Recensione Call of Duty: World at War

Nato in Romania ma cresciuto in Italia, Alex Sechelaru, sin da quando era un bambino, ha sempre avuto un legame con il mondo videoludico, cominciando con gli orrori dei bootleg, per poi andare verso nomi più conosciuti fino ad incontrare la sua futura compagna di mille avventure: la PSP. Pur non essendo molto attivo con giochi nuovi, tiene sempre un occhio verso le novità con un forte spirito nostalgico mentre l’altro occhio lo tiene sullo schermo spesso pensando: ”non so bene cosa ho fatto, ma ok” oppure “cosa è successo!?”. Studente del corso di Game Design della Scuola Internazionale di Comics, Alex è qui alla sua prima prova come recensore.
Di giochi sulle guerre mondiali ne sono usciti molti durante il periodo di spicco dei First Person Shooter e tra i nomi di punta ce n’è uno che ha fatto la storia: Call of Duty. Un nome che si fa sentire ancora oggi e che alterna titoli caratterizzati da dure battaglie storiche tra trincee e rovine ad altri con ambientazione moderna (o futuristica) con tanto di tecnologia degna dei migliori film di fantascienza. Dopo un grande successo con il primo shooter con campagna moderna dell’Activison (quel Call of Duty 4: Modern Warfare appena rimasterizzato per le console di attuale generazione) gli studios Treyarch sono tornati indietro di 66 anni per ripercorrere gli avvenimenti della seconda guerra mondiale con gli occhi e le armi di coloro che hanno combattuto contro i giapponesi e le forze naziste. Call of Duty: World at War, questo il nome del titolo appena citato, è disponibile per PlayStation 3, Xbox 360, Nintedo Wii e Pc dal 14 novembre 2008.
 
Versione testata: PlayStation 3
Salvate il soldato Miller!
La trama del titolo targato Treyarch può considerarsi abbastanza riuscita, pur non riuscendo mai a conquistare del tutto il giocatore
Gli avvenimenti di Call of Duty: World at War sono ambientati dal punto di vista di due soldati: Miller del corpo dei Marine durante il conflitto con il Giappone (sostituito dall’artigliere Locke in una sola missione in aeroplano) e Dimitri dell’Armata Rossa, seguendo il sergente Reznov nella vendetta all’attacco dei nazisti a Stalingrado e verso la conquista di Berlino. Miller si ritroverà catturato e imprigionato in una base insulare giapponese e prima che gli venga tagliata la gola, il sergente Sullivan lo salverà e verrà tirato fuori per ritornare a combattere le truppe del Sol Levante in mezzo a foreste, paludi e ambientazioni distrutte dalla guerra. Dimitri invece si ritroverà a dover abbattere un generale nazista dopo essersi salvato per poco sotto la guida del sergente Reznov, per poi attraversare mezz’Europa fino a raggiungere la capitale del Terzo Reich per far cadere la bandiera con la svastica. La trama del titolo targato Treyarch può considerarsi abbastanza riuscita, pur non riuscendo mai a conquistare del tutto il giocatore a causa di una banalità di fondo non trascurabile. Ad ogni modo si attesta sulla media per quanto riguarda questa tipologia videludica, riuscendo ad intrattenere per una durata di circa 6 ore.

Stanateli e Bruciateli
World at War ha di innovativo la possibilità di affrontare in cooperativa tutte le missioni della campagna principale
La campagna di Call of Duty: World at War è divisa in capitoli nei quali si prende parte alle azioni di uno dei due soldati in ordine casuale. All’inizio del capitolo si avrà un riassunto della situazione della guerra e una spiegazione del piano previsto per la missione, per poi passare subito in azione con in mano un fucile in dotazione all’esercito appartenente, una pistola e il classico coltello che ha ormai contraddistinto la serie. Come appena detto, ci ritroveremo con un fucile e una pistola spesso differenti ad ogni capitolo, tuttavia prima o poi i proiettili finiscono e saremo costretti a prendere nuove armi dai depositi di munizioni o dai nemici e alleati caduti. World at War ha di innovativo la possibilità di affrontare in cooperativa tutte le missioni della campagna principale, sia con un amico al proprio fianco grazie allo split-screen, che a distanza, tramite il sempre presente online. Il titolo, inoltre, presenta una modalità multigiocatore competitiva locale e online con sistema di classi con armi e bonus (detti perks) sbloccabili per poter creare classi personalizzabili a proprio piacimento. Nelle partite multiplayer sono disponibili molte mappe variegate con tematiche e derivazioni della campagna, riuscendo a risultare interessanti e adatte a qualsiasi numero di giocatori.

 
Escono dalle fottute pareti
Capace di creare una vera e propria dipendenza, la modalità Nazi Zombies è una delle aggiunti migliori di World at War
Uno dei maggiori punti di spicco di questo titolo è la modalità Nazi Zombies, di cui potrete trovare un capitolo a fine campagna (poi sbloccato per tutti tramite patch), al quale sono stati poi aggiunti altri tre episodi tramite DLC. La modalità zombie, vera e propria innovazione per il brand da parte di Treyarch, consiste in una sopravvivenza ad ondate contro un esercito infinito di zombie che entreranno dalle finestre o dal terreno; il giocatore dovrà barricare con travi ogni posto possibile da dove gli zombie possono comparire e ottenere armi migliori da disegni sui muri o tramite la Cassa del Mistero fino a quando non si diventa cibo per non-morti in uniforme militare. Nelle nuove mappe, invece, si ha la possibilità di poter fuggire o ottenere una vittoria, con l’aggiunta delle bibite che danno bonus speciali in cambio di punti, e del pack-a-punch, una macchina nascosta che permette di potenziare la propria arma.

Ammira la madre patria
Call of Duty: World at War presentava ai suoi tempi un buon uso del motore grafico IW 3.0
Call of Duty: World at War presentava ai suoi tempi un buon uso del motore grafico IW 3.0, leggermente potenziato rispetto alla versione usata in COD 4. Il gioco presenta dettagli come buchi di spari o bruciature e segni degli esplosivi e l’interazione di piante, erba alta e acqua con corpi, spari e il fuoco. Il gioco non richiede pesanti caratteristiche tecniche e ciò lo ha portato ad essere convertito anche per il Nintendo Wii (con qualche limitazione). L’IA dei nemici non è delle migliori e se non si è sulla linea di fuoco spesso sembra che si dimentichino del giocatore, rimanendo in piedi pronti a farsi riempire di piombo.

Verdetto
8.5 / 10
Recensione di Alex Sechelaru in occasione del corso di Game Design 2016/2017
Commento
Call of Duty World at War porterà il giocatore verso la fine della seconda guerra mondiale attraverso gli occhi e le azioni di due soldati così differenti, eppure così uguali allo stesso momento. Con un multiplayer capace di fare la storia e con la modalità Nazi Zombies (la quale ha avviato uno dei punti di spicco della serie dell'Activision) il giocatore difficilmente si stancherà mai di provare cose e azioni differenti. In poche parole Call of Duty: World at War è un must per giocatori appassionati delle battaglie storiche e risulta essere un titolo divertente sia che da solo che in compagnia, sia che preferiate la modalità cooperativa che siate più propensi a quella competitiva.
Pro e Contro
Campagna avvincente
Modalità Nazi Zombies divertente
La campagna è giocabile in cooperativa sia offline che online

x IA non particolarmente elevata

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