Recensione Assassin’s Creed: The Ezio Collection

Che nel corso degli anni ci si sia appassionati o meno alla serie, non si può negare che Ubisoft con Assassin’s Creed sia riuscita a creare un vero e proprio classico moderno. Una serie trasversale, capace di esondare dai confini del videogioco abbracciando altri media e poi, ritirandosi, portare al videogioco nuovi fan rimasti coinvolti nel conflitto secolare tra Assassini e Templari. Altrettanto indubbiamente non si può non riconoscere ad Ezio Auditore da Firenze il ruolo di portabandiera della saga, anche più del “vero” protagonista del primo ciclo (terminato con Assassin’s Creed III) Desmond Miles. Nell’anno in cui per la prima volta dal 2009 il franchise si prende una pausa, quantomeno videoludicamente parlando, la casa francese decide quindi di riportare sullo scaffale i tre capitoli dedicati al suo Assassino più iconico: come avranno retto alla prova del tempo?

Versione testata: PlayStation 4

Nulla è reale, tutto è lecito
Manca il primo capitolo (in realtà manca anche Bloodlines), ma non senza un motivo
Proporre una raccolta che inizia da quello che di fatto è il secondo capitolo della serie potrebbe sembrare un azzardo, tanto più che il secondo capitolo inizia a raccontare la sua storia (nella timeline del presente, quantomeno) subito dopo il finale del capitolo dedicato ad Altair. La motivazione probabilmente è duplice: in prima battuta un lavoro di rimasterizzazione per il primo Assassin’s Creed, classe 2007, sarebbe stato sicuramente più invasivo e di difficile attuazione (come vedremo tra un attimo già con Assassin’s Creed II, il capitolo più rimaneggiato della raccolta, le cose non sempre sono riuscite bene ad Ubisoft). In secondo luogo, ed in questo senso si asseconda la tendenza mai troppo nascosta che ha visto negli anni il filone del passato spodestare, a livello di importanza, quello dedicato agli eventi che accadono nel presente, al centro del villaggio è stata messa la figura di Ezio, più che quella di Desmond, e da questo punto di vista un neofita ha tutti gli strumenti a disposizione per iniziare un’eventuale frequentazione con la serie a partire da questa raccolta. Certo, quella di Altair è comunque una presenza importante sia per il secondo capitolo (attraverso le pagine del Codex il giocatore viene a sapere cosa è accaduto all’Assassino dopo gli eventi visti nel primo capitolo) che in Revelations, dove tutte o quasi le tessere del mosaico vanno ad allinearsi, ma fatte queste considerazioni dobbiamo riconoscere che probabilmente il gioco non sarebbe valso la candela, tanto più visti i difetti congeniti del capostipite della serie, che miscelava alcune delle intuizioni che han fatto grande la serie a scelte non propriamente felici a rendere l’esperienza vittima di una certa ripetitività di fondo.

Dal punto di vista del racconto, la trilogia di Ezio merita senza dubbio di essere giocata
Ad ogni modo la Ezio Collection fa sicuramente il suo dovere nel presentare in un’unica raccolta tutto lo scibile a disposizione su Ezio Auditore. Partendo dai cortometraggi della serie Assassin’s Creed: Lineage (che vedono protagonista Giovanni, il padre di Ezio) che vanno a contestualizzare lo scenario su cui poi gli eventi di Assassin’s Creed II si dipaneranno, il giocatore vede il futuro Mentore nascere, prendere coscienza della sua eredità ed iniziare la sua opera di vendetta contro i coinvolti nel complotto che ha portato la figura paterna ed i fratelli ad essere impiccati per tradimento. Una vendetta ventennale, che culminerà con il confronto con Papa Alessandro VI (al secolo Rodrigo Borgia) che chiuderà il secondo capitolo ed aprirà quello immediatamente successivo, Assassin’s Creed Brotherhood, che si concentrerà proprio sulle faccende rimaste in sospeso tra la famiglia Auditore e i Borgia, chiamando in ballo anche i figli di Rodrigo, Cesare e Lucrezia. Il viaggio va poi a concludersi con Assassin’s Creed Revelations, dove un Ezio ormai diventato il Mentore della Confraternità viaggerà verso Costantinopoli e le location orientali del primo capitolo, alla ricerca della saggezza del suo antenato Altair e di un degno epilogo per questa saga-nella-saga (a cui in coda va ad aggiungersi Assassin’s Creed: Embers, dove il sipario cala in modo definitivo su Ezio). Tra alti e bassi, si tratta di un’esperienza che nel suo complesso va ad occupare una sessantina di ore (circa venti per capitolo) del giocatore, alternando momenti narrativamente molto riusciti, specie se si guarda ai primi due titoli della raccolta, a qualche spezzone più sottotono, con Revelations comunque capace di regalare nelle sue battute finali uno dei dialoghi più ispirati comparsi nella serie (e, in una missione in particolare, riuscire a strappare anche qualche risata a coloro che han giocato l’esperienza da cima a fondo). Insomma, pur tenendo conto della mancanza del primo capitolo (e di Bloodlines, uscito su PSP, che era possibile sincronizzare con il secondo capitolo per ottenere qualche bonus) si tratta di un pacchetto di tutto rispetto dal punto di vista prettamente narrativo, capace di regalare citazioni e linee di dialogo di livello e di far emergere tutto il carisma di Ezio. E, aspetto da non sottovalutare, includere anche tutti i DLC legati alle campagne dei tre capitoli, che vanno ad aggiungere le sequenze 12 e 13 di Assassin’s Creed II e, soprattutto, spiegano meglio il perché alla fine di Brotherhood Desmond abbia compiuto una determinata scelta (non vogliamo anticiparvi nulla).

 Quand’ero giovane, avevo la libertà, ma non la vedevo
Al solito, in questi casi ci si accorge delle piccole aggiunte che sommate fanno la differenza
Come spesso capita quando si rimette mano in rapida successione a titoli che si è giocato inframezzati da mesi di attesa uno dall’altro, ci si rende rapidamente conto di quanto si sia stati forse un po’ troppo ingiusti nel lamentare un’assenza di novità tra un capitolo e l’altro. Intendiamoci, la formula alla base di quella dei giochi proposti nella raccolta è innegabilmente quella di Assassin’s Creed II e, passando ai capitoli successivi, sicuramente non si può parlare di rivoluzioni dell’assetto ludico, ma d’altra parte si sbatte prepotentemente la faccia con migliorie che si tende a dare ormai per scontate e si capisce come in effetti qualche progresso in avanti si sia fatto. Il secondo Assassin’s Creed infatti è innegabilmente invecchiato in questi nove anni: tornare al sistema di parkour tradizionale, dopo aver giocato Unity e Syndicate, segna decisamente un passo indietro ed evidenzia una legnosità di fondo quasi inaspettata, tanto più che oltre al dover riprendere familiarità con il sistema di controlli più “arcaico” vanno messe in conto alcune mancanze, come quella (per buona parte del titolo, quantomeno) del salto in alto dalle sporgenze che permette di arrampicarsi in modo più fluido sui vari edifici che si incontrano sul percorso. Ma anche dal punto di vista del sistema di combattimento mancano diversi degli aspetti più moderni: non ci sono, per esempio, i dardi avvelenati (che verranno introdotti poi da Revelations), ed è più macchinoso affidarsi alla pistola della lama celata o ai coltelli da lancio durante una battaglia, visto che bisogna aprire la ruota delle armi e selezionare l’equipaggiamento scelto. Inevitabilmente quindi l’azione va a spezzarsi e risulta meno omogenea, e anche l’IA nemica (difetto questo, condiviso da tutti e tre i capitoli proposti) appare decisamente ingenua anche quando mette mano alle armi.

 


Per approfondire:
Assassin’s Creed Unity
 

Assassin’s Creed II è invecchiato. Gli altri due capitoli, specie Revelations, senza dubbio meno
Le cose indubbiamente migliorano passando a Brotherhood, che pur (per motivi di trama) “azzerando” alcune delle abilità di Ezio e costringendo quindi il giocatore a riottenerle giocando, mostra progressi sul fronte interfaccia rendendo finalmente utilizzabili pistola e coltelli da lancio durante la lotta, senza passare per la ruota delle armi. La spada permette infatti l’utilizzo anche della pistola della lama celata, mentre i coltelli vengono accoppiati con le stesse meccaniche alla daga di Ezio, che nel frattempo diventa capace di eseguire serie di uccisioni. Eliminato un nemico infatti, finché non si viene colpiti in combattimento o si prova ad eseguire la manovra su un avversario armato pesantemente, è possibile farne fuori subito un altro in rapida successione, andando ad eseguire uccisioni decisamente scenografiche e andando a rendere, nel complesso, la componente di combattimento più fluida, pur rinunciando al volerla tramutare  in una sfida dal punto di vista meramente ludico (e anche da questo punto di vista, con buona pace dei vari detrattori, non si può che rimpiangere i progressi mostrati da Unity). Sopratutto perché, in ossequio al titolo, il concetto di confraternita permea la produzione, permettendo di richiamare alla bisogna alleati Assassini da indirizzare contro i bersagli di turno. Revelations infine completa il quadro, aggiungendo poco ma facendolo sicuramente bene; compare la possibilità di decidere quale equipaggiamento assegnare ai tasti direzionali di scelta rapida (laddove prima la freccia sinistra era dedicata alle medicine, quella su alla lama celata e la destra alla spada, senza possibilità di scelta) e andando ad arricchire le animazioni legate alle serie di uccisioni di Ezio, che diventano ancor più coreografiche e, in buona sostanza, se la giocano con quanto ravvisabile in alcune produzioni più moderne. Il terzo capitolo d’altra parte è però quello che mostra i progressi più consistenti dal punto di vista del roaming: grazie alla lama uncinata infatti le scalate, finalmente, possono giocarsela con quanto visto negli ultimi due capitoli principali della serie, grazie ad una fluidità ed una rapidità d’azione che fanno sicuramente chiedere al giocatore perché poi questa feature non sia stata riproposta (quantomeno, fino al lanciacorda di Syndicate che ne richiama alcune delle idee). Ne guadagnano anche le manovre a terra, vista la possibilità di correre contro un nemico e gettarlo a terra dopo averlo scavalcato agganciandolo, per poi finirlo con la lama celata tradizionale o semplicemente continuare la fuga, magari assistiti da una delle bombe confezionabili in partita, che grazie all’editor in-game spaziano decisamente in direzioni molto più varie delle classiche bombe fumogene viste fino a quel momento, facendo entrare (citando Yusuf, uno dei personaggi del gioco) “gli Assassini italiani nel sedicesimo secolo”.

 

 

Niente multiplayer online
Sul fronte ludico quindi non si può non ammettere che l’offerta paghi gli anni che indicano le carte di identità dei tre titoli e, complessivamente, perda il confronto con i capitoli più recenti del brand, anche se innegabilmente man mano che ci si avvicina alla fine della saga di Ezio i progressi si notano ed il tutto inizia ad assumere connotati più familiari e funzionali. Ed è anche per questo che probabilmente Ubisoft ha deciso di eliminare la componente multigiocatore competitiva introdotta in Brotherhood e poi ripresa da Revelations; anche se però l’appeal sulla carta sarebbe stato comprensibilmente ridotto, non ci sarebbe dispiaciuto poter giocare ad almeno una delle due proposte online assieme ad altri giocatori, specie se si tiene in considerazione che si tratta di una deriva che i capitoli “moderni” hanno abbandonato (Unity per far spazio ad una modalità co-op, Syndicate trascurandola proprio in toto).

Requiescat in pace
Il lavoro di restauro coinvolge sopratutto Assassin’s Creed II, ma non sempre con un buon esito
Come detto, dal punto di vista tecnico il capitolo più tirato a lucido è indubbiamente il secondo: il lavoro fatto da Ubisoft si vede soprattutto quando si va ad analizzare le texture di gioco, che mostrano sicuramente più dettagli rispetto all’edizione originale del titolo, e la maggior parte dei modelli poligonali, resi più convincenti e moderni. Non sempre però quest’ultimo adattamento è riuscito al meglio: se gli edifici generalmente hanno beneficiato dell’opera di restauro, lo stesso non si può dire per alcune facce dei personaggi messi in gioco, che in alcuni casi appaiono innaturali e guadagnano un retrogusto grottesco che nell’originale non era ravvisabile. Senza dubbio è poi stata aumentata la superficie visibile a schermo, che accusa poi decisamente meno del fastidioso problema che vedeva alcune texture (quelle degli elementi più lontani in genere) caricarsi in ritardo. Manovra apprezzata, ma che però mette in evidenza come alcune aree, quelle più rurali (le campagne fuori Firenze, per esempio) risultino decisamente spoglie rispetto a quanto si è abituati a vedere in un prodotto di oggi. Le cose migliorano passando ai capitoli successivi, dove lo sviluppatore ha dovuto intervenire sicuramente meno e, specie nel caso di Revelations, il livello visivo raggiunto è in linea con quello di diverse produzioni moderne.

 

ezio collection facce

Verdetto
8 / 10
Cesare Borgia andava a letto con la sorella prima che fosse mainstream
Commento
Dare un giudizio complessivo su un prodotto ricco di sfaccettature (siano queste contenuti veri e propri o difetti) come Assassin's Creed: The Ezio Collection non è sicuramente semplice. Da una parte Ubisoft ha messo sul piatto veramente tutto lo scibile giocabile a proposito di Ezio Auditore, DLC inclusi, con l'effetto di andare ad incidere sul Blu-Ray presente nella confezione oltre 60 ore di contenuti colme di momenti dannatamente riusciti, dialoghi brillanti e insomma, tutto quello che ha reso Ezio un'icona videoludica moderna. Dall'altra indubbiamente si tratta di titoli datati, che i progressi ludici visti negli (spesso bistrattati) ultimi capitoli hanno fatto invecchiare ulteriormente, per quanto da questo punto di vista Revelations con la sua lama uncinata riesca ancora a dire la sua. In definitiva quindi? Se non vi siete mai avvicinati alla serie questa è senza dubbio un'occasione ghiotta, diversamente tutto dipende da quanto Ezio Auditore vi sia rimasto nel cuore.
Pro e Contro
Tutto Ezio Auditore in un disco
Tantissimi momenti esaltanti
Assassin's Creed II rimesso a nuovo...

x ... Ma con qualche inciampo
x Inevitabilmente tre giochi invecchiati
x Soffre il "confronto ludico" con Unity e Syndicate

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