Dalla conferenza PlayStation tenutasi qualche giorno fa in occasione della
Paris Games Week è emersa, tra le altre cose, in particolare una constatazione: l’azienda nipponica pare decisa a ricoprire un ruolo da protagonista nel futuro del giovane mondo degli e-sport. Ha iniziato a farlo con
PlayStation Plus League e andrà avanti con (almeno)
Gran Turismo Sports e con
Rigs: Mechanized Combat League. Proprio di quest’ultimo titolo vogliamo parlare oggi: abbiamo approfittato della fiera parigina per provare in anteprima il titolo scambiando a margine qualche impressione con gli sviluppatori (
quei Guerrilla Cambridge che forse avrete già incrociato grazie a Killzone Mercenary).
Sali sul dannato robot!
La definzione di “palla canestro con le pistole” rende bene l’idea dietro Rigs
Una delle definizioni affibbiate a Rigs dopo la presentazione dello scorso E3 è stata quella di “Basketball with guns”, etichetta che agli sviluppatori è piaciuta particolarmente in quanto riassume in breve il concept dietro al titolo. Lo scopo del gioco, che ci vede una volta indossato
PlayStation VR calati alla guida di un mecha (il titolo sfrutta infatti il visore di Sony, utilizzato per prendere la mira mentre il resto degli ordini è impartito via controller), è quello di andare letteralmente a canestro, facendo cadere la nostra macchina dentro un anello posizionato al centro della mappa.
Perché però il punto sia valido non basta semplicemente attraversare il canestro, ma bisogna farlo mentre si è in uno stato di Overdrive. Questo può essenzialmente essere raggiunto in due modi diversi: raccogliendo alcune sfere luminose disposte in giro per la mappa o, e qui entra in gioco la componente da sparatutto in prima persona arena del titolo, facendo fuoco contro gli avversari ed eliminandoli. In tutto questo ovviamente gli avversari di turno possono ostacolare liberamente il giocatore, non solo facendolo fuori prima che faccia punto, ma anche ostacolando fisicamente l’ingresso all’anello con il proprio mecha.
Non c’è infatti alcuna penalità se si attraversa il canestro in uno stato “normale”, proprio per incentivare questo tipo di manovre.
Robot Wars
Il gameplay di Rigs ci è sembrato decisamente divertente e bilanciato
A rendere più interessanti le partite, che vedono due squadre di tre elementi affrontarsi faccia a faccia, c’è
un sistema di classi che differenzia un mecha dall’altro per abilità e caratteristiche. É possibile salire a bordo dell’
Hunter, un robot più piccolo ma dotato di una maggior potenza di fuoco, o impersonare il
Mirage, decisamente più alto dei suoi due “colleghi” ed in grado di eseguire un doppio salto.
C’è poi infine il Tempest, la classe che ci è stata assegnata dalla sorte in questa prima prova su strada, che si presenta come una scelta decisamente tattica: per quanto sia decisamente più debole degli altri due robot il Tempest è infatti capace di volare e rimanere sospeso in aria, muovendosi ben al di sopra degli altri giocatori in gara e controllando la situazione dall’alto. Abilità di cui comunque, proprio in virtù dello “svantaggio bellico” rispetto al Mirage e sopratutto all’Hunter, non è il caso di abusare, visto che una volta in aria vale anche il contrario e oltre a poter vedere meglio gli avversari questi vedono meglio il pilota del Tempest.
Tre perk attivabili in qualunque momento, uno alla volta
Ulteriore tatticismo alla manovra è conferito dalla presenza di una sorta di sistema “a marce” per ciascun robot, che alla pressione di uno dei tre tasti frontali (
X esclusa, in quanto utilizzata per il salto) permette di cambiare la modalità del robot. Quadrato ci permetterà di aumentare la velocità dei movimenti della nostra macchina, triangolo di velocizzare il tempo di autoriparazione del mezzo e cerchio infine permetterà di sparare munizioni dal danno aumentato. Il parallelo con le marce dell’automobile (
che abbiamo riciclato da Guerrilla Cambridge) è particolarmente calzante, visto che come quando si guida una macchina si può “cambiare marcia” in qualunque momento ma utilizzarne comunque solo una alla volta. Limite che viene a cadere quando si entra in
Overdrive, dove tutti e tre i perk si attivano automaticamente all’unisono,
scelta che a nostro modo di vedere paga sul fronte dello spettacolo e scongiura il pericolo di vedere “partite all’italiana” (
questa volta il parallelo è calcistico) dove si segna poco
A Dubai prima le prendi e poi le dai
Tecnicamente Rigs si è comportato più che bene
Nella build messaci a disposizione era presente l’unica mappa presentata fino ad ora, la
Body Slam Arena (
che nella finzione del gioco è a Dubai),
il cui design ci è sembrato funzionale a quello che è lo spirito del gioco, che come vuole la tradizione degli shooter arena impone una certa rapidità di azione e non concede troppo spazio a zone in cui fermarsi aspettando l’avversario di turno. Per quanto per ora gli sviluppatori sembrano avere le idee più che chiare l’aspetto level design andrà sicuramente discusso nel prossimo futuro, quando avremo più elementi a disposizione.
Come sicuramente andrà valutato sul lungo periodo l’aspetto tecnico del titolo, che ci è sembrato in forma sul fronte della fluidità e dei controlli (
dopo qualche istante di ambientamento prendere la mira utilizzando Playstation VR non ci è sembrata una transizione così drammatica dalla levetta analogica destra) ma, complice il dover processare immagini a 360 gradi per realizzare l’illusione (
riuscita) di essere alla guida di un mecha, dal punto di vista visivo sicuramente non è paragonabile alle produzioni più blasonate di PlayStation 4. La vera scommessa di Guerrilla Cambridge è probabilmente proprio quella di utilizzare Playstaion VR: Rigs ha tutte le carte in regola per imporsi su un mercato un po’ a stecchetto di FPS Arena e fa un utilizzo più che egregio della realtà virtuale,
ma il suo successo è inevitabilmente legato a quello del visore di Sony.
Commento
Pro e Contro
✓ Ottima commistione di sparatutto e sport
✓ Gameplay dannatamente riuscito
✓ Splendido uso di Playstation VR...
x ... Ma inevitabilmente legato al successo della periferica
#LiveTheRebellion