Recensione Beatbuddy: Tale of the Guardians

A distanza di due anni dall’uscita originale su Steam (e successivamente su iOS) Beatbuddy: Tale of the Guardians, pluripremiato platform musicale dei tedeschi THREAKS, arriva su Wii U e Xbox One. Disponibile dallo scorso 9 Agosto è scaricabile al prezzo di €8.99. Scopriamo insieme se questa attesa è stata ripagata.
Versione provata: Wii U

Batte forte
Beat, dovrà salvare il mondo sommerso di Symphonia dalla minaccia del Principe Maestro
La storia di Beatbuddy: Tale of the Guardians ci vede protagonisti di un’avventura a base di musica dove Beat, una silenziosa creatura blu, dovrà salvare il mondo sommerso di Symphonia dalla minaccia del Principe Maestro, un losco figuro che vuole assoggettare il regno al suo volere, impadronendosi della musica, la linfa vitale di Symphonia. Beat dovrà quindi entrare in azione, e con l’aiuto delle sorelle (Melody e Harmony) e dell’eccentrico Clef, cercare di scongiurare i piani del malefico Principe Maestro e riportare la situazione alla normalità.

 

Beatbuddy è un platform slegato alla classica concezione del genere. Essendo ambientato nelle profondità marine, il simpatico Beat potrà muoversi e nuotare in completa libertà all’interno del livello. Quindi niente piattaforme o salti ma numerose aree da esplorare fra passaggi e condotti, il tutto evitando nemici e trappole disseminati lungo il cammino. Fra le varie azioni che potremo compiere, Beat sarà in grado di attaccare i nemici (“Y”) ed interagire o raccogliere oggetti per trasportarli in un determinato punto (“R”) . Sarà possibile anche compiere un breve slancio (“B”) per spostarci più velocemente, o utilizzare un potere speciale (“X”) che gli consente di individuare oggetti altrimenti invisibili, elemento interessante ma poco approfondito all’interno del gioco.

In fondo al mar
dovremo aprirci la strada risolvendo diversi puzzle ambientali
Sposando una struttura aperta dei livelli alla metroidvania, Beat può esplorare l’area di gioco, restando però completamente guidato nel suo operato ed eliminando di fatto alcuni problemi strutturali del genere succitato. La linearità nel completamento degli stage taglia aspetti come il backtracking, croce e delizia dei metroidvania, incanalando il gioco verso forme ludiche più inquadrate e meno dispersive.

Beat non dovrà solamente destreggiarsi contro i nemici ma per poter arrivare all’agognato epilogo dovrà aprirsi la strada risolvendo diversi puzzle ambientali, per lo più basati sulla logica e l’intuizione. Dovremo quindi sfruttare gli elementi circostanti per creare passaggi o attivare interruttori a tempo così da aprirci nuove strade e proseguire nell’avventura. Qua iniziano i primi “problemi” del gioco. Se da un lato la costruzione degli enigmi è buona, sempre ben contestualizzati e ben equilibrati a livello di bilanciamento della difficoltà, con nuovi elementi via via aggiunti per arricchire l’esperienza, dall’altro abbiamo una ripetitività cronica che si farà sentire fin dai primi momenti di gioco. Infatti molti dei rompicapo previsti riguarderà la creazione di “trampolini” che se concatenati permetteranno a Beat di farsi “lanciare” verso una parete distruttibile, dietro la quale si nasconde una chiave, o riuscire a superare una porta prima che questa si chiuda. Il ripetersi di tali situazioni pone il giocatore in una situazione di dover compiere ciclicamente le stesse operazioni dall’inizio alla fine, smorzando così l’entusiasmo iniziale.

Ad interrompere queste fasi (e anche qua in un certo senso ritroviamo una certa tendenza a voler riproporre le stesse situazioni) troviamo dei livelli nei quali dovremo pilotare la Buggybolla, un mezzo subacqueo che si muoverà a tempo di musica e in grado di sparare, trasformando di fatto il gioco in uno shooter bidimensionale, seppur molto basilare nelle dinamiche. Durante questi livelli (che si alternano agli altri con una frequenza di 1:1) dovremo darci da fare eliminando con la nostra potenza di fuoco i nemici o gli ostacoli che troveremo sulla nostra traiettoria. Qua verranno messe a dura prova le nostre abilità di piloti con manovre precise al millimetro seguendo i pattern dei nemici o degli ostacoli sul percorso. Come per gli enigmi, anche qui dopo un paio di livelli sembra di entrare in un loop di situazioni fin troppo simili fra loro, e le poche varianti aggiunte negli stage finali del gioco contribuiscono poco a modificare l’esperienza di gioco.

 

Nella nostra avventura potremo raccogliere anche dei cristalli, che non avranno nessun impatto sui fini del gioco se non quello di rappresentare i collezionabili, che sbloccheranno nella sezione degli extra dei simpatici retroscena sul gioco, un interessante diario degli sviluppatori raccontato da immagini, bozzetti e aneddoti su Beatbuddy. Per il resto Beatbuddy si può completare nel giro di 4/5 ore, tempo necessario per arrivare ai titoli di coda, lasciando ben poco da fare se non collezionare tutti i cristalli (sfida decisamente impegnativa) o tentare di battere il record del tempo impiegato per completare il livello.

Musica Maestro
la musica in Beatbuddy è un elemento fondamentale del gioco
Come accennato in apertura, la musica in Beatbuddy è un elemento fondamentale del gioco e uno degli aspetti più riusciti del titolo THREAKS. Il mondo di Symphonia “vive” ad ogni beat della variegata colonna sonora, che spazia dalla musica elettronica, al jazz, al funky e coinvolge artisti del calibro di Parov Stelar, Austin Wintory (che già si occupò della ost di Journey) e Sabrepulse. Ogni nostro movimento, così come le azioni dei nemici andranno a produrre nuove note arricchendo così la sinfonia in una sorta di remix in tempo reale. Anche determinati passaggi andranno affrontati seguendo il ritmo della canzone per evitare di finire vittime di qualche trappola, costringendoci a ripartire da uno dei checkpoint visitati in caso di fallimeto.

 

Dal lato artistico, Beatbuddy è un prodotto che non delude. Il mondo sommerso di Symphonia è reso alla grande grazie al lavoro svolto dai grafici, intervenendo con più piani di paralasse e creando scenari complessi e profondi pur rimanendo nell’ambito del bidimensionale, dimostrando un grande impatto scenico e dando prova della vesatilità di Unity, il motore che muove il gioco. Buona la varietà delle ambientazioni, veri e prorpi quadri in movimento, mentre forse si poteva fare qualcosa di più su l’ecosistema che popola il mondo del gioco, che viene riproposto dall’inizio alla fine senza troppi scrupoli.

Il grande problema di Beatbuddy risiede però nell’ottimizzazione della versione Wii U, quella provata da noi, dove in molte occasioni vede il frame rate crollare inspiegabilmente rendendolo ingiocabile, arrivando addirittura a crashare o a bug impovvisi, obbligandoci a diversi riavvi della console. Una situazione per certi versi drammatica che va ad impattare negativamente sul risultato finale e sull’operato di THREAKS, che si spera sia già al lavoro su una patch che vada a correggere questi problemi.

Verdetto
7 / 10
I veri uomini non ballano!
Commento
Beatbuddy è un titolo con del grande potenziale espresso solamente a in parte. Artisticamente ottimo, soffre però nel riciclo di idee e situazioni sul lato del gameplay che, in un prodotto della durata di 4/5 ore, gravano tantissimo sul risultato finale. Resta un titolo indicato agli amanti dei platform/puzzle alla ricerca di un titolo “fresco” e diverso dal solito, nonostante ormai disponibile su PC e dispositivi mobili da ormai un paio d'anni. Un vero peccato per i problemi che affliggono la versione Wii U e che hanno messo a dura prova la nostra partita e che non ci hanno permesso di essere più generosi con il piccolo e tenero Beat.
Pro e Contro
Artisticamente molto valido
Colonna sonora ben integrata nel gameplay

x Ripetitivo dopo i primi livelli
x Versione Wii U afflitta da bug, cali di frame rate e crash

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