Un po’ Lovecraft, un po’ Edgar Allan Poe, Black Mirror ha tutte le carte in regola per stupire e sorprendere il giocatore!
Nonostante si tratti di materiale con quasi un secolo di vita alle spalle,
gli scritti di Howard Phillips Lovecraft hanno ancora la straordinaria capacità di accompagnare il lettore in un vortice di emozioni negative (come paura, inquietudine, tristezza, ansia), ma che, sapientemente mescolate, riescono misteriosamente ad affascinare il pubblico di ora come quello dell’epoca.
Pensate a una storia con questo tipo di atmosfera, ma con un pizzico di Edgar Allan Poe, ed ecco che avrete chiaramente in testa quello che i ragazzi di King Art Games hanno voluto realizzare con il loro Black Mirror. Ovviamente non c’è alcun legame con la serie tv che potete trovare su Netflix (vi ricordiamo che la quarta stagione arriverà il 29 dicembre), ma bensì si tratta di un reboot di una (non troppo) celebre saga videoludica nata nel 2003.
Disponibile per PlayStation 4, Xbox One e Pc esclusivamente in formato digitale al prezzo di circa quaranta euro (39.99€),
Black Mirror si prepara a stupire ed emozionare i giocatori con le avventure del clan dei Gordon. Basteranno le forti influenze di due tra i più grandi scrittori della storia a rendere il titolo distribuito da THQ Nordic un must have?
Versione testata: PlayStation 4
Oltre il muro del sonno
Omicidi, tradimenti, segreti, fantasmi e misteriose entità che si nascondono nell’ombra sono solo alcuni dei temi che vengono trattati in black mirror
La
trama di
Black Mirror è ambientata nel 1926 e ci vede nei panni di David Gordon, costretto a fare ritorno in Scozia in seguito alla morte del padre. La villa di famiglia che lo attende al suo ritorno, però, sembra nascondere più di qualche segreto e l’insolito comportamento dei pochi parenti rimasti e della servitù appare sin da subito sospetto. Da qui ha inizio una storia che, come anticipato nel paragrafo di apertura,
mescola sapientemente elementi caratteristici di Lovecraft con altri presi direttamente da Edgar Allan Poe. Omicidi, tradimenti, segreti, fantasmi e misteriose entità che si nascondono nell’ombra sono solo alcuni dei temi che vengono utilizzati dai ragazzi di King Art Games per far stare in piedi
una storia ben scritta e, per quasi tutta la sua durata, interessante e avvincente. Per quanto si decida di non approfondire eccessivamente la caratterizzazione dei vari personaggi,
ogni singola comparsa di Black Mirror agisce con uno scopo e non viene messa a caso all’interno della narrazione. Solamente discreti, purtroppo, i dialoghi tra i vari abitanti della villa scozzese che, in certi casi, appaiono fittizi e poco credibili. Ammettiamo inoltre che l’intera storia riesce a risultare più interessante nella prima metà di gioco, quando il mistero è ancora totalmente presente all’interno della vicenda; la scoperta graduale dei vari segreti della famiglia Gordon, infatti, va pian piano a togliere fascino alla storia, che nonostante si mantenga su alti livelli non riesce più a colpire il giocatore come nelle prime ore.
In linea di massima siamo comunque riamasti soddisfatti della storia imbastita da King Art Games, che ha saputo tenerci impegnati per quasi otto ore e che, di conseguenza, attesta la longevità di Black Mirror nella media per questo genere di gioco.
L’illustrazione nella casa
Il gameplay di Black Mirror si ispira alle classiche avventure punta e clicca del passato, ma tenta di portarsi al passo con i tempi
Il
gameplay di
Black Mirror si ispira alle classiche avventure punta e clicca del passato, ma tenta di portarsi al passo con i tempi introducendo una serie di caratteristiche che possano renderlo interessante anche agli occhi di coloro che apprezzano lo stile dei titoli targati
Telltale Games.
Peccato, però, che siano davvero poche le cose andate per il verso giusto. Nulla da dire per quanto riguarda la
qualità degli enigmi, sempre vari, stimolanti e capaci di mantenere l’attenzione del giocatore sempre sul gioco, ma ogni altro elemento risulta purtroppo essere abbozzato e/o mal gestito. Ecco che i
QTE risultano quindi
approssimativi,
le scelte di dialogo del tutto ininfluenti sugli sviluppi narrativi e persino
il solo muoversi del nostro personaggio ci farà maledire gli antichi per la legnosità dei movimenti di David. King Art Games ha infatti realizzato un gioco con inquadratura statica (scelta in modo da dare la giusta regia ad ogni momento), ma che, come in
Resident Evil: Code Veronica, sarà possibile spostare leggermente per avere una maggiore visione di campo. Peccato però che questo risulti sin da subito estremamente fastidioso e che
capiti spesso di incastrarci con la visuale mentre cerchiamo di analizzare le varie stanze della villa scozzese alla ricerca di un punto d’interesse con il quale, solamente con la giusta inquadratura, sarà possibile interagire.
Il passo lento di David e la sua difficoltà nel compiere anche semplici movimenti come ruotare di 90 gradi completano un sistema di controlli che, ci dispiace ammettere, non è riuscito a soddisfarci per nulla. Segnaliamo come, al di là della campagna principale, siano presenti dei
collezionabili da trovare (frammenti di foto) che andranno a formare un puzzle che potremo comporre in un’apposita modalità tra gli Extra del gioco. Nulla di troppo innovativo e/o interessante da rendere l’intera avventura estremamente rigiocabile, ma sicuramente
un’aggiunta che ci farà perdere qualche minuto in più all’interno dell’atmosfera gotica di Black Mirror.
Disse il corvo, “Mai più”.
Parlare del comparto tecnico di Black Mirror è quanto di più doloroso ci possa essere
Parlare del
comparto tecnico di
Black Mirror è quanto di più doloroso ci possa essere. Nonostante una
modellazione poligonale dei personaggi discreta, il titolo targato King Art Games risulta essere davvero pieno di magagne.
Le animazioni dei personaggi, sia per quanto riguarda i volti che per quanto riguarda i corpi,
non riescono assolutamente a convincere e presentando una sconfinata serie di problemi che vanno dal movimento delle braccia tipo burattino nelle cutscene a personaggi che appaiono in pose sbagliate durante i filmati (ad esempio in una scena un personaggio ci è apparso troppo vicino alla “telecamera” e non ci ha permesso di vedere nulla di quanto accaduto su schermo).
Buono, invece, il comparto sonoro che vanta un doppiaggio in inglese convincente e una colonna sonora indubbiamente riuscita e capace di enfatizzare alcune parti nel migliore dei modi.
Per quanto riguarda i bug, invece, non possiamo far altro che tornare a criticare in modo pesante il lavoro del team tedesco.
Sottotitoli in italiano talvolta assenti e altre volte non tradotti (per non parlare di traduzioni errate come il “Go Back” dei menù che è diventato “Vattene”),
tempi di caricamento frequenti e lunghissimi,
vistosi cali di frame anche in situazioni di calma assoluta e
ripetuti crash del gioco che ci hanno costretto a riavviare la scena sono le prime problematiche che ci sono venute in mente. Un vero peccato, soprattutto se si pensa all’enorme potenziale di un titolo come Black Mirror.
Verdetto
5.5 / 10
Bestemmie capaci di risvegliare gli antichi
Commento
Pro e Contro
✓ Trama interessante
✓ Enigmi ben studiati
✓ Comparto sonoro di qualità
x Dialoghi evidentemente fittizi
x Gameplay macchinoso e scomodo
x Animazioni imbarazzanti
x Tempi di caricamento estenuanti
x Bug a profusione
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