Sono passati 6 mesi da quando mi accingevo a
provare Little Briar Rose rimanendo impressionato e stupito da quella piccola realtà italiana,
Elf Games, per com’era riuscita a creare un punta e clicca di assoluto valore. Ora il duo italiano ci riprova e propone
Oh! I’m Getting Taller, creato dapprima per l’
Indie Game Maker Contest 2015, dove ha vinto il premio come miglior Platform della competizione, e sbarcato su
Steam Greenlight il 13 ottobre 2016 dove è stato approvato dalla comunità un mese più tardi, con la pubblicazione definitiva attesa per quest’anno.
Questo secondo titolo, la cui demo è usufruibile e scaricabile gratuitamente
sulla piattaforma IndiExpo, ci presenta sin da subito un concept diverso dai classici giochi indie: un puzzle-platform che cercherà di raccontare i sogni infantili ed il desiderio di crescere del protagonista. Il gioco percorre le gesta di un bambino che deve affrontare una serie di compiti, rendendosi conto di poter percorrere nuove strade che prima gli erano precluse mano a mano che crescerà di giorno in giorno.
Piccoli grissini crescono
Come per
Little Briar Rose, anche per
Oh! I’m Getting Taller vi troverete davanti ad una fiaba, non più la classica bella addormentata, ma un racconto moderno dove il piccolo bambino che impersonerete avrà il desiderio che in molti avevano quando erano piccoli: voler crescere per raggiungere ciò che è precluso ed ottenere una maggiore libertà. Dopo una prima notte trascorsa a sognare un dolce, il protagonista si sveglierà scoprendo di essere divenuto un ragazzino in età scolare che finalmente è in grado di compiere molti degli atti che fino alla sera prima erano impossibili. Col procedere della storia vi confronterete col mondo che vi circonda, ma sempre con gli occhi dell’infanzia: l’immaginazione del bambino trasformerà gli oggetti che entreranno nel vostro ristretto campo visivo: la ruspa in uno Snorlax, un palazzo in un immenso drago verde.
L’avventura proseguirà con un ritmo lento tra enigmi e scoperte: il confronto col primo bullo, la prima ragazza e così via. Man mano il protagonista crescerà sempre più nell’aspetto, diventando quasi sproporzionato rispetto alla mamma, come a far pensare a quanto in fretta gli anni siano passati da quando eravate voi stessi quel bambino sognante.
Ogni giorno che affronterete avrà nascosto al suo interno un oggetto collezionabile, che potrà essere scoperto risolvendo un enigma, per lo più abbastanza semplice; la soluzione dell’enigma avrà inoltre delle conseguenze sul futuro del ragazzo e del mondo che lo circonda.
Possiamo dire che
Oh, I’m Getting Taller provi a mettervi di fronte a due tematiche ben distinte, la crescita del bambino e l’importanza del colore nella vostra vita. Il primo tema viene visto come la conquista dell’indipendenza e dei piccoli drammi del bambino: riuscire a raggiungere posti diversi che prima erano inaccessibili e affrontare problemi che prima nemmeno vi sfioravano; il tutto basato su una serie di obiettivi che in base alla realizzazione vi porteranno ad un finale diverso, come nel più classico dei
Librogame.
Nel secondo tema invece si esplorano le potenzialità della fantasia, quando in un mondo grigio e standardizzato (dove tutto è ben definito) il vostro passaggio farà si che tutto si colori in un’esplosione di immaginazione: macchine che diventano astronavi, scale che diventano scivoli, cani unicorni… praticamente qualsiasi oggetto con cui dovrete interagire e che vi accompagnerà durante la storia.
Nel segno della semplicità
I comandi del gioco sono molto semplici: le frecce direzionali per muoversi, lo spazio per saltare ed i tasti C ed X per le interazioni. Questa configurazione lascia intendere che il gioco sia stato sviluppato con in mente l’esplorazione piuttosto che le meccaniche platform, forse per rivolgere il titolo ad una platea più ampia possibile.
Come per il suo predecessore anche in questo caso si punta su una
grafica colorata e di impatto notevole, che non può che far piacere. Gli sfondi utilizzati durante tutta l’avventura hanno uno stile fanciullesco che cattura l’attenzione così come il contrasto
colore/grigio che crea l’atmosfera perfetta per immedesimarsi al meglio nel protagonista.
Ottima anche la colonna sonora che, pur diventando stucchevole nel lungo periodo, accompagna nella maniera migliore la storia senza mai risultare eccessiva.
Commento
Pro e Contro
✓ Grafica colorata
✓ Comandi semplici
✓ Ottimo utilizzo grigio/colore
x Forse troppo facile
x Bassa longevità
#LiveTheRebellion