Recensione Caligula Effect Overdose: verità o finzione?

Caligula Effect Overdose è un’edizione rimasterizzata ed estesa dell’omonimo titolo rilasciato su PlayStation Vita nel 2017. Si tratta di un tipico JRPG in cui i protagonisti sono stati catapultati in Mobius; un mondo virtuale creato da delle virtuadoll (idol virtuali stile Hatsune Miku, ndr) con lo scopo di “rendere felici” alcuni individui delusi dal mondo reale. Per questo vengono imprigionati, di fatto, all’interno di un loop temporale in cui dei perfetti sconosciuti, alcuni dei quali hanno già raggiunto l’età adulta nel mondo reale, tornano a vivere la vita da liceali.

All’interno di questo idillio/prigione ben presto si verranno a delineare due fazioni contrapposte: il Go-Home Club, i cui membri cercano di fare tutto il possibile per tentare di tornare al mondo reale, e gli Ostinato Musicians, ovvero coloro che intendono preservare Mobius per continuare a vivere lontani da una realtà che li ha delusi fin troppo a lungo. Il loro ruolo è quello di comporre musica e canzoni per la virtuadoll μ per far si che gli altri ignari abitanti di Mobius non sentano in alcun modo la nostalgia per la realtà ed il desiderio di lasciare quell’idilliaco mondo virtuale.

Fin da subito sarà inevitabile individuare alcuni parallelismi tra Caligula Effect: Overdose ed alcuni titoli della serie Persona di Atlus: è presente una forte componente psicologica in cui i vari personaggi si trovano ad affrontare le proprie emozioni (che grazie alla virtuadoll Aria verranno plasmate per diventare le loro armi); vengono toccate tematiche sociali piuttosto mature; e nel corso del gioco sarà possibile costruire legami più o meno stretti tra i membri della squadra. Queste similitudini non devono comunque sorprendere, dal momento che la sceneggiatura è opera di Tadashi Satomi, lo stesso che ha lavorato ai primi tre capitoli di Persona.

Il paradiso non è mai stato così… deserto.
Caligula Effect Overdose è un gioco che ad una prima occhiata risulta piatto, con sceneggiatura inevitabilmente lontana dagli standard qualitativi della celebre controparte, anche dei capitoli a cui lo stesso Satomi ha lavorato. Mentre nei vari Persona le vicende narrate portano il giocatore a far proprie le tematiche e le storie raccontate, empatizzando anche con i personaggi, questo non accade in Caligula Effect Overdose.

Ci troviamo di fronte ad una sceneggiatura altalenante: spunti e personaggi interessanti si alternano a situazioni surreali e poco coinvolgenti.

Anche quando abbiamo a che fare con rivelazioni sconvolgenti nella trama, viene percepito quasi un senso di distacco tra la narrazione e gli atteggiamenti dei protagonisti. Anche la colonna sonora ed il doppiaggio non aiutano in questi casi, fallendo miseramente nel permeare del giusto livello di pathos alcuni momenti chiave che avrebbero meritato maggiore attenzione.

Una trama scorrevole, ma...

Nonostante queste imperfezioni, la trama riesce a scorrere coinvolgendo quei giocatori più affezionati ai giochi di ruolo di stampo nipponico e/o più sensibili alle tematiche trattate. Al di là della linearità con cui vengono affrontate alcuni frangenti, viene comunque data la possibilità di compiere alcune scelte importanti, che possono avere una rilevanza tale da sovvertire l’andamento della narrazione ed i suoi esiti.

I dungeon a loro volta non risultano essere particolarmente ispirati: sebbene si tratti di luoghi suggestivi e legati alla vita di tutti i giorni, alcuni sembrano affetti da pigrizia nella realizzazione, non riuscendo sempre a far tenere saldo il controller al giocatore che, spesso, potrebbe semplicemente annoiarsi nella ripetitività di azioni e scelte.

Nonostante questi elementi negativi che, giustamente, possono scoraggiare l’acquisto di Caligula Effect Overdose a prezzo pieno, ci troviamo di fronte ad un gioco in grado di intrattenere gli amanti del genere JRPG più accaniti, i quali, seppur tra alti e bassi, non dovrebbero avere grossi problemi a giocare quelle 20-30 ore che compongono la storia principale. Il titolo si presta anche ad un discreto grado di rigiocabilità, in quanto, a seconda del sesso del personaggio principale, alcuni elementi di trama e alcune interazioni con i PNG possono variare.

Gooooooo liiiiveeeeee!!!
Il battle system è l’aspetto meglio riuscito del titolo. Capita raramente che un JRPG a turni riesca ad avere tale profondità strategica.

EsplorazionePer passare da una zona all’altra è presente una mappa del mondo. Purtroppo le varie aree sono per lo più vuote, con qualche sparuto PNG da reclutare o da cui ottenere nuove missioni.

Non appena si entra in contatto con un nemico, viene generata l’area di battaglia. I membri del party, composto da un massimo 4 combattenti, genereranno le loro armi tramite l’aiuto di Aria, la virtuadoll alleata del protagonista.

Ad ogni nuovo round all’interno del combattimento, sarà possibile determinare un massimo di 3 azioni tra spostamenti, attacchi ed attivazione delle varie abilità. Prima di confermare ciascuna scelta il sistema denominato Imaginary Chain mostrerà una percentuale di successo ed un’anteprima dell’esito delle nostre azioni selezionate nel loro complesso. Questo sistema permette, inoltre, di gestire il tempismo degli attacchi in modo tale da gestire al meglio le combinazioni dei colpi che sferreremo ai nemici tenendo in considerazione anche la loro posizione che potrebbe essere anche a mezz’aria o a terra, tutti elementi da considerare per massimizzare l’efficacia dell’offensiva.

Anche la posizione sul campo di battaglia e la quantità residua di MP sono elementi fondamentali da tenere in considerazione, specialmente i secondi non sono una risorsa inesauribile e spesso compiendo concatenazioni di attacchi verranno azzerati molto rapidamente costringendo il giocatore a dover trovare riparo e ricaricare.

Naturalmente, se tutto filasse liscio come da programma, sarebbe troppo facile. I nostri avversari potrebbero modificare leggermente il loro comportamento in base alle nostre azioni: non è assolutamente garantito che le nostre combinazioni di attacchi si concludano come sperato, specialmente in contesti con più di un bersaglio disponibile.

Affrontare la realtà o fuggire da essa?
In conclusione, Caligula Effect Overdose è un titolo degno quantomeno di attenzione, se amate i giochi di ruolo giapponesi e le trame che coinvolgono la psicologia e le emozioni umane. Tuttavia, ciò che penalizza questo titolo è la scarsa quantità di passi avanti nell’edizione rimasterizzata rispetto a quella per PS Vita. I poligoni dei personaggi non sono invecchiati particolarmente bene, e la resa grafica in generale è quasi pigra, con mappe pesantemente vuote o ridondanti e con animazioni facciali quasi del tutto inesistenti. Si salvano unicamente le sporadiche scene animate che sono state realizzate con cura, e si inseriscono molto bene nel contesto. Certamente un titolo che vale la pena provare, anche se il prezzo di lancio sembra eccessivo per un gioco che comincia a sentire il peso del salto generazionale.

Verdetto
6 / 10
Go Big or Go Home!
Commento
Caligula Effect: Overdose è il tipico studente intelligente che non si applica. Bravo nel mettere in piedi una storia con degli spunti interessanti ma che per la sua pigrizia non riesce a finalizzare, limitandosi nel realizzare un porting nel tentativo di compensare il suo successo nello scorso esame su PlayStation Vita. Sfortunatamente riesce a malapena a portare a casa una sufficienza, ma leggetelo comunque, il suo tema: potrebbe sorprendervi positivamente.
Pro e Contro
Storia interessante
Tematiche mature
Scelte di gioco rilevanti

x Lato tecnico scarso
x Personaggi stereotipati
x Sceneggiatura poco curata

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