Parte fondamentale del gameplay d’attacco è il sistema difensivo: premendo L al momento giusto daremo via ad un contrattacco e, martoriando l’avversario incessatamente con i pulsanti d’attacco, lo stordiremo (in quel momento l’avversario inizierà a brillare) e potremo attivare le micidiali finisher dei protagonisti premendo il tasto R; quando il mostro invece si preparerà ad attaccare, facendo luccicare una parte del proprio corpo, sarà bene schivare il colpo con l’unione di L e l’inclinazione del circle pad nella direzione prescelta. Perché “schivare”? Quando il nemico “carica” questo tipo ti attacco, il colpo in questione è imparabile e alla difficoltà più alta potrebbe causare gravi danni ai protagonisti. Come in ogni buon action di questa generazione,contro i boss, e in determinate sequenze di gioco, sono presenti anche alcuni Quick Time Event di scene scriptate che permettono ai nostri eroi sia di avere la meglio sui mostri, sia di ottenere nuovi equipaggiamenti.
Quello di Mirror of Fate è un sistema di combattimento immediato che riesce a dare la giusta impronta action al gioco e che, se ben padroneggiato,  vi renderà dei veri cacciatori di bestie delle tenebre.

Il silenzio vale più di mille parole(?)

Graficamente parlando, eccezion fatta per le scene in cel-shading e quelle di presentazione ai boss, Mirror of Fate non eccelle graficamente; inoltre durante le sequenza di combattimento è consigliabile disattivare l’effetto 3D, poiché confonde ulteriormente il giocatore.
Dal punto di vista sonoro purtroppo è anche peggio, partendo da un doppiaggio inglese non molto ispirato, a musiche liriche intermittenti che il più delle volte, nelle fasi esplorative, lasciano il giocatore in compagnia solo dei suoi passi e dei grugniti del personaggio.

Verdetto
7 / 10
Il Metroidvania più lineare di sempre
Commento
Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate è un discreto action per 3DS, un ponte tra il primo capitolo e il secondo in uscita entro la fine dell'anno. Consigliato sicuramente a coloro che hanno amato, o anche solo apprezzato, il reboot di Mercury Steam, può essere visto come una novità tra i Castlevania 2D visto che è sì un action-platform in due dimensioni ma dopo una breve analisi si rivela essere un'ulteriore "perdita di identità" e un ulteriore distacco, della saga di Lords of Shadow, dai suoi predecessori storici.
Pro e Contro
Trama strutturata ottimamente
Sistema di combattimento accattivante

x Doppiaggio inascoltabile
x Effetto 3D fastidioso durante le fasi di combattimento
x Esplorazione fin troppo lineare

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