Non è la prima volta che, sull’onda della maggior attenzione dedicata alla scena indipendente dai colossi dell’intrattenimento, un titolo già disponibile da tempo su altri lidi (Steam ed in generale il mondo PC) decida di rifarsi il trucco prima di riproporsi anche su console, sperando di trovare conferme nei consensi raccolti fino a quel momento. 2064: Read Only Memories è un’operazione di questo tipo, che nello specifico si pone l’obiettivo di portare su PlayStation 4 (e in un secondo momento sulla sfortunata PS Vita) l’originale Read Only Memories pubblicato nell’ottobre del 2015: l’esito? Un prodotto che per meccaniche e impatto artistico sembra d’altri tempi, ma che al di là della copertina nelle sue pagine tratta tematiche moderne, con una spigliatezza da lasciar quasi spiazzati.
Il test di Turing
Il giocatore veste i panni di un giornalista freelance (di cui non vedrà mai le fattezze per tutta la durata dell’esperienza) la cui vita, improvvisamente, viene sconvolta da un robot che si rivelerà poi essere la prima macchina dotata di un’intelligenza autonoma mai progettata al mondo: Turing. Diventa subito chiaro che Turing non è una normale ROM (Relationship and Organizational Manager), ma che è il frutto delle fatiche di Hayden Webber, un amico del protagonista che, apparentemente, è stato rapito e risulta al momento scomparso. Alla ricerca di aiuto per rintracciare il suo creatore, Turing ha scelto di rivolgersi al giocatore perché statisticamente risulta essere la persona più probabilmente d’accordo nell’avventurarsi in questa missione. Le cose però non sono semplici come appaiono in apparenza, e la missione alla ricerca di Hayden porterà presto a galla manovre occulte, misteri ed intrighi di una Neo-San Francisco sul bilico di una singolarità tecnologica pronta a sconvolgere lo status delle cose.
MidBoss ci ha messo del suo: Read Only Memories è un prodotto cyberpunk, ma tocca anche altre tematiche
Ad un primo impatto Read Only Memories sembrerebbe quindi trattare alcune tematiche care al genere cyberpunk ed andare ad innestarsi su questo filone. E innegabilmente molti degli argomenti tirati in ballo, dall’Intelligenza Artificiale alla questione etica dietro modifiche genetiche e cibernetiche al corpo umano (è presente anche una fazione di attivisti apertamente contro questi esseri umani ibridi, ed una legge ad-hoc ne impedisce il generare prole se le modifiche vanno troppo a fondo) possono dirsi a buon diritto elementi tipici del genere letterario inaugurato da Neuromante. MidBoss però non si è limitata al “compitino” e ci ha indubbiamente messo del suo, arrivando a trattare nel corso dell’esperienza argomenti anche abbastanza delicati come la sessualità e il genere, riuscendo a muoversi su questa superficie sottile con la spigliatezza cui si accennava in apertura. Molta enfasi viene data per esempio al genere cui i vari personaggi sentono di appartenere e di conseguenza sui pronomi che utilizzano rivolti a loro stessi (e che gli altri personaggi utilizzano per riferirsi a loro), ma allo stesso tempo capita che protagonisti e comprimari abbiano un atteggiamento più morbido alla tematica, o ancora non abbiano le idee perfettamente chiare, ridimensionando la questione. Il risultato finale è quello di far sì che l’interesse del giocatore sia alto quando si trova ad avere a che fare con le linee di dialogo che compaiono a schermo (che corrispondono ad un’abbondante porzione del giocato), riuscendo al contempo a tratteggiare dei personaggi convincenti e, in ultima analisi, meno bidimensionali di come la grafica a schermo li dipinge. Il tutto, per le circa 10 ore richieste per arrivare in fondo all’esperienza, pad alla mano risulta decisamente ben raccontato e difficilmente annoia chi sta davanti allo schermo, riuscendo senza dubbio a raggiungere lo scopo che gli sviluppatori si erano prefissati.
Invernomuto
Un’avventura punta e clicca che alterna sezioni da visual novel a puzzle e minigiochi
Dal punto di vista ludico Read Only Memories è un’avventura punta e clicca di stampo tradizionale, ispirata a classici come Snatcher di Hideo Kojima e la serie Gabriel Knight di Sierra. L’adattamento su PlayStation 4, permette ad ogni modo di interfacciarsi al tutto sia utilizzando il classico cursore (muovendo la levetta analogica o sfruttando il touchpad di Dualshock 4) che tramite il D-Pad, andando in questo caso ad “agganciare” automaticamente gli elementi dello scenario con cui è possibile interagire. Gran parte dell’esperienza infatti, quando non si ha a che fare con i dialoghi visti sopra e con le conseguenti scelte multiple messe a disposizione del gioco, si sviluppa attraverso enigmi (tutto sommato abbastanza semplici) in cui bisogna capire come interagire con l’ambiente, raccogliendo oggetti presenti nello scenario per aggiungerli all’inventario oppure utilizzando questi per compiere determinate azioni. Il tutto avviene tramite un approccio decisamente classico, dove una volta posizionatisi sopra l’elemento prescelto è possibile toccarlo, osservarlo più nel dettaglio oppure (quando l’azione è concessa) parlarci, in modo da poter proseguire con l’esperienza. Altre volte Read Only Memories si avventura in sezioni più prepotentemente ludiche, dove lo scopo è quello di risolvere veri e propri puzzle (per esempio pilotando alcuni semafori in modo che un taxi arrivi nella zona attesa) oppure propone mini-giochi dove va sfruttata la memoria o bisogna affidarsi ai riflessi. Nulla che riesca in definitiva mai a mettere in difficoltà il giocatore (con una sola eccezione, che è uno degli elementi che poi porta ai finali possibili), ma che comunque offre una certa diversione da quella che è l’esperienza nel suo scorrere “normale”, decisamente vicina alla filosofia del genere delle visual novel.
Tutti i miei circuiti
Cast di doppiatori d’eccellenza
La più grossa novità tra 2064: Read Only Memories e la prima edizione del gioco è sicuramente la presenza del doppiaggio, che annovera tra le figure che hanno prestato le corde vocali al progetto nomi come Melissa Hutchison (già voce di Clementine in The Walking Dead) e Xavier Woods direttamente dalla WWE (alla sua prima esperienza di voiceover in un videogioco), ma anche personalità già conosciute all’interno del medium come Zoe Quinn e Jim Sterling. Un cast di una trentina di persone che sul campo dimostra decisamente di essere in parte, andando ad arricchire ulteriormente i personaggi che compaiono a schermo dando il loro contributo sonoro alla loro caratterizzazione. Lavoro che poi fa coppia con una componente artistica che alterna i primi piani dei personaggi realizzati in pixel art con una visione decisamente 8-bit per quanto riguarda la realizzazione degli ambienti di gioco. Sul fronte tecnico non ci sono da riportare problemi di sorta, in quanto l’unico grosso bug che affliggeva il prodotto (un blocco che si verificava a ridosso del finale dell’esperienza) è stato risolto dagli sviluppatori qualche giorno fa e ci ha permesso di portare a termine l’avventura tranquillamente, potendo assistere “in diretta” ad uno dei sei finali possibili.
Verdetto
8 / 10
I circuiti integrati sono pornografia per i robot
Commento
2064: Read Only Memories è senza ombra di dubbio un prodotto molto interessante. MidBoss riesce ad unire temi classici del filone cyberpunk alle tematiche a sfondo LGBT tanto care al team di sviluppo di San Francisco, affrontando queste questioni con una spigliatezza invidiabile ed utilizzandole per dare spessore ai suoi personaggi, senza cadere nella trappola della retorica e lasciando che la storia segua il suo corso (o meglio, i suoi corsi) a prescindere da queste. Il risultato finale non può che essere decisamente convincente, sopratutto per tutti quei giocatori che si dilettano abitualmente con le visual novel o, magari, hanno un po' nostalgia dell'era d'oro del punta e clicca. Occhio però a non aspettarvi troppo dal punto di vista più direttamente ludico.
Pro e Contro
✓ Personaggi ben caratterizzati ✓ Storia ben raccontata e temi interessanti
x Enigmi in massima parte semplici x Se non vi piacciono le visual novel non fa per voi
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